Archive for aprile 2022

BANDO DEL PROGETTO PER L’ANTOLOGIA DI RACCONTI “DAL PROFONDO”

Curatori: Massimo Acciai Baggiani e Carlo Menzinger di Preussenthal

Quando nasce un romanzo, nasce un mondo, che dispiace lasciar andare con la lettura dell’ultima pagina.

Come autori di “Psicosfera”, ci siamo chiesti come questo libro potesse continuare a vivere e rinnovarsi.

La nostra scommessa è creare un’antologia di racconti che si rifacciano al mondo di “Psicosfera”, ma non scritti da noi stessi, quanto dai lettori del romanzo.

I Curatori dell’antologia sono Carlo Menzinger di Preussenthal e Massimo Acciai Baggiani.

L’Editore non è ancora stato deciso e sarà scelto dai Curatori, a loro insindacabile giudizio, tra quelli che si dichiareranno interessati al progetto.

I principali argomenti che saranno trattati nel volume sono:

  • Viaggi spaziali e colonizzazione di altri mondi;
  • forme di vita alternativa;
  • il potere della mente e i misteri del sogno.

INVIO RACCONTI

Ogni Autore potrà inviare uno o più racconti inediti e da lui scritti, ispirati al romanzo “Psicosfera” (Tabula Fati, 2022), scrivendo a entrambi gli indirizzi: menzin@virgilio.it e mensolino@tiscalit.it e specificando nell’oggetto dell’email “DAL PROFONDO – titolo del racconto”, sostituendo alle parole “titolo del racconto” il nome dato al proprio elaborato.

INVIO IMMAGINI

Si può partecipare all’antologia anche inviando immagini ispirate a “Psicosfera” e ai numerosi luoghi dell’opera (Firenze, Roma, San Pietroburgo, Mosca, Vilnius, Čeboksary, Giant’s Causeway, Castle Rock, Haukadalur, Bergen, Shigatse, Yokohama, Tamu Massif, Marte, lo spazio, e, ovviamente, l’interno della Terra e della Sfera). Saranno accettati disegni, dipinti e fotografie, purchè originali e ideate dall’artista. Si possono inviare sino 20 immagini per artista. L’invio di racconti non preclude la possibilità di inviare immagini. Potranno essere inviate anche immagini che illustrino il racconto inviato.

Le immagini saranno pubblicate in bianco e nero.

SCADENZA

La scadenza per partecipare è il 30 Maggio 2023.

Gli Autori dei testi selezionati per la pubblicazione saranno avvertiti entro il 30 giugno 2023.

CARATTERISTICHE DEI RACCONTI

Ogni racconto dovrà:

  • avere una lunghezza compresa tra i 5.000 e i 15.000 caratteri;
  • essere scritto secondo le Regole Editoriali riportate di seguito;
  • ogni Autore potrà presentare anche più racconti, ma per un massimo di 30.000 caratteri;
  • riportare in allegato la Scheda di Adesione di seguito qui riportata;
  • fare in qualche modo riferimento a “Psicosfera”, trattando, per esempio, i seguenti temi: Viaggi spaziali e colonizzazione di altri mondi; forme di vita alternativa; il potere della mente e i misteri del sogno.

CARATTERISTICHE DELLE IMMAGINI

Le immagini potranno essere inviate per la valutazione in formato jpeg o bpm, anche a bassa risoluzione, ma quelle selezionate ancdranno poi inviate all’editore nel formato concordato con questo.

SUGGERIMENTI PER LA SCRITTURA

Si invita a leggere “Psicosfera” per trarne ispirazione. Come supporto si suggeriscono alcuni temi presenti nel romanzo, per esempio:

  • Nulla è scontato.
  • la vita può essere diversa da come la conosciamo.
  • la mente può avere poteri maggiori di quelli noti.
  • il sogno può modificare la realtà.

Tra gli argomenti del libro si segnala:

  1. Sogni, visioni, apparizioni di santi, angeli e dei nel nostro passato sono tutti frutto del potere ESP di creature magmatiche che vivono nelle profondità della Terra e che guidano da sempre l’umanità e l’evoluzione di tutte le specie di superficie alla ricerca di quella più adatta a portare il loro pensiero tra le stelle.
  2. Sulla Terra c’è una comunità di telepati, la “Comunanza”, tra loro mentalmente connessi.
  3. Le creature magmatiche con poteri telepatici appartengono a specie tra loro diverse ma non sono parte del regno animale, né di quello vegetale, bensì di quello minerale. L’insieme di tutte queste creature è detto Popolo di Gaia. Tra loro sono in lotta per favorire una specie di superficie o un’altra e usarla per raggiungere le stelle. La cosiddetta Koinonia favorisce l’uomo. Sono loro ad avere creato la Psicosfera, in cui hanno teletrasportato alcuni astronauti per prepararli al viaggio verso Trappist-1.
  4. La Psicosfera è uno spazio chiuso all’interno della Terra, in continua evoluzione, per adattarsi alle esigenze degli esseri umani che vi sono rinchiusi, difenderli dalle forze magmatiche avverse e prepararli al viaggio verso le stelle.
  5. L’energia onirica ha generato la Psicosfera, ciò e coloro che contiene e potrà trasportarla verso le stelle.

I racconti possono, alternativamente e a titolo di esempio:

  • parlare di apparizioni, visioni o sogni guidati dagli esseri dell’abisso, anche ambientati nel passato o nel futuro, di telepati o persone capaci di teletrasportarsi;
  • essere sequel (seguendo o meno il suggerimento dell’epilogo di “Psicosfera”; ambientati sulla Terra come su Trappist-1), prequel  o spin-off del romanzo o storie comunque ambientate prima, durante o dopo dell’epoca del romanzo (ambientato nell’estate del 2036); possono svolgersi nella Psicosfera; sulla superficie terrestre o nello spazio;
  • approfondire alcuni dei suoi personaggi, narrandone la vita prima o dopo o durante gli eventi narrati in “Psicosfera”;
  • parlare delle creature magmatiche;
  • essere qualunque altra storia scelta dall’Autore che i Curatori dell’antologia reputeranno in qualche modo connessa con quanto narrato in “Psicosfera”.

Ove possibile i Curatori daranno supporto agli Autori pere rendere le loro storie il più possibili coerenti con il mondo di “Psicosfera”.

Insomma, massima libertà creativa. Vogliamo che dal romanzo possano nascere nuove idee, nuovi personaggi, nuovi mondi, nuove sensazioni.

Le opere che si richiameranno in modo più stretto a “Psicosfera” saranno privilegiate in fase di selezione.

Per sapere di più su “Psicosfera” consultare la pagina web: https://sites.google.com/site/carlomenzinger/home/psicosfera?authuser=0  e, in particolare le sezioni:

Trama

Spirito

Ambientazione

Personaggi

L’acquisto di una copia del romanzo è consigliata ma non obbligatoria. Chi lo acquistasse è invitato a mandare agli autori (scrivendo a menzin@virgilio.it e mensolino@tiscalit.it o postandola sui social) una propria foto con il libro, ma anche questo non è obbligatorio.

REGOLE EDITORIALI

  • File in formato .DOC o .DOCX (il formato .pdf non è ammesso);
  • Carattere Times New Roman corpo 12;
  • Interlinea 1.5;
  • Dialoghi tra i caporali «…»;
  • Pensieri e parole straniere in corsivo
  • Titoli tra le virgolette “…” (es. “La Divina Commedia”);
  • Frasi riferite all’interno di un dialogo, utilizzare le virgolette “…” (es. «Mi disse: “Troviamoci in Piazza della Signoria”»)
  • Punteggiatura fuori da virgolette o caporali;
  • Testo giustificato, senza spazi automatici fra i paragrafi e i rientri;
  • Rispetto delle regole grammaticali e ortografiche.


LIBERATORIA

Inviando il racconto, l’Autore autorizza i Curatori a concedere in licenza all’Editore il diritto esclusivo di pubblicare il proprio racconto nel Volume antologico relativo al presente progetto “Dal profondo” (il titolo dell’opera sarà definito in seguito).

L’esclusiva dell’Editore sarà limitata alla pubblicazione dei racconti all’interno dell’antologia, sia in formato cartaceo che in formato digitale, sia in Italia che all’estero.

I Curatori dell’antologia, a proprio insindacabile giudizio, selezioneranno i migliori racconti e li invieranno all’Editore, il quale potrà accettare o procedere a ulteriore scrematura prima della pubblicazione.

Nel caso non si raggiunga un idoneo numero di testi ritenuti validi non si procederà alla pubblicazione.

Puoi trovare il Bando anche qui.

APOCALISSI E SUGGESTIONI FIORENTINE

La mia antologia di racconti “Apocalissi fiorentine” mi sta dando delle buone soddisfazioni. Con questo libro ho voluto raccontare momenti di crisi della storia della città, passati e futuri, per mostrare la fragilità del nostro mondo applicata a un contesto urbano. Spero si possa, comunque, considerare anche un libro divertente e piacevole. Lo arricchiscono le immagini realizzate dagli studenti della facoltà di architettura di Firenze.

Tra tutti quelli editi in Italia nel 2019, il racconto “Collasso domotico”, presente in questo volume, è stato scelto per l’antologia “Mondi paralleli” (Delos Digital) curata da Carmine Treanni e che riunisce, come recita il sottotitolo “Il meglio della fantascienza italiana indipendente 2019”. “Apocalissi fiorentine” è entrata in finale per il Premio Vegetti 2021 e l’antologia “Mondi Paralleli” ha vinto addirittura il Premio Italia!

E ora sta per uscire un intero saggio (autrice Chiara Sardelli, editore Solfanelli) dedicato a questi racconti: “Suggestioni fiorentine nella narrativa di Carlo Menzinger”!

Dopo che Massimo Acciai Baggiani mi aveva dedicato il volume “Il sognatore divergente” (Porto Seguro Editore, 2018), che analizza la mia produzione letteraria fino al 2018, sono stato dunque ora onorato da questo secondo saggio sulle mie opere.

Vorrei dunque ringraziare Chiara Sardelli e Massimo Acciai Baggiani per questo grande impegno, Carmine Treanni per aver selezionato il racconto, le giurie dei Premi Vegetti e Italia per il loro apprezzamento, i tre editori per aver pubblicato e sostenuto queste opere.

LA NASCITA DI PSICOSFERA

Di rado, per me, scrivere un libro è cosa veloce. Innanzitutto, perché scrivere non è il mio mestiere e viene dopo molte altre cose. Troppo poco è il tempo che posso dedicargli.

Sta finalmente per uscire “Psicosfera”, il romanzo scritto a quattro mani con Massimo Acciai Baggiani. Ne iniziai il cammino con una certa ritrosia, quando Massimo me lo propose. Ho sempre troppe cose in mente da voler scrivere, per avviare altri progetti, ma pensavo sarebbe stato semplice e rapido. Avevo conosciuto Massimo il 28/09/2017 (alla presentazione de “Il sogno del ragno” presso l’Hotel Excelsior) e me lo propose, credo verso aprile 2018. Sono dunque trascorsi 4 anni tra il mio coinvolgimento e la pubblicazione.

Massimo mi presentò una bozza di romanzo scritto da lui nel 2016, da completare assieme. Lo aveva chiamato “Il tenebroso ignoto cuore” e parlava di una Terra cava all’interno, di telepati e teletrasporto. Ne discutemmo un po’ e immaginai di lavorarci qualche mese. Massimo, che conosce molto bene tutta la mia produzione avendo persino scritto la mia biografia letteraria “Il sognatore divergente”, avrebbe voluto inserirci il mio Jacopo Flammer, un personaggio dei romanzi della saga che lo vede protagonista, che, tra le altre cose, ha doti telepatiche, ma non mi convinse. Dovendo prendere qualche mio personaggio (questa era la sua idea), preferii attingere a “La bambina dei sogni” e ne rubammo la piccola Elena Dati, che diventò Yelena Adamov, e Oberon, che mantenne il nome. I due personaggi conservano alcune delle caratteristiche del mio romanzo, ma sono diventati altro.

Massimo aveva immaginato una Terra completamente vuota all’interno e aveva in mente soprattutto “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne. Ci si chiese chi potesse popolare questo mondo. Pensando a Jacopo Flammer avrebbe anche avuto senso immaginare dei dinosauri evoluti, come gli intelliraptor della mia saga. Pensammo anche un mondo sotterraneo popolato di vampiri, magari riprendendo qualche personaggio da “Il Settimo Plenilunio”, che avevo scritto con Simonetta Bumbi. Un pianeta cavo mi pareva però troppo irrealistico. È nata così l’idea delle creature magmatiche. Da tempo pensavo che la fantascienza mostra poca fantasia nel generare alieni. Troppo antropomorfi e comunque troppo spesso sono animali. In alcuni racconti ne ho immaginati di vegetali. In un racconto, “Le pietre di Marte” (pubblicato su Dimensione Cosmica nel 2020, ma scritto vari anni prima), avevo immaginato degli alieni “di pietra”. Sviluppammo l’idea abbinandola al concetto di telepatia.

Due grandi romanzi ci hanno ispirato in particolar modo: “Solaris” di Lem e “2001 Odissea nello spazio” di Clarke. Dal primo abbiamo preso l’idea di un pianeta capace di creare persone dai sogni degli astronauti, dal secondo l’idea di un’evoluzione eterodiretta. A parte ciò “Psicosfera” ha ben poco dei due romanzi, a parte alcune citazioni-omaggio ma questi sono due elementi importanti.

Il romanzo è cresciuto soprattutto attorno ai personaggi inventati da Massimo Acciai, i cosmonauti russi, l’astronauta marziano, il ragazzo italiano capace di teletrasportarsi, la madre telepate del cosmonauta e la ragazza che l’aiuta. Rispetto alla bozza originale è cambiata però sia l’ambientazione che la trama, che l’intera impostazione dell’opera.

Abbiamo fatto leggere il romanzo a mia sorella Silvia che ci diede i primi suggerimenti, poi a un lettore esperto che ci fece una scheda di commento in base alla quale cambiammo molte cose. Lo presentammo quindi alla casa editrice Tabula Fati che ci affidò all’editor Silva Ganzitto che prima ci diede dei consigli generali sulla cui base rivedemmo ogni cosa. Le consegnammo quindi questa nuova versione del romanzo e lei entrò nei dettagli a correggere e modificare. Ci pareva di aver finalmente concluso. Il romanzo scorreva e aveva un senso, ma l’editor ci suggerì di passarlo a dei Beta-reader. Lo lessero quindi Sergio Calamandrei e Chiara Sardelli. Io credo che non esista un modo perfetto e unico per scrivere un romanzo, perché ogni “lettore critico” ha sempre qualcosa da suggerire. Accogliemmo i loro consigli, quanto mai sensati, stravolgendo ancora una volta l’impianto. L’editor non si aspettava un lavoro simile e rimase perplessa, avviando così un’ulteriore revisione! Ogni volta avevamo in mano un romanzo che era sempre lo stesso eppure diverso dal precedente! Migliorava? Credo di sì. Credo sia migliorato ogni volta anche se la prima versione che demmo in lettura penso che avrebbe potuto comunque funzionare. L’attuale “Psicosfera” è dunque un romanzo perfetto? Mi piacerebbe poter dire di sì, ma ovviamente non sarebbe vero. Chiunque potrebbe ancora darci consigli differenti per riscriverlo. È questa un’esperienza che feci già, molto più estesa, con “La bambina dei sogni”, che sottoposi alla lettura di una cinquantina di lettori prima di pubblicarlo: ognuno diede dei consigli diversi. Alcuni li misi in pratica. Lo pubblicai poi in self-publishing, continuando a sollecitare critiche e correzioni dai lettori. Ne ricevevo e continuavo a cambiarlo. Facendone decine di edizioni successive. Questo è uno dei vantaggi del self-publishing. Un editore mi avrebbe mandato al diavolo molto presto!

Del resto quasi tutti i miei romanzo sono stati oggetto di radicali riscritture, anche senza l’apporto di lettori esterni. Penso per esempio a “Il Colombo divergente”, scritto da diversi punti di vista e con diversi tempi.

Che cos’è diventato alla fine “Psicosfera”?

Un romanzo di fantascienza ESP che innova il concetto di alieni, che fornisce una spiegazione, fantasiosa, a divinità, apparizioni, visioni, sogni ma anche dà un senso all’evoluzione e alla propagazione della vita. È anche un romanzo che utilizza in modo diverso i poteri psionici ben noti a tanta letteratura. È una storia che non manca di lanciare il suo allarme per la devastazione del pianeta su cui viviamo, ma che nel denunciare i danni della perdita di biodiversità, desertificazione, inquinamento, sovrappopolazione e altro, lascia uno spazio all’ottimismo, seppur su basi del tutto fantasiose.

È anche una bella avventura, ricca di colpi di scena e sorprese che spero vi potrà avvincere e trascinare in una lettura che spero non sia fine a se stessa e possa lasciare qualcosa, un’occasione per una riflessione su chi siamo e dove stiamo andando.

Il volume sarà presentato il 20 e 21 maggio 2022 al Salone del Libro di Torino.

Massimo Acciai Baggiani e Carlo Menzinger di Preussenthal- Psicosfera – Tabula Fati, 2022

LA MAGIA EVOLUTIVA DELLE “PATOLOGIE” MENTALI

Quanto c’è da imparare sulla mente umana! Ancora oggi appare come una macchina biologica complessa e misteriosa. Quanti possono essere i modi in cui il pensiero può essere organizzato e quanti i modi per definire una mente “intelligente”.

Avevo già letto, anni fa, l’affascinante testo di neurologia di Oliver Sacks (Londra, 9 luglio 1933 – New York, 30 agosto 2015) “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” che mi aveva fornito tante suggestioni. Leggo ora dello stesso autore il non meno stimolante “Un antropologo su Marte”.

Come nell’altro volume, anche qui sono raccontati, con grande capacità comunicativa, alcuni casi umani molto concreti, con tanto di nome del paziente esaminato, quasi dei veri racconti, non meno interessanti di storie inventate, tanto sono singolari e diverse dal nostro vissuto quotidiano.

Il Dottor Sacks, infatti, crede che i pazienti vadano conosciuti nella loro vita di tutti i giorni e quindi non si limita mai a vederli a studio o in ambulatorio ma vive e viaggia persino con loro.

Ecco il caso del pittore che, a seguito di un incidente, è affetto da acromatopsia e riesce a percepire le lunghezze d’onda ma non i colori. Vede ora il mondo come sfumature di grigio e non riesce più a godersi neppure la musica, che percepiva in modo cromatico. In realtà questa patologia porta a non vedere neppure il grigio. Noi, abituati alla distinzione tra foto e TV in bianco e nero e a colori possiamo immaginare in tal modo la loro visione, ma questa è pura assenza di colore, grigio compreso. Parlare di grigio è qui come parlare di tenebra per un cieco o di silenzio per un sordo.

Alcune alterazioni della vista presentano vantaggi evolutivi. Per esempio, gli effetti da daltonismo, durante la Seconda Guerra Mondiale erano usati sui bombardieri per la loro capacità di distinguere i dettagli.

Ecco l’Hare Krishna che per un tumore al cervello subisce una lesione al lobo frontale, si inebetisce e viene considerato un “beato” dai suoi compagni. Perde la memoria recente e ricorda solo gli anni ’60 e vive come se non fossero mai finiti. Ha perso la percezione temporale, percui non riesce a immaginare che persone viste anni prima possano essere le stesse che vede ora. Per lui guardare la televisione significava ascoltarla. Non guarda lo schermo e non riesce a concepire di farlo.

Assai interessante anche la Sindrome di Tourette, che oltre ai vari tic, comporta spesso forme di ossessione. Questo tipo di malati nel medioevo veniva considerati posseduti, perché non avevano il controllo dei propri corpi e delle proprie azioni, come se qualcuno li manovrasse dall’interno.

Anche questa è una “malattia” che potrebbe considerarsi un percorso evolutivo alternativo. Alcuni tourettici, per esempio, sono molto veloci a sparare. Mi vengono in mente certi western in cui il pistolero, oltre che velocissimo con la sua arma, era ossessionato dal non dare le spalle a nessuno, per esempio sedendo in un saloon, tipica ossessione tourettiana. I pistoleri sono allora un po’ tourettici?

Oliver Sacks

Ecco il caso della persona che operata riacquista la vista ma non riesce subito a capire che cosa vede perché la sua mente non associa le forme alle cose. Vede colori indistinti e solo quando il chirurgo gli parla comprende che quello che ha davanti è un viso. Talora le persone che riacquistano la vista continuano a comportarsi come se fossero ancora cieche e faticano a riconoscere gli oggetti, che prima riconoscevano toccando. La differenza nella percezione tra un cieco e un vedente è che per il primo è temporale e per il secondo spaziale. Il cieco misura gli spazi con il tempo necessario a percorrerli.

Noi, che non siamo affetti da alcuna patologia, percepiamo il mondo per effetto della combinazione di quanto percepiamo con tutti i sensi. Immagino quanto potrebbe essere sconvolgente acquisire all’improvviso un nuovo senso, soprattutto se non lo abbiamo mai neanche immaginato.

Ecco Franco, il pittore italo-americano, che ossessionato dalla perdita del paese natale Pontito in Toscana, continua a vederlo in tutte le angolazioni e tutti i dettagli e lo riproduce in centinaia di quadri. Arriva a confondere il passato con il presente e a vedere il suo paese come sovrapposto alla realtà che sta vivendo, in reminiscenze epilettiche. Joyce e Proust appaiono analogamente ossessionati dal passato e dai luoghi dell’infanzia. Nasce la considerazione che non esiste la memoria, ma solo l’atto del ricordare, diverso per ciascuno. In una mente “sana”, ricordare è sempre un ricostruire il passato, mai una riproduzione. Sono patologiche le forme di memoria “perfette”, tipo “registrazione”.

Altrettanto interessante è la patologia del paziente che non riesce a percepire i movimenti e vede le cose e le persone attorno a sé come in fotogrammi staccati, sorprendendosi, per esempio, dell’apparizione improvvisa di una persona in una stanza, anche se questa, ovviamente c’è entrata poco per volta. Sono dovute a questa patologia alcune visioni e apparizioni?

Interessante poi quanto riportato in una nota:

9) Nel 1877, Gladstone, in un saggio intitolato On the Colour Sense of Homer, parla dell’uso omerico di espressioni come “il mare colore del vino”. Si trattava solo di una convenzione poetica, oppure Omero, e con lui i Greci, vedevano il mare in modo diverso da noi?” Omero si riferiva a un mare al tramonto o davvero la percezione dei colori può essersi evoluta in pochi secoli?

Che dire poi delle persone vissute sempre nella giungla, incapaci di percepire le distanze di oggetti lontani, come montagne, quando portati in spazi aperti o del bambino che chiede alla mamma di darle dei pupazzetti confondendo per tali delle persone in cima a un palazzo distante o a quello che vedendo uno scarabeo su una finestra lo immagina come enorme nel prato lontano.

Errori di percezione che possono aver generato tante leggende del passato.

Esamina quindi alcuni casi di bambini savant o enfant prodige affetti dalla “sindrome dell’idiota sapiente”. Persone, non solo bambini, dalle grandi abilità ma con forti deficit emotivi. Ecco il piccolo autistico Tom capace di riprodurre ogni brano musicale senza aver studiato musica. Ne esegue persino uno con una mano, uno con l’altra e un terzo a voce. Ecco i “calcolatori umani” capaci di elaborazioni matematiche complesse ma senza essere consapevoli del metodo di calcolo usato. Ecco Steven, bambino con sindrome di Asperger, capace di dipingere con grandissimo dettaglio cose viste per pochi attimi.

Sorprendente è come i savant riescano a svolgere queste loro complesse attività senza prestarvi particolare attenzione, facendo cioè in contemporanea altre cose, come se una parte della loro mente lavorasse per conto proprio. Asperger riuscì a comprendere come gli autistici abbiano potenziali che possono essere espressi, imparando a non vederli come ritardati. Ci sono persone affette dalla sindrome che riescono, potenziando le proprie capacità, a superare i deficit della percezione emotiva, come nel caso, raccontato nel capitolo che dà il titolo al volume, della donna autistica diventata manager nel settore dell’allevamento. Pare che possano farlo quando non rifiutano la patologia ma vivono in armonia con essa, sviluppandone il potenziale.

Tutte queste malattie possono presentare alcune delle loro caratteristiche in individui considerati “sani” e, forse, contribuiscono all’eccezionalità di alcuni di loro, permettendo a tali individui di emergere in qualche modo. Persino la creatività potrebbe esserne influenzata, anche se, per esempio, l’incapacità di essere soggettivi ed empatici nelle persone con sindrome di Asperger, ne rende assai difficile il suo emergere.

Alla fine di questa istruttiva lettura mi viene da chiedermi se davvero queste “malattie” non siano piuttosto diversi percorsi evolutivi, per ora fallimentari, ma che, magari debitamente indirizzati, potrebbero portare verso un uomo nuovo.

Davvero il nostro modo di ragionare e percepire le cose è il solo possibile? Ora che ci occupiamo di intelligenze artificiali non potremmo esplorare queste “deviazioni” della mente per fare delle IA migliori di noi?

MAQUILLAGE UCRONICO PER FANTANAZISMO

Il Signore della Svastica” (“Iron Dream”, 1972) di Adolf Hitler… anzi, no, pardon, di Norman Spinrad (New York, 15 settembre 1940) è una scatola di cioccolatini dozzinali nascosta in una bella confezione regalo.

La confezione regalo sono la prefazione e la postfazione del romanzo, sicuramente le parti meglio riuscite. Con la prima si spiega ucronicamente che “Il signore della svastica è unanimemente riconosciuto come il capolavoro di Adolf Hitler il celebre scrittore di fantascienza morto a New York nel 1954. La genesi del romanzo, che precedette di poche settimane la morte dell’autore, è singolare come il contenuto del libro. Hitler scrisse la storia di Feric Jaggar, il signore della svastica, in una sorta di delirio allucinato.

Con la seconda, che si immagina scritta nel 1959 dopo la morte ucronica di Hitler, si fa un’analisi psicologica dell’autore (facendo emergere Hitler come un malato di mente) oltre a descrivere il nuovo contesto internazionale, conseguente alla divergenza ucronica della mancata ascesa al potere di Hitler, che nel 1919, dopo il fallimento del partito nazionalsocialista, emigra in America dedicandosi alla fantascienza, prima come illustratore e poi come autore: “L’Unione Sovietica tiranneggia l’Eurasia come un bruto ubriaco. La maggior parte dell’Africa subisce la sua influenza e le repubbliche del Sud America cominciano a sgretolarsi. Solamente quel grande lago nippo-americano che è il Pacifico si erge quale ultimo baluardo della libertà in un mondo che sembra destinato ad essere sommerso dalla marea rossa.”

L’idea di fondo è quella di un romanzo di fantascienza scritto da un Hitler americanizzato, ma ancora convinto delle sue idee di una razza superiore che debba dominare il mondo.

Norman Spinrad

La trovata è interessante e piuttosto buona, se non fosse che divergenze storiche connesse al nazismo e al fascismo sono quelle più sfruttate dagli autori di ucronia, prima e dopo di questo romanzo. Basti pensare ai celeberrimi “La svastica sul sole” di Dick e “Fatherland” di Harris. Poiché i nazisti di Spinrad si scontrano con degli alieni, appare inevitabile il confronto con la saga di Turtledove “Invasione”, opera notevolmente superiore, sia per la miglior caratterizzazione dei personaggi, alieni compresi, sia per la sua coralità, in cui tutte le parti in causa sono degnamente rappresentate, mentre nel romanzo Hitler-Spinrad la sola caratterizzazione degli alieni è di tipo fisico.

Altri esempi sono “Il complotto contro l’America” di Roth, “Il processo numero 13” di Pierfrancesco Prosperi, i film “Iron Sky” di Vorensola e “Bastardi senza gloria” di Tarantino.

Divergenze storiche del fascismo sono state scritte anche da Stocco (“Nero italiano”), Brizzi (“L’inattesa piega degli eventi”), Pierfrancesco Prosperi (“Il 9 maggio”), Davide Tarò (“Corazzata Spaziale Mussolini”), Michele Rocchetta (“Extrema Ratio” e “L’ombra del Duce”) per finire con il mio racconto “Il pittore di Branau” (“Ucronie per il terzo millennio”, Liberodiscrivere 2007) in cui immagino che Hitler non sia bocciato alla scuola d’arte e prosegua le sue attività artistiche rinunciando alla politica.

Adolf Hitler

Un Hitler scrittore non è ipotesi poi così campata in aria, avendo lui scritto quell’opera involontariamente surreale che è il “Mein Kampf” (nel volume troviamo persino una sua bibliografia immaginaria: L’IMPERATORE DEGLI ASTEROIDI, I COSTRUTTORI DI MARTE, ALLA CONQUISTA DELLE STELLE, IL CREPUSCOLO DELLA TERRA, IL SALVATORE DELLO SPAZIO, LA RAZZA SUPERIORE, L’ORDINE MILLENARIO, IL TRIONFO DELLA VOLONTÀ, DOMANI IL MONDO).

Pur non originalissime la prefazione e l’introduzione forniscono comunque un quadro suggestivo. Peraltro, la scelta di “dissociarsi” da Hitler fatta dal postfattore postumo (si immagina sia scritta nel 1959) evidenziando come l’opera sia frutto di una mente malata, mi ha lasciato piuttosto perplesso, come se lo stesso Spinrad fosse consapevole di aver scritto fantascienza dozzinale e cercasse di dire che l’ha fatto apposta, perché uno come Hitler non poteva certo scrivere meglio.

Così il fascino collettivo di questo romanzo di fantascienza scritto piuttosto male si rivela in una combinazione unica di fantasia, realizzazione politica, feticismo patologico e ossessione fallica, e nella malia che si crea osservando una mente strana, morbosa e completamente diversa dalla nostra che rivela se stessa senza esserne cosciente nell’illusione bizzarra che i suoi impulsi più violenti e perversi, lungi dall’essere causa di vergogna, siano princìpi nobili e nobilitanti giustamente abbracciati dal cuore dell’umanità” scrive lo stesso Spinrad nella postfazione.

Che sia scritto piuttosto maleemerge innanzitutto da:

  • la sovrabbondanza di scene di battaglia e guerra, che ho trovato assai poco coinvolgenti,
  • un assai poco originale uso di armamenti della Seconda Guerra Mondiale in un futuro lontano, su un mondo dominato da alieni; vediamo solo nel finale, con il trionfo del sogno eugenetico, una scienza un po’ più progredita;
  • la presenza di alieni (simboleggianti ebrei e sovietici) assai poco caratterizzati;
  • dalla scarsità di umorismo in un’opera che per le sue caratteristiche dovrebbe essere in qualche modo satirica;
  • dall’assenza di personaggi in cui immedesimarsi, con un eroe negativo quale Feric Jaggar, che non appare neppure abbastanza malvagio da renderlo antipatico, tutto preso a difendere il pianeta dagli alieni e a consegnarlo a Veri Uomini, Camice Grigie e SS.

Nella postfazione si fa notare come l’opera sia feticistica e piena di simboli fallici, a partire dalla Gran Mazza di Held, che Jaggar, novello Artù con novella Excalibur, è il solo a poter sollevare e usare, come le donne siano del tutto assenti e le SS, in un mondo alfine devastato e desertificato, si riproducano per clonazione (maschile).

Insomma, se volete stare al gioco di Spinrad e accettare che questo sia il romanzo di un esaltato, forse riuscirete ad apprezzarlo. Se il giochino, invece, non vi convincerà, forse vi verrà il sospetto che qualcuno (Spinrad o il suo editor) abbia preso un romanzo modesto e abbia avuto la (quasi) geniale trovata di infilarlo in una scatola (abbastanza) luccicante.

Peccato che il fiocco che lo chiude abbia un sapore anticomunista da Guerra Fredda, con questi russi cattivi che, senza Hitler, avrebbero conquistato il mondo. Figuriamoci se i russi si mettono a invadere un altro Paese! O no?

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