Altrimondi. La letteratura è piena di “altri mondi”, di mondi e universi alternativi. La loro esistenza è spesso uno dei presupposti di molta letteratura fantastica, dalla fantascienza, al fantasy, all’ucronia, al gotico, all’horror, all’utopia, alla distopia.
In fondo parlano di “altri mondi” anche i romanzi storici, i romance e tutte le storie ambientate in un passato che non ci appartiene più, diverso dal presente.
Forse persino il giallo, il noir, il thriller e il pulp parlano di mondi immaginari, anche se all’apparenza sono simili al nostro. Sono, infatti, spesso universi in cui la violenza trova diverse forme di espressione e la giustizia segue percorsi immaginari, a volte utopici, a volte distopici.
Dunque il n. 6 della splendida rivista “IF – Insolito & Fantastico” edita da Tabula Fati, dedicata agli “Altrimondi”, potrebbe contenere tutta la letteratura fantastica e non solo.
Anche nel n. 6 si conferma la struttura tripartita (articoli/ saggi – racconti – rassegne/ interviste/ recensioni) dei precedenti numeri monografici “Robot”, “Oltretomba”, “Ucronia“, “Giallo & Noir“, “Vampiri“ ).
Il primo articolo/saggio, firmato da Gramantieri ci porta davvero in uno dei mondi alternativi più genialmente diversi: “Solaris”, il pianeta vivente di Lem, di cui avevo già scritto qui.
Giuseppe Panella ci parla poi degli strani mondi di Robert Sheckley, così insoliti eppure così “figli” della nostra realtà.
Nell’articolo successivo io stesso parlo di come sarebbe il mondo se fossero sopravvissuti i dinosauri, esaminando soprattutto l’opera di Verne, Conan Doyle, Harrison e Wilson. Quelli nati dalle loro penne sono universi ucronici in cui la divergenza temporale che li ha generati si perde indietro nel passato per milioni di anni, creando delle piccole oasi preistoriche nella fantasia di Verne e Conan Doyle e un pianeta completamente nuovo nell’opera dei due autori più recenti.
Non poteva poi mancare Philiph K. Dick di cui ci parla Carlo Bordoni.
Fin qui ci siamo mossi nella fantascienza, seppure sfiorando l’ucronia.
Gianfranco De Turris affronta quindi il re del fantasy, J.R.R. Tolkien e le sue tecniche e filosofie creative, tra cui la sua difesa della letteratura d’evasione (“l’Evasione del Prigioniero non deve essere confusa con la Fuga del Disertore”. “Noi siamo nella prigione della Realtà e quindi siamo perfettamente autorizzati ad evadere” – pag. 35), la sua visione “positiva” della creazione di mondi, che deve tendere a una “eucatastrofe” e il concetto che una fiaba deve essere presentata come “vera”.
Grazie a Renato Pestriniero, torniamo a parlare di fantascienza con “City” (“Anni senza fine”) di Clifford D. Simak, anche se si tratta di “fantascienza umanistica” con i suoi “moduli narrativi attenti, oltre alla componente avventurosa e al meraviglioso, allo spessore dei personaggi, allo scopo di rendere accettabile la logicità del loro comportamento in un contesto insolito e comunque extra ordinario” (pag. 37).
Umanesimo particolare, però, che porta Simak a far dire a uno dei suoi personaggi “Non è sufficiente il vantaggio che l’uomo si è preso all’inizio della storia per giustificare il monopolio del progresso” (pag. 40). Un umanesimo, dunque, in cui l’uomo non occorre più, in cui cani o robot possono essere portatori di “umanità” alla stessa stregua. Una piccola rivoluzione copernicana. Qualcosa che mi fa pensare alle civiltà alternative del mio ciclo di Jacopo Flammer (potrei iniziare uno dei volumi con la citazione precedente!).
Annamaria Fassio ci parla del pianeta Tschai, immaginato da Jack Vance, esaminandone persino le somiglianze con il Milione di Marco Polo: in fondo i suoi racconti di viaggio suonavano all’orecchio dei contemporanei fantastici come un viaggio interstellare!
Correttissima poi la scelta di chiudere la sezione saggistica parlando in questo contesto anche di Borges, come fa Claudio Asciuti (io ne parlo qui e qui). Chi meglio di lui ha saputo creare nuovi mondi culturali, inventare romanzi mai scritti, filosofie fantastiche, autori inesistenti!
Il volume, come i precedenti numeri della rivista, prosegue con la parte dedicata ai racconti.
Tra gli autori troviamo Ramiro Sanchiz (con la sua dama fuggita dal quadro), Vincenzo Bosica (le rogne della non-vita da vampiro), Giuseppe Magnarapa (e il suo vampiro condannato), Giuseppe Picciariello (mai fare affari con un fantasma!), Pierluigi Larotonda (difficile la convivenza con la propria ombra), Andrea Coco (sul potere di costruire la memoria altrui).
Nella terza parte troviamo le Rassegne e le recensioni. Walter Catalano ci parla dell’immaginifico Lovecraft e di Austin Osman Spare. Maurizio Landini tratta la fantascienza militare. Renzo Montagnoli intervista Maurizio Cometto. Giuseppe Panella recensisce James Ellroy, Riccardo Gramantieri Robert Heinlein. Carlo Bordoni parla di Vincenzo Bosica e Giuseppe Panella di Annamaria Fassio. Sempre il curatore della rivista Bordoni tratta del saggio sui robot di Riccardo Notte, mentre Alberto Lombardo affronta l’opera di Rulli e Casseri.
Strano parallelo è quello che fa De Turris tra il romanzo “cattivo” di Fini (“Il Dio Toth”) e quello “buonista di Veltroni (“Noi”).
Si parla di fumetti con l’Eternauta e Luca Bordoni. Chiude il volume la recensione di Renzo Montagnoli per il romanzo ambientato al Castel Del Monte di Federico II Hoenstaufen, di cui Donato Altomare ci fa notare le stranezze.
Leggi anche:
– IF n.1 – Robot
– IF n.2 – Oltretomba
– IF n.3 – Ucronia
– IF n. 4 – Giallo & Noir
–IF n. 5 – Vampiri
– IF – Insolito & Fantastico
– Tutti i post su IF – Insolito & Fantastico
– È uscito IF n. 6 – Altrimondi
– Solaris
– Borges- L’Aleph
– Borges – Finzioni
– Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale
Firenze, 27/06/2011