Archive for dicembre 2016

TUTTI I LIBRI DEL 2016

Anche questa volta, ecco l’elenco dei libri letti nell’anno. Ho continuato a censire regolarmente le mie letture su anobii e questo mi semplifica il compito, dato che per ognuno ho riportato, di volta in volta, varie informazioni, compreso la da di inizio e fine lettura.

  1. Agota Kristof – Ieri – (e-book) – romanzo mainstream – ungherese/svizzeroRisultati immagini per isaac asimov
  2. Michael Cunningham – Le ore – (e-book) – romanzo mainstream – statunitense
  3. Joe R. Lansdale (1) – Deadman’s road – (e-book) – romanzo gotico breve – statunitense
  4. Ivan Turgenev – Terre Vergini – (e-book) – romanzo storico – russo
  5. Christa Wolf – Nessun luogo. Da nessuna parte – (e-book) – romanzo biografico – tedesco
  6. Joe R. Lansdale (2) – In fondo alla palude – (e-book) – romanzo sociologico/thriller – statunitense
  7. José Saramago – Oggetto quasi – (e-book) romanzo surreale – portoghese
  8. Scuola Holden – Saper scrivere Vol. 8 – (cartaceo) – manuale – italiano
  9. Charles Dickens – Il nostro comune amico – (e-book) – romanzo d’appendice – inglese
  10. Giuseppe Morrocchi – Scrittura visuale – (cartaceo) – saggio – italiano
  11. William Burroughs – La città della notte rossa – (e-book) – romanzo destrutturato – statunitense
  12. Kurt Vonnegut – Cronosisma – (e-book) – romanzo di fantascienza – statunitense
  13. Mo Yan – Grande seno, fianchi larghi – (e-book) – romanzo sociologico – cinese
  14. Harry Turtledove – Invasione – Fase 2 – (e-book) – romanzo ucronico/ fantascientifico – statunitense
  15. David Grossman – Che tu sia per me il coltello – (e-book) – romanzo epistolare – israeliano
  16. Jennifer Egan – Il tempo è un bastardo – (e-book) – romanzo sperimentale – statunitense
  17. Isaac Asimov (1) – Fondazione anno zero – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  18. Isaac Asimov (2) – Cronache della galassia – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  19. Isaac Asimov (3) – Fondazione e Impero – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  20. Isaac Asimov (4) – L’altra faccia della spirale – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  21. Isaac Asimov (5) – L’orlo della Fondazione – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  22. Isaac Asimov (6) – Fondazione e Terra – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense

    Risultati immagini per Dan simmons

    Dan Simmons

  23. Isaac Asimov (7) – Neanche gli Dei – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  24. Isaac Asimov (8) – Asimov Story 4 – (e-book) – racconti fantascientifici – statunitense
  25. John Green – Cercando Alaska – (e-book) – romanzo di iniziazione – statunitense
  26. Lisa Randal – Passaggi curvi – (e-book) – saggio di fisica – statunitense
  27. Christopher Paolini – Eragon – (cartaceo) – romanzo fantasy- statunitense
  28. Stefano Gatti – Manuale del project finance – (cartaceo) – saggio di economia – italiano
  29. Robert J. Sawyer – La genesi della specie – (e-book) – romanzo ucronico fantascientifico – statunitense
  30. Stephen King (1) – La zona morta – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  31. Jack Vance (1) – Naufragio sul pianeta Tschai – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  32. Carla Maria Russo – Il cavaliere del giglio – (cartaceo) – romanzo storico – italiano
  33. Adamo, Pietro, Giacomo, Paolo – Le Apocalissi gnostiche – (cartaceo) – testo storico religioso – copto (egiziano)
  34. Vanna Gentili – la recita della follia – (cartaceo) – saggio teatrale – italiano
  35. Arthur Schopenauer – Saggio sulla visione degli spiriti – (cartaceo) – saggio filosofico paranormale – tedesco
  36. Tomaso, Maria, Verità, Filippo – I Vangeli gnostici – (cartaceo) – testo storico religioso – copto (egiziano)
  37. L’incanto dei macchiaioli nelle collezioni di Ida e Jacopo Jucker – (cartaceo) – saggio sulla pittura – italiano
  38. Bertolt Brecht (1) – I capolavori di Brecht – Vita di Galileo – (cartaceo) – opera teatrale – tedesco
  39. Bertolt Brecht (2) – I capolavori di Brecht – L’anima buona del Sezuan – (cartaceo) – opera teatrale – tedesco
  40. Bertolt Brecht (3) – I capolavori di Brecht – Il signor Puntilla e il suo servo Matti – (cartaceo) – opera teatrale – tedesco
  41. Bertolt Brecht (4) – I capolavori di Brecht – Il cerchio di gesso del Caucaso – (cartaceo) – opera teatrale – tedesco
  42. Philip K. Dick – Noi marziani – (e-book) – Romanzo fantascientifico – statunitense
  43. Tom Godwin – I superstiti di Ragnarok – (e-book) – Romanzo fantascientifico – statunitense
  44. Alfred Bester – L’uomo disintegrato – (e-book) – Romanzo fantascientifico – statunitense
  45. Alberto Manzi – Orzowei – (cartaceo) – Romanzo d’avventura, storico e d’iniziazione – italiano
  46. Dan Simmons (1) – Hyperion – (e-book) – Romanzo fantascientifico – statunitense
  47. John Keats – Iperione. La caduta di Iperione – (e-book) – poema in versi – inglese
  48. Dan Simmons (2) – La caduta di Hyperion – (e-book) – Romanzo fantascientifico – statunitense
  49. Jack Thorne, J. K. Rowling, John Tiffany – Harry Potter e la maledizione dell’erede – (e-book) – opera teatrale fantasy – inglese
  50. Ransom Riggs – La casa per bambini speciali di Miss Peregrine – (e-book) – romanzo fantastico – americano
  51. Doris Lessing (1) – Memorie di una sopravvissuta – (e-book) – romanzo fantascientifico – inglese
  52. Robert Sheckley – La decima vittima – (e-book) – racconti fantascientifici – statunitense
  53. Corrado Augias – Inchiesta su Gesù – (e-book) – saggio storico – italiano
  54. Daniel Keyes – Fiori per Algernon – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  55. John Wyndham – Il risveglio dell’abisso – (e-book) – romanzo fantascientifico – inglese
  56. Doris Lessing (2) – Shikasta – (e-book) – romanzo fantascientifico – inglese
  57. Stephen King (2) – La lunga marcia – (e-book) – romanzo fantascientifico – inglese
  58. Jack Vance (2) – Le insidie di Tschai – (e-book) – romanzo fantascientifico – statunitense
  59. Bernardo Fallani, Sergio Calamandrei, Andrea Gamannossi, Stefano Rossi, Paolo Piani, Mirko Tondi, Arianna Niccolai, Simone Innocenti, Paolo Romboni, Vario Cambi – Nelle fauci del mostro – (cartaceo) – racconti di cronaca – italiano
  60. Luciano Canfora- La democrazia – Storia di un’ideologia – (e-book) – saggio storico-politico – italiano
  61. Harry Turtledove – Invasione Atto Terzo – (e-book) – romanzo ucronico-fantascientifico – americano (in lettura)
  62. William Makepeace Thackeray – La fiera della vanità – romanzo satirico sociologico – inglese (in lettura)
  63. Luigi Calisi, Mike Resnick, Susanna Raule, Domenico Gallo, Lorenzo Crescentini, Sarah Pinsker – Robot 78 – (e-book) – Rivista di fantascienza – italiano (in lettura)

 

Risultati immagini per e reader pocket bookAnalizzando la lista dei libri letti nel 2012 avevo notato una prevalenza (per la prima volta nella mia vita di lettore) degli ebook sui cartacei (43 contro 21). Nel 2013 l’elettronico ha aumenta il distacco: i volumi in ebook sono stati 49 contro 23. Nel 2014 gli e-book sono stati 44 contro 12. Nel 2015 conto solo 12 cartacei su 61 letture. Nel 2016 su 60 libri completati (non conto i tre ancora in lettura), i cartacei sono stati 16, anche se, a rigore le 4 opere di Brecht erano riunite in un unico volume). Occorre poi notare che, anche questa volta, la maggior parte dei cartacei li ho letti nel periodo estivo, durante le ferie. Normalmente leggo in contemporanea un e-book e due cartacei (uno che tengo sul comodino e uno che mi porto appresso). Il libro da comodino è “La fiera delle vanità” e stenta a procedere, come al solito. Quest’anno sto anche leggendo una rivista (Robot 78) in pdf che devo leggere al PC, perché si legge male sull’e-reader, essendo impaginato su due colonne e con immagini. Insomma, come già evidenziato in passato, tolto i periodi di vacanza, per me ormai il solo modo di leggere è in e-book, grazie a quell’invenzione geniale che è il TTS (Text-To-Speech) con cui riesco a leggere durante i miei spostamenti a piedi o in auto o in palestra, con le auricolari. Occorre dire che ogni volta che scrivo di aver letto un e-book, intendo (quasi totalmente) che l’ho ascoltato con il TTS. Evviva allora la tecnologia, evviva gli e-book ed evviva il TTS, senza dei quali quest’anno avrei letto molto meno!

Quest’anno ho, colpevolmente, letto solo in italiano e bisognerà che l’anno prossimo rimedi a questa mancanza.

Quest’anno ho letto un solo volume di autori “poco noti” (esordienti o comunque editi di recente da case editrici minori o autoprodotti): “Nelle fauci del mostro”, contro i 7  del 2015, i 9 del 2014 e del 2013, i 12 del 2012, i 10 del 2011 e ben 30 del 2010) .

 

Gli autori che ho letto di più quest’anno sono stati:Risultati immagini per isaac asimov neanche gli dei

  • Isaac Asimov: 8 (3 nel 2015  e 2 nel 2014 e molti altri prima)
  • Bertolt Brecht: 4
  • Stephen King: 2 (4 nel 2015 e 5 nel 2014, altri prima e altri di sicuro in futuro)
  • Joe Lansdale: 2 (1 nel 2015 e 1 nel 2014)
  • Doris Lessing: 2 (1 nel 2013 – non penso che la leggerò più)
  • Dan Simmons: 2 (ne vorrei leggere almeno altri 2 nel 2017)
  • Jack Vance: 2

Nel 2013 avevo letto 7 libri di premi nobel, nel 2014 ne ho letti 4 e nel 2015 solo 3 (Italo Calvino, Saul Below e Svetlana Aleksievic) e nel 2016 ne ho letti 4 (1 Mo Yan, 1 Saramago e 2 Doris Lessing).

Nel 2016 le letture non di narrativa sono state 11, compresi due testi storici e un manuale, gli altri essendo  saggi di vario argomento, rispetto ai 18 volumi del 2014, e ai 15 del 2014.

Quest’anno, oltre ad aver voluto completare la rilettura dei cicli asimoviani, ho aderito a un gruppo di lettura denominato “Fratellanza della Fantascienza”, per il quale ho letto alcuni volumi di questo genere, che è dunque molto lievitato rispetto ai miei standard precedenti di lettura.  Se i libri espressamente fantascientifici sono 24 (9 nel 2015), comprese le ucronie, questi, assieme a opere di carattere variamente fantastico, arrivano a 28 (16 nel 2015).

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Bertolt Brecht

Le opere di narrativa a carattere storico quest’anno sono 8 (2 nel 2015 e 8 nel 2014), cui si aggiungono un saggio storico e i due testi storico religiosi copti.

Gli italiani sono stati solo 8 (erano 12 nel 2015 e 25 nel 2014), sia per effetto della lettura di un minor numero di esordienti, sia per la prevalenza della fantascienza, per lo più statunitense.

Quest’anno, poi, si notano 5 opere teatrali, una sola opera poetica e 2 sole antologie di racconti.

E ora la domanda più difficile: quali letture mi sono piaciute, di più, senza limiti di genere?

Sulla Mia Libreria di anobii, ho assegnato 5 stellette (il massimo) a dieci libri.

Devo dire che sono tutte opere che porrei sullo stesso piano, senza nessuna che spicchi particolarmente. La più geniale, considerato anche quando fu scritta, è “Neanche gli Dei”, la più intrigante è “Hyperion”, la più curiosa “La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine”, il più inquietante “La lunga marcia”, la formula letteraria che amo meno sono i racconti, quali sono quelli de “La decima vittima”, il più scontato è l’ennesimo volume di Harry Potter.

Ne segue la seguente classifica, dove la distanza tra il primo e l’ultimo volume si misura in decimi di punto in una scala da 1 a 10.

  1. Isaac Asimov – Neanche gli DeiRisultati immagini per hyperion simmons
  2. Dan Simmons- Hyperion
  3. Ransom Riggs – La casa per bambini speciali di Miss Peregrine
  4. Stephen King – La lunga Marcia
  5. Robert J. Sawyer – La genesi della specie
  6. Daniel Keyes – Fiori per Algernon
  7. Tom Godwin – I superstiti di Ragnarok
  8. Harry Turtledove – Invasione Fase Seconda
  9. Robert Sheckley – La decima vittima
  10. Jack Thorne, J. K. Rowling, John Tiffany – Harry Potter e la maledizione dell’erede

 

Molti di quelli cui ho assegnato 4 stellette sono comunque interessanti, anche se, per qualche motivo, non mi hanno convinto a pieno.

Quale libro mi ha deluso di più? Certamente i libri di Doris Lessing. Sebbene ne avessi già letto un altro suo, quest’anno ho voluto provare a leggerne due di tipo fantascientifico, considerato che si tratta di un premio nobel, ma ne sono rimasto profondamente deluso.

Anche i due romanzi di Jack Vance, soprattutto il secondo del ciclo di Tschai, si sono rivelati molto deludenti e lo stesso dicasi per  “L’uomo disintegrato” e “la città della morte rossa”. Poco entusiasmanti anche “Nessun luogo. Da nessuna parte” e “Le ore”.

E quanto a scrivere? Ho completato “Via da Sparta“, dunque quest’anno l’ho riletto più volte, e ho iniziato un’antologia di racconti che potrebbe chiamarsi “Apocalissi fiorentine”, nonché un romanzo sullo stesso tema, che devo decidere se inserire nella raccolta o trattare separatamente.

I libri che ho letto gli anni precedenti li trovate qui:

Nella mia Libreria su anobii trovate i commenti da me fatti a ciascuno. I link invece rimandano ai commenti sul mio blog.

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Buon 2017, ricco di nuove letture!

L’IMPORTANZA STORICA DEI SISTEMI ELETTORALI

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Luciano Canfora (Bari, 5 giugno 1942) è un filologo classico, storico e saggista italiano.

Volendo fare una riflessione sul recente referendum costituzionale, ho letto il saggio storico di Luciano CanforaLa democrazia”, sottotitolo “Storia di un’ideologia”.

Storico è anche l’approccio al tema, con un’analisi che ci mostra come questo concetto, nato prima dei greci, ma affermatosi con loro (soprattutto con moltissimi limiti, primo fra tutti la sua applicazione solo a parti ristrette della popolazione), si sia poi perso per lunghi secoli, per riaffiorare con la rivoluzione francese. Da lì l’analisi prosegue attraverso Ottocento e Novecento fino ai giorni nostri.

La prima importante distinzione è quella tra democrazia, libertà e uguaglianza, tre concetti del tutto diversi e non sempre compatibili. Spesso si chiede maggior democrazia, volendo, però, intendere maggior libertà o uguaglianza o viceversa, senza rendersi conto di quanto queste siano differenti tra loro e spesso incompatibili. La conclusione dell’autore è che ai nostri tempi prevalga l’ideale di libertà su quello di democrazia e che questa sia stata solo assai raramente in auge.

Gran parte dell’analisi di questo volume riguarda, però, l’importanza dei diversi sistemi elettorali e Canfora dimostra come la democrazia sia stata fortemente limitata ogni qualvolta ci si sia allontanati dal suffragio universale, verso varie forme di rappresentanza ridotta, quali quelle dettate dal sistema maggioritario, secondo il quale una parte dei voti si rivela “inutile”, in quanto non trova alcuna rappresentanza nei governanti.

Rileva anche come un sistema a bassa rappresentanza (il più ristretto sarebbe la monarchia, che sempre rischia di sfociare in tirannide) – spesso Risultati immagini per luciano canfora democrazia storia di un'ideologiainvocato dalla storia per la sua efficienza e velocità di esecuzione – corrisponda allo sfruttamento della popolazione non rappresentata. Interessante la riflessione su come per amministrare uno stato si pensi spesso a sistemi maggioritari, mentre in altre forme associative (rapporti tra soci di aziende, decisioni collegiali) nessuno lo proporrebbe mai.

Altra cosa ancora sono democrazia e rappresentanza parlamentare. Basti pensare alla “dittatura del proletariato” che è certo governo del popolo e quindi democrazia, ma non certo forma di rappresentanza parlamentare perfetta, né tantomeno esempio di libertà.

Il volume fa parte di un interessante progetto editoriale internazionale denominato “Fare l’Europa”, nato nel 1993 e sfociato in una collana diretta da Jacques Le Goff, pubblicata contemporaneamente da cinque editori:

  • H. Beck Verlag, di Monaco (Germania)
  • Basil Blackwell di Oxford (Regno Unito)
  • Editorial Crítica di Barcellona (Spagna)
  • Laterza di Roma-Bari (Italia)
  • Éditions du Seuil di Parigi (Francia).

L’intento dell’iniziativa è stato, fin dall’inizio, quello di ricostruire i temi comuni del vecchio continente prossimo a diventare Unione europea (l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht quasi coincide con il lancio della collana). Tra l’altro, anche altri editori portoghesi, olandesi, cechi, slovacchi, polacchi, ungheresi, bulgari, ma anche lituani, turchi, coreani e giapponesi traducono parte dei suoi libri. Nella “prefazione”, presente in ogni volume e firmata da Le Goff, si dice che l’avvenire deve fondarsi sull’eredità dal passato, gettando luce sulla “costruzione dell’Europa” e sui “suoi punti di forza non dimenticabili”, pur senza nascondere i conflitti e le contraddizioni che il continente ha vissuto nella sua tensione verso l’unità.

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IL MOSTRO DI FIRENZE È TORNATO NELLE LIBRERIE

Risultati immagini per nelle fauci del mostroNelle fauci del mostro” è un’antologia di racconti italiani recenti scritti attorno alle vicende del cosiddetto “Mostro di Firenze”, che imperversò contro le coppiette che si appartavano in auto per vari decenni, fino al 1985 e su cui molte furono le ipotesi e numerosi gli arresti, che però hanno lasciato nella popolazione fiorentina la sensazione che non tutto sia stato portato alla luce. Come ben evidenziato anche dal racconto di Sergio Calamandrei, la presenza del mostro ebbe effetti pesanti sull’approccio alla sessualità dei fiorentini, ancora fortemente legati alla mentalità cattolica, nonostante la rivoluzione del 1968, e provati, come tutto il mondo, dalle paure dell’AIDS, sommando la paura per il sesso in luoghi appartati. Paura, che ancora non abbandona chi ha vissuto quegli anni, come evidenziato da Arianna Niccolai.

L’antologia affronta il tema con gli approcci più disparati.

Il primo racconto (“Due” di Mirko Tondi) ipotizza un ritorno del Mostro, che adesca un nuovo collaboratore e lo spinge a compiere nuovi delitti, cambiando però alcuni particolari del rituale omicida.

Il secondo (“Phobia”) della giovanissima Arianna Niccolai, si svolge in due tempi e mostra i traumi lasciati nella psiche di un cinquantenne d’oggi dalle paure di allora. Fobie che possono essere più letali di certi mostri.

Con “Francobolli e vecchi castelli” di Paolo Piani siamo nell’indagine. Uno studente universitario esamina indizi trascurati, arrivando a fare scoperte sconcertanti.

Con “La finestra sul mondo” Andrea Gamannossi (curatore del volume) esplora ipotesi paranormali di possessione, offrendoci una visuale tra le più angoscianti della raccolta.

Stefano Rossi ne “Il Mostro è tornato” ipotizza una ripresa dei delitti e offre un’insolita chiave di lettura nella numerologia, con sviluppi agghiaccianti.

Attenta ai risvolti sociologici e psicologici è l’analisi di Sergio Calamandrei in “Eros e morte”, in cui troviamo un giovane detective Renzo Parisi che già abbiamo conosciuto, in vicende ambientate anni dopo, nei romanzi “L’Unico Peccato” e “Indietro non si può”, facenti parte del “Progetto Sesso Motore”, con cui Calamandrei esplora gli effetti sociali del sesso, tema che ben si presta alle vicende di questa antologia.

In “Amori Perigliosi”, Vario Cambi crea un’ambientazione che ci riporta indietro fino ai tempi del medioevo per narrare le vicende della fine di un amore e della nascita di un altro, complice il clima e gli eventi connessi all’opera dell’assassino delle coppiette.

Bernardo Fallani in “Ouroboros” immagina i delitti essere opera di una setta di distinti personaggi.

Con “La voce delle macchine” Simone Innocenti ci regala forse la storia più inquietante della raccolta, con un protagonista folle, di certo con un profilo psicologico assai diverso da quello del presunto “Mostro di Firenze”, ma non per questo meno suggestivo.

Chiude la silloge il racconto di Paolo Romboni “Il mostro dentro”, che orienta l’indagine poliziesca verso un agghiacciante profilo criminale da schizofrenico.

La lettura del volume, nel complesso piacevole, è un’occasione per ricordare quegli anni e per tornare a riflettere su delitti che hanno lasciato il segno e anche un profondo senso d’incompiutezza, sia per la sensazione che le indagini non abbiano portato a galla tutto ciò che c’era, sia per la paura che la storia non sia finita.

 

Presentazione de "Nelle fauci del mostro" alle Oblate di Firenze - 12 novembre 2016

Presentazione de “Nelle fauci del mostro” alle Oblate di Firenze – 12 novembre 2016

 

L’ANELLO MANCANTE TRA I RACCONTI E I ROMANZI SUI ROBOT E L’IMPERO

Risultati immagini per Asimov Story 4Appena terminato di leggere l’ultimo libro dell’ultimo ciclo dei romanzi e racconti con cui Isaac Asimov ha descritto la storia futura della Galassia, ho scoperto di aver saltato un racconto che s’inserisce, con un certo rilievo, in tale carrellata, dopo i racconti sui robot e prima dei romanzi del Ciclo dei Robot, preconizzando persino il Ciclo dell’Impero: “Madre Terra”.

Madre Terra” è inserito nell’antologia “Asimov Story” e per la precisione alla fine del 4 volume. Ho così deciso di completare la mia rilettura di tutte queste opere con questo racconto. Così ho letto l’antologia “Asimov Story 4”, che comprende i racconti:

 

Condanna a morte” parla di un mondo popolato solo da robot positronici, ma a parte questo il racconto non ha altri riferimenti con il “Ciclo dei Robot” o con i racconti di “Tutti i miei robot”.

Qui però i robot forse non esistono, dato che questo mondo creato apposta per loro, ha una capitale di nome… New York. I robot siamo noi?

 

Vicolo cieco”, sebbene accenni a un pianeta Trantor, con lo stesso nome cioè della capitale dell’Impero nell’omonimo Ciclo e nel Ciclo della Fondazione, non può essere in alcun modo collegato a tali romanzi, in quanto in questi è detto espressamente che l’umanità è la sola razza intelligente della Galassia, mentre qui vi incontriamo una razza di alieni in via d’estinzione, che, per essere protetti, vengono confinati su un pianeta “riserva”, dove continuano però a estinguersi, incapaci di riprodursi in cattività. Sarà un funzionario umano, sfruttando la loro telepatia a salvarli, permettendo loro di fuggire.

 

Nessuna relazione” immagina una Terra in cui l’umanità si sia estinta e dove le due nuove razze intelligenti discendano rispettivamente dagli orsi e dagli scimpanzé, ma vivano ciascuna in un diverso emisfero, senza essersi incontrate per tutta la loro evoluzione post-umana.

 

Proprietà endocroniche della tiotimolina risublimata” per una persona a digiuno di chimica come me è illeggibile e l’ho lasciato dopo poche pagine. Si tratta, infatti, di un finto articolo di chimica, con tanto di tabelle, grafici e finta biografia, che, a quanto scrive Asimov, riscosse un certo successo tra i chimici dell’epoca.

 

La corsa della regina rossa” parla dei viaggi nel tempo esaminandoli dal punto di vista della loro realizzabilità secondo le leggi fisiche e Risultati immagini per Asimov Story 4immagina l’invio di un testo di chimica, appositamente tradotto, nella Grecia Antica.

 

Il racconto “Madre Terra” ci introduce alla fase della storia galattica in cui furono colonizzati i primi 50 Mondi Esterni, quelli di cui Asimov parla nel Ciclo dei Robot, e mostra come questi abbiano sconfitto la Terra, ma questa si sia ripresa ponendo le basi per una nuova colonizzazione da cui nascerà l’Impero descritto nel Ciclo che ne prende il nome. Un vero racconto di congiunzione, scritto prima (1949) non solo che Asimov cominciasse a unire tra loro i tre cicli che descrivono la storia futura della Galassia e addirittura prima che scrivesse molte delle storie che li compongono. Si può dunque dire che l’ambientazione dei primi due cicli fosse già tutta in questo racconto.

 

A parte il finto saggio, è un volume molto godibile e vario, che dà una buon’idea dei racconti asimoviani degli anni ’40 del secolo scorso.

COME TROVARE UNA NAVE SPAZIALE SU UN PIANETA ALIENO

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Jack Vance

SRisultati immagini per le insidie di Tschaie vi interessa sapere come procurarvi un’astronave su un pianeta alieno o se vi incuriosisce vedere come diverse razze umanoidi possano convivere sul medesimo pianeta, allora questa è la lettura che fa per voi, ma se non è così, penso possiate tranquillamente evitare di leggere “Le insidie di Tschai”, il secondo romanzo del ciclo iniziato con “Naufragio su Tschai” di Jack Vance.

Il primo volume non mi aveva entusiasmato, ma questo sequel perde addirittura alcuni dei pochi elementi d’interesse del primo, come la principessa umanoide che il naufrago terrestre cercava di salvare nel primo volume della saga e che qui è ormai defunta. Leggendo l’inizio del ciclo mi ero chiesto se l’ipotesi di come tante razze umanoidi potessero convivere su questo pianeta trovasse una spiegazione più articolata (i loro antenati furono rapiti molti millenni fa dalla Terra e si sono poi evoluti diversamente), ma nessuno sviluppo appare in tal senso. L’intero romanzo è concentrato sulle peripezie del protagonista per procurarsi una nave spaziale con cui fare ritorno sulla Terra. Un po’ poco, per i miei gusti. Penso che non proseguirò con la lettura degli altri volumi.

 

LA DISTOPIA IN MARCIA

Scrivere un romanzo interessante su cento ragazzi che marciano attraverso gli Stati Uniti d’America non sembra impresa facile. Semplificando a tal punto la trama, il romanzo può apparire terribilmente noioso. Anche se aggiungo che questi ragazzi marceranno fino allo sfinimento e fino a che uno solo di loro resterà in piedi, non credo di invogliare molti lettori a prenderlo in mano. Se, però, vi spiego che questi ragazzi non stanno facendo una gara per chi arriva prima, ma per chi sarà l’unico che sopravvivrà, perché chiunque rallenti sotto i 6 chilometri orari sarà ucciso dai soldati, già capirete che la storia si fa più intrigante. Eppure, ugualmente, descrivere la morte di novantanove ragazzi mentre camminano giorno e notte, senza potersi fermare per dormire o per espletare bisogni fisiologici rischia di portare alla stesura di un romanzo terribilmente noioso. Questo non avviene, però, se l’autore si chiama Stephen King ed è un maestro dell’esplorazione dell’animo umano e dei suoi limiti oltre che, qui, dei limiti del corpo.

Con “La lunga marcia”, questo incomparabile maestro riesce a fare il miracolo di trasformare una storia che rischierebbe di essere tragicamente ripetitiva in qualcosa che non lo è affatto. King ingiustamente viene confuso con un autore horror, ma è in realtà soprattutto un esploratore della coscienza e della psiche umana quando viene portata al suo estremo dalla paura o da altre situazioni e questo romanzo, che nulla ha dell’horror, lo dimostra in pieno.

King ci mostra come questa situazione estrema di lotta per la sopravvivenza generi la nascita di sentimenti di solidarietà e amicizia ma anche di La lunga marciaostilità e ci fa vedere come, man mano che il gruppo si restringe e la lotta si fa dura, la solidarietà lascia il posto all’egoismo, un po’ come si vede in altre opere sulla sopravvivenza come “The walking dead”.

Con “La lunga marcia”, inoltre, King ci offre anche un’affascinante distopia, un mondo degradato al punto di trasformare la morte in uno spettacolo e lo sport in morte, anticipando, con questo romanzo del 1979, opere come “Hunger games” (2008) di Collins e “Maze Runner” (2009) di Dashner e, soprattutto, il nostro tempo con i suoi reality e sport estremi, qui fusi assieme, rendendo letale il meno pericoloso degli sport, la marcia.

King con questa distopia ci parla quasi solo dei cento ragazzi in gara (e di un gruppetto in particolare), ma dietro percepiamo un mondo degradato e militarizzato in cui la vita umana ormai vale assai poco e in cui il desiderio di sangue e violenza della popolazione reclama spettacoli circensi sempre più efferati, strumenti di un regime spietato.

Se questo romanzo può essere classificato in un genere, infatti, lo è nella distopia e, quindi, nel più ampio genere della fantascienza, ma può certo essere affiancato anche ai libri sulla corsa, la marcia e, magari, l’alpinismo, come “L’arte di correre” di Haruki Murakami o “La solitudine del maratoneta” di Alan Sillitoe o, come si diceva, può essere considerato una storia di sopravvivenza (genere che spesso ricade nell’ambito della fantascienza, quando l’ambiente, come qui, appare degradato da un evoluzione sociale che ha portato gli esseri umani a ridursi in piccoli manipoli in lotta gli uni con gli altri), come “Memorie di una sopravvissuta” della Lessing, “Gli esiliati di Ragnarok” di Tom Godwin, “La guida steampunk all’apocalisse” di Margaret Killjoy.

Vorrei, infine, aggiungere una nota personale, che mi ha fatto sentire particolarmente vicino a questo libro e ai suoi protagonisti: l’ho letto (come gran parte dei libri da me letti negli ultimi anni) camminando (grazie a quel prodigio della tecnologia che è la funzione TTS dell’e-reader) e questo è stato un po’ come “leggere in 4D”, dato che, nel mio piccolo, provavo comunque le fatiche del camminare. Certo, non penso proprio di poter camminare, senza neanche una pausa per cinque o più giorni e altrettante notti mantenendomi costantemente sopra i sei chilometri orari, in salita come in piano, anche se di norma cammino sopra i sette. Un’impresa davvero fantascientifica!

P.S. Stephen King l’ha pubblicato con lo pseudonimo di Richard Bachman

LA RIVISTA IF CAMBIA EDITORE

La mitica IF Rivista di letteratura fantascientifica, torna in veste rinnovata per i tipi delle Edizioni Odoya di Bologna. Il direttore Carlo Bordoni presenta la nuova rivista, che avrà una grafica tutta nuova e cadenza semestraVisualizzazione di IF20-Utopia-copertina-2016-bassa.jpgle. Il primo numero della nuova serie, presentato dai curatori Riccardo Gramantieri e Giuseppe Panella, è dedicato all’Utopia: un modo per festeggiare i Cinquecento anni dalla pubblicazione dell’iconico libro di Thomas More.

Saggi di Giuseppe Panella, Riccardo Gramantieri, Alessandro Scarsella, Susanna Becherini, Bruno Vitiello, Carlo Bordoni, Alessandro Fambrini, Carlo Menzinger, Silverio Zanobetti, Domenico Gallo, Giulia Iannuzzi, Adele Tiengo.

L’articolo di Carlo Menzinger sarà sulle utopie asimoviane.

Interventi e recensioni di Valerio Evangelisti, Walter Catalano, Maria Teresa Chialant, Gianfranco de Turris, Luigi Annibaldi.

IF20 sarà presentato ufficialmente Venerdì 9 Dicembre, alle ore 14 (Sala Turchese), all’interno di “Più Libri Più Liberi”

Roma, Palazzo dei Congressi dell’Eur.

IF/UTOPIA n. 20, a cura di G. Panella e R. Gramantieri, Odoya, Bologna 2016, pp. 176, € 14.

Abbonamento annuale (2 numeri): € 20.00

+ Un libro omaggio della casa editrice Meridiano Zero

+ Gadget e merchandising Odoya/Meridiano Zero

Per informazioni: info@odoya.it

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IF rivista di letteratura fantascientifica

diretta da Carlo Bordoni
Registrata presso il Tribunale
di Bologna n. 8444/2016
Edizioni Odoya s.r.l.

LA FALSA FANTASCIENZA DELLA LESSING

Risultati immagini per shikasta doris lessingPenso non sia giusto valutare un autore leggendone un solo libro. Per essere del tutto giusti si dovrebbe leggere tutto ciò che ha pubblicato, ma il tempo è limitato e i libri da leggere sono una quantità sterminata. Al ritmo di 50 l’anno (circa uno la settimana), in 50 anni se ne possono leggere 2500. Pochissimi! Come si può allora dare una seconda possibilità a un autore o un’autrice che di cui abbiamo letto qualcosa che non c’è piaciuto? A volte lo faccio. È persino più facile che legga due volte un autore che non mi è piaciuto di uno che ho apprezzato, perché cerco di capire se mi sono sbagliato nel mio giudizio, se, magari, ho scelto il libro sbagliato. Non riesco a credere che un libro non mi sia piaciuto!

Tornare a leggere tre volte un autore che proprio non funziona è uno sforzo notevole, ma quando mi scontro con grandi firme, autori di classici immortali, di bestseller dal successo planetario, premiati con i massimi riconoscimenti internazionali che al primo colpo non mi sono piaciuti e neppure al secondo, può essere che provi una terza volta. Con Hemingway è andata così. Leggendo “Il vecchio e il mare” ne ho finalmente colto la grandezza. Con Dostojevsky non c’è ancora stato verso di digerirlo.

Di Doris Lessing, premio nobel nel 2007 e scomparsa nel 2013, avevo letto prima “Martha Quest” e poi, da poco, ho letto “Memorie di una sopravvissuta”. Ho già scritto perché questi libri non mi hanno convinto. “Memorie di una sopravvissuta”, però, era solo il primo tentativo di fantascienza di quest’autrice, così ho voluto provare una sua opera più matura e importante. Ho affrontato così “Shikasta”, un testo del 1979, primo volume del ciclo “Canopus in Argos: Archivi”.

Martha Quest” partiva bene ed era persino ben scritto. “Memorie di una sopravvissuta” aveva un’idea che mi piaceva ma era, invece, scritto davvero male. Entrambi, inoltre, mi sono parsi superficiali, soprattutto considerando il riconoscimento ottenuto dalla Lessing.

Anche “Shikasta” parte con un buon respiro. Credo che i “creatori di mondi” siano tra gli autori quelli più fantasiosi e geniali e quello che stavo cominciando a leggere era la storia di un mondo inventato: ottimo!

Solo che presto la Lessing si perde in una totale astrattezza. Recupera quando, con una sorta di mini antologia di racconti, presenta alcuni Risultati immagini per shikasta doris lessingpersonaggi, denominato semplicemente Individuo 1, Individuo 2 e così via. Ci troviamo finalmente con storie che parlano di esseri viventi e non di grandi masse indistinte di popolazione (nulla contro questo genere di descrizione, se fatto bene, ma la qualità qui è ben scarsa). Se questi Individui avessero avuto un nome e una vera collocazione spazio-temporale, forse avremmo potuto cogliere qualche barlume della loro anima, ma questa evidentemente non era l’intenzione della Lessing. Il testo è scritto come una sorta di rapporto di un osservatore alieno al suo governo e quindi la scarsa “individualità” di questi Individui ha persino un senso! Quanto meno, qui non ci sono le ripetizioni di aggettivi che tanto mi hanno infastidito nella precedente lettura.

Ho trovato, però, spiazzante trovarmi proiettato all’improvviso dentro queste storie così terrestri. Che fine avevano fatto i Giganti e gli alieni di cui la voce narrante aveva dissertato fino a poco prima. Come mai eravamo stati scagliati sulla Terra, a seguire le vicende di un ragazzo rivoluzionario di sinistra, di una simpatizzante del terrorismo e simili vicende? No. Non siamo sulla Terra, ma sul pianeta Shikasta. Ah sì? E le astronavi dove sono finite? D’un tratto si ha la sensazione di essere in Europa o in America nel 1970. Poi la storia riprende parlando di conflitti tra nord e sud, bianchi e neri, di storie di colonizzazione e di missionari, di persecuzioni di ebrei e si parla persino di Mediterraneo e di Germania, oltre che di Lande del Nord Ovest e altre simili denominazioni di fantasia. Ebrei e Germania?

Ok, allora forse Shikasta è solo la Terra come la vedono gli alieni. Va bene. Ci può stare. Ma perché venirci a raccontare di un mondo identico in tutto e per tutto al nostro, solo cambiandogli il nome e mantenendosi sul vago. Infatti, poi, i dettagli aumentano e scopriamo che Shikasta è proprio lei, la nostra cara vecchia Terra, il terzultimo pianeta prima del Sole! Incontriamo ancora brevi storie di altri Individui (qui definiti in un altro modo).

I personaggi sono, però, ancora meteore inconsistenti che ci sfrecciano alte sopra la testa e che non riusciamo ad afferrare (si salvano solo la brevissima scena della ragazza ricca che vive in una sorta di comune e dorme davanti alla porta del suo ex, che ora dorme con un’altra, e più avanti il racconto del “gatto padre” che alleva i cuccioli di una micia ritardata, anche se non è chiaro cosa c’entri una storia così di dettaglio e delicata in questo affresco interplanetario), l’assenza di veri riferimenti geografici e storici in tutta la prima parte dell’opera, nonostante il parlare di continenti noti e di Prima e Seconda Guerra Mondiale e di colonialismo e di sfruttamento dei poveri e delle donne, rende tutto evanescente e avvolto in una nebbia troppo densa.

Risultati immagini per shikasta doris lessingMentre sono a metà della lettura, mi chiedo ripetutamente che senso abbia questo trucco meschino di mascherare da fantascienza una storia del mondo che non è neppure narrativa ma solo un tentativo di raccontare a ruota libera cose ben note, senza aggiunger loro un bel nulla, ma anzi togliendogli proprio la parte più importante, la personalizzazione e l’anima. I nomi sono importanti. Senza nomi siamo solo Individui. Forse è questo il messaggio. Forse il senso di questa storia, penso leggendo, è dirci: guardatevi, non siete nessuno, il vostro mondo è uguale a migliaia di altri, uno dei tanti studiato da una razza aliena che vi vede come formiche da laboratorio o forse meno.

Concetto apprezzabile, risultato modesto. Prima di capire che Shikasta è proprio la Terra, mi sono più volte chiesto se per fare questo fosse necessaria la finzione di Shikasta? Non bastava lo sguardo esteriore di qualche osservatore esterno, alieno o meno? Doveva creare un pianeta gemello del nostro? Poi, scopro che è questo che la Lessing sta facendo (o provando maldestramente a fare): quello che leggiamo è il rapporto di un alieno, Johor, che parla di noi, ma nel frattempo la lettura mi irrita e penso: Se crei mondi, porco cane, crea! Se vuoi fare metafore, falle. Che senso ha farmi vedere “Individui” identici a noi? Che senso ha parlare di conflitti razziali tra una razza dalla pelle bianca e una dalla pelle nera, se quello che fanno è ciò che sta scritto nei libri di storia. Qual è il contributo di questo libro al nostro divertimento? Qual è il suo contributo a una miglior conoscenza del nostro mondo? In cosa ci offre una visione diversa delle cose? Vuoi far osservare la terra e gli uomini da uno sguardo alieno? Splendido, ma questo sguardo deve essere diverso dal nostro, altrimenti l’esercizio è inutile e gli spettatori si annoiano.

Sto ancora pensando così quando le pagine del libro si aprono su tre nuovi personaggi, totalmente umani e reali, tre ragazzini, una sorella e due fratelli gemelli eterozigoti. Hanno persino dei nomi! George, Benjamin e Rachel. Vivono in nord Africa. La Lessing ci parla della loro infanzia e giovinezza mostrando la difficoltà dei loro rapporti reciproci. È una storia vera e piena. Un buon numero di pagine che da sole sarebbero state un bel racconto degno di apprezzamento. Posso immaginare anche una certa dose di autobiografia in questa famiglia inglese che vive in Africa, come è stato per l’autrice. Poi i tre ragazzini crescono, cominciano a fare delle attività nel sociale e la storia diventa più noiosa. M’illudo però che la direzione del romanzo ormai sia questa e pur non avendo della buona fantascienza si possa almeno leggere della buona letteratura, ma riecco i mondi alieni e una serie di chiacchiere vaghe.

La scena poi si sposta su una sorta di convegno-processo internazionale ambientato in un vecchio teatro greco. Un luogo in cui popoli diversi della Terra-Shikasta si confrontano e accusano e autoaccusano per tutte le nefandezze che l’uomo ha compiuto nella storia contro altri uomini. Il punto di vista si mantiene ancora troppo alto e distante dalla scena. Scorgiamo solo formiche.

Poi si torna a parlare dei mondi alieni di Sirio, dell’Impero galattico di Canopus, del malefico pianeta Shammat dell’Impero di Puttiora.

Scopriamo così, in poche righe che avrebbero meritato ben altro approfondimento, che Shammat e Puttiora si nutrono degli effluvi della violenza umana, un po’ come gli antichi Dei si nutrivano dei fumi dei sacrifici. I due Imperi si fronteggiano sopra le nostre teste e noi non ce ne accorgiamo! È questo il motivo della violenza su Shikasta? Forse bisognerebbe leggere gli altri volumi della serie per capirlo meglio.

Fino a qui di fantascienza vera però ce n’è ben poca, anche perché questi influssi del buon impero di Canopus e del malvagio impero di Puttiora non hanno effetti diretti e immediati sulla Terra… pardon, Shikasta.

Poi ecco la Terza Guerra Mondiale. Beh, questo è certo un evento immaginario, ma un conflitto di tale portata scivola via che neanche ce ne accorgiamo e siamo già in un mondo post-apocalittico. Comunità umane cercano di ricostruire la civiltà. Parrebbe vera fantascienza, ma aver scelto come stile il rapporto, anziché il romanzo rende vaga anche questa parte. Ritroviamo George. Il fratello e la sorella sono morti e lui è proprio lui? Sembra piuttosto che sia una sorta di reincarnazione dell’inviato di Canopus, Johor.

E siamo finalmente alla fine, tirando un sospiro di sollievo, perché è stata davvero una lettura faticosa e travagliata e di rado piacevole.

Continuare con i prossimi volumi? Penso che, almeno per ora, non lo farò, anche se mi è capitato di non amare troppo il primo volume di un ciclo e poi apprezzare molto l’intera serie. Parlo per esempio de “L’ultimo cavaliere”, primo volume della “Torre Nera”. Prima di passare al secondo volume ho impiegato qualche anno, ma per fortuna l’ho fatto. In quel caso però l’autore era il grande Stephen King, uno dei migliori autori di sempre e forse il miglior autore vivente. Altri suoi libri mi erano piaciuti e dargli credito mi è stato più facile. La Lessing l’ho letta tre volte e ha perso tutte e tre le volte.

Se uno perde tre a zero, dubito che in una nuova partita possa fare molto di meglio!Risultati immagini per terza guerra mondiale

 

Riassumendo:

  • Nonostante alcuni aspetti fantascientifici, non oserei definirla fantascienza. La Lessing ha definito questo ciclo Space Opera, ma anche questo genere è altra cosa. Chiedetelo a Dan Simmons.
  • Ci sono alcune parti pregevoli, ma sono sommerse tra altre piuttosto noiose.
  • È un’opera confusionaria e discontinua che alterna parti tra loro troppo diverse per riuscire a stare assieme;
  • La scelta della forma del “rapporto” non è rispettata per molte pagine, ma, quando lo è, dà alla narrazione una freddezza e astrattezza che potranno anche essere volute, ma non avvicinano il libro al lettore.
  • Si tratta del primo volume di una serie. Per inquadrarlo correttamente andrebbe letta per intero, cosa che questo primo libro non mi induce a fare.
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