Archive for novembre 2012

I PRINCIPALI ROMANZI UCRONICI. Tentativo di elenco.

È difficoltoso scrivere una lista di romanzi ucronici che possano veramente dirsi rappresentativi del genere, perché ben pochi studiosi seri hanno affrontato la questione (se ne conoscete segnalatemeli). Si trovano in vari siti internet elenchi più o meno caotici, che accomunano opere di fantascienza, romanzi ucronici e romanzi di serie B (qualunque sia la loro natura).

Per un elenco di opere ucroniche pubblicate all’estero si può vedere www.uchronia.net.

Per quanto riguarda gli autori italiani citerei i seguenti siti che ne contengono dei discreti elenchi:

http://www.giampietrostocco.it/Bibliografia2.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Ucronia

Io stesso ho già tentato di fare degli elenchi sul mio blog e su anobii.

Vorrei ora aggiornarli. Si tratta, infatti, di lista in continuo accrescimento, perché continuo a scoprire nuovi autori e nuovi aspetti di questo genere letterario così ricco di opportunità narrative. Spero, anzi, di poter avere un contributo da chi legge.

Ucronia – Dylan Dog

Questa volta, tenterò anche una classificazione cronologica in base al periodo in cui si è verificata la divergenza ucronica.

Ucronie preistoriche

  • il “Libro degli Yilané” di Harry Harrison (1984-88), una trilogia che descrive un mondo in cui i dinosauri non si sono estinti ma hanno sviluppato una civiltà evoluta.
  • Viaggio al centro della terra” (1864) di Jules Verne. Degli esploratori trovano che al centro della terra sono sopravvissuti esseri preistorici, compresi i dinosauri.
  • Il mondo perduto” (1912) di Arthur Conan Doyle. Qui uomini primitivi e dinosauri sono sopravvissuti su un altopiano.
  • Darwinia” (1998) di Robert C. Wilson. Nel 1912 l’Europa viene cancellata e sostituita da un mondo alternativo in cui tutta l’evoluzione del pianeta ha seguito un percorso diversissimo, con una divergenza presumibilmente da collocarsi in corrispondenza della comparsa dei primi insetti sulla terra (probabilmente 225 milioni di anni fa, se sono vere le recenti teorie che ne vedono l’apparizione 100 milioni di anni prima delle angiosperme).
  • Jacopo Flammer e il popolo delle amigdale” (2010) di Carlo Menzinger. I discendenti dei velociraptor hanno sviluppato una civiltà tecnologica in grado di viaggiare nel tempo.
  • Dinotopia” (1995) di James Gurney. Una storia illustrata per ragazzi raccontata attraverso il diario padre e figlio che si ritrovano a naufragare su un’isola misteriosa nella quale convivono pacificamente uomini e dinosauri.
  • La notte del drive-in” (1998) di Joe Lansdale, in cui i dinosauri ricompaiono in un cinema all’aperto.
  • Dramma nelle Terrefonde” (1993) di Harry Turtledove: il Mediterraneo non è mai diventato un mare e rappresenta una depressione dalle peculiarità biologiche che hanno decretato l’istituzione di un vasto parco protetto.
  • La genesi della specie” (2003) di Robert J. Sawyer, in cui riappare un uomo di Neaderthal proveniente da un luogo in cui non si sono estinti.
  • Il figlio del tempo” (1992) di Robert Silverberg e Isaac Asimov. Timmie, che avrà quarantamila anni nel Duemila, è un piccolo neandertaliano che una potente società di ricerche, la Stasis Technologies, ha richiamato dal passato.
  • Almuric, il pianeta selvaggio” (1982) di Robert E. Howard. Un uomo moderno si trova a vivere in un mondo in cui la civiltà non è ancora arrivata.

 

Ucronie antiche

 

  • L’ultima tentazione di Cristo” (1955) di Nikos Kazantzakis, in cui Cristo rifiuta la Croce.
  • Il vangelo secondo Gesù Cristo” (1991) di José Saramago, dove Gesù non resuscita Lazzaro.
  • Imperium Solis” (2009) di Mario Farneti. Il romanzo trae spunto da un episodio reale: è il 363 d.C. l’imperatore Giuliano cade, colpito da un giavellotto, nel corso della sua campagna contro i Seleucidi.  Cosa sarebbe successo se l’imperatore, eroe, filosofo e tollerante delle varie religioni fosse sopravvissuto?
  • Roma Eterna” (2004) di Robert Silverberg: se l’impero romano fosse durato fino ad oggi.
  • La trilogia “Romanitas”(2005) di Sophia McDougall.
  • Libro Nono ab urbe condita” di Tito Livio (59 a.c. – 17 d.c.), quando nei capitoli 17/18/19 ipotizza lo scontro tra Romani ed Alessandro Magno. Forse la più antica ucronia mai scritta.
  • Basil Argyros” (2006) di Harry Turtledove, in cui l’impero bizantino non è mai caduto (Maometto si è convertito al cristianesimo) ed è ancora una potenza mondiale nel quattordicesimo secolo.

    José Saramago - Il Vangelo secondo Gesù Cristo

    José Saramago – Il Vangelo secondo Gesù Cristo

  • L’abisso del passato” (Lest Darkness Fall – 1941) di Lyon Sprague De Camp, in cui un uomo del ventesimo secolo è trasportato nel sesto secolo e modifica la storia introducendo tecnologia avanzata, convincendo Bellisario a passare ai goti e creando uno scenario geopolitico molto diverso da quello che conosciamo.

Ucronie medievali

  • Gli Dei di Asgard” o “La via degli Dèi” (1993) di Harry Harrison. Una storia dell’insediamento dei vichinghi nell’Inghilterra meridionale del IX secolo.
  •  “Un americano alla corte di Re Artù” (1889) di Mark Twain. Una sorta di ucronia (fantascientifica ante litteram), dove il protagonista, giunto dal futuro, interagisce con i cavalieri della Tavola Rotonda.
  • Tunnel negli abissi” (1972) di Harry Harrison. Il punto di divergenza del romanzo nella Battaglia di Las Navas de Tolosa del 16 luglio 1212, molto antecedente all’epoca in cui la storia ha luogo. Il protagonista è un discendente di un certo leader “terrorista” del Nuovo Mondo, tale George Washington.
  • 1308-1590 America vichinga” (1984) di James S. Eriksson.
  • Giovanna e l’angelo” (2007) di Carlo Menzinger: se Giovanna d’Arco fosse sopravvissuta al rogo.
  • Il Colombo divergente” (2001) di Carlo Menzinger: se Colombo fosse approdato in Messico e rimasto prigioniero degli aztechi.

Ucronie moderne

 

  • “La società del tempo” (Times Without Numbers, 1962-69) di John Brunner. La Grande Armada Spagnola vinse la flotta inglese nel 1588. Questo fatto, di enorme importanza storica, ha determinato una strutturazione politica che in fondo non si discosta molto da quella reale: da una parte la Confederazione dell’Est, sdegnosamente chiusa in sé stessa, e dall’altra l’Impero Spagnolo, vero dominatore del pianeta.
  • Pavana” (Pavane, 1968-70) di Keith Roberts. Se la regina Elisabetta I fosse stata assassinata in una congiura di palazzo nel 1588, cosa sarebbe successo? Quasi certamente l’Invencible Armada lo sarebbe stata anche di fatto, conquistando alla cattolicità la perfida Albione.
  • “Per il trono d’Inghilterra” (2002)di Harry Turtledove, dove l’invincibile armata ha sconfitto gli inglesi, la regina Elisabetta e prigioniera e un pugno di uomini cercano di restaurare la monarchia protestante.
  • Gli anni del riso e del sale” (2007) di Kim Stanley Robinson. L`idea alla base del libro è che l`Europa sia stata messo in ginocchio dalla peste nera; con il vuoto formatesi le due potenze in ascesa sono state la Cina e l’Islam.
  • §  “La Corona perduta” (2008) di Giampietro Stocco, in cui si descrive un mondo contemporaneo in cui Napoleone non ha ultimato le sue conquiste.
  • §  “Histoire de la Monarchie universelle: Napoléon et la conquête du monde” (1836), rivisto come “Napoleone apocrifo”(Napoléon Apocryphe – 1841)di Geoffroy Louis in cui Napoleone sottomette la Russia nel 1812 e conquista l’Inghilterra nel 1814, per poi conquistare l’intero pianeta. Si tratta di una delle ucronie più antiche, antecedente persino all’invenzione del termine da parte di Renouvier.
  • §  “La morte di Napoleone” di Leys Simon, da cui è stato tratto il film “I vestiti nuovi dell’Imperatore” (2001). Napoleone fugge da Sant’Elena e torna in Francia.
  • Uchronie, l’utopie dans l’histoire” di Charles Renouvier, è un testo apparso nel 1857 che intendeva ricostruire la storia europea quale avrebbe potuto essere e non è stata”. È la prima volta che viene usato il termine ucronia.
  • §  Se Lee non avesse vinto la battaglia di Gettysburg” (If Lee Had Not Won the Battle of Gettysburg – 1931) di Winston Churchill.
  • §  “Garibaldi a Gettysburg” (1993) di Pierfrancesco Prosperi. Venezia è territorio austriaco.
  • Anniversario fatale” (1956) di Ward Moore. Uno storico nordista che vive in una versione “parallela” degli Stati Uniti dove il Sud ha vinto la Guerra Civile. Tutto a causa della battaglia di Gettysburg, vinta dai sudisti in questo universo. Ma quando McCormick torna con una macchina del tempo al momento della battaglia e casualmente cambia le sorti, ecco nascere il nostro futuro.
  • §  A Rebel in Time” (1983) di Harry Harrison, sul tentativo di un soldato di colore di impedire il mutamento del passato effettuato da un folle razzista per portare alla vittoria sudista nella guerra.
  • “La macchina della realtà” (1990) di Gibson e Sterling. Romanzo che reso celebre lo steampunk, in cui Charles Babbage è riuscito nell’ambizione di costruire un avanzato computer meccanico (la macchina analitica, evoluzione della macchina differenziale che dà il titolo originale al romanzo), anticipando di oltre un secolo la rivoluzione informatica.
  • Steampunk trilogy” (1995) di Paul Di Filippo.
  • Lord Darcy” (1974) di Randall Garrett. Nel 1974, in Europa solo gli Stati anglofrancesi sono liberi. Italia, Russia e Germania sono costellazioni di principati. In Polonia vige la dittatura.
  • “Jonathan Strange & il Signor Norrell” (2004) di Susanna Clarke. È ambientato in una Londra del 1800 dove viene riscoperta la magia, e la vittoria degli inglesi contro Napoleone a Waterloo sarà proprio grazie a questa magia.
  • PhOxGen” di Italo Bonera e Paolo Frusca (2010) . Gli Asburgo ancora al potere in Europa nel 2003.
  • La parte dell’altro” (2007) di Eric-Emmanuel Schmitt, che immagina la storia di un mondo in cui Hitler è stato ammesso e non rifiutato all’Accademia delle belle arti.
  • Il pittore di Branau” (2007) di Carlo Menzinger in cui Hitler supera gli esami per la scuola d’arte e diventa pittore. Racconto compreso in “Ucronie per il terzo millennio”.
  • I biplani di D’Annunzio” (1992) di Luca Masali, che racconta di un viaggio nel tempo dal 2021 al 1921 per cercare di cambiare la storia.
  • Il signore della svastica” (1972) di Norman Spinrad, in cui Hitler diventa uno scrittore di fantascienza.
  • La svastica sul sole” (“The Man in the High Castle“- 1962)  di Philip Dick, che ha la peculiarità di descrivere un mondo in cui Germania e Giappone hanno vinto la seconda guerra mondiale e dove i personaggi leggono un libro ucronico in cui, invece, l’Asse ha perso (anche se in modo diverso da quello reale).
  • i cicli “Invasione” (1994-96) e “Colonizzazione” (1999-2004) di Harry Turtledov. La Seconda Guerra Mondiale viene interrotta da un’invasione aliena.
  • Fatherland” (1992) di Robert Harris, ancora sul successo del nazismo, ma fondamentalmente un giallo-thriller.
  • Se Hitler avesse vinto la guerra” di Winston Churchil.
  • Il complotto contro l’America” (“The plot against America” – 2004) di Philip Roth, in cui si ipotizza che il fanatico nazista Charles Lindberg vinca le elezioni al posto di Roosvelt cambiando la storia. La vicenda e’ narrata dal punto di vista di un ragazzo ebreo visto che Lindberg proporrà di discriminare gli ebrei;
  • L’inattesa piega degli eventi” (2008) di Enrico Brizzi e il suo prequel “La nostra guerra” (2009), su un’Italia in cui Mussolini rimane al potere fino al 1960;
  •  “Nero italiano (2003) e “Dea del caos” (2005) di Giampietro Stocco in cui si ipotizza che l’Italia fascista non sia entrata in guerra nel 1940 e il regime sia proseguito integro fino al 1975;
  • La trilogia “Occidente” (2001-2006) di Mario Farneti.
  • La notte della svastica” di Katharine Burdekin (1993), immagina il mondo 700 anni dopo la vittoria del nazismo, con particolare attenzione alla condizione femminile. Scritto nel 1937, quando la’utrice ancora non poteva conoscere l’esito della Guerra, è più correttamente fantapolitica.
  • La vera storia dell’ultimo re socialista” (1993) di Roy Lewis. I moti del ’48 portano a realizzare l’utopia comunista in tutto l’Occidente per circa un secolo.
  • Il sindacato dei poliziotti yiddish” (2007) di Michael Chabon, in cui si immagina che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale gli ebrei trovino una nuova patria in Alaska.
  • “Storia di domani” (1949) di Curzio Malaparte, in cui il PCI va al potere subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
  • Liasons du monde” di Leon Bopp, scritto tra il ’35 e il ’45 come ucronia quotidiana in tempo di guerra.
  • “Contro-passato prossimo” (1975) di Guido Morselli in cui la Prima Guerra mondiale risulta vinta dagli imperi centrali con il Nord Italia in mano all’Impero Austro-Ungarico.
  • Roma senza papa” (1974) di Guido Morselli;
  • Philip K. Dick is Dead” (L’alternativa) (1992) di Michael Bishop descrive un mondo in cui l’America ha vinto la guerra del Vietnam e Dick è uno scrittore stimato (romanzo ispirato a La Svastica sul sole).
  • Uragano rosso” (1986) di Tom Clancy e Larry Bond. La situazione descritta è una guerra calda tra NATO e Patto di Varsavia che si sviluppa a partire dallo scenario di guerra fredda dell’epoca.
  • Il caso Jane Eyre” (2001) di Jasper Forde. Ambientato nel 1985 ma non è il nostro 1985! Il bene più prezioso sono i libri. La guerra di Crimea non è mai finita, l’Inghilterra è ancora un Impero.

    22/11/'63 - Stephen King

    22/11/’63 – Stephen King

  • §  Dalle mie ceneridi Giampietro Stocco (2008), in cui l’Argentina ha vinto la guerra delle Falkland, anzi Malvinas.
  • “Mare di Bering” (2003) di Tullio Avoledo. Un futuro prossimo ma non troppo, un mondo simile al nostro ma diverso dal nostro, un’Unione europea che sembra il risultato finale delle peggiori ipotesi secessioniste, una società dominata da femmine rampanti.
  • “Ur” (2009) di Stephen King. Si basa su un Kindle che pare aver accesso non solo al consueto Kindleshop di Amazon ma anche ai Kindleshop di altre (tipo 10 milioni) di dimensioni parallele, nei cui Kindleshop si possono comprare, per leggerle su Kindle, opere (per la nostra dimensione inedite) di Hemingway e altri. Si possono anche consultare le edizioni del New York Times delle varie dimensioni parallele e scoprire, che la crisi dei missili di Cuba sarebbe potuta finire diversamente.
  • 22/11/’63di Stephen King. Un uomo trova una porta del tempo che lo rimanda indietro a pochi anni prima dell’assassinio di Kennedy e cerca così, prima lui, poi un suo amico, più volte di salvarlo cambiando il corso della Storia.

 

Ucronie varie (ANTOLOGIE E ALTRO)

 

  • §  L’antologia curata da John Collings “Se la storia fosse andata diversamente” (1931). Il curatore all’inizio degli anni Trenta, invitò alcune autorevoli personalità della politica e della cultura dell’epoca – G.K. Chesterton, Winston Churchill, Emil Ludwig e André Maurois, tra gli altri – a cimentarsi in una ricostruzione ipotetica di alcuni nodi cruciali della storia occidentale, che però si basa sul poco ucronico Principio di Conservazione della Realtà (per cui nonostante le divergenze, poi la Storia riprende il suo corso originario).
  • Ucronie per il terzo millennio” (2007) antologia curata da Carlo Menzinger, i cui racconti, di vario registro, vorrebbero essere una “allostoria dell’umanità da Adamo a Berlusconi”, con ucronie su Nefertiti, Romolo, Cleopatra, Nerone, Atlantide, Giotto, Dante, Vespucci, Lucrezia Borgia, Masaniello, Garibaldi, Washington, Custer, Hitler, Freud, Hussein, Berlusconi e non solo.
  • L’occhio del tempo” (2008) di A. Clarke e S. Baxter. Narra l’incontro tra gente di epoche diverse. Più fantascienza che ucronia anche se i riferimenti sono storici.
  • L’antologia “I mondi del possibile” (1993) a cura di Nicolazzini con racconti di Karen Joy Fowler, L. Sprague De Camp, Barry Malzberg, Edward Everett Hale, Stephen Vincent Benet, Brad Linaweaver, David Brin, Kim Newman, Harry Turtledove, Greg Bear, Winston Churchill, Nancy Kress, Randall Garrett, James Morrow, Kim Stanley Robinson, Carter Scholz, Wiliam Shirer, Steven Hutley.
  • Se l’Italia” (2005), antologia a cura di G. De Turris. Se Roma l’avesse fondata Remo? Se Dante non avesse scritto la “Divina Commedia”? Se Leonardo avesse fatto l’ingegnere? Se Mussolini fosse stato ucciso dopo l’udienza con il re il 25 luglio? Se il Grande Torino non fosse perito a Superga? Se Enrico Mattei non fosse morto nell’incidente aereo? Se l’attentato a Papa Wojtyla fosse riuscito? Queste e altre ipotesi in forma di racconto raccolte in una specie di “manuale” di storia virtuale o “ucronia”,
  • Finzioni” (1944) di Jorge Luis Borge. Pur non essendo allostorico, presenta alcuni elementi ucronici, con l’invenzione di libri mai scritti e con uno dei personaggi che credeva in infinite serie di tempo, in una rete crescente e vertiginosa di tempi divergenti, convergenti e paralleli.”

 

Cosa aggiungereste? Cosa togliereste (a parte i romanzi che ho scritto io, è chiaro)?

 

L’invito è quello di aiutarmi a scrivere una lista migliore di questa.

 

Se ordiniamo le ucronie elencate sopra in base alla data di pubblicazione, escludendo Tito Livio, che si discosta troppo temporalmente dalla altre allo storie, otteniamo il seguente grafico, che presenta alle ordinate l’anno di uscita del libro e alle ascisse il numero di volumi usciti fino a quel momento.

Andamento ucronie

 

Abbiamo così ottenuto una curva che mostra un netto intensificarsi della produzione ucronica dagli anni ’80 del secolo scorso e ancor più nel secolo corrente.

Se raggruppiamo la produzione per decenni, il risultato è ancora più evidente:

L’ucronia sta, dunque, acquistando popolarità, se non tra i lettori, almeno tra gli scrittori?

Leggi anche:

–          Ucronia, la Storia sognata

–          Il Colombo divergente

–          Giovanna e l’angelo

–          Ucronie per il terzo millennio

–          Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale

–          Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati

–          Tutti i post sulle ucronie

–          romanzi con una divergenza preistorica

–          La svastica sul sole

–          Invasione

–          Fatherland

–          Il Libro degli Yilané

–          Il mondo perduto

–          22/11/’63

–          Darwinia

–          Bastardi senza gloria

–          Lost

–          Dylan Dog

–          Shrek Forever After

–          IF – Insolito & Fantastico

–          Il Vangelo secondo Gesù Cristo

–          L’Ultima Tentazione di Cristo

–          Finzioni

–          Nero italiano

–          L’inattesa piega degli eventi

–          Roma eterna

–          Quali sono i principali romanzi ucronici (vecchio elenco)

–          Cos’è un ucronia? (precedente versione di questo post)

UCRONIA, LA STORIA SOGNATA

A quanto pare sono in pochi a sapere cosa sia l’ucronia e questo non mi stupisce, perché il termine non si può certo dire dei più usati, eppure il genere letterario che rappresenta è ricco di possibilità creative e sta cominciando a riscuotere discreti successi. A dir il vero, quando pubblicai il mio primo romanzo ucronico, “Il Colombo Divergente”, nel 2001, il termine mi pareva ancora meno noto di oggi.

Vorrei allora non solo cercare di fare un po’ di chiarezza su questo misterioso vocabolo, ma anche spezzare una lancia a favore di questo genere letterario che meriterebbe ben altri spazi, essendo estremamente ricco di possibilità creative.

Risultati immagini per Charles Renouvier

Charles Renouvier

L’ucronia, che si pone a metà strada tra la fantascienza e il romanzo storico, mediante eventi immaginari o scelte mai fatte, modifica la Storia, rendendola diversa. Ne presenta dunque al lettore una versione alternativa. Non una sua diversa interpretazione, ma proprio un diverso svolgimento delle vicende storiche. Crea dunque un mondo nuovo in cui ambientare la trama della narrazione, un universo divergente in cui gli eventi hanno preso una diversa piega.

L’ucronia è narrazione del “se”, del “what if”. Descrive come sarebbe stato il mondo se qualcosa nel passato si fosse svolto diversamente. Racconta, per esempio, come sarebbe stata l’Italia se non ci fosse stata la Seconda Guerra Mondiale, oppure come sarebbe stata la Francia se Napoleone non fosse andato in esilio o Giovanna D’Arco non fosse morta sul rogo (come in “Giovanna e l’angelo”) o come sarebbe stato il mondo se Cristoforo Colombo fosse sbarcato in Messico e fosse stato fatto prigioniero degli aztechi (come ne “Il Colombo divergente”).

Secondo Wikipedia:

“L’ucronìa è una forma di narrativa che tratta di un mondo la cui Storia si è differenziata dalla Storia comunemente conosciuta, sostituendo a degli eventi storicamente avvenuti degli eventi ipoteticamente possibili.

Il termine deriva dal greco e significa letteralmente “nessun tempo” (da ou = non e chronos = tempo), per analogia con utopia che significa nessun luogo, e indica la narrazione letteraria, grafica o cinematografica di quel che sarebbe potuto succedere se un preciso avvenimento storico fosse andato diversamente. Il termine è stato coniato dallo scrittore francese Charles Renouvier in un testo apparso nel 1857 che intendeva ricostruire la storia europea quale avrebbe potuto essere e non è stata” (“Uchronie, l’utopie dans l’histoire”).”

Suoi sinonimi possono essere “allostoria” e “storia alternativa” e, direi io, anche “fantastoria”.

L’ucronia non è, però, solo un genere letterario. C’è anche chi si occupa di storia alternativa al solo fine di esaminarne le possibili varianti, senza alcun intento letterario (qualcuno ha persino scritto un elenco di possibili ucronie).

Il genere, cui a volte si nega una propria autonomia, viene spesso considerato come parte della fantascienza.

Antichi romani con automobili

Romani ucronici

Ha, però caratteristiche sue proprie molto marcate e penso sarebbe giusto considerarlo come un genere a sé, essendo a volte assai più vicino al romanzo storico che non alla fantascienza.

In inglese pare che sia noto come “counterfactual history” o “alternate history”: per una volta almeno i termini “mediterranei” sembrano però più sintetici e suggestivi, percui lasciamo pure da parte gli anglicismi.

Il più antico esempio di ucronia si può forse trovare in Tito Livio (“Libro Nono ab urbe condita”).

Tra i maggiori scrittori di ucronie si ricordano Philip Dick (“La svastica sul sole”), Harry Turtledove (“Basyl Argyros”, i cicli di “Invasione” e “Colonizzazione”, “Dramma nelle Terrefonde” e “Per il trono d’Inghilterra”), Robert Harris (“Fatherland”), Philiph Roth (“Il complotto contro l’America”), Harry Harrison (“Il Libro degli Yilané, Gli Dei di Asgard, “Tunnel negli abissi, A Rebel in Time”) e addirittura un improbabile Winston Churchill (“Se Hitler avesse vinto la guerra”e“Se Lee non avesse vinto la battaglia di Gettysburg).

Fino a dove può spingersi l’ucronia senza diventare fantascienza o pura fantasia? I confini sono incerti. Come possiamo considerare del tutto assurdo che gli alieni avrebbero potuto interrompere la Seconda Guerra Mondiale come racconta Turtledove? La loro esistenza non è, infatti, provata ma neanche esclusa.

Forse, invece, immaginare un’Inghilterra in cui esiste la magia, come fa Susanna Clarke, è più forzato ancora e romanzi simili andrebbero considerati solo “fantasy”.

Philip Dick

Philip K. Dick

In linea di massima se la Storia viene alterata con una Macchina del Tempo dovremmo immaginare di essere nella fantascienza. Ma se, come immagina Ward Moore, il romanzo è già ambientato in un Passato Alternativo e la Macchina del Tempo ci riporta al nostro flusso temporale, siamo nell’ucronia o nella fantascienza?

Se è vero che l’ucronia riguarda la Storia e che la Storia ha inizio con l’invenzione della scrittura, è giusto definire ucronie romanzi con una divergenza preistorica come “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne o “Il mondo perduto” di Conan Doyle?

Se lo fosse, si tratterebbe, in effetti, di racconti assai prossimi alla fantascienza, dato che la divergenza, riguardando i processi evolutivi, porterebbe a risultati talmente “rivoluzionari” da essere difficilmente accettabili come plausibili. Mi piace definire questi libri “preucronie”.

Lasciate, per finire, che ve ne dia una definizione del tutto personale e un po’ “poetica”: l’ucronia è il sogno della Storia, come scrivo nell’antologia da me curata “Ucronie per il terzo millennio”. È la Storia sognata da ciascuno di noi.

Leggi anche:

–          Il Colombo divergente

–          Giovanna e l’angelo

–          Ucronie per il terzo millennio

–          Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale

–          Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati

–          Tutti i post sulle ucronie

–          romanzi con una divergenza preistorica

–          La svastica sul sole

–          Invasione

–          Fatherland

–          Il Libro degli Yilané

–          Il mondo perduto

–          22/11/’63

–          Darwinia

–          Bastardi senza gloria

–          Lost

–          Dylan Dog

–          Shrek Forever After

–          IF – Insolito & Fantastico

–          Il Vangelo secondo Gesù Cristo

–          L’Ultima Tentazione di Cristo

–          Finzioni

–          Nero italiano

–          L’inattesa piega degli eventi

–          Roma eterna

–          Quali sono i principali romanzi ucronici (vecchio elenco)

–          Cos’è un ucronia? (precedente versione di questo post)

–          I principali romanzi ucronici. Tentativo di elenco (nuovo)

JACOPO FLAMMER LETTO A SCUOLA

Vorrei ringraziare la maestra e i ragazzi della classe 4 di una scuola primaria (di cui per ragioni di privacy ritengo sia bene non citare il nome) che hanno letto in classe il libro e mi hanno fatto avere, con mio grande piacere, alcuni disegni e commenti, che riporto qui sotto. Ho lasciato i nomi dei bambini, ma ho cancellato i cognomi, sempre per rispetto della loro privacy.
Credo che i giudizi dei bambini siano molto importanti, innanzitutto perché questo libro è stato scritto proprio per loro, ma perché credo siano i più sinceri e spontanei.
Faccio anche i miei complimenti all’insegnante, per averli interessati e coinvolti e averli fatti partecipare in modo così attivo al libro.
Spero mi possano seguire anche nella lettura del prossimo volume (che in molti mi chiedono), anche se per ora è solo on-line (si può leggere su Spazio Autori nel Laboratorio di Scrittura di Liberodiscrivere).
Se loro o altri volessero contribuire a scrivere il prossimo episodio, potranno farlo nel Gruppo per il Web-editing di anobii.
I pensieri dei bambini potranno certo aiutarmi a realizzare un romanzo che vada maggiormente incontro ai loro gusti.
 

Caro signor Carlo, abbiamo letto il suo primo libro di Jacopo Flammer e mi è piaciuto molto perché accadono fatti divertenti e imprevisti.

I miei personaggi preferiti sono stati Elisa perché era simpatica e cortese e Ortuz perché faceva ridere quando parlava.
Il suo prossimo libro mi piace già dal titolo perché il mio animale preferito è il suricato, quindi spero che leggiamo presto le sue avventure.
Tanti saluti da SOFIA C. (9 anni)

  

Caro signor Carlo, il libro mi è piaciuto perché è ricco di avventure e fantasia. Tra i personaggi ho preferito Ortuz perché mi piace come si esprime e mi suscita tanta simpatia. Il secondo libro delle avventure di Jacopo Flammer spero che sia piacevole come il primo e per questo lo aspetto.

Tanti saluti da NUNZIO ( 8 anni)

  

Caro signor Carlo, il tuo libro mi è piaciuto tanto. Io ho preferito la prima parte della storia, poi a metà non mi stava piacendo tanto, però alla fine, è stato bellissimo.

I personaggi che mi sono piaciuti di più sono l’orso Ortuz e i suricati.

Il libro è troppo bello! Vorrei ascoltare anche l’altro libro e spero che sarà presto.

Tanti saluti da ELENA (9 anni)

  

 
Caro signor Carlo, mi è piaciuto molto il suo primo libro e ho trovato carini tutti i personaggi della storia e anche molto divertenti.Non vedo l’ora di leggere il continuo del libro e sono in attesa.I personaggi che ho preferito sono stati Elisa e Jacopo perché erano coraggiosi e Ortuz perché è stato gentile e generoso con i ragazzi e poi mi faceva ridere quando parlava.Tantissimi saluti da me: ANNALISA (9 anni)

 

Caro signor Carlo, il suo libro non mi è piaciuto tanto perché c’è troppa guerra e non c’è un po’ d’amore. Tu non sei un po’ romantico? Sai parlare solo di guerra?

Comunque tra i personaggi quelli che ho preferito sono stati i nonni, Jacopo ed Elisa perché erano i più simpatici.

Ad ogni modo sono curiosa di leggere il tuo nuovo libro perché comunque scrivi bene.

Cordialissimi saluti da NOEMI ( 9 anni)

  

 

 

 Caro signor Carlo, mi è piaciuto molto il tuo racconto perché è avventuroso e perché c’è la fantascienza.

Tra i personaggio descritti nel tuo libro, il mio preferito è stato Ortuz. Mi è piaciuto perché dice che il nonno Erasmo gli ha insegnato molto bene a parlare con gli umani, ma in realtà parla in un modo strano e fa ridere.

Ma quanto dura il compleanno di Jacopo? Ho perso il senso del tempo!

Ti saluto e spero che finirai presto il seguito del racconto perché sono curiosa di sapere come va a finire.

Un saluto da VALERIA (9 anni)

 

 
 

Caro signor Carlo, il tuo libro mi è piaciuto tanto, ma tanto, soprattutto quando è iniziata l’avventura di Jacopo. Il personaggio che ho preferito è stato il velociraptor Gruhum perché è veloce e furbo proprio come me.

Alla fine signor Carlo vorrei leggere un’altra avventura di Jacopo Flammer e aspetto.

Un saluto da LUCA ( 8 anni)

 

Caro signor Carlo, la maestra ci ha letto il tuo libro di Jacopo Flammer e ti devo dire che è bellissimo perché a me piacciono i libri fantastici.

Tra i tuoi strani personaggi ho preferito Ortuz perché parla in modo buffo e ridicolo.

Sono molto curioso di sapere quali avventure capiteranno nel prossimo libro a Jacopo, ma vorrei farti una domanda: come fa Jacopo ad essere telepatico?

Mi è piaciuto molto il finale, ma aspetto il seguito.

Saluti da MATTIA (9 anni)

 

Caro signor Carlo, il libro mi è piaciuto molto perché era molto avventuroso.Il personaggio che mi è piaciuto di più è stato Ortuz perché era divertente e parlava strano. Infatti quando la nostra maestra leggeva ciò che diceva Ortuz, tutti si mettevano a ridere, compresa me. Non vedo l’ora di sentire il seguito.Cordiali saluti da ALESSIA (9 anni)  

 

Caro signor Carlo, il tuo libro mi è piaciuto perché parla di cose che noi abbiamo studiato in terza. Il personaggio che mi è piaciuto di più è stato il professore suricato e l’orso Ortuz.

Il suricato perché era piccolo, ma molto intelligente, e l’orso Ortuz perché è stato gentile e poi mi faceva ridere quando parlava.

lo vorrei leggere anche l’altro tuo libro delle avventure di Jacopo Flammer per vedere come va a finire la storia.

Tanti saluti da SOFIA M. (9 anni)

  

Caro signor Carlo, la nostra maestra ci ha letto il tuo libro e mi è piaciuto tantissimo.

Tra i personaggi quello che ho preferito è stato l’orso Ortuz perché era simpatico e gentile, ma anche Jacopo Flammer perché ascoltava ciò che Ortuz e gli altri guardiani dicevano.

Sei stato proprio bravo a scrivere il libro, bravo veramente!

Ciao da AMBRA (9 anni)

 

Caro signor Carlo, il suo libro è stato veramente bello e sono rimasto colpito dal fatto che lei non fa lo scrittore come lavoro.

Il racconto da lei così ben scritto mi è piaciuto perché c’erano molti colpi di scena e sorprese a non finire.

Il personaggio che ho preferito è stato Gruhum, il terribile velociraptor, perché senza di lui non ci sarebbero stati i colpi di scena e la storia sarebbe risultata noiosa.

Inoltre la comparsa di Gruhum ha trasformato il paesaggio da un ambiente tranquillo ad uno movimentato, usando addirittura le armi da fuoco e i fucili laser.

Aspetto con ansia il seguito e la saluto.

GIACOMO (9 anni)

 

 

Caro signor Carlo, il tuo libro mi è piaciuto molto. È veramente bello perché fin dall’inizio la storia ti prende e non ti annoia. Magari però avresti potuto parlare un po’ più dei nonni perché dall’attacco dei raptor non si sa più niente di loro.

Ma, a parte questo, il racconto fila che è una meraviglia, i personaggi sono descritti bene e compiono avventure che quasi tutte hanno un lieto fine tranne per i poveri Tiger e Goyle . Un altro episodio di cui ti vorrei parlare è quando Boss ritrova i due bambini preistorici; secondo me era meglio se Boss e i due bambini fossero rimasti con il Popolo delle Cascate, visto che il loro accampamento era stato distrutto.

Mi piacerebbe anche sapere che fine fanno il professore e l’orso Ortuz e spero che tu lo descriverai nel prossimo episodio che spero di leggere presto.

Tanti saluti e grazie per il tuo bel racconto.

FRANCESCO (9 anni)

  

 
 
Caro signor Carlo, in classe abbiamo letto il suo libro e a me è piaciuto tanto perché parlava di avventure preistoriche.Il mio personaggio preferito è stato l’orso Ortuz perché parlava in quello strano modo e faceva ridere. Spero di leggere il suo nuovo libro su Jacopo Flanmmer.Saluti da MARTA (9 anni) 

Carissimo signor scrittore, abbiamo letto il suo libro in classe, veramente ce l’ha letto la maestra Gabriella, ma questo non è importante, volevo dirle che il suo libro mi è piaciuto tanto perché parlava di fantascienza mischiata alla preistoria.

Tra tutti i personaggi quelli che mi sono piaciuti di più (veramente mi sono piaciuti tutti) sono i suricati perché sono carini e sono stati gentili con Jacopo, Marco ed Elisa.

Non vedo l’ora di leggere il seguito e scoprire le nuove avventure di Jacopo.

Tanti saluti da MARTINA (9 anni)

 

 

Caro signor Carlo, il suo libro mi è piaciuto molto, in particolare quando i suricati hanno trovato la grotta sotterranea e quando si sono nascosti da Gruhum. Non mi è piaciuto però quando il figlio di Gruhum viene ucciso. Non poteva essere ucciso Gruhum al posto del figlio e il figlio si vendicava?

Comunque i miei personaggi preferiti sono stati Goloso e Chiara perché mi piacciono le avventure di scimmie. Spero che il secondo volume uscirà presto.

Tanti saluti e alla prossima lettura MARIA-CHIARA (9 anni)

  

Carissimo signor Carlo, questo libro mi è piaciuto un sacco, perché parla dell’era dei dinosauri e degli uomini primitivi. Il mio personaggio preferito è Ortuz perché parla strano e ridicolo.

Spero che la maestra ci legga presto il seguito.

Ti saluto dicendoti che sei proprio un bravo scrittore.

Ciao da CHRISTIAN (9 anni)

 

 

Caro signor Carlo, il suo libro è stato fantastico! Mi ha trasportato nel mondo della fantasia e dell’avventura e sembrava che io fossi lì.

Tra i personaggi ho preferito Elisa perché non ho mai visto una bambina coraggiosa come lei e io mi sono immedesimata nel suo personaggio.

Non vedo l’ora di leggere il suo secondo libro che racconta l’avventura di Jacopo Flammer nella terra dei suricati. Speriamo di leggerlo presto.

Tanti saluti da VICTORIA (9 anni)

 

 

 Caro signor Carlo, mi è piaciuto molto il libro che ha letto la maestra, perché era una bellissima storia di azione.

Il mio personaggio preferito è Ortuz perché fa ridere ed è buono.

Molti saluti da SARA (8 anni)

__________________________

AI BAMBINI DELLA 4^ A:

Cari ragazzi, i vostri disegni sono bellissimi e ho anche apprezzato molto i vostri commenti. Sono contento che il romanzo vi sia piaciuto. Il seguito non so quando sarà pubblicato, ma intanto lo potete leggere su internet. La storia l’ho già scritta tutta, ma potreste ancora aiutarmi a migliorare qualcosa, come quando Maria Chiara mi ha suggerito di far morire Gruhum invece del figlio (Gruhum però è più cattivo, così Jacopo avrà un avversario più forte contro cui lottare, non trovi?) o quando Noemi mi suggerisce di scrivere qualcosa di più romantico (e io che pensavo che alla vostra età le storie romantiche non piacessero!) o quando Francesco suggerisce di far restare Boss e i due bambini presso il Popolo delle Cascate (magari ci torneranno, chissà!). 

Vorrei dire a Francesco di non temere, perché nel prossimo episodio troverete ancora Ortuz e il Professor Siiiak. 

Hai ragione, Valeria, qui si perde proprio il senso del tempo! In tutto il libro passano solo dieci giorni, ma accadono talmente tante cose che sembra molto di più e poi ci sono i salti nel passato e il fatto che Jacopo e i suoi due amici vengono da epoche diverse! Con i viaggi nel tempo può capitare anche di peggio!

Vorrei dire a Mattia che Jacopo diventa telepatico, perché i raptor hanno questo strano potere e sono capaci di trasmetterlo alle loro vittime. E’ come se gli mettessero un cellulare in testa, con il quale le possono rintracciare. Però, proprio come un cellualre, ora la testa di Jacopo è in grado di sentire anche i pensieri degli altri. Non ha ancora imparato a usare bene questo suo potere, percui sente solo pochi pensieri e, comunque, percepisce più delle sensazioni che non delle frasi. Queste, come sai, sono tutte cose di fantasia. La trasmissione del pensiero è una cosa molto divertente, ma non credo sia davvero possibile.

Spero che a Marta, Sara, Christian, Alessia, Mattia, Valeria, Sofia M., Sofia C., Nunzio e a tutti quelli cui  è piaciuto il modo di parlare di Ortuz, possa piacere anche quello dei personaggi di “Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati”, perché lì troverete una specie di tigre che parla per negazioni, un porcello che ha in mente solo il cibo, una scimmia che sembra un oratore e un coccodrillo che parla come un burocrate. Oltre al nostro amico orso, ovviamente.

Sono contento che a Giacomo e Luca sia piaciuto anche l’intelliraptor Gruhum e spero che non vi abbia spaventato (non direi, vero?). Sono anche convinto che voi siate anche più furbi di lui.

Chi si è affezionato ai suricati, come Sofia C., Martina ed Elena, ne troverà molti altri nel prossimo libro, dedicato proprio a loro.

Quanto a Noemi e Francesco, vedrete che i nonni avranno ancora spazio nel prossimo libro, in cui andranno in un posto incredibile, pieno di esseri stranissimi, chiamato Govinia.

Spero che oltre a esservi divertiti, abbiate potuto ripassare o imparare qualcosa della vita degli uomini preistorici (come scrive Ambra). Si tratta, infatti, di una storia fantastica e penso che vi sia piaciuta soprattutto per questo, come notano Nunzio, Mattia e Victoria, ma quando descrivo la vita degli uomini primitivi (home aesarniensis) quello che leggete è vero o, meglio, è proprio così che gli studiosi pensano vivessero gli uomini in Molise 750.000 anni fa.

Sofia C., Luca, Alessia, Giacomo, Victoria e Sara vedo che hanno apprezzato il fatto che sia un libro pieno di avventure e colpi di scena. Credo che sia questo a rendere un libro divertente, anche quando non ci sono vere scene comiche. Quando scrivo cerco sempre di mostrare i personaggi in azione, in movimento. Le storie vanno mostrate più che descritte. Le vostre parole mi fanno sperare di esserci riuscito abbastanza.

Infine, vorrei dire a Giacomo che capisco la sua sorpresa nello scoprire che chi scrive libri a volte (in realtà quasi sempre) fa un altro lavoro. Purtroppo, solo alcuni autori famosi possono guadagnare abbastanza da vivere solo vendendo libri. Io questo lo sapevo già quando andavo a scuola, però mi piaceva scrivere e così ho studiato molto e ho deciso di trovarmi un buon lavoro con cui vivere e poi scrivere nel tempo libero. Se non avessi un buon lavoro, probabilmente non potrei scrivere affatto! Certo, se fossi uno scrittore famoso e non fare altre cose, potrei dedicare molto più tempo ai libri e scriverne molti di più (ora magari avreste già dieci libri di Jacopo Flammer da leggere!). Questo mi piacerebbe molto, ma per farlo bisogna che leggiate in molti i miei libri, per cui, se vi va, dite ai vostri amici che vi piacciono!

Ancora grazie a tutti a scrivetemi ancora.

CARLO (48 anni)

Leggi anche:

Ucronie per il Terzo Millennio letto al Liceo

GAUDI, IL GENIO IN ARCHITETTURA

Gaudì - Sagrada Familia

Gaudì – Sagrada Familia
(Foto di Carlo Menzinger)

Gaudì - Casa Battlò

Gaudì – Casa Battlò
(Foto di Carlo Menzinger)

Ho acquistato la guida “Gaudì – Introduzione alla sua architettura” di Juan- Eduardo Cirlot sull’opera di Gaudì durante una gita fatta a Barcellona a fine 2009, durante la quale ho potuto visitare alcune delle opere qui descritte, quali la Sagrada Familia, Palazzo e Parco Güell, Casa Batllò… Cosa sarebbe Barcellona senza Gaudì?

Come si dice nel volume Gaudì è stato un genio nel senso originario del termine, “colui che genera”, per aver saputo creare una forma di architettura nuova, che supera i vincoli delle linee rette, delle geometrie precise, del monocromatico, perché “la Natura non ci presenta nessun oggetto in maniera monocromatica, del tutto uniforme per ciò che riguarda il colore, né nella vegetazione, né nella geologia, né nella topografia, né nel regno animale”, come scrive l’architetto (pag. 21).

Gaudì - Park Guell

Gaudì – Park Guell
(Foto di Carlo Menzinger)

Antoni Gaudì

Antoni Gaudì

I suoi edifici si inseriscono nella natura, i suoi colonnati sembrano foreste, i suoi comignoli strane piante o creature sottomarine, i suoi muri onde. Gaudì costruisce nella natura imitando la natura e stravolgendo i criteri classici e noi, forse troppo condizionati dai canoni greco-romani, ci meravigliamo e ammiriamo la sua opera, ma non riusciamo a prenderla sul serio, a trarne un insegnamento. Forse anche per motivi economici. Costruire case a forma di cubo, di certo costa meno che costruire edifici in cui ogni finestra è diversa dalle altre, in cui le pareti si curvano sinuose, in cui nulla è regolare e standard, industrializzabile e duplicabile.

Genio troppo moderno, al punto di essere antico, artigianale più che industriale, elitario più che di massa.

Eppure sono geni come lui che rendono città come Barcellona speciali e la nostra vita meno noiosa.

Firenze, 07/02/2011

I romanzi dei cicli asimoviani in ordine cronologico degli eventi narrati

Isaac Asimov

Isaac Asimov

Da ragazzo, diciamo ai tempi delle medie e per parte del liceo, ho letto numerosi romanzi di Asimov, autore che amavo molto, al punto che, attorno ai quindici anni per un po’ portai dei basettoni come i suoi (gli occhiali già li avevo).

All’epoca però Asimov ancora non aveva collegato tra loro i vari cicli e molti volumi ancora non erano stati scritti.

Ho pertanto deciso di rileggere almeno le opere connesse, seguendo questa volta l’ordine cronologico degli eventi narrati, che ho riprodotto qui di seguito (non quello cronologico di scrittura, che, come vedete, differisce molto).

In vari casi si tratterà di riletture, ma per le opere scritte dopo la metà degli anni ’80 (presi la maturità classica nel 1983), si tratta di scoprire il testo per la prima volta.

Sono partito da alcuni lavori fuori ciclo, compreso Nemesis, che Asimov dichiara espressamente non avere nulla a che fare con i cicli, ma che ha vari aspetti che li richiamano e ho ora cominciato a leggere il Ciclo dei Robot.

Ecco qui l’elenco delle opere. Vi prego di segnalarmi eventuali errori, anche per non sbagliare l’ordine di lettura.

FUORI CICLO

*La fine dell’eternità (The End of Eternity, 1955), Urania n.119, 1956
*Tutti i miei robot (Io robot, Il secondo libro dei robot e racconti vari – Contiene 31 storie scritte fra il 1940 e il 1977) (The Complete Robot, 1982), per I Massimi della Fantascienza n.9, Mondadori, 1985
*Nemesis (Nemesis, 1989), Mondadori, 1990

*Madre Terra (Mother Earth, 1949) racconti incluso in “Asimov Story 4”

ROBOT

*Abissi d’acciaio o Metropoli sotterranea (The Caves of Steel, 1953), Urania n.55, 1954

*Il sole nudo (The Naked Sun, 1956), Urania n.161, 1957

*Immagine speculare – racconto – Immagine speculare (Mirror image, 1972), in Visioni di robot e in “Il meglio di Asimov

*I robot dell’alba (The Robots of Dawn, 1983), Urania n.1009, 1985

*I robot e l’Impero (Robots and Empire, 1985), Mondadori Altri Mondi n.1, 1986

IMPERO

*Il Tiranno dei Mondi o Stelle come polvere (The Stars, Like Dust, 1951), Urania n.3, 1953
*Le Correnti dello Spazio (The Currents of Space, 1952), Mondadori, 1955
*Paria dei Cieli (Pebble in the Sky, 1950), Urania n.20, 1953

FONDAZIONE

* Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation, 1988), Mondadori, 1989

* Fondazione anno zero (Forward the Foundation, 1993), Urania n.1287, 1996
* Fondazione o Cronache della galassia o Prima fondazione (Foundation, 1951), Urania n.317 bis, 1963
* Fondazione e Impero o Il crollo della galassia centrale (Foundation and Empire, 1952), Urania n.329 bis, 1964

* Seconda Fondazione o L’altra faccia della spirale (Foundation and Empire, 1952), Urania n.329 bis, 1964
* L’orlo della Fondazione (Foundation’s Edge, 1982), Mondadori Oscar Fantascienza, 1985

* Fondazione e Terra (Foundation and Earth, 1986), Mondadori, 1987

FINALMENTE UN REALITY DOVE I PARTECIPANTI VENGONO ELIMINATI DAVVERO!!

IL REALITY DEI GLADIATORI

Hunger Games - Simona Brogli,Fabio Paracchini,Suzanne Collins - ebookHunger Games” di Suzanne Collins racconta di un futuro distopico in cui il mondo abitato, a seguito di guerre devastanti, è ridotto a una capitale (banalmente definita Capitol City) e 12 Distretti, più un tredicesimo che fu distrutto anni prima.

Capitol City, dopo le ribellioni di circa 75 anni prima domina i Distretti con pugno di ferro e, come un futuribile Minotauro, richiede il sacrificio mediatico, rituale e ricorrente, di alcuni giovani. Ogni Distretto deve fornire ogni anno un ragazzo e una ragazza, che vengono sorteggiati il Giorno della Mietitura. I 24 tributi così scelti si affronteranno in arene ogni anno diverse e solo uno di loro potrà uscirne vivo. Insomma, nulla di nuovo, sembrerebbe: i soliti giochi gladiatori.

La differenza rispetto al Panem (nome, guarda caso, della nazione che riunisce i Distretti) et Circenses di romana memoria è che lo spettacolo si guarda da casa in TV, comodamente seduti in poltrona, e somiglia tragicamente a un reality, con le sue interviste, con i tributi/ candidati che vengono eliminati uno a uno, con le recite dei partecipanti. A differenza de “L’Isola dei Famosi” qui la gente, anziché fare una dieta forzata, muore davvero di fame, quando non ci pensano le insidie dell’arena e i gli altri tributi / gladiatori a eliminarli.

Suzanne Collins

Suzanne Collins

Il romanzo può essere letto dunque anche come una critica del sistema mediatico, dei reality e della TV Spazzatura.

Non è per questo però che mi piaciuto. Innanzitutto è una storia emozionante. La protagonista Katniss riesce più volte a colpire la sensibilità del lettore. Nel terzo volume della serie che inizia con questo romanzo, quando i ribelli si interrogano su cosa abbia fatto Katniss per farsi amare dal pubblico, Suzanne Collins fa persino un elenco dei trucchi mediatici utilizzati dalla sua eroina (e da lei stessa! – facendoci capire quanto l’autrice stessa sia ben consapevole che certe scene sono costruite ad arte per emozionare i lettori). Se non si fa caso a questo, in effetti, il trucco funziona!

Personalmente quello che ho amato di più è l’ambientazione. L’arena non somiglia affatto a un circo romano: è uno spazio selvaggio, con lago e boschi. I tributi lottano tra loro, ma anche per sopravvivere nella natura, con la natura e, persino, contro la natura. È il grande scontro tra l’uomo e questa. Il ritorno alle origini. Quello che fa grandi romanzi come il ciclo di “Ayla, Figlia della Terra” della Auel, cui ho pensato spesso leggendo queste pagine, vista la somiglianza tra le protagoniste, o mie letture più recenti come “La Bambina che amava Tom Gordon” di King (qui la protagonista è persino più giovane), “Darwinia” di Wilson o gli infiniti episodi delle sei stagioni di Lost, per non parlare di classici per ragazzi come “Robinson Crusoe” di Defoe, “L’Isola Misteriosa” di Verne e di tutti i naufragi possibili o tutti i sopravvissuti immaginabili, come il padre e figlio de “La Strada” di McCarty o il protagonista di “Io sono leggenda” di Matheson.

VENTO DI RIVOLTA NELL’ARENA

Hunger Games - the movie

Hunger Games – il film

Nel secondo volume della serie ideata da Suzanne Collins, “La Ragazza di Fuoco”, gli organizzatori dei Giochi della Fame (Hunger Games), poiché si sono trovati incastrati, da un trucco della tenace Katniss, a proclamare, per la prima volta in 74 anni, due vincitori (e quindi due sopravvissuti) anziché uno, decidono di vendicarsi di lei, proclamando, in occasione del settantacinquesimo anniversario dei giochi, l’Edizione della Memoria, una competizione non più tra ventiquattro ragazzi “qualunque”, ma tra ventiquattro tributi/ gladiatori, un maschio e una femmina per ogni Distretto, selezionati tra i vincitori delle precedenti edizioni. Poiché Katniss è la sola ragazza in vita ad aver mai vinto per il Dodicesimo Distretto, il suo sorteggio è automatico. Assieme a lei scenderà a combattere per lo stesso Distretto anche l’amato Peeta. Questa volta non ci dovranno essere eccezioni: uno solo ne uscirà vivo. I due innamorati (ma Katniss è combattuta tra il nuovo amore Peeta e il vecchio amico Gale) dovranno accettare che uno dei due muoia. Ciascuno di loro cerca di tenere in vita l’altro.

Suzanne Collins - La Ragazza di Fuoco

Suzanne Collins – La Ragazza di Fuoco

Anche questa volta c’è un trucco finale, sempre a opera di Katniss, che fa saltare l’intera arena. Come un deus-ex-machina arrivano i ribelli a salvare i tributi sopravvissuti e si portano via Katniss. Anche Peeta è vivo.

In questo secondo volume, dunque, alla trovata del reality gladiatorio e alla lotta dell’uomo (o della ragazza) contro la Natura, si aggiunge l’insurrezione dei Distretti contro la tirannia decadente di Capitol City.

In questi tempi in cui in Italia e buona parte d’Europa si respira un’aria pesante e la protesta monta, non stupisce che anche questo episodio abbia saputo emozionare il pubblico, sempre più desideroso di svolte rivoluzionarie che tolgano di torno una classe politica ladra e corrotta, non molto dissimile dai molli ma crudeli abitanti di Capitol City. Ci si stupisce dunque quasi che Suzanne Collins viva nel Connecticut e non in qualche provincia italiana.

La Ragazza di Fuoco”, essendo un sequel, presenta alcune parti un po’ ripetitive, che servono a ricordare a chi avesse letto troppo tempo prima o non abbia letto affatto “Hunger Games”, cosa sia accaduto nel primo romanzo. I protagonisti, poi, non sono tutti giovani e questo si sente. Inoltre, la divisione in tre parti/ ambienti (il tour dei Distretti, la gara nell’arena e la ribellione), rende l’opera meno omogenea, unitaria e scorrevole del primo romanzo. Il finale sospeso, rende infine (purtroppo) indispensabile procedere con la lettura del volume successivo “Mockinjai” o “Il Canto della Rivolta”.

 

Firenze, 17/06/2012

L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

 

Mockinjai” o “Il Canto della Rivolta” è il terzo volume della serie “Hunger Games” ideata da da Suzanne Collins e ci fa scoprire la potenza e la debolezza del perduto Tredicesimo Distretto, che nel primo volume credevamo distrutto per sempre. Qui veniamo a sapere che per 75 anni i suoi abitanti sono sopravvissuti nascondendosi sotto terra e creando armi sempre più potenti e ora sono in grado di fronteggiare la supremazia tirannica di Capitol City. Sono loro a guidare i ribelli che hanno salvato Katniss e gli ultimi Tributi sopravvissuti durante l’Edizione della Memoria degli Hunger Games. Katniss scoprirà però che la loro organizzazione non è meno rigida e severa di quella di Capitol City e mostrerà ancora una volta il suo spirito ribelle.

Anche questo terzo volume riesce a essere coinvolgente, ma l’idea di trasformare la vittima sacrificale/ gladiatrice Katniss in un simbolo mediatico della rivolta (un Mockingjai) e farla di nuovo affiancare da uno staff di costumisti e truccatori come durante lo spettacolo degli Hunger Games appare assai meno credibile e comunque come una variante di un’idea ormai già pienamente sfruttata.

Anche il suo conflitto interiore tra l’amore/amicizia verso Gale e l’amore/rivalità verso Peeta cerca nuove strade, ma convince assai meno che nei precedenti episodi.

Da una lettura complessiva della serie si ricava l’impressione che un volume solo, il primo, con una ventina di pagine conclusive in più sarebbe in fondo bastato.

Firenze, 8/7/2012

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: