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SOUNDSCAPES: LA FANTASCIENZA MULTIMEDIALE

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Qualche mese fa mi fu segnalato dai curatori Giorgio Sangiorgi e Luca Oleastri (con cui avevo già avuto occasione di collaborare, in particolare, in relazione al romanzo “Il Settimo Plenilunio”, di cui Oleastri realizzò la copertina e numerose delle 117 illustrazioni) un insolito bando per la creazione di racconti di fantascienza ispirati a una playlist scelta appositamente. Per ascoltarla usare questo QR Code:

Già l’idea di contaminare musica e scrittura creativa sarebbe suggestiva. I curatori, però, hanno fatto un ulteriore passo avanti verso la multimedialità, corredando ciascun brano di una splendida illustrazione realizzata prevalentemente dal medesimo Luca Oleastri e da Paola Giari (quella per “Cuore di Drone”). Dunque, la musica ispira la narrazione e questa l’immagine!

Ne è nata così un’antologia molto moderna e assai affascinante nella sua ricchezza di contenuti, che ha visto il coinvolgimento di numerosi autori, alcuni anche ben noti nel panorama del fantastico italiano.

Avendo avuto l’onore di esser stato scelto e inserito, indegnamente, tra loro con il mio racconto distopico post-apocalittico “Felpato”, ho avuto il grande piacere di leggerlo in anteprima e vorrei quindi lasciarvi le mie fugaci impressioni, oltre che sull’opera nel suo insieme, il cui grande merito è appunto quello di fare fantascienza italiana con un approccio multimediale, ma anche di dire qualcosa dei singoli racconti.

Il volume, per ora inedito, sarà pubblicato da Edizioni Scudo, spero entro questo scorcio di 2021.

  1. Si comincia con un classico scontro con gli alieni ne “La battaglia dei tre capitani” del modenese Roberto Zocca, ispirato, come il mio “Felpato”, dal brano “Feldpato” dei Central Unit (Riccardo Lolli).
  2. “Nuova corsa” di Alessandro Schümperlin, il fondatore di Steampunk Italia, ispirato dal brano “Mechanical atmosphere” del Duo (Luca Oleastri), porta agli estremi il riciclaggio dei rifiuti, con un traffico di corpi di esseri umani, cyborg e replicanti.
  3. “Luce” di Simone Orlandi, ispirato dal brano “Crystals” di Giorgio Sangiorgi, ci porta, dopo l’esplorazione di una gigantesca astronave ci porta, ad assistere a un’insolita nascita.
  4. “Odin” di Marco Milani (tra i fondatori del movimento Connettivista e della rivista NeXT, finalista per i premi Urania e Kipple), ispirato dal brano “Odin” di Giorgio Sangiorgi, mescola ispirazione musicale, influssi divini e fantascienza.
  5. Le avventure sottomarine in batiscafo di “Descending, ascending” dell’ingegnere Carlo Alberto Bentivoglio, ispirato dal brano “Space graphite” del DUO (Luca Oleastri), ci porta a incontrare misteriose creature medusiformi.
  6. In “Fino all’ultima nota” di Massimo Donda, ispirato dal brano “Piano ring” di Jagorart (Marco Besana), la musica, solo mezzo per distinguere tra uomini e macchine, sempre più simili, serve a combattere le virus-macchine, create per proteggerci dalle malattie ma la cui IA ha deciso che il peggior virus sono proprio gli umani e intendono distruggerli.
  7. In “Protocollo CE-5” del medico Edoardo Rosati (autore di saggi medici, medical thriller e medical noir e titolare della Punto Zero Edizioni), ispirato dal brano “Space Graphite” del DUO (Luca Oleastri), l’autopsia descritta ci riporta all’hard science fiction degli incontri ravvicinati di terzo tipo con gli UFO.
  8. “Dispnea” di Adriano Muzzi, ispirato dal brano “Hides Drama” di Ziege Unter Glas (Gabriele Lombardi) ci porta in atmosfere claustrofobiche e posta-apocalittiche con un malaugurato tentativo di fuga da una capsula medica nello spazio.
  9. Il drammatico racconto “Gli anelli” del prolifico e poliedrico Massimo Acciai Baggiani, ispirato al brano “Piano rings” di Jagorart (Marco Besana) si sposta nella magia, con la sua pianista con dodici dita e anelli magici che la rendono insuperabile.
  10. “Felpato” di Carlo Menzinger di Preussenthal (che sarei io), ispirato al brano “Feldpato” dei Central
Illustrazione di Luca Oleastri per il racconto “Felpato” di Carlo Menzinger di Preussenthal (Soundscapes, Edizioni Scudo, 2021).
  1. Unit (Riccardo Lolli), è diviso in due parti. Nella prima assistiamo alla marcia disperata di un immane golem tecnologico di feldspato in uno scenario post-apocalittico, nella seconda comprendiamo come e perché sia nato.
  2. Ne “La ferrovia nella nebbia” del triestino Roberto Furlani (finalista in vari premi e fondatore della rivista telematica Continuum), ispirato dal brano “See you” dei Central Unit (Enrico Giuiani, Natale Nitti), abbiamo lo struggente addio all’amata di un uomo in partenza per un pianeta lontano.
  3. “La sosta” dello spezzino Paolo Durando, ispirato al brano “Crystals” di Giorgio Sangiorgi, ci mostra il viaggio di un extraterrestre su un mondo alieno.
  4. In “Danza” di Marco Bertoli (autore di numerosi romanzi), ispirato al brano “Piano Rings” di Jagorart (Marco Besana) per preservare un amore interspecie con una femmina aliena il protagonista viaggia attraverso il tempo.
  5. Il concreto e vivace “Birra con cerianta” di Lorenzo Davia (finalista in vari premi e curatore d’antologia), ispirato al brano “See You” dei Central Unit (Enrico Giuliani, Natale Nitti), narra di una città circondata di cimiteri abitati da mostri e popolata da tombaroli che bevono birra con polpi urticanti vivi dentro, delle “cripte di Thanatolia dai mille tesori. E dai mille pericoli.”
  6. “Il teatro meccanico del prof. Von Kempelen” di Nicola Lombardi (membro dell’Horror Writers Association e autore di romanzi del genere), ispirato dal brano “Piano rings” di Jagorart (Marco Besana), rovescia ironicamente i ruoli tra uomini e automi in un racconto a sorpresa.
  7. L’intrigante “Contronominale” della triestina Maddalena Antonini (autrice per Tabula Fati e membro della World SF Italia), ispirato dal brano “Crystals” di Giorgio Sangiorgi, giocando con la logica della  proposizione contronominale ci narra di una spedizione alla ricerca di vita nella Galassia ma che dopo la visita a numerosi mondi non riesce a trovarne, ingannandosi sulla sua forma, come scopre in un sogno lucido il capitano.
  8. Ne “L’incubo del metallo” di Danilo Arona (autore esperto di science fiction, fantasy e mistery), ispirato dal brano “Mechanical atmosphere” del Duo (Luca Oleastri), i resti dell’Enola Gay, l’aereo che portò l’atomica su Hiroshima, continuano a generare incubi in chi dorme loro vicino.
  9. “Esploratore” di Annarita Stella Petrino (autrice per Tabula Fati e membro della World SF Italia), ispirato dal brano “Personal Itaka” di Mono Tono (Claudio Bisonti), si rifà al suo romanzo “Quando Borg posò lo sguardo su Eve” (Tabula Fati), vincitore del Premio Vegetti, e ci parla dell’emotività dei cyborg, narrando della scomparsa dell’androide Borg 34, con un protagonista che ruba il nome al celebre John Carter di Burrough e un altro, McKarty, che sembra voler ricordare il grande autore distopico Cormac McCarthy.  
  10. “La più grande evasione della storia” di Rino Casazza (autore di numerosi romanzi, racconti e poesie), ispirato dal brano “Mechanical atmosphere” del Duo (Luca Oleastri), parla di un carcere lunare, raggiungibile tramite un warmhole monodirezionale anti-evasione e di una fuga che si risolve con un paradosso sullo spazio-tempo.
  11. Angosciante l’atmosfera di “Effetto farfalla” di Angelo Marenzana (autore edito dalle principali case editrici italiane), ispirato dal brano “Chiaroscuri Flowers” di Jagorart (Marco Besana), in cui gli abitanti di un decadente condominio di lusso non riescono a resistere alla tentazione del suicidio.
  12. In “Muto parlante” dell’appassionato di UFO Giuseppe Massari, ispirato dal brano “Piano rings” di Jagorart (Marco Besana), delle bombe aliene vengono disinnescate grazie alla visione di un vecchio film muto che cela un segreto.
  13. “Aspettando Roland” di Mariano Rampini (vincitore di importanti premi nel fantastico), ispirato dal brano “Piano rings” di Jagorart (Marco Besana), come ben si comprende dal titolo, è ispirato all’eroe della stupenda saga della “Torre Nera” del grande maestro di narrativa Stephen King.
  14. In “Loop” di Raffaele Formisano (vincitore di numerosi premi), ispirato al brano “Chiaroscuri flowers” di Jagorart (Marco Besana), il protagonista rimane intrappolato in un ciclo temporale chiuso in cui rivive sempre la stessa fase del suo viaggio in autostrada.
  15. “Il segnale” dell’autore di biografie cinematografiche Roberto Frini, ispirato, come il mio, dal brano “Feldpato” dei Central Unit (Riccardo Lolli) ci parla di un pilota dal concreto potere di far piovere.
  16. In “Ciò su cui è costruito il mondo” del genovese Lorenzo Gallus, ispirato dal brano “Crystals” di Giorgio Sangiorgi, che si apre con la simpatica dedica A Sara, che colora tutto di verde, una coppia a letto discute di fisica quantistica.
  17. In “Osate! Osate! Osate!” del disegnatore genovese Gino Andrea Carosini, ispirato dal brano “Hides Drama” di Ziege Unter Glas (Gabriele Lombardi), un cortocircuito temporale proietta un kamikaze giapponese contro le torri gemelle di New York.
  18. Nella distopia “Le onde di Non so” del bolognese Andrea Cavallini, ispirato dal brano “Chiaroscuri flowers” di Jagorart (Marco Besana), per produrre energia che alimenta il grande scudo di difesa, la gente è costretta a pedalare.
  19. In “Mani di terra” di Gianpaolo Roselli, ispirato dal brano “Piano rings” di Jagorart (Marco Besana), una misteriosa radice a forma di mano cela strani poteri.
  20. “I cristalli del mondo invisibile” di Antonella Radogna, ispirato dal brano “Crystals” di Giorgio Sangiorgi, introdotto dalla bella citazione L’uomo è infinitamente piccolo di fronte alla Natura, ma infinitamente grande se accetta di farne parte (Blaise Pascal), ci porta in un mondo gotico che assume toni fantasy con animali parlanti.
  21. Ecco poi le indagini attraverso il tempo di “Schegge” di Andrea Andreoni, ispirato dal brano “Mechanical atmosphere” del Duo (Luca Oleastri).
  22. Ne “Il ritorno degli Shogun Warriors…” di Davide Tarò (autore di animeucronia, membro del Museo del fantastico e della fantascienza di Torino), ispirato dal brano “Eureka” di Aldam Projet (Alfonso Dama, Michele Martone), in una Detroit in rovina dei giocattoli giapponesi hanno assunto la forma di grandi automi per la difesa urbana.
  23. In “Così non è vita” dell’autore di fantasy e stempunk Maurizio Matassi, ispirato dal brano “Mechanical atmosphere” di Duo (Luca Oleastri), un neo-vampiro, deluso dalla sua nuova non-vita decide di risalire socialmente tra i non-vivi uccidendo una discendente del mitico cacciatore di vampiri Van Helsing e nipote di una prigioniera dei campi di concentramento nazisti.
  24. In “Viridia” della biologa Tamara Vitacchio, ispirato dal brano “Piano rings” di Jagorart (Marco Besana), in una stazione di terraformazione che rischia la chiusura, una scienziata fa esperimenti su se stessa come una sorta di moderno Dottor Jeckyll.
  25. In “Cuore di Drone” di Giacomo Federico Rubini, ispirato dal brano “Crystals” di Giorgio Sangiorgi, un drone esplora un pianeta appena terraformato.
  26. Nell’affascinante “Porte” dello storico Bruno Vitiello (autore di svariati romanzi, racconti, saggi e articoli sia nel campo della science fiction che in quello del giallo storico, del thriller e del mystery, pubblicati in Italia e all’estero), ispirato dal brano “Personal Itaka” di Mono Tono (Claudio Bisonti), attraversando un tunnel labirintico il protagonista ritrova svariate versioni di sé, in una sorta di moderno “Canto di Natale” di Dickens ma che visivamente mi ricorda il finale di “2001, Odissea nello spazio”.
  27. “La mia vita atroce, la serie tv” del curatore Luca Oleastri (prolifico illustratore recentemente premiato con il Carità, musicista, scrittore ed editore) ispirato dal brano “Vulcan’s Hammer” di Fabio Vinciguerra) ci parla del reboot della sere TV, ormai in declino dopo tante stagioni, “La mia vita atroce”.

Insomma, trentasei racconti quanto mai vari, dietro i quali, però, si sente sempre vibrare la musica e si scorgono innumerevoli visioni di futuro.

PREMIO ILLUSTRAZIONE FANTASCIENTIFICA

È in corso il Premio MAURIZIO CARITÀ per la migliore illustrazione a tema fantascientifico col patrocinio della World SF Italia e del Comune di Castelnuovo di Berardenga.

Il Premio riguarda le illustrazioni (copertine o tavole interne di romanzi, di saggi, di riviste, di graphic novel, e di pubblicazioni in genere) sia a colori che in B/N.

Trovate il bando qui.

Le illustrazioni dovranno essere a firma di un autore con cittadinanza italiana. Possono riguardare opere edite per la prima volta tanto in Italia che all’estero nel biennio 2018-2019.

Le illustrazioni dovranno comparire su opere pubblicate da una casa editrice. È ammessa tanto la forma cartacea che l’e-book.

A segnalare le illustrazioni saranno i Soci della World SF Italia in regola con l’iscrizione.

Ciascun Socio potrà segnalare tre illustrazioni. Ogni segnalazione avverrà indicando l’autore, il titolo della pubblicazione, l’editore e il riferimento (specificando se l’illustrazione è di copertina o interna indicandone il numero di pagina).

Si può votare per tutto il mese di febbraio.

Mi piacerebbe segnalare e far segnalare le illustrazioni dell’antologia di racconti distopici “Apocalissi fiorentine”.

Il volume è corredato da 48 illustrazioni realizzate dal Professor Marcello Scalzo della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e dai suoi studenti, eseguite dall’A.A. 2008 al 2012, che le ha messe a disposizione per questo libro. L’immagine di copertina, realizzata da Vincenzo Bosica, è a cura dell’editore Tabula Fati.

Le immagini presentano una Firenze desertificata, sommersa dalle acque, congelata, aggredita dalla vegetazione, trasformata da nuovi sviluppi urbani.

Sono, secondo me, tutte molto belle e interessanti. Sono state selezionate tra varie centinaia realizzate in vari anni dagli studenti di architettura.

Forse ce ne sono altre che meritano di più, ma credo che sia giusto premiare soprattutto Marcello Scalzo, che ha guidato i ragazzi in questo vasto e ambizioso progetto, facendo relizzare splendide immagini, di cui solo alcune sono in questo volume. Sono illustrazioni, oltrettutto, piuttosto differenti da quella che di solito si associano alla fantascienza.

Propongo quindi di votare:

  • Vincenzo Bosica – Apocalissi fiorentine (Carlo Menzinger – Edizioni Tabula Fati, 2019) – copertina
  • Marcello Scalzo – Apocalissi fiorentine (Carlo Menzinger – Edizioni Tabula Fati, 2019) – interna, pag.12
  • Marcello Scalzo – Apocalissi fiorentine (Carlo Menzinger – Edizioni Tabula Fati, 2019) – interna, pag.176

Si ricorda, infine, che i Soci possono segnalare anche illustrazioni dello stesso autore due o tre volte, ma in finale andrà una sola illustrazione per autore, quella più votata e se sono a pari segnalazioni, andrà in finale quella votata per prima. Non è concesso l’autovoto, per cui saranno escluse le segnalazioni di illustrazioni appartenenti al Socio che le ha segnalate. L’autore di un’opera può segnalare l’autore dell’illustrazione della sua opera (purché, come detto, siano diversi).

Le segnalazioni vanno inviate alla segretaria del Premio, Francesca Carità, all’indirizzo mail premiocarita@gmail.com e alla segretaria della World SF Italia, Manuela Menci, all’indirizzo mail manuelamenci@gmail.com.

Il mancato invio a uno dei due indirizzi mail comporterà l’annullamento della segnalazione.

Marcello Scalzo – Apocalissi fiorentine (Carlo Menzinger – Edizioni Tabula Fati, 2019) – interna, pag.12

Marcello Scalzo – Apocalissi fiorentine (Carlo Menzinger – Edizioni Tabula Fati, 2019) – interna, pag.176

FRAGILITÁ URBANE

Il nostro pianeta è sempre più a rischio. Tensioni demografiche e sociali, un clima fuori controllo, la perdita della biodiversità, tecnologie dagli effetti imprevedibili, deforestazione, inquinamento dell’aria e dell’acqua, lavori alienanti minano il nostro mondo. Gli ecologisti sono tornati quanto mai attivi, ma forti interessi economici cercano di far passare per falso il loro grido d’allarme. Eppure, il degrado del pianeta, per colpa dell’uomo, è quanto mai evidente. Forse il surriscaldamento sembra un tema troppo lontano, qualcosa che riguarda solo gli orsi bianchi, la deforestazione sembra un problema del Brasile, l’inquinamento riguarda mari lontani, la perdita di biodiversità sembra una questione da zoologi. Come si può fare per far capire che questi sono problemi che ci riguardano da vicino? Come nella storia di Maometto e della montagna, credo si tratti di portare il problema vicino alla gente, di portarlo nelle nostre città, per capire quanto queste siano fragili, persino più fragili dell’intero ecosistema. Ho scritto così “Apocalissi fiorentine” (Carlo Menzinger di Preussenthal – Edizioni Tabula Fati – 12 Ottobre 2019).

Apocalissi fiorentine”, spesso con ironia, a volte in modo surreale, narra come Firenze, nel passato, abbia rischiato di scomparire e come, in futuro, potrebbe trovarsi a cessare di esistere. Non aspettatevi cataclismi ecologici in ciascun racconto. A volte la fragilità urbana emerge da scontri politici, guerre o altri fattori che sembrano non avere nulla a che fare con i problemi di cui dicevamo. “Apocalissi fiorentine” vuole però dirci quanto sia fragile la storia e l’esistenza di una città. Parla di Firenze, ma potrebbe trattare di qualunque altra città. Credo che se capiremo questo, saremo più pronti a comprendere la fragilità di tutto il mondo che ci circonda e il nostro dovere di preservarlo.

Apocalissi fiorentine” è dunque una raccolta di racconti distopici di fantascienza, climate fiction e ucronia, ambientati a Firenze, che ci parla di fragilità urbane e ambientali.

Il volume è corredato da 48 illustrazioni realizzate dal Professor Marcello Scalzo della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e dai suoi studenti, eseguite dall’A.A. 2008 al 2012, che le ha messe a disposizione per questo libro. La copertina, a cura dell’editore, è di Vincenzo Bosica. Le immagini presentano una Firenze desertificata, sommersa dalle acque, congelata, aggredita dalla vegetazione, trasformata da nuovi sviluppi urbani.

Apocalissi fiorentine” può già essere ordinato nel sito del Gruppo Editoriale Tabula Fati al prezzo speciale di € 14,45 o richiesto all’autore (per chi volesse la dedica).

L’antologia sarà presentato al festival di Milano “Stranimondi” il 12 e 13 Ottobre 2019.

La potrete trovare allo stand del Gruppo Editoriale Tabula Fati e sarà presentata brevemente dall’autore, sempre in Sala Presentazioni, sabato 12 alle ore 12,00 nello spazio della rivista Dimensione Cosmica e domenica 13 alle ore 14,00 nello spazio “Il tempo è come un fiume” (Edizioni Della Vigna).

 

QUALCOSA SI MUOVE A FIRENZE

libroQualcosa si muove a Firenze, in questa città che strenuamente resiste all’avanzata dei barbari dal nord, in quest’oasi che si oppone alla diffondersi del virus dell’ignoranza e dell’incomprensione.

Nel capoluogo toscano, alcuni anni fa, è nato un movimento di gente che ama i libri, la letteratura, la cultura e l’arte. È nata un’associazione che orgogliosamente e semplicemente si definisce GSF – Gruppo Scrittori Fiorentini, cui anch’io ho aderito, seppur con colpevole ritardo. Il Gruppo è attivissimo con un’agenda così piena che spesso più eventi si sovrappongono nella stessa giornata.

Nel GSF non ci sono solo scrittori o aspiranti tali, ma anche artisti di altro genere.

Nasce così l’idea di Chiara Novelli e Anna Pagani di mettere assieme arti visive e scrittura e realizzare così un “libro d’arte” che unisse le opere di cinque artisti (la stessa Chiara Novelli, con Nicoletta Manetti, Gianni L’Abate, Roberto Mosi e Raffaele Masiero) con degli scritti ispirati ai loro dipinti o fotografie, brevi racconti, pensieri in libertà e poesie. Gli autori abbinati a ciascun artista sono 5 e assieme costituiscono una sezione del volume (Nascita, Natura, Amore, Tempo e Viaggio), per un totale di 25 scrittori (Corinna Nigiani degl’Innocenti, Paola Vergari, Cristina Gatti, Giulietta Casadei, Massimo Maniezzi, Renato Campinoti, Claudio Raspollini, Benedetta Manetti, Daniele Locchi, Mirko Tondi, Michele Protopapas, Claudia Muscolino, Gabriella Campini, Maurizio Castellani, Eleonora Falchi, Fabrizio De Sanctis, Anna Crisci, Maila Meini, Margherita Pink, Nicola Ronchi, Antonella Cipriani, Francesca Pacchierini, Paolo Orsini, Vincenzo Maria Sacco).

La prefazione è di Giandomenico Semeraro, l’introduzione di Anna Pagani, la postfazione del presidente di ALA Marco Rodi, i ringraziamenti finali del presidente del GSF Vincenzo Maria Sacco.

Il progetto è stato realizzato dalla casa editrice consociativa livornese A.L.A. – Associazione Liberi Autori, in un album a colori di dimensioni A4, che raccoglie dunque 25 immagini e 25 scritti, in cui la compenetrazione reciproca è tale sia visivamente, sia con sfondi dei testi che riprendono le immagini descritte, sia con il ricorso, talora, a forme di scrittura visuale, sia per la natura quasi pittorica di molti testi. Ci troviamo, infatti, spesso di fronte a elaborati, in prosa come in poesia, che somigliano a quadri descrittivi, più che a narrazione di eventi.

Il volume, intitolato “La gioia di vivere” (quale sempre esprime questo vivace gruppo), rimane così davvero come un album di ricordi da conservare in libreria. La collana in cui compare e che è da questo volume inaugurata, si chiama appunto “Gli album”.

La lettura scorre veloce e facile sugli ampi caratteri scelti per rendere al meglio l’impatto visivo desiderato. Questa commistione di immagini e testi non può che ricordarmi la realizzazione delle due “gallery novel” (“Il Settimo Plenilunio” e “Jacopo Flammer nella terra dei suricati“) da me curate, facendo, però, realizzare le immagini in funzione dei testi e non viceversa come ne “La gioia di vivere”.

In bocca al lupo a tutti gli amici del GSF, con l’augurio di poter presto affrontare nuove avventure culturali.

LA SUGGESTIONE DEI LUOGHI MITICI

Umberto Eco è certo più letto come autore di romanzi che come studioso, ma la sua attività universitaria è ben nota e la sua produzione saggistica supera almeno in quantità quella narrativa. In passato ho molto amato la lettura innanzitutto de “Il nome della rosa”, ma anche de “Il pendolo di Foucalt”, “L’isola del giorno prima”,  “Baudolino”. In queste opere si ritrovano spesso accenni, più o meno ampi a miti e leggende, dunque non stupisce affatto che il semiologo alessandrino abbia recentemente (2013) pubblicato un saggio intitolato “Storia delle terre e dei luoghi leggendari”.

Se, anzi, lo considero uno degli autori più vicini al mio modo di scrivere è proprio per quel suo gusto di inserire elementi mitici nelle sue ambientazioni storiche, che non molto dissimile da quanto posso aver fatto nel mio “Il Colombo divergente” e in “Giovanna e l’angelo”, ma anche, in misura minore ne “La bambina dei sogni”.

Il professore, però, come questo suo ruolo richiede, tiene più distinti i due piani, che io amo invece mescolare maggiormente.

Leggere “Storia delle terre e dei luoghi leggendari” non mi ha certo aperto un mondo nuovo, dato che molti dei luoghi immaginari citati li conoscevo già e alcuni possono essere trovati citati nelle mie opere che dicevo, ma qualcosa di nuovo e interessante questo libro lo offre anche a me, se non altro, il gusto di rinfrescare la memoria su temi come gli antipodi, le terre australi, la terra cava, Taprobana, Atlantide, le terre omeriche e bibliche, l’Eden, l’Ultima Thule, i luoghi del Graal, Iperborea, le isole dell’utopia, Lemuria e il regno del Prete Gianni.

Il volume alterna, all’interno dei capitoli, una parte descrittiva a un’antologica a supporto di quanto descritto.

Il testo non si presenta né innovativo, né porta avanti tesi particolari, ma sembra piuttosto una piccola enciclopedia antologica delle terre e dei luoghi leggendari. Insomma, più un testo da consultazione che da lettura. Testo comunque utile e che meritava essere scritto.

 

 

Umberto Eco

Evelyn Storm – Un’illustratrice di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI

Evelyn Storm ha frequentato un corso triennale di illustrazione alla Scuola del Fumetto.

Ha realizzato copertine per i diari di Facebook e una per il libro “My Dream” di Fabio Emanuele. Un suo disegno è stato pubblicato sul libro di Gregorio Antonuzzo, “I demoni di Eukora – Il mezz’orco” e sta prendendo parte al progetto per il libro “Fino alla fine” di Rossana Roxie Lozzio.

Tra i concorsi vinti: “The Leprechaun – Made me draw it”,  “Gli acquarelli della vita” di Peg Fly,  “La Scelta del diario” della pagina “Clan Dell’Arte” di Facebook (con altri 2 disegnatori) e “Jappo no Gang”.

A gennaio 2013 ha realizzato un disegno su Ortuz che spaventa Jacopo ed Elisa per “Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati“, secondo volume ancora inedito al momento della serie “I Guardiani dell’Ucronia”.

http://www.gothicrose.it/

 

Questo è il disegno che ha fatto Evelyn Storm per  JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI:

 

Questo è il tredicesimo (e ultimo) post in cui parlo dei tredici illustratori di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI. Chiamo questo tipo di lavoro “gallery novel” perché è un romanzo illustrato da numerosi disegnatori ed è quindi quasi una galleria di disegni sotto forma di libro.

Il primo post era dedicato a Fabio Balboni, il secondo a Raffaella Bertolini, il terzo a Camilla Bianchi, il quarto a Liliana Capraro, il quinto a Cinzia Damonte, il sesto a Guido De Marchi, il settimo a Giuseppe Di Bernardo, l’ottavo a DivaZ, il nono aRoberta Losito, il decimo ad Alessio Luna Pilia e l’undicesimo a Antonio Morgia, il dodicesimo a Niccolò Pizzorno.

Con questi articoli intendo ringraziare tutti gli illustratori, per aver contribuito a rendere questo volume davvero speciale.

Niccolò Pizzorno – un illustratore di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI

Niccolò Pizzorno nasce a Genova il 4 dicembre 1983. Vive a Tiglieto un paese dell’entroterra ligure fino al 1995, poi si trasferisce a Genova, dove  segue gli studi artistici: Liceo Artistico N. Barabino, Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova e, infine, la Scuola Chiavarese del fumetto.

Si occupa principalmente di illustrazione e grafica ma anche di tecniche calcografiche: acquaforte, aquatinta, puntasecca.

È stato l’artista presente con il maggior numero di disegni nel progetto editoriale per la gallery novelIl Settimo Plenilunio” e ha illustrato, assieme a Ludwig Brunetti il romanzo “Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale”, realizzandone anche la copertina. È sua anche quella di “Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati”.

Lo trovate su facebook qui:

http://www.facebook.com/niccolo.pizzorno

Questo è il dodicesimo post in cui parlo dei tredici illustratori di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI. Chiamo questo tipo di lavoro “gallery novel” perché è un romanzo illustrato da numerosi disegnatori ed è quindi quasi una galleria di disegni sotto forma di libro.

Il primo post era dedicato a Fabio Balboni, il secondo a Raffaella Bertolini, il terzo a Camilla Bianchi, il quarto a Liliana Capraro, il quinto a Cinzia Damonte, il sesto a Guido De Marchi, il settimo a Giuseppe Di Bernardo, l’ottavo a DivaZ, il nono aRoberta Losito, il decimo ad Alessio Luna Pilia e l’undicesimo a Antonio Morgia. Il prossimo e ultimo posta sarà dedicato a Evelyn Storm.

Con questi articoli intendo ringraziare tutti gli illustratori, per aver contribuito a rendere questo volume davvero speciale.

Niccolò Pizzorno ha realizzato per questo libro i seguenti disegni:

Jacopo Flammer con due suricati, osservato da Gruhum.

Govinia, la sede dei Guardiani dell’Ucronia, dove tutti i passati e futuri possibili si incontrano.
I suricati osservano Jacopo Flammer.
 
Suricato con gli occhiali di Jacopo Flammer.

 

Antonio Morgia – un illustratore di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI

Antonio Morgia nasce a Pescara il 27 Marzo del 1985. Fin dall’infanzia nutre una forte passione per l’arte, maturando un particolare interesse verso il disegno a matita. Da autodidatta migliora la sua tecnica grazie all’interesse verso l’iperrealismo dal quale trae ispirazione per le sue più recenti opere unendo così la passione a una grande continuità e a una spinta costante al miglioramento. Oltre al disegno nutre interessi verso la musica, la letteratura, l’informatica e la psicologia, conseguendo, in relazione a quest’ultime, il diploma in Perito tecnico industriale Informatico e la laurea in Scienze Psicologiche.

Per visionare le sue opere potete visitare il suo blog: http://zeroperinfinito.wordpress.com/

 

Antonio Morgia ha fatto questo disegno (un suricato che disegna una lontra) per il romanzo JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI:

Questo è l’undicesimo post in cui parlo dei tredici illustratori di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI. Chiamo questo tipo di lavoro “gallery novel” perché è un romanzo illustrato da numerosi disegnatori ed è quindi quasi una galleria di disegni sotto forma di libro.

Il primo post era dedicato a Fabio Balboni, il secondo a Raffaella Bertolini, il terzo a Camilla Bianchi, il quarto a Liliana Capraro, il quinto a Cinzia Damonte, il sesto a Guido De Marchi, il settimo a Giuseppe Di Bernardo, l’ottavo a DivaZ, il nono aRoberta Losito e il decimo ad Alessio Luna Pilia.

Presto pubblicherò delle schede anche per gli altri illustratori, che qui ringrazio tutti, per aver contribuito a rendere questo volume davvero speciale.

 

Roberta Losito – un’illustratrice di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI

Roberta Losito è nata a Foggia nel 1993; dopo essersi diplomata al liceo artistico si trasferisce a Milano per frequentare l’accademia di belle arti A.C.M.E. attualmente segue il corso di fumetto e illustrazione.

Il suo blog è http://tyrakurai.wordpress.com/

Ha fatto questo disegno per illustrare il romanzo di fantascienza JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI:

Roberta Losito - Jacopo Flammer nella terra dei suricati

Questo è il nono post in cui parlo dei tredici illustratori di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI. Chiamo questo tipo di lavoro “gallery novel” perché è un romanzo illustrato da numerosi disegnatori ed è quindi quasi una galleria di disegni sotto forma di libro.

Il primo post era dedicato a Fabio Balboni, il secondo a Raffaella Bertolini, il terzo a Camilla Bianchi, il quarto a Liliana Capraro, il quinto a Cinzia Damonte, il sesto a Guido De Marchi, il settimo a Giuseppe Di Bernardo e l’ottavo a DivaZ. Presto pubblicherò delle schede anche per gli altri illustratori (in ordine alfabetico).

DivaZ – un illustratore di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI

Marco Di Vairo aka DivaZ è nato a Milano 1974. Disegna, colora e fotografa fin da piccolo e, con il passare degli anni, converte queste passioni in una professione. Dopo essersi diplomato come Maestro d’Arte inizia a lavorare come freelance nei settori della promozione pubblicitaria e della fotografia. Maggiori informazioni possono essere recuperato su www.divaz.it

 

DivaZha realizzato il seguente disegno per la gallery novel JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI :

Il porcello Sgrunf visto da DivaZ per JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI

Il porcello Sgrunf visto da DivaZ per JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI

Questo è l’ottavo post in cui parlo dei tredici illustratori di JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI.

Il primo post era dedicato a Fabio Balboni, il secondo a Raffaella Bertolini, il terzo a Camilla Bianchi, il quarto a Liliana Capraro, il quinto a Cinzia Damonte, il sesto a Guido De Marchi e il settimo a Giuseppe Di Bernardo. Presto pubblicherò delle schede anche per gli altri illustratori (in ordine alfabetico).

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