Archive for settembre 2012

STORIE DI RE, VISCONTI, CAVALIERI E ALTRO ANCORA

Ultimamente mi è capitato di leggere alcuni romanzi di autori italiani “poco noti” di ambientazione fantasy o medievale e che, comunque, parlano di re, principesse, visconti, conti e cavalieri.

Essendo in vergognoso ritardo (vedi le date in cui li ho recensiti!) nel postare i miei commenti, cerco di rimediare inserendoli tutti  in quest’unico post, scusandomi con tutti e, soprattutto, con gli autori, per non essere riuscito prima a torvare loro uno spazio sul mio blog.

IL CANE, IL SANTO, Il PRETE, LA PUTTANA, IL CONTE E IL VISCONTE

Quando ho deciso di distribuire gratuitamente in e-book il mio ultimo romanzo, “La Bambina dei Sogni”, immaginavo di non fare una cosa particolarmente originale, anche se abbastanza nuova. Credo, infatti, che il destino del mercato del libro sia questo: testi digitali distribuiti gratuitamente e finanziati solo tramite la pubblicità veicolata.

Il primo libro che leggo, a parte il mio, pubblicato con lo stesso principio (e-book gratuito) è “Il Cane del Santo”, breve romanzo di ambientazione medievale scritto da Lele Lampione, che si può scaricare gratis (il libro, non il Lampione) e senza DRM dal suo blog

Si tratta di una storia di paese, che si legge facilmente e con piacere. Narra una serie di vicende tra loro più o meno connesse, se non altro per il fatto di svolgersi negli stessi luoghi e di essere legati da una trama generale, che narra del crollo della chiesa locale e dei tentativi di ricostruzione realizzati, in competizione tra loro, dal Conte e dal Visconte, due cugini sempre in gara. Sotto le rovine della chiesa vengono ritrovati gli abiti del prete e della più bella puttana del locale bordello. Qualcuno immagina la conversione di costei e l’assunzione in cielo di entrambi. Il bordello viene santificato. I tentativi di ricostruire la chiesa vengono frustrati da vari eventi quali eserciti di passaggio, nevicate eccezionali, alberi che non si fanno tagliare.

Il tutto si chiude con un colpo di scena finale.

Sicuramente un libro con un ottimo rapporto qualità/prezzo (tendente a infinito!), per il quale, in realtà, meriterebbe spendere anche qualche euro, se si vuole passare qualche ora in spensieratezza.

Firenze, 31/03/2012 

FINISTORIA

Risultati immagini per Finisterra DumrakFinisterra  – Le Sorgenti del Dumrak” è un romanzo scritto a dieci mani da Sara Bosi, Simone Covili, Massimiliano Prandini, Gabriele Sorrentino, Marcello Ventilati (Edizioni Domino – Dic. 2011).

Avendo scritto anche io il romanzo a sei mani Il Settimo Plenilunio e altre cose a quattro, so bene quanto sia difficile arrivare a produrre un testo omogeneo e lineare. In questo però i cinque autori sono riusciti bene e nella lettura non si percepisce alcuno stacco o salto di stile, segno di una buona regia di gruppo. Il testo, inoltre, è scritto correttamente, cosa mai scontata.

Si tratta di un fantasy, un libro che potrà piacere a chi cerca storie in cui, come qui, appaiono Cavalieri d’Argento, Uomini della Foresta e Eroi fantasma, in cui ci sono luoghi chiamati Ultima Frontiera, la religione è quella della Triade, contrapposta ai Cento Dei e dove c’è un Imperatore che siede su un Trono di Porpora.

Chi legge questo genere di libri deve amare antiche leggende immaginarie. Per lui sarà allora piacevole scoprire pagina dopo pagina, i segreti di antiche battaglie avvenute cinquecento anni prima e saprà gustare la lunga attesa dell’azione, che si protrae per decine di pagine, anche se non siamo certo dalle parti di film come Stalker o romanzi come Il Deserto dei Tartari, perché alla fine, ben oltre la metà del romanzo, l’attesa, un po’ per volta, finisce, e assistiamo a qualche scontro e qualche avventura. Questo volume del resto si presenta come il primo di una serie e, dunque, parrebbe preparatorio di assai maggiori imprese, che si immagina arriveranno in seguito, come in seguito, forse, riusciremo a comprendere meglio se qualcuno è sopravvissuto al crollo della volta sul capo dei combattenti nello scontro finale.

Insomma, siamo di fronte a un fantasy tradizionale, anche se privo di alcune figure classiche, come elfi, gnomi e troll, che non delude gli amanti del genere con trovate troppo fantasiose, che possono allontanare la narrazione dagli standard.

Certo dopo aver letto “Bestiario stravagante” di Massimiliano Prandini, personalmente, non essendo un cultore del fantasy classico, mi sarei aspettato qualche trovata in più, ma evidentemente la frizzante penna di Prandini che in tale raccolta c’aveva regalato alcuni racconti assai fantasiosi, qui è anche troppo diluita nel gruppo.

Firenze, 14/04/2012

IL RE DELLA REPUBBLICA TOTALE

Di Luca Ventura avevo già letto la piccola fiaba “Il libro della vita”, rivolto a un pubblico di bambini. “Ombra di Luce” è un romanzo fantasy che si rivolge a un pubblico più adulto, anche se sempre con un vigile occhio infantile, come può essere quello degli amanti del fantasy.

Il libro appare diviso in due parti sono marginalmente legate e mostra due mondi alternativi un po’ stereotipati.

Nel primo incontriamo una strana Repubblica con Re e Principesse (! – non dovrebbe essere una Monarchia?), in lotta contro fantasmi cattivi.

La seconda parte diventa più astratta, quasi un mondo surreale.

Firenze, 21/07/2012

I DRAGHI ALLE PORTE DI MILANO

I Draghi dei Visconti”, come si può intuire dal titolo, è un fantasy due volte italiano. Italiano perché scritto da una nostra connazionale, Francesca Romana D’Amato. Italiano perché ambientato tra il Lago Maggiore e Milano.

Di peculiare ha, oltre all’ambientazione storica nella Lombardia degli anni dal 1322 al 1325, anche la scelta, tra le varie figure fantastiche, di una tra le meno abusate (ma non certo nuove per la letteratura contemporanea, basi pensare a “Eragorn”): i draghi.

I Draghi della D’Amato sono Draghi parlanti, orgogliosi, con una propria dignità e tutto sommato simpatici. Grazie a speciali filtri magici riescono persino a parlare con gli umani, che confondendoli con normali creature, pensano di addomesticarli e sfruttarli come cavalcature nelle loro guerre.

I Draghi non gradiscono il furto delle proprie uova e i centri di addestramento umani, ma anziché arrivare a bruciare e mettere a soqquadro Milano e dintorni, si mostrano fini diplomatici e politici.

Non per nulla, sono Draghi nati nel Paese di Machiavelli!

Insomma, un romanzo piuttosto scorrevole, gradevole alla lettura e, grazie allo sfondo storico nostrano, un po’ più solido e consistente di altre simili storie.

Dunque, non posso che fare all’autrice, ancora poco nota, un grosso “in bocca al…drago”!

Firenze, 06/08/2012

IL MONDO INSPIEGABILE DI LEM

L'indagine del Tenente Gregory - Stanislaw Lem

L’indagine del Tenente Gregory – Stanislaw Lem

Di Stanislaw Lem, il geniale autore ucraino nato a Leopoli, avevo già letto “Solaris” la descrizione di un incredibile pianeta pensante.

Ho quindi letto “L’indagine del tenente Gregory”. Se definire “Solaris” fantascienza è semplicistico (ma sono lavori come questo che la fanno “grande”), essendo un’opera che indaga i limiti e le possibilità della mente, analogamente un lettore superficiale potrebbe commettere l’errore di considerare “L’indagine del Tenente Gregory” un giallo. Leggendo si scopre che l’indagine riguarda la scomparsa di alcuni cadaveri. Non solo. Anche i loro misteriosi movimenti notturni. Eppure non siamo davvero dalle parti del romanzo gotico.

Più personaggi indagano assieme al Tenente e ciascuno dà il proprio contributo. In primis lo scienziato Sciss, che scopre che i movimenti dei morti sembrano legati da una sorta di regola matematica, che connette tra loro variabili all’apparenza poco rilevanti. Passi per la distanza e il tempo, ma cosa c’entrano la temperatura e il numero di morti per cancro?

Stanislaw Lem

Stanislaw Lem

Il capo della polizia trova una spiegazione empirica per giustificare la logica statistica di Sciss, ma neanche lui sembra crederci veramente.

Perché? Perché quello che scopre il tenente non è, come lui vorrebbe, un vero colpevole, ma l’incommensurabile Mistero della Natura. Scopre, e noi con lui, la pochezza dell’intelletto umano per spiegare dei fenomeni che saremmo portati ad ascrivere al soprannaturale, proprio perché le costruzioni scientifiche per giustificarli appaiono, alla fine, alla nostra mente troppo astratte e poco plausibili.

Stanislaw Lem

Stanislaw Lem

Come in Solaris gli studiosi dopo decenni si devono arrendere e rinunciare a comprendere la natura del pianeta pensante, così qui, nel loro piccolo, il Tenente e il suo capo, devono accettare l’inesplicabile.

Importante è dunque il monito che ci offre Lem con queste sue opere: non possiamo illuderci che la scienza possa spiegare tutto, non possiamo illuderci che la nostra piccola mente di primati possa comprendere il senso ultimo dell’universo. Dobbiamo accettare il Mistero e rinunciare a inscatolarlo in teorie matematiche o filosofiche.

Firenze, 25/01/2011

Leggi anche:

Solaris: due film e un romanzo per un pianeta pensante

ILLUSTRARE IL SECONDO CAPITOLO DI JACOPO FLAMMER

Sto cercando illustratori per JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI, il secondo volume della serie I GUARDIANI DELL’UCRONIA, che segue JACOPO FLAMMER E IL POPOLO DELLE AMIGDALE.

Da maggio 2012, abbiamo avviato la fase di web-editing: chiunque vuole può dare suggerimenti per migliorare il romanzo, dalla correzione di errori a consigli per la trama. Chi volesse contribuire alla revisione on-line può farlo qui.

Si tratta di un romanzo di fantascienza per ragazzi, percui vorrei che come il precedente possa avere dei disegni.

CERCO ILLUSTRATORI!

JACOPO FLAMMER E IL POPOLO DELLE AMIGDALE è stato illustrato da Niccolò Pizzorno e Ludwig Brunetti.

Questa volta vorrei fare un lavoro simile a quello de Il Settimo Plenilunio, cioè trasformarlo in una “gallery novel“, ovvero in un romanzo illustrato da numerosi artisti.

Chiedo, quindi, a chi voglia partecipare un impegno ridotto eventualmente anche a un solo disegno. Se ne volete fare di più, questo però non può che farmi piacere. Vorrei solo una certa coerenza con le immagini già realizzate sia per questo romanzo, sia per il precedente (prima parte, seconda parte, terza parte).

Parlo di questo libro anche nel mio sito.

I personaggi da disegnare saranno oltre ai tre ragazzini, numerosi animali nati da evoluzioni alternative dei suricati, degli orsi, dei velociraptor, dei maiali, dei pappagalli. Inoltre, alcuni capitoli si svolgono nella terra di Govinia dove ogni passato e ogni futuro possibili si incontrano, dove è, quindi possibile incontrare gli esseri più strani, le architetture più misteriose, gli ambienti più irreali che possiate immaginare.

Penso che un disegnatore potrà divertirsi a reinventare tutto ciò!

Finora hanno inviato i lor disegni:

Niccolò Pizzorno

Fabio Balboni

Marco Divaz

e altri hanno già promesso di contribuire (ma aspetto di vedere i loro disegni prima di citarli).

Ecco l’inizio del SECONDO CAPITOLO:

OLTRE LA PORTA
I tre bambini strizzarono gli occhi, accecati dalla luce che inondava l’oscurità della grotta dal grande occhio che si stava spalancando al centro della parete.
Marco e Jacopo erano in mutande, mentre Elisa indossava ancora lo strano gonnellino di foglie che aveva preparato per lei il Sommo Guardiano della Porta di Orvuuul, il grande orso Ortuz. Degli indumenti che Jacopo indossava quando era partito da Firenze appena dieci giorni prima, gli unici che aveva ancora erano gli occhiali e un berretto di stoffa con la visiera. Erano stati solo dieci giorni, ma a lui parevano un’eternità. Dieci giorni in cui aveva visto e vissuto cose che nessun altro bambino o adulto aveva mai sperimentato prima, soprattutto gli ultimi otto, trascorsi nella terra del Popolo delle Amigdale.
Questi sono due disegni degli ilustratori che hanno aderito finora per questo capitolo:
Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale - Capitolo 2
Jacopo, Marco ed Elisa nella Porta del Tempo – Illustrazione di Niccolò Pizzorno
La parete continuò ad aprirsi, liberando i bambini dall’oscurità di quella
strana ‘grotta tecnologica’, di quel modernissimo marchingegno preistorico in
cui erano rinchiusi.
La Porta del Tempo - Illustrazione di Fabio Balboni
La Porta del Tempo – Illustrazione di Fabio Balboni
“Si sta aprendo” sussurrò Elisa, riprendendo a respirare.
Leggi anche:

IT: UN MOSTRO LOVECRAFTIANO EMERSO DA ARCANI ABISSI SPAZIO-TEMPORALI

IT - Stephen King

IT – Stephen King

Dice Wikipedia che “Stephen Edwin King (Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror, dell’ultimo quarto del XX secolo, è considerato quindi un autore di spicco anche nel romanzo gotico moderno.

Scrittore notoriamente prolifico, nel corso della sua fortunata carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre sessanta opere, fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei bestseller, vendendo complessivamente più di 350 milioni di copie.

La maggior parte delle sue storie ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, anche per mano di autori importanti quali Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma e David Cronenberg. Probabilmente nessun autore letterario, a parte William Shakespeare, ha avuto un numero maggiore di adattamenti.

It” è un romanzo horror pubblicato nel 1986 ed è spesso considerato il capolavoro di Stephen King.

Indubbiamente è un romanzo quanto mai denso e corposo, come si deduce dalle 1.238 pagine che lo compongono. La densità non è data solo dal numero di pagine, ma anche dal sovrapporsi delle vicende dei numerosi protagonisti, descritte in due diversi periodi temporali e dalla mescolanza di generi. Definirlo un horror mi pare infatti quanto mai riduttivo. La descrizione dell’infanzia dei protagonisti è parte rilevante della storia e ci fa pensare a “Stand By Me” (il bellissimo film tratto dal suo “Il corpo”) o a “L’ultima estate che giocammo ai pirati” di Alessandro Soprani.

Seguiamo così le avventure di un gruppo di ragazzini (I Perdenti), ognuno con qualche problema (asma, obesità, balbuzie…) e lo svilupparsi della loro amicizia, cementata dallo scontro con la banda dei bulli più grandi e, soprattutto, dall’incontro con un mostro lovecraftiano emerso da arcani abissi spazio-temporali, un essere mutaforma che si nutre delle paure infantili e che talora assume le sembianze di un clown crudele, ma che non disdegna forme tipiche dei mostri classici come quella del licantropo o dello zombie, proprio perché il suo aspetto è determinato dalle paure di ciascuno.

A volte, verso metà romanzo soprattutto, ci si può chiedere che bisogno ci fosse di scrivere una storia simile in oltre 1.200 pagine, quando forse ne sarebbero potute bastare tre o quattrocento.

La voluminosità della storia contribuisce però a dare sostanza e peso alla natura ancestrale di questo mostro, che appare ciclicamente a turbare la quiete della cittadina americana Derry e rende epico il romanzo.

Nel leggere ho notato non poche analogie con il ciclo di Harry Potter e non per nulla si tratta in entrambi i casi di due trai massimi bestseller mondiali. Vorrei allora applicare lo stesso tipo di analisi che avevo seguito per i sette romanzi della Rowling, individuando alcuni “ingredienti” che facevano di Harry Potter un best-seller e vedere come compaiono in “It”.

  • Trama: trama vuol dire intreccio, mescolanza di storie diverse. Qui c’è vera trama. Più storie di diversi personaggi e due diversi periodi temporali, il tutto tessuto con maestria, creando perfetta unità narrativa.
  • Ambientazione costante: Derry nel passato, Derry nel futuro. Per Harry Potter mi riferivo alla ricorrenza dell’ambientazione nei vari romanzi, ma, vista la lunghezza di questo libro, il concetto si può applicare analogamente.
  • Ripetitività e ritualità: le apparizioni di Pennywise sono cicliche, il suo aspetto muta, ma appare in certi momenti e certi luoghi (secondo certi riti). Per sconfiggerlo occorre una sorta di vero rito. L’amicizia dei ragazzi è sancita dal rito del coccio di bottiglia. I palloncini, i pon pon arancioni, i tombini sono tutti elementi ricorrenti.
  • Magia come estraneamento dalla realtà: i sette ragazzi pur continuando a vivere nel loro mondo abituale vedono e provano cose che altri non possono né vedere, né provare. Sono, per definizione dei Perdenti, che nel mondo magico diventano Vincenti fino al punto di salvare il mondo. Si rifugiano nei Barren per sfuggire a una provincia triste e spesso ostile.
  • Mondo magico come mondo parallelo, specchio della nostra schizofrenia: L’intera Derry è una città schizofrenica di cui una parte nega l’esistenza dell’altra.
  • Amicizia: è la componente più forte del libro. L’amicizia aiuta a superare le prevaricazioni dei bulletti e, magicamente, consente di combattere il Male.
  • Lotta tra Bene e Male: It è il Male assoluto, ma dov’è il Bene? La Tartaruga sembra volere il Bene ma è indifferente. L’Altro non agisce. Qui c’è più manicheismo che nella Rowling.
  • Tanti nemici, grandi e piccoli: Henry Bowers e i suoi bulli per le lotte quotidiane, It-Pennywise per la grande lotta.
  • Un personaggio che si sente debole ma che scopre di essere forte e speciale: i Perdenti sconfiggono senza poteri un mostro all’apparenza onnipotente.
  • Spettacolarità: le multiformi apparizioni di It. Certo mancano i castelli, i draghi volanti, il quiddich e altre trovate della Rowling, ma lo spettacolo, assai macabro, non manca.
  • Competizione: tra i Perdenti e bulli. Mancano le gare tra Case di Howgart e la competizione scolastica.
  • Mistero: It, la Tartaruga e l’Altro sono mostri lovecraftiani provenienti da passati lontanissimi e distanze inimmaginabili e la loro vera natura, che si scopre poco per volta, non potrà mai essere svelata per intero, in quanto troppo lontana dalla razionalità umana.
  • Suspance: l’attesa del mostro e della sua nuova forma.
  • Paura: è un racconto che mira a spaventare e che descrive come i mostri nascano proprio dalle nostre paure.
  • Avventura: per dei ragazzini costruire dighe o tane sotterranee e combattere a sassate sono già delle avventure, affrontare un essere ancestrale che si nutre delle paure infantili e fa strage di bambini, allora cos’è?
  • Iniziazione e crescita verso l’età adulta: cosa ci fa crescere di più della capacità di affrontare  le nostre paure. Vediamo i sette ragazzi crescere, maturare e, talora, persino morire.
  • Morte: onnipresente, fin dalle prime pagine, come in Harry Potter, e ancora più presente nel finale, vera padrona delle scene. Anche qui non risparmia i “Buoni”.

Insomma la Rowling ha mirato a un pubblico più giovane e ha aggiunto qualche tocco di spettacolarità in più, limando gli aspetti macabri che troviamo in King, ma gli ingredienti sono piuttosto simili anche se le storie sono diverse.

L’autrice di “Harry Potter” avrà letto “It”, prima di scrivere il suo ciclo?

Firenze, 07/01/2011

Leggi anche:

Il western fantasy di King – L’ultimo Cavaliere (La Torre Nera) – Stephen King

La bambina che sconfisse la natura – La bambina che amava Tom Gordon – Stephen King

King for President of Ucronia – 22/11/’63 – Stephen King

La gran cuoca Rowling e i magici ingredienti di Harry Potter – Harry Potter e i Doni della Morte – J.K. Rowling

UN BAMBINO SI È PERSO. LO VUOI ADOTTARE?

Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale - Carlo Menzinger

Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale – Carlo Menzinger

C’è un bambino che si è perso. Era in gita con suo nonno, ma si è spaventato ed è fuggito nel bosco.

Ora è solo con altri due bambini tra animali feroci e strani esseri provenienti da universi divergenti. Ha nove anni. Si chiama Jacopo. Jacopo Flammer.

Vuoi aiutarlo?

Puoi adottarlo acquistando un volume delle sue avventure “Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale”.

Leggine qui.

Adottalo anche tu: chiedi la tua copia a menzin@virgilio.it!

Oppure aiutalo a crescere: collabora a revisionare e illustrare il secondo romanzo “Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati”, fallo qui.

 

 

La copertina è stata realizzata da Niccolò Pizzorno.

LEGGERE LE CANZONI DEL DUCA

Alladin Sane - David Bowie

Alladin Sane – David Bowie

Quando avevo circa un paio d’anni meno di mia figlia adesso (ha quasi 15 anni) uscirono “Low” e “Heroes”, due dei tre album berlinesi di David Bowie, frutto della collaborazione con Brian Eno. Grazie a questi dischi David Bowie entrò a far parte dei miei cantanti preferiti e ancora ora, a distanza di tanto tempo dal quel 1977, lo ascolto sempre volentieri.

Non mi era però mai capitato prima di leggere un libro su di lui. “Le canzoni di David Bowie” di Laura Gerevasi non è una biografia ma una sistematica descrizione e commento dei principali dischi di questo artista, esposti in ordine cronologico.

Dalla lettura del volume, ne emerge, comunque, un quadro piuttosto preciso della sua evoluzione artistica.

Devo dire che, di lui sapevo abbastanza poco. Non ricordavo più la sua collaborazione con Brian Eno e ignoravo quelle con John Lennon, Lindsay Kemp e Alan Parker, gli incontri con Andy Warhol e le esperienze con i Tin Machine.

Il libro non ne parla, ma Bowie ha cantato anche con Queen, Annie Lennox, Elton John, George Michael e molti altri.

David Bowie

David Bowie

Mi erano invece noti i suoi frequenti cambi di stile e di look, i suoi molteplici personaggi, che lo rendono quasi un “attore musicale”. Del resto, a parte il celeberrimo “L’Uomo che Cadde sulla Terra”, Bowie ha avuto varie esperienze cinematografiche. Più che una movie star, rimane però soprattutto una rock star, cosa assai diversa, perché un attore recita i propri personaggi, una rock star “è” il proprio personaggio, anche se questo muta spesso, come nel caso di Bowie o di Madonna.

Nel leggere questo piacevole volume (letto nel novembre del 2010), ero curioso di scoprire i testi delle sue canzoni, che conoscevo a malapena, perché anche quando ero ragazzino e ascoltavo la musica, badavo poco ai testi, soprattutto se erano in inglese. Di Bowie quello che era suggestivo era soprattutto la sua presenza scenica.

Che dire di questi testi? Alcuni, in effetti, sono banali (mi perdonino i fan). Altri sono ermetici. Altri ancora però hanno un certo tocco poetico. Anche in questo il Duca Bianco è mutevole.

In linea di massima sono di scarso valore le canzoni d’amore. Più intense quelle che parlano di Dio, della Morte e del Senso della Vita, forse i soli temi che davvero interessano a questo autore.

Esco da questa lettura, con la voglia di riscoprire Bowie. Di riascoltare gli album del 1977, comunque trai più significativi della sua produzione, ma anche di scoprire album più recenti come “Black Tie White Noise”, “The Buddha Of Suburbia”, “1.Outside”, “Heathen” o approfondire l’ascolto dei più antichi “Space Oddity”, “The Rise and Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars”, “Aladdin Sane”, “Diamond Dogs” e magari anche “Young Americans” o “Let’s Dance” (di cui non serbo un gran ricordo).

Soprattutto, mi è venuta voglia di ripercorrere la sua carriera non solo leggendone i testi (presenti nel volume per estratto, in originale con traduzione), ma anche ascoltandoli uno per uno. Magari ripescando anche i vecchi video.

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