Archive for gennaio 2008

Sangue

Vi consiglio un bel brano di Daniela Raimondi http://danielaraimondi.splinder.com/post/15640166/Sangue.

 

L'UNICO PECCATO SAREBBE NON LEGGERLO

"L’unico peccato" di Sergio Calamandrei, Editrice Zona: ecco un giallo che è qualcosa di più di un semplice giallo.

L'unico peccato di Sergio Calamandrei

Con quest’opera prima Sergio Calamandrei ci guida in un’avventura che è un intreccio di storie e di personaggi, d’incontri e di riflessioni.
L’ambientazione fa subito capire dove dobbiamo collocare questo lavoro. È, infatti, ambientato nella Biblioteca Nazionale di Firenze e non mancano le pagine dedicate ad un Circolo di aspiranti scrittori.
Siamo dunque più dalle parti della letteratura che non altrove.
L’autore riesce, infatti, a cogliere sempre la giusta occasione per offrire al lettore occasioni di riflessioni sempre nuove, man mano che la ricerca investigativa attorno al delitto procede.
E non manca l’esplorazione psicologica, il lavoro di definizione e tratteggio dei personaggi.
Si tratta, dunque, di un libro completo e “pieno”. Di un libro in cui si sente che l’autore ha riversato anni di riflessione e di vita e un lungo ed intenso impegno di scrittura.
Il risultato, quindi, non può che essere ottimo: un romanzo piacevole, variegato e coinvolgente, un testo che, pur edito al di fuori delle “major” dell’editoria, ha tutte le caratteristiche per essere un libro “importante”, che ben avrebbe figurato nelle principali collane gialle dei massimi editori nazionali, un libro che non può mancare nella vostra libreria (io ne ho già acquistate varie copie, che ho regalato ad amici e, purtroppo, ho prestato la mia copia personale e ancora non l’ho riavuta… credo che finirò per comprarne una nuova!).
Non perdetevi allora questa occasione per scoprire un nuovo, brillante autore.
 
La trama in estrema sintesi è questa: Firenze, inizio anni novanta. Un investigatore privato conduce un’indagine sul suicidio di uno studente fuoricorso che lo porta a scoprire un misteriosi traffici che ruotano attorno alla Biblioteca Nazionale. Nel corso dell’indagine l’investigatore incontra il Club degli Aspiranti Scrittori dove si riuniscono persone che si dilettano a scrivere. Due storie d’amore che coinvolgono alcuni di questi aspiranti scrittori si intersecano con la trama gialla. 

Vorrei ora rivelarvi il finale: il colpevole è…. No, scherzavo! Lascio a voi di scoprire chi sia e soprattutto quale sia questo Unico Peccato, scoprendo così anche quella che è la filosofia che c’è dietro un’opera tanto intensa, dalle cui pagine traspare, come scrivevo, il lavoro di anni e la ricerca continua di una qualità da offrire a un pubblico che, vogliamo augurarci, potrà crescere sempre più.
 Lascio ora la parola all’autore che così descrive questo libro:

Sergio Calamandrei

 

 
<<“Ci sono dei libri gialli in cui il detective arriva alla soluzione del caso per intuizione, al termine di un lungo processo di empatia con l’assassino. Egli a poco a poco assorbe, se così si può dire, l’ambiente in cui è maturato il delitto e arriva a ragionare come il colpevole, identificandolo in tal modo. In altri gialli la soluzione viene trovata come freddo risultato di un processo esclusivamente logico, un po’ come risolvere un’equazione alla lavagna. In alcuni libri, infine, il colpevole è il maggiordomo e tutto quello che c’è scritto in mezzo è uno spreco di tempo.
Io, tra i miei personaggi non avevo alcun maggiordomo e quindi decisi che dovevo risolvere il caso Berti col mio metodo personale, il metodo Arturi, detto anche della logica per forza.”
 
Così riflette Domenico Arturi, investigatore privato fiorentino dal passato non limpidissimo e dalle amicizie inquietanti prima di affrontare una lunga notte che lo porterà a scoprire cosa si nasconde dietro l’apparente suicidio di uno studente universitario fuorisede.
Siamo a Firenze, agli inizi degli anni novanta e un fuoricorso, aspirante scrittore e collaboratore saltuario con la Biblioteca Nazionale, muore precipitando dalla finestra del suo appartamento. Il padre incarica Domenico Arturi di chiarire le motivazioni del suicidio. L’investigatore, il cui motto è “lo scopriremo solo vivendo”, si immerge in un’indagine atipica che lo porta in contatto con un originale Club popolato da personaggi particolari; tra questi: un professore amante di Borges e con un lontano passato sudamericano, uno studente che crede nella “Teoria Romantica dell’Amore” e che litiga in continuazione con un seguace della “Teoria Casualistica dell’Amore”, un vecchietto che parla solo per citazioni, ritenendo che ormai a questo mondo tutto quel che merita di essere detto, lo sia già stato.
Seguendo le labili tracce lasciate dal giovane morto l’investigatore si imbatte in uno spacciatore, ex poliziotto, estremamente pericoloso, e in una cittadina svizzera dove producono ottimi cioccolatini. Accompagnato da un’insegnante di ginnastica ormai specializzata nel respingere i pretendenti, Arturi partecipa a una spettacolare festa in una villa nelle campagne attorno a Firenze. Quella sera ci scappa il secondo morto, questa volta sparato, e a quel punto diventa chiaro che il volo fatto dal presunto suicida deve essere riletto da un altro punto di vista.
Nel frattempo appaiono libri antichi della Biblioteca Nazionale che non dovrebbero esistere e si sviluppano due storie d’amore. La prima è quella di un avvocato trentenne già consumato dal proprio lavoro che cerca di rigenerarsi con un pericolosissimo amore per una ventenne. La seconda nasce tra una ricercatrice universitaria, ossessionata dalla propria abilità nell’interpretare il linguaggio del corpo, e un bibliotecario il quale ritiene esista un unico peccato che cerca in tutti i modi di evitare, commettendone molti altri nel frattempo.
Tra ulteriori spari, “amici” svizzeri, irruzioni della polizia, pranzi sentimentali al caffè Neri-Peruzzi di Piazza Santa Croce e momenti di amore intenso, tutte le storie precipitano verso la conclusione e alla fine l’investigatore resta con un po’ di amaro in bocca perché forse non tutto è andato a finire com’era giusto.>>
 
Su http://www.calamandrei.it/unicopeccatointervista.htm c’è, infine, un’intervista a Calamandrei, in cui l’autore ci parla del libro.
Un’altra recensione si trova qui.
 
Il volume (232 pagine) è un po’ caro se ordinato in libreria (€ 21,00), ma è possibile ottenere sconti richiedendolo all’autore mediante il suo sito internet (€ 14,80).
Il sito internet dell’autore è www.calamandrei.it.
Il suo blog è www.calablog.splinder.com.
Consiglio la visita ad entrambi, se non altro per leggere le interessanti riflessioni dell’autore sul moderno mercato dell’editoria http://www.calamandrei.it/editoria.htm.
Buona lettura.
P.S. Chi volesse incontrare Sergio Calamandrei, potrà venire alla Galleria Donatello di Firenze alle ore 17,00, in via degli Artisti 2R, dove presenterà il volume "Ucronie per il terzo millennio".

Serata ucronica nel web

Scrivo questo post per ringraziare tutti coloro che stanno aiutandomi a parlare della serata ucronica che si terrà sabato 16 febbraio 2008 alle ore 17,00 presso la Galleria Donatello di Firenze, in via degli Artisti 2r e durante la quale sarà presentata l’antologia UCRONIE PER ILTERZO MILLENNIO.

La voce si sta diffondendo a vista d’occhio. Sarà un vero "evento"!

Al momento parlano della serata, oltre a questo blog:

http://www.liberodiscrivere.it/easyNews/NewsLeggi.asp?IDnews=425

http://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?IDOpere=131878

http://www.geocities.com/menzingercarlo/Eventi.html

http://www.ancorainviaggio.it/pubblicazionimaria.htm

http://blog.libero.it/Speziale62/view.php?nocache=1180961397

http://acchiappaeventi.splinder.com/post/15646387

http://danielaraimondi.splinder.com/post/15702325/Annunci+vari

http://sanasacrosantafollia.splinder.com/post/15711209?796#comment-42092437

http://bloggerfiorentini.splinder.com/post/15650414/UCRONIE

http://pamelag2.splinder.com/post/15659422/Serata+ucronica+a+Firenze

http://alldaybreakfast.splinder.com/post/15706919

http://leparoledelcuore.splinder.com/ al 28/01/08

http://sedge.splinder.com/post/15713209/Serata+UCRONICA.

http://mianonnaincarriola.splinder.com/post/15713445

http://kikmaster.splinder.com/post/15714812/Serata+ucronica+a+Firenze

http://caffestorico.splinder.com/post/15718027

http://fiae.splinder.com/post/15727703

http://happysummer.splinder.com/ ci sono due post al 30/01/08

http://glodalessandro.splinder.com/post/15768246?703#comment-42251043

http://antanz1967.splinder.com/post/15755231/Serata+Ucronica

http://baruliamo.splinder.com/post/15874410

http://antares666.splinder.com/post/15895782#15895782

http://calablog.splinder.com/post/15901481/Ucronie+a+Firenze

http://bloggerfiorentini.splinder.com/post/15908709/

http://intercultura.splinder.com/post/15919007

http://pamelag2.splinder.com/post/15914995/APPUNTAMENTI

http://www.calablog.splinder.com/post/15957008/Sabato

http://avideospento.splinder.com/post/15966336

Parlano invece del libro:

http://www.salviamoitalia.net/2008/02/05/ucronie-per-il-terzo-millenio/

http://blog.libero.it/Speziale62/3757886.html

http://blog.libero.it/Cuoredigabbiano/

Si può leggere degli estratti di Ucronie per il terzo millennio su:

http://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?IDOpere=131466

http://www.arbitalia.it/letteratura/2008/pompo_il_piccolo_giorgio.htm

http://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?IDOpere=129946

http://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?IDOpere=129798

http://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?IDOpere=129098

http://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?IDOpere=128805

Fatemi sapere se qualche altro sito ne parla.

Grazie ancora a tutti.

VENTO ROSSO

Ho scoperto Giuliana Argenio tra i frequentatori dei blog di Splinder. Incuriosito dal suo romanzo Vento Rosso, me lo sono fatto mandare e l’ho letto con crescente piacere.
 

Vento Rosso di Giuliana Argenio

Si tratta di un’opera prima e questo mette sempre in sospetto, persino il sottoscritto, sebbene mi consideri anch’io un “esordiente”. Il rischio è quello di trovarsi tra le mani libri mal scritti o, soprattutto, che parlino di poco o di nulla, nel vano tentativo di mostrare una qualche “arte”.
Ho capito fin dalle primissime pagine che questo non era il caso. Mi è stato subito chiaro di avere a che fare con un’autrice che sa come si scrive e che sa muovere i suoi personaggi con tecnica e stile maturi e misurati.
Una cosa che ho notato, ad esempio, nelle primissime pagine, è stato l’intercalare della vita dei personaggi tra un’e-mail e la sua risposta, che mi ha dato l’impressione di un’autrice che sa creare l’attesa, che non deve essere necessariamente suspance ma capacità di gestire l’attenzione del lettore.
Il romanzo si presenta subito assai denso di piccoli eventi, che ci tengono impegnati nella lettura e ci spronano ad andare avanti. I personaggi sono un numero ragionevole e questo non crea confusione nel lettore ma gli consente di seguire bene la trama. Sì, la trama! Sembra banale, ma a volte capitano libri privi o quasi di trama. Qui, invece, c’è. Non così complessa da creare problemi nella lettura, ma adeguata a giustificare il nostro desiderio di arrivare sino all’ultima pagina.
Dunque, un libro scritto bene.
Ma dire questo sarebbe riduttivo. Questo è solo lo sguardo di uno scrittore sul lavoro di un altro scrittore.
Il libro, però, ha altri pregi, che sono certo quelli che un lettore “non scrittore”, coglierà per primi.
Sono interessanti i personaggi descritti. Mi paiono, infatti, rappresentativi di una generazione in cui mi riconosco, quella dei quarantenni di oggi, che sono cresciuti nell’Italia degli Anni di Piombo. La ricordate? Per alcuni di noi il terrorismo, quello vero, quello che nasceva nella casa accanto alla tua, non quello distante, importato dall’estero, è stato lo scenario in cui siamo cresciuti.
Ed è questo che trovo strabiliante in questo libro: la capacità di descrivere la naturalezza con cui una generazione ha convissuto con il terrorismo. La semplicità con cui la protagonista Emma scopre le attività terroristiche di Mauro, dando loro solo un peso relativo, pur essendo lei piuttosto lontana da quel mondo, da quel modo di affrontare i problemi del Paese. L’Argenio ha la capacità di farci vivere queste situazioni con la normalità con cui alcuni della nostra generazione le hanno vissute: come qualcosa che è nato con noi e che non ci può stupire più che tanto. Ferire, forse.
Altrettanto interessante è come questi personaggi, figli di un’epoca già lontana, vivano il nostro presente con la sua tecnologia e le sue schizofrenie.
La schizofrenia è, infatti, un’altra linea che attraversa il romanzo. Compare prima come la moderna schizofrenia dei nickname, quella per la quale ci sediamo davanti ad un computer, ci perdiamo in una chat e la nostra identità ne è subito stravolta, diventiamo nel computer altri, virtuali, diversi dai noi stessi seduti lì davanti. E la protagonista è consapevole dell’inganno che ne deriva, ma ugualmente si lascia trascinare, ugualmente accetta l’amore insperato che prende forma dallo schermo.
La schizofrenia continua il suo gioco di nomi quando Mauro fugge dall’Italia e si crea una nuova identità (con un nuovo nome) alla quale non riesce, però, ad adattarsi, al punto da decidere di tentare una seconda fuga, all’inverso, verso la responsabilità e l’amore, rischiando la galera e trovando di peggio.
La schizofrenia di Mauro, è quadruplice, non solo questo personaggio è Mauro in Italia, un altro Mauro su internet, Francisco in Sud America, ma anche Vento Rosso quando combatte, con questo strano, poetico nome da partigiano. Uno, nessuno e centomila, verrebbe quasi da dire, prafrasando Pirandello. Ed ecco che vediamo ora Mauro e Francisco prendere l’aereo uno accanto all’altro, ora Mauro e Vento Rosso lottare assieme. Ma è sempre la stessa persona, schizzofrenicamente divisa.
L’abilità dell’Argenio è quella di offrirci anche questa schizofrenia come normalità: non ci stupiamo di vedere Mauro accanto al suo doppio.
E tutto questo ci viene regalato con un tocco descrittivo che trova la sua poesia nel delineare l’anima dei personaggi, nel mostrare la loro debolezza, la loro insicurezza.
 
Ogni tanto compaiono nel testo alcuni veloci versi. Si scopre dai ringraziamenti finali dell’autrice che non sono versi suoi ma del poeta Tiberio Crivellaro e che ad essi l’Argenio si è ispirata per scrivere l’intera storia. Chiude il volume una snella appendice di versi di Barbara Marin, in cui pure si parla di un “vento rosso”, quasi a voler commentare poeticamente un romanzo che ha comunque già in sé tutta la sua pienezza.
 
Vento Rosso di Giuliana Argento è edito da Il Filo Edizioni di Roma ed è inserito nella collana Vertigo.

 Se volete l’opinione di un altro lettore su questo libro leggete qui.

Serata ucronica a Firenze

SABATO 16 FEBBRAIO 2008
ALLE ORE 17,00
 
SERATA UCRONICA
PRESSO LA GALLERIA DONATELLO
Via degli Artisti, 2R -Firenze
Galleria Donatello
Il Prof. Gianni Marucelli
(direttore della rivista -La Toscana L’uomo L’ambiente)
presenta
l’antologia di allostorie (racconti con ipotesi di Storia alternativa)

Allostoria dell’umanità da Adamo a Berlusconi
Edizioni Liberodiscrivere (www.liberodiscrivere.it)

46 racconti di 18 autori,
curati da Carlo Menzinger
(autore dei romanzi ucronici Il Colombo divergente” e “Giovanna e l’angelo,
editi da Liberodiscrivere)
Interverranno il curatore e alcuni degli autori.
 
All’inizio della presentazione, sarà possibile visitare
la mostra di quadri degli artisti del Gruppo Donatello
Renato Mertens, Domenico Viggiano e Luigi Tamanini.
 
Via Degli Artisti 2r ( Firenze 50132)
Tel. +39 055579207
 

Gli autori sono: Vera Bianchini, Sergio Calamandrei, Gianna Campanella (Cyprea), Lorella De Bon (CRISalide), Francesco De Francesco (franz nessuno), Riccardo Farina (stupidus), Fabrizio Graziani, Luigi Guidi, Maria Iorillo, Pasquale Martino (Pasquino), Carlo Menzinger, Crisitina Nardo, Alberto Pestelli, Giuseppe Pompò, Marco Porcaro, Angela Rosati (zingara53), Rossano Segalerba, Pietro Suardi.

Ci sono film ucronici?

Se alcuni elenchi di romanzi ucronici si possono trovare in rete, non è altrettanto facile trovarne per i film.
Anche nel cinema non mancano, però, esempi di storie con alcune delle caratteristiche dell’ucronia, quali la celeberrima trilogia di “Ritorno al futuro” che descrive le possibili vite del protagonista al verificarsi di dati eventi nel suo passato. Non è, però, vera ucronia, perché si fa ricorso a macchine del tempo e perché la Storia vi ha ruolo marginale.
Questi film sono genericamente considerati “fantascienza”. Tra la fantascienza, in effetti, si possono trovare altri esempi nascosti di ucronie, come certi episodi di Star Trek.
Un’altra situazione ucronica solo in parte (sempre perché non vi è il riferimento storico) è il film "Ricomincio da capo", in cui il protagonista Bill Murray impara ad amare Andie McDowell ripetendo all’infinito lo stesso giorno, con piccole modifiche che lo portano a comprendere lei e sé stesso. Con questo film siamo dunque dalle parti dell’ucronia anche se la mancanza di un ambientazione nel passato o in tempi diversi dal presente lo rende, a mio avviso, meno degno di comparire nel genere. Lo stesso potrebbe dirsi dell’imperdibile “Sliding Doors”.
Più correttamente ucronico potrebbe essere considerato il film “I vestiti nuovi dell’Imperatore” nel quale Napoleone fugge da Sant’Elena e torna in Francia (regia di Alan Taylor, GB 2001).
Seppure vi prevale l’aspetto comico e grottesco, un esempio nostrano di ucronia è il film con Benigni e Troisi “Non ci resta che piangere”, in cui i protagonisti hanno un intento ucronico (frustrato): fermare Cristoforo Colombo, e, ucronicamente, interagiscono con Leonardo da Vinci e Savonarola.
Vorrei poi citare il cartone animato giapponese (anime) "Jin Roh" di Mamoru Oshi ambientato in un Giappone alternativo, che sembra aver perso la guerra a fianco degli Americani e contro i Tedeschi, in un dopoguerra che conosce uno sviluppo economico accompagnato da forti conflitti sociali fra movimenti rivoluzionari e uno stato oppressivo di marca pinochetista.
Ci sono poi alcuni film tratti dai romanzi elencati nel precedente post, come Fatherland e L’Ultima tentazione di Cristo.
 
Questo del cinema rimane un capitolo su cui devo ancora lavorare molto. Attendo suggerimenti.
 
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Leggi anche:
 

Ucronie per il terzo millennio

Mi è arrivato a casa il pacco con le mie copie di "Ucronie per il terzo millennio"!

Chi ne volesse una copia con dedica può farmene richiesta. Il modo migliore per averlo, però, è ordinarlo direttamente a Liberodiscrivere.

Si conclude così la terza fase (pubblicazione) di quest’avventura iniziata meno di un anno fa, lanciando sul Forum di Liberodiscrivere l’idea di realizzare un’antologia di allostorie (prima fase). La seconda fase (scrittura dei racconti e predisposizione del volume) si è conclusa  dicembre. Inizia ora la quarta e più difficile fase: la promozione e vendita del libro.

Spero che chiunque lo legga, ne parli e faccia sapere in giro che esiste. Chi volesse sapere di cosa si tratta può andare a vedere:

E’ un libro per tutti. Credo sia anche molto adatto per essere letto nelle scuole, grazie alle note storiche in fondo ad ogni racconto e per poter insegnare agli studenti che la storia avrebbe anche potuto essere diversa.

FIAE

Mi sono iscritto al FIAE, il Forum Indipendente Autori Esordienti. C’è anche un blog. L’accesso al Forum è riservato agli iscritti, ma ci sono delle parti pubbliche. Il blog può essere letto da tutti.

 

Quali sono i principali romanzi ucronici?

È difficoltoso scrivere una lista di romanzi ucronici che possano veramente dirsi rappresentativi del genere, perché ben pochi studiosi seri hanno affrontato la questione (se ne conoscete segnalatemeli). Si trovano in vari siti internet elenchi più o meno caotici, che accomunano opere di fantascienza, romanzi ucronici e romanzi di serie B (qualunque sia la loro natura).

Attingendo a tali imprecise fonti, cerco qui di fare un ennesimo elenco, con difetti analoghi, dunque, a quelli citati. Diciamo che sono i libri che mi paiono più significativi, è una lista che però mi riprometto di correggere e migliorare nel tempo (un punto di partenza, non certo d’arrivo) e per la quale aspetto un contributo da chi legge:

  • "The Man in the High Castle" di Philip Dick (La svastica sul sole – 1962), che ha la peculiarità di descrivere un mondo in cui Germania e Giappone hanno vinto la seconda guerra mondiale e dove i personaggi leggono un libro ucronico in cui, invece, l’Asse ha perso (anche se in modo diverso da quello reale);
  • I cicli di "Invasione" e "Colonizzazione" di Harry Turtledove;
  • "Basil Argyros – Agente dell’Impero di Bisanzio" di Harry Turtledove;
  • "Dramma nelle Terrefonde" di Harry Turtledove, praticamente un "ucronia geologica", in cui il Mediterraneo non è un mare ma una valle;
  • "Per il trono d’Inghilterra" di Harry Turtledove, che descrive un’Inghilterra del XVI secolo sotto il dominio spagnolo;
  • Fatherland” (1992) di Robert Harris, ancora sul successo del nazismo, ma fondamentalmente un giallo-thriller; 
  • "Se Hitler avesse vinto la guerra” di Winston Churchil, che si è cimentato anche con altre storie ucroniche, come “Se Lee non avesse vinto la battaglia di Gettysburg” (If Lee Had Not Won the Battle of Gettysburg,1931);
  • "Il signore della svastica" di Norman Spinrad, in cui Hitler diventa uno scrittore di fantascienza;
  • L’ultima tentazione di Cristo” di Nikos Kazantzakis (1955), in cui Cristo rifiuta la Croce.
  • La trilogia “Romanitas”di Sophia McDougall;
  • "The plot against America" (il complotto contro l’America) di Philip Roth, in cui si ipotizza che il fanatico nazista Charles Lindberg vinca le elezioni al posto di Roosvelt cambiando la storia. La vicenda e’ narrata dal punto di vista di un ragazzo ebreo visto che Lindberg proporrà di discriminare gli ebrei;
  • il “Libro degli Yilané” di Harry Harrison (1984-89), una trilogia che descrive un mondo in cui i dinosauri non si sono estinti ma hanno sviluppato una civiltà evoluta. Harrison ha scritto anche altri lavori ucronici come “A Rebel in Time” (1983), sul tentativo di un soldato di colore di impedire il mutamento del passato effettuato da un folle razzista per portare alla vittoria sudista nella guerra.
  • “La società del tempo” di John Brunner (Times Without Numbers, 1962-69 ed. ital La Società del tempo, Galassia 114, La Tribuna Piacenza, 1970);
  • "1308-1590 America vichinga" di James S. Eriksson, Editore Frassinelli;
  • "Pavana”, di Keith Roberts(Pavane, 1968-70, ediz orig. Pavana, Science Fiction Book Club 54, La Tribuna Piacenza, 1978, Ristampato Classici Urania 146, 1989);
  • Una sorta di ucronia (fantascientifica ante litteram) può essere anche definito “Un americano alla corte di Re Artù” di Mark Twain, dove il protagonista, giunto dal futuro, interagisce con i cavalieri della Tavola Rotonda;
  • "Philip K. Dick is Dead" (L’alternativa) (Alas, ’92, "Uraniargento" n. 3, ed. Mondadori, ’95) di Michael Bishop descrive un mondo in cui l’America ha vinto la guerra del VIetnam e Dick è uno scittore stimato (romanzo ispirato a La Svastica sul sole);
  • "Lord Darcy" di Randal Garrett, in cui la magia è parte della scienza;
  • "Uragano Rosso" di Tom Clancy, in cui s’ipotizza una terza guerra mondiale;
  • "La macchina della realtà" di William Gibson e Blue Sterling in cui si immagina che nel diciannovesimo secolo assieme alla rivoluzione industriale inizi anche la rivoluzione informatica;
  • "Steampunk trilogy" di Paul Di Filippo;
  • "Il sindacato dei poliziotti yiddish" di Michael Chabon, in cui si immagina che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale gli ebrei trovino una nuova patria in Alaska;
  • "Storia di domani" di Curzio Malaparte, in cui il PCI va al potere subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale;
  • “Contro-passato prossimo” (Milano, 1975) di Guido Morselli in cui la Prima Guerra mondiale risulta vinta dagli imperi centrali con il Nord Italia in mano all’Impero Austro-Ungarico;
  • "Roma senza papa" di Guido Morselli
  • Nero italiano” e “Dea del caos” di Giampietro Stocco in cui si ipotizza che l’Italia fascista non sia entrata in guerra nel 1940 e il regime sia proseguito integro fino al 1975;
  • La trilogia “Occidente” di Mario Farneti;
  • L’antologia "I mondi del possibile" di Nicolazzini;
  • "I biplani di D’Annunzio" di Masali;
  • "Se l’Italia", antologia a cura di G. De Turris;
  • Ucronie per il terzo millennio” (2007) l’antologia curata da Carlo Menzinger.

 Per i fumetti andrebbe forse fatta una lista a parte, segnalerei però il n. 240 di Dylan Dog dal titolo "Ucronia" di Tiiziano Sclavi, in cui si immagina una Londra invasa dall’armata "comunazista" (sic!) in cui scimmie senzienti sorvolano le lande di Albione in dirigibile, alieni approdano su una Terra ostile e inabitabile e si assiste ad esperimenti volti a creare il primo computer quantistico della storia. Forse un po’ troppo fantascientifico o, addirittura, troppo fantasioso per poter essere vera ucronia. Mi hanno poi parlato del primo ciclo di Authority (v.1): Implacabili di Warren Ellis. La storia descrive la guerra fra due terre parallele: la nostra, protetta da Authority, ed un`altra governata da un Albione in cui la classe dominante e` composta dagli eredi della corona spagnola, eredi che 500 anni prima erano entrati in contatto con una illuminata specie aliena. 

Comunque moltissimi altri libri sono elencati su www.uchronia.net.

Un’altra lista l’ho fatta su /www.anobii.com

Cosa aggiungereste? Cosa togliereste (a parte i romanzi che ho scritto io,  è chiaro)?

 
L’invito è quello di aiutarmi a scrivere una lista migliore di questa.
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Leggi anche:

Cos'è un'ucronia?

A quanto pare sono in pochi a saperlo e questo non mi stupisce, perché il termine non si può certo dire dei più usati, eppure il genere letterario che rappresenta è ricco di possibilità creative e sta cominciando a riscuotere discreti successi.
Vorrei allora non solo cercare di fare un po’ di chiarezza su questo misterioso vocabolo ma anche spezzare una lancia a favore di questo genere letterario, che meriterebbe ben altri spazi. Mi piacerebbe, poi, poter avviare un censimento di questo genere di opere, troppo spesso presentate come appartenenti ad altri generi. Anche in questo chiedo la collaborazione di chiunque legga.
 
Cominciamo con la definizione del genere.
Arriviamoci progressivamente. Partiamo da una definizione imprecisa:
Un’ucronia è un racconto dove si narrano vicende immaginarie di personaggi reali in ambienti reali.”
Per intenderci se io parlo di un personaggio storicamente esistito e gli faccio compiere azioni che non ha compiuto in realtà potrei dire che sto scrivendo un’ucronia.
La definizione è riduttiva. In ogni romanzo storico c’è una parte di “realtà storica” ed una parte di fantasia. Nel romanzo storico, però, la creatività dell’autore si limita ai particolari, ai dettagli, può arrivare a descrivere ad esempio dei dialoghi mai avvenuti, ma il suo obiettivo è la ricostruzione della storia e del personaggio storico descritto.
Nel romanzo storico può capitare di leggere le vicende di personaggi immaginari in contesti storici (o presunti tali).
L’ucronia va oltre. Descrive eventi immaginari al punto da rendere la storia completamente diversa.
L’ucronia è narrazione del “se”, del “what if”. Racconta, ad esempio, come sarebbe stata l’Italia se non ci fosse stata la Seconda Guerra Mondiale, oppure come sarebbe stata la Francia se Napoleone non fosse andato in esilio o come sarebbe stato il mondo se Cristoforo Colombo fosse sbarcato in Messico e fosse stato fatto prigioniero degli aztechi (come scrivo nel mio “Il Colombo divergente”). L’ucronia può anche narrare cosa sarebbe stato di Giovanna d’Arco se fosse sopravvissuta al rogo (ed è questo che scrivo nel mio “Giovanna e l’angelo”). C’è persino chi ha fatto un elenco di molte delle possibili ucronie: http://xoomer.alice.it/fmboschetto/lista_ucronie.htm.
 
Un’altra definizione, presa da Wikipedia, è:
L’ucronia è una forma di narrativa che tratta di un mondo la cui storia si è differenziata dalla storia comunemente conosciuta, sostituendo a degli eventi storicamente avvenuti degli eventi ipoteticamente possibili.
Il termine deriva dal greco e significa letteralmente "nessun tempo" (da ou = non e chronos = tempo), per analogia con utopiache significa nessun luogo, e indica la narrazione letteraria, grafica o cinematografica di quel che sarebbe potuto succedere se un preciso avvenimento storico fosse andato diversamente. Il termine è stato coniato dallo scrittore francese Charles Renouvier in un testo apparso nel 1857 che intendeva ricostruire la storia europea quale avrebbe potuto essere e non è stata” (Uchronie, l’utopie dans l’histoire).”
Suoi sinonimi possono essere “allostoria” e “storia alternativa” e, direi io, anche “fantastoria”.
L’ucronia, infatti, viene classificata, di solito, più che come un genere del romanzo storico (classificazione che personalmente non disdegno), piuttosto come parte della fantascienza. Forse anche perché alcuni degli autori più importanti, come Dick, sono autori di fantascienza.
In inglese pare che sia noto come “counterfactual history” o “alternate history”: per una volta almeno i termini “mediterranei” sembrano però più sintetici e suggestivi, perciò lasciamo pure da parte gli anglicismi.
 
Arriverei dunque ad una definizione “finale” che potrebbe suonare così:
 L’ucronia o allostoria o fantastoria o storia controfattuale, è un genere letterario intermedio tra la fantascienza e il romanzo storico, in cui il racconto si differenzia dalla storia comunemente conosciuta, sostituendo a degli eventi storicamente avvenuti altri eventi immaginari.
Si differenzia dalla fantascienza, perché riguarda sempre fatti del passato e non ricorre, di norma, ad artifizi per modificare la storia.
Le mutazioni descritte devono avere un grado accettabile di probabilità di verificarsi.
L’ucronia può descrivere il momento in cui la storia muta o gli effetti di questo mutamento.”
 
Direi anche che quando la storia muta il suo corso, si crea quello che già nel mio “Il Colombo divergente” chiamavo “universo divergente”.
 
Lasciate, per finire, che vi dia una definizione del tutto personale e un po’ “poetica”:
l’ucronia è il sogno della Storia.
È la Storia sognata da ciascuno di noi.
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