IL PIACERE DELL’UCRONIA

Ho appena finito di leggere, con grande piacere, il volume curato da Massimo Acciai Baggiani Architettura dell’ucronia” che porta il significativo sottotitolo“Invito alla lettura di Pierfrancesco Prosperi”, che è stato edito da Solfanelli a maggio 2022 nella preziosa collana Micromegas.

Il volume, presentato per la prima volta al Salone del Libro di Torino 2022, è una sorta di saggio antologico, come già era stato il precedente “Il sognatore divergente” (Porto Seguro, 2018) di Massimo Acciai Baggiani, nel senso che si compone di una breve Introduzione in cui il curatore parla del volume e del soggetto del testo: il prolifico scrittore prevalentemente di genere fantastico Pierfrancesco Prosperi. Fanno seguito poi una parte composta da alcune recensioni di Massimo Acciai Baggiani a opere di Prosperi, un’intervista di Acciai a questo grande autore ucronico con alle spalle quasi sessant’anni di pubblicazioni con editori grandi e piccoli, un terzetto di racconti, una quarta parte composta dei contributi di altri autori che scrivono di Prosperi e della sua opera e, infine una bibliografia completa e aggiornata dell’autore, che ne evidenzia la grande ricchezza.

Il piacere di questa lettura deriva, innanzitutto, dal conoscere io personalmente sia l’autore/ curatore del saggio, sia Prosperi, sia, in misura forse minore, molti degli autori che hanno dato il loro contributo (Donato Altomare, Carlo Bordoni, Adalberto Cersosimo, Gianfranco De Turris, io stesso ed Errico Passaro). L’impressione è quindi quasi di fare una chiacchierata tra amici. Sento le loro voci tra le pagine.

Se per me l’interesse è accresciuto dunque da questa conoscenza personale, credo che questo rimanga comunque alto per un qualsiasi altro lettore, sia per la grande e varia produzione letteraria di Prosperi la cui esplorazione mantiene sempre desta la curiosità e l’attenzione, sia per la qualità di tutti i testi che compongono il volume.

Se le singole recensioni credo di averle già lette prima in rete e riguardavano soprattutto opere prosperiane a me ben note, la mia curiosità è cresciuta leggendo la bella e ricca intervista dalla quale ho potuto scoprire aspetti di Prosperi che ancora non conoscevo e, persino, nuove e ulteriori comunanze d’interessi. Siamo, infatti, entrambi autori che hanno scritto molte ucronie (in merito ho avuto anche il piacere e un po’ la sorpresa di veder citato il mio nome svariate volte nell’opera e di questo ringrazio Acciai e Prosperi).

Come non ritrovarsi allora in affermazione di Prosperi come: “Ritengo che per scrivere in modo decente occorra non solo aver studiato (magari anche senza seguire corsi regolari e tradizionali) ma ancor di più aver letto moltissimo e continuare a leggere, per tutta la vita”. A me pare scontato, ma non lo è. Ci sono autori che, incredibilmente, non leggono!

Carlo Menzinger e Pierfrancesco Prosperi

Come non ritrovarsi quando Prosperi definisce l’ABC della fantascienza: Asimov, Bradbury e Clarke. Da questo ABC credo di essere partito anche io, così come condivido le basi italiane in Buzzati e Calvino. Basi queste per moltissime altre letture ovviamente, ma l’amore per la lettura è nato lì.

Bella, semplice e condivisibile anche la sua definizione di fantascienza: “Letteratura del possibile (come dal titolo della prima, mitica antologia di Solmi & Fruttero)”: A chi confonde i generi è anche bene ricordare, come fa lui, che “Il fantasy è impossibile per definizione, la sf ha una possibilità anche infinitesimale di verificarsi”.

Sui sottogeneri di ucronia ho già scritto in altre occasioni ma in quest’intervista Prosperi ne fa una interessante: “Ci sono due tipi di ucronia, quelle che non contemplano passaggi tra gli Universi paralleli, ovvero si limitano a descrivere una realtà alternativa non comunicante con la nostra (…) e quelle in cui gli Universi paralleli, benché paralleli si incontrano, perché qualcuno riesce a passare, magari involontariamente, dall’uno all’altro”. Su questo ci sarebbe molto da dire e qualcosa ne scrivo nel mio articolo, contenuto in questo volume “Il re dell’ucronia italiana” (come definisco il nostro Prosperi), osservazioni alle quali Prosperi risponde nel libro stesso.

Bella anche l’idea che l’automobile sia “Un’occasione di progresso sprecata”. Se volete sapere perché, leggete l’intervista.

E non vi trovate anche voi nella sua frase: “Sono stato in Francia (tre volte a Parigi a distanza di circa dieci anni, e ogni volta la trovavo diversa mentre le nostre città non cambiano mai)”. Ma perché siamo così refrattari al cambiamento? Perché appena abbiamo qualche novità urbanistica gridiamo allo scandalo, invece di rendere le nostre città qualcosa di vivo e progressivo?

Fulminante e di grande ispirazione la frase, una sorta di uovo di Colombo, “Israele, un Paese che non avrebbe dovuto esistere, uno Stato la cui stessa esistenza è fantascientifica”. Un’idea a cui non avevo pensato neppure quando scrissi il racconto ucronico “L’altra Gerusalemme” apparso su IF – Insolito & Fantastico n. 18, in cui, appunto, Israele non è mai esistita.

Ed eccoci ai racconti, tre perle. Nel primo, “Francesco è scomparso”, il protagonista vede sparire dalla sua vita il figlio, senza che nessuno ne ricordi più l’esistenza. Solo il primo passo verso altro, ancor più sorprendente.

Di espressa ispirazione borgesiana è “Il computer di Babele” in cui una sorta di nerd appassionato dal racconto di Borges sulla biblioteca infinita, in cui sono contenuti non solo tutti i libri scritti, ma tutte le loro varianti e tutti i libri possibili, anche se privi di senso, decide di ricostruirla a casa sua,

Ritornano a volte” porta in un’ambientazione ucronica che vede una Firenze islamizzata il ritorno del celebre Mostro di Firenze, l’assassino di coppiette, che ha dato fiato a tante ipotesi e ispirato vari testi, tra cui ricorderei una mia recente lettura “Nelle fauci del mostro”, curato da Andrea Gammanossi, un’interessante antologia noir.

La maggior parte dei contributi sono di autori che ricordano Prosperi da molti anni, sia come persona e amico, sia come autore tra i più prematuri, avendo pubblicato per la prima volta, come, è qui spesso ricordato a quattordici anni, nel 1959, il racconto “Lo stratega” sulla rivista “Oltre il Cielo”. Come scrive Carlo Bordoni, a vent’anni aveva già un racconto tradotto e pubblicato in Giappone.

Da queste pagine, oltre a quanto già detto traspare la sua attenzione per la storia, i temi sociali e politici oltre che per il fantastico, la fantascienza e l’ucronia.

Due parole sul titolo: “Architettura dell’ucronia”, che sottende alcuni temi. Innanzitutto, fa riferimento al mestiere di Prosperi, Piero, per gli amici che ne scrivono qui, l’architettura e in particolare l’urbanistica, come emerge anche da alcuni suoi racconti (non molti) che risentono della sua formazione professionale (penso per esempio a quello contenuto nell’antologia “Accadeva in Firenze Capitale”, del Gruppo Scrittori Firenze, con cui di recente Prosperi ha collaborato in più occasioni, sebbene aretino). L’altra parola centrale del titolo è “ucronia”, non per nulla intitolo il mio articolo “Il re dell’ucronia italiana”, dato che, sebbene abbia sceneggiato fumetti (da Topolino a Martin Mystere), scritto fantascienza, gialli, horror e gotico, il suo genere prevalente appare proprio l’allostoria, la storia alternativa, il narrare come la storia avrebbe potuto essere e non è stata.

Massimo Acciai Baggiani e Pierfrancesco Prosperi – Febbraio 2020

Per scrivere ucronie, occorre, in effetti, una sorta di progetto architettonico, immaginare diversi sviluppi della storia e in questa struttura scrivere la narrazione. Mestiere che Prosperi ben conosce e che pratica con impegno e grande costanza, dote fondamentale di un autore per restare sempre attivo e prolifico come lui per decenni, producendo oltre 140 racconti e più di 40 romanzi, che ha pubblicato, un po’ con tutti, perché, come conclude PassaroPropseri è nel catalogo dei grandi editori, ma è anche e soprattutto il fiore all’occhiello di tanti marchi minori disdegnati da scribi con la puzza sotto il naso. Questo è il suo segreto, questo il suo esempio”.

Un autore, aggiungerei, sempre disponibile, pronto a lanciarsi in nuovi progetti per il gusto e il piacere di scrivere, senza domandare chi ci sarà con lui nell’antologia, chi la pubblicherà, che vendite avrà. Come solo chi ama lo scrivere e i libri in loro stessi può fare, come solo chi è consapevole di sé e non ha nulla da dimostrare perché la sua stessa esistenza dice tutto.

Ringraziamo, infine, Massimo Acciai Baggiani per averci consentito con questo suo nuovo volume di conoscere meglio uno caposaldo della letteratura italiana contemporanea.

7 responses to this post.

  1. […] sul centro storico di Firenze. Massimo Acciai Baggiani ha poi curato la sua biografia nel volume “Architettura dell’ucronia”, cui ho avuto l’onore di partecipare con un saggio. Troppo lungo elencare tutti i suoi libri […]

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  2. […] e ucronia aretino Pierfrancesco Prosperi.  Testo, peraltro, che ho letto anche nel volume “Architettura dell’ucronia” (Solfanelli, 2022), curato da Massimo Acciai Baggiani (che contiene anche un mio contributo su […]

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  3. […] mio articolo “Il re dell’ucronia” è uscito nel saggio “Architettura dell’ucronia” (Solfanelli, Maggio 2022) di Massimo Acciai Baggiani. Il volume è dedicato all’opera di […]

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  4. […] “Architettura dell’ucronia” di Massimo Acciai Baggiani (Solfanelli, 2022) […]

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  5. […] si è piazzato anche Massimo Acciai Baggiani con il suo saggio sul grande Pierfrancesco Prosperi “Architettura dell’ucronia”, cui ho contribuito con un […]

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  6. […] ogni casa editrice italiana, cui Massimo Acciai Baggiani ha di recente dedicato il bel saggio “Architettura dell’ucronia” (dove con il contributo di vari autori, me compreso, potrete scoprire meglio questo autore che […]

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