
Filippo Radogna
Non capita spesso di leggere un libro di interviste con così tanti intervistati ed è ancora più difficile trovarne uno tra i cui tanti nomi ce ne siano così numerosi conosciuti e non parlo solo di nomi noti, ma di persone incontrate di persona o, quanto meno nel web, alcuni dei quali potrei persino definire amici.
Il volume in questione è “Conversando tra le stelle” curato da Filippo Radogna.
I quarantacinque autori intervistati sono Sandro Battisti, Vanni Mongini, Renato Pestriniero, Franco Piccinini, Paolo Prevosto, Monica Serra, Francesco Grasso, Carmine Villani, Claudia Mongini, Francesco La Manno, Marina Alberghini, Adriano Monti-Buzzetti, Gloria Barberi, Maurizio Manzieri, Valeria Barbera, Tullio Bologna, Maddalena Antonini, Francesco Brandoli, Anna Maria Bonavoglia, Paola Cartoceti, Luca Ortino, Alexa Cesaroni, Pierfrancesco Prosperi, Nicoletta Vallorani, Annarita Guarnieri, Marco Di Giaimo, Stefania Mainelli, Adalberto Cersosimo, Marina Perrotta, Luigi De Pascalis, Loredana Pietrafesa, Vittorio Piccirillo, Ezio Amadini, Maurizio J. Bruno, Roberta Guardascione, Sergio Giuffrida, Luca Oleastri, Giorgio Sangiorgi, Luigi Cozzi, Davide Longoni, Annarita Stella Petrino, Lukha B. Kremo, Max Gobbo, Mauro Antonio Miglieruolo, Andrea Gualchierotti. La copertina è di Luca Oleastri (che, tra l’altro, anni fa realizzò per me quella de “Il Settimo plenilunio” e molte delle 117 illustrazioni interne. Altre immagini sono di Giorgio Sangiorgi.
Le prefazioni sono nientemeno che di Donato Altomare, presidente della World SF Italia, e del guru della fantascienza italiana Gianfranco De Turris.
Chi sono costoro e che cos’hanno in comune? Sono, come me, tutti soci della World SF Italia, la più rilevante associazione di “operatori professionali” della fantascienza del Paese e, leggendo queste interviste, ci si rende conto dell’importanza e del ruolo rivestito da tutti loro nel definire e concretizzare il fantastico italiano (alcuni si occupano non solo di Sci-fi, ma anche delle altre forme del fantastico o di altri generi letterari).
Scrive nella prefazione il nostro Presidente Donato Altomare “Una volta ci si conosceva tutti. Una volta si passavano giornate (e nottate) insieme a chiacchierare. Rammento una notte ad ascoltare Ugo Malaguti, spesso ore e ore a parlare con chiunque ti capitasse a tiro di quel libro o quel film, a pendere dalla bocca dei vari de Turris e Curtoni e Vegetti, Valla, Lippi, a carpire qualche segnale positivo da Viviani… insomma la gente la conoscevi.
Oggi il lavoro dei pochi coraggiosi appassionati di un tempo lontano si è concretizzato e gli autori di fantascienza sono diventati tanti, visto che tanti sono diventati gli editori che accettano opere del fantastico. Senza dubbio un grande esaltante successo per il panorama fantascientifico italiano.
Eppure c’è il risvolto della medaglia. Molti soci World non li ho mai incontrati di persona. Non ho idea se siano giovani o anziani, se scrivono fantascienza o fantastico, se sono saggisti o illustratori. Così, tempo fa, lanciai l’idea di intervistarli. Filippo Radogna ne fu subito entusiasta e predispose una serie di interviste”.
Ottima idea, credo, perché davvero questo volume permette a tutti noi di comprendere meglio con chi ha a che fare e credo che tutti i membri dell’associazione dovrebbero avere e leggere questo volume, ma questo vale anche per chiunque legga fantascienza o si occupi in genere di letteratura italiana.
Credo anche che questo testo possa aiutare chi non frequenta il genere a meglio capirne le innumerevoli possibilità o almeno a rendersi conto come questa letteratura sia, contrariamente a quanto in troppi in Italia ancora ignorantemente si ostinano a credere, letteratura a tutto tondo e spesso persino superiore al mainstream, se non altro, io dico, per lo sforzo creativo che comporta.
Radogna inizia la sua introduzione con la definizione data dall’attore William Shatner (il leggendario interprete del Capitano Kirk): “grande esercizio di immaginazione teso a ideare il futuro”. All’interno del libro troviamo altre splendide definizioni della SF. La migliore la ricorda ancora lo stesso Radogna “la fantascienza è letteratura di idee come sosteneva Umberto Eco”. Sì, credo sia proprio così. Tutta la letteratura porta avanti delle idee, ma la SF si basa su di esse e di queste soprattutto parla: idee del futuro, del mondo, della vita, della società, della fisica, del tempo, dello spazio, della storia, dell’uomo, del pensiero e di una lista interminabile che tutto ricomprende.
Io dico se l’arte è creazione, quale forma di letteratura è più artistica di quella che crea? Quale genere crea più di tutti? Il fantastico crea mondi. Quando lo fa assurgere alle sue massime vette.
Come può essere letteratura di serie B? Il fantastico è la quintessenza della letteratura.
Ringrazio quindi la World SF Italia per sostenerlo, anche con iniziative come questa raccolta di interviste, voluta e sostenuta dall’associazione.
Il volume merita di essere letto anche da chi si affaccia per la prima volta come “operatore” in questo mondo e voglia comprendere i percorsi, per non dire le carriere, di chi lo ha preceduto, le riviste su cui ha scritto, le case editrici che più di altre hanno sostenuto e sostengono questo genere e trarne utili spunti.
Personalmente, da autore che scrive di tutto ma soprattutto ucronia, ho avuto il piacere di scoprire che anche altri autori dell’associazione, che non sapevo, si sono interessati alla storia alternativa o fantastica, oltre a me e, ovviamente, a Pierfrancesco Prosperi, che da decenni pratica con successo il genere: Roberto Grasso con “Jesse James delle Due Sicilie”, Tullio Bologna e la sua storia alternativa del fascismo ma anche lo stesso Tullio Bologna con Michele Martino, che affrontano la storia in chiave fantastica con “La Dea del Lago”, la sword & sorcery di Francesco Lo Manno, l’attenzione per la storia di Carmine Villani o quella per storia e mito di Marina Alberghini, l’attività di giornalista storico di Adriano Monti-Buzzetti (che già conoscevo come curatore di Dimensione Cosmica), Valeria Barbera, che avevo incontrato quando mi ritrovai tra i finalisti del Premio al Lettore, che lei vinse con una recensione di un’ucronia scritta da Davide del Popolo Riolo.
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