Archive for gennaio 2022

ASCIA-SHINING

Libro vs Film - Shining | Books Room

Se ho già visto il film da cui è tratto un libro, sono più restio a leggerlo. Così mi sono ridotto a leggere solo ora “Shining” (1977) di Stephen King, da cui fu tratto nel 1980 il film cult girato da Kubrik con Jack Nicholson come protagonista. Un grande film che rimane impresso nella memoria anche dopo tanti anni.

Finalmente, mi è parso fosse ormai sufficientemente sfumato nella memoria da poter affrontare il romanzo. Del resto, nel frattempo, è andata crescendo la mia ammirazione per questo autore e mi pare delittuoso non leggere almeno tutte le sue opere principali.

Certo avevo ancora ben in mente le due sorelle fantasma vestite uguali, i lunghi corridoi dell’hotel che

Trama e recensione del libro "Shining" di Stephen King

Danny percorreva con la sua automobilina a pedali, la scena di Jack Torrance che sfonda la porta del bagno con l’ascia, ma il ricordo dell’insieme si era finalmente perso.

Innanzitutto, sono tornato a riflettere sul titolo, che da ragazzino, quando vidi il film, non credo mi fossi mai preoccupato di tradurre in alcun modo. Il suono “Shining” mi riportava quello della parola “Ascia” e tanto bastava. Ascia-shining, assassino

Nel film si spiegava, invero, che gli “Shining” sono le visioni paranormali del piccolo Danny e degli altri personaggi. In inglese, però, vuol dire “brillante, lucente”. Non so se possa essere in qualche modo collegato a visioni o telepatia. Interpretazione di King, insomma.

Ebbene, il libro mi è apparso subito diverso da quanto mi era rimasto del film: molto più ricco e articolato, con rimandi al passato dell’hotel, dello scrittore Jack Torrance, della sua famiglia.

A metà del libro, quindi, ho ceduto alla curiosità e sono tornato a vedere il film di Kubrick.

In effetti, quelle differenze ci sono. È diversa anche la trama e persino il finale.

King ci porta dentro la vicenda raccontandoci l’infanzia del padre di Danny, le drammatiche vicende dell’hotel, le tensioni tra Jack e sua moglie Wendy, mentre il film si apre con Jack che attraversa in auto splendidi paesaggi di montagna, del tutto deserti, con l’auto vista sulla strada vuota dall’alto. Il regista sembra quindi privilegiare l’impatto psicologico del luogo isolato, mentre lo scrittore punta di più sui precedenti psicologici dei personaggi e sull’influsso malefico dell’hotel, luogo maledetto dalla violenza che lo ha attraversato.

La cinepresa spesso si colloca alle spalle dei personaggi (pensate a Danny che pedala per i corridoi) dandoci un punto di vista che è quasi quello del personaggio, ma distaccato (direi come un’anima che guarda se stessa, librandosi sopra, in punto di morte).  Questo ben rende la prospettiva del romanzo.

Shining - Le recensioni originali che stroncarono il film nell'80

Nulla vorrei dire sui diversi finali, per non spoilerare ai pochi che non li conoscano, ma colpisce come siano diametralmente opposti nell’elemento scatenante: ghiaccio nel film, fuoco nel libro. Singolare mi pare anche la scelta di Kubrick di mostrare nell’ultima scena la foto degli anni ’20 del secolo scorso, con tutto ciò che questa implica.

Il Jack Torrance interpretato da Nicholson appare assai più nel ruolo del carnefice, del cattivo, del pazzo,

Stasera in tv, venerdì 30 luglio su Iris «Shining»: curiosità e trama del  film con Jack Nicholson

che non quello del romanzo, che in fondo è la prima vittima della “possessione” dell’hotel. È il male che vi alberga il vero nemico per King. Assai diversi anche alcuni particolari. Intanto, le due bambine del film paiono gemelle (a guardar bene non lo sono, ma sembrano almeno della stessa età), mentre nel libro si dice che il precedente guardiano aveva due figlie non gemelle, che assassinò, assieme alla moglie.

Insomma, due diverse storie che partono da una medesima traccia.

Da notare anche come anche qui emerga l’attenzione di King per la psicologia infantile, che ben abbiamo visto in “It”, “L’istituto”, “La bambina che amava Tom Gordon”, “Stand-by me” e persino nella saga della “Torre nera” o magari in “Cujo”. Non solo un personaggio importante è il figlio di Jack, ma analizza l’infanzia stessa dello scrittore-guardiano.

In seguito King ha scritto “Doctor Sleep” che vede il piccolo, traumatizzato, Danny Torrance alle prese con alcol e poteri paranormali. Ho iniziato a vedere il film e mi riprometto di leggere subito anche il romanzo. Certo senza Nicholson e Kubric, il film non mi pare sui livelli del precedente.

COMPUTER COLOSSALI, ROBOT E ALTRE FRAGILITÀ UMANE

Amazon.it: Sogni di robot - Asimov, Isaac, Gaffo, Mauro - Libri

L’antologia di racconti di fantascienza di Isaac Asimov (nato Isaak Judovič Azimov, in russo: Исаáк Ю́дович Ази́мов; Petroviči, 2 gennaio 1920 – New York, 6 aprile 1992) “Sogni di robot” (1986), a differenza da quanto mi aveva fatto immaginare il titolo non è una parte dell’antologia “Tutti i miei robot” e le celebri tre leggi della robotica, nonché la Dottoressa Calvin vi compaiono solo occasionalmente. Vi troviamo, invece, un’ampia rassegna di tematiche fantascientifiche quanto mai varie, il tutto condito con la straordinaria verve narrativa di questo eccelso scrittore, autore di tre delle saghe interconnesse più celebri della fantascienza (“Robot”, “Impero” e “Fondazione”), che anche qui da ottima prova di sé.

I racconti che lo compongono, scritti tra il 1947 e il 1982, appaiono anche in altre antologie e sono:

  • Il piccolo robot perduto
  • Sogni di robot
  • Coltura microbica
  • L’ospite
  • Sally
  • Crumiro
  • La macchina che vinse la guerra
  • Occhi non soltanto per vedere
  • Le acque di Saturno
  • Diritto di voto
  • Barzellettiere
  • L’ultima domanda
  • Che cosa importa a un’ape
  • Luciscultura
  • Nove volte sette
  • S come Zebatinsky
  • L’ultimo nato
  • La palla da biliardo
  • Vero amore
  • L’ultima risposta
  • Una questione di memoria

Il primo racconto vede alla prova le capacità logiche della Dottoressa Susan Calvin nel ritrovare “Il piccolo robot perduto”, che aveva preso alla lettera un incauto ordine umano.

In “Sogni di robot” (unico inedito e che dà il nome all’antologia) la Dottoressa Calvin si deve confrontare con le problematiche nate dall’imprevista capacità di sognare di un automa.

La “Coltura microbica” oggetto del terzo racconto è l’intera umanità, frutto di un esperimento scientifico,

Amazon.it: Sogni di robot - Asimov, Isaac, Gaffo, M. - Libri

che con la creazione delle bombe atomiche pare giunto a conclusione.

Affascinante “L’ospite”, in cui una coppia si trova a dover ospitare in casa propria un alieno, di cui non posso non riportare questo illuminante passaggio:

I batteri, in genere, sono esseri extracellulari. Lottano con le cellule del corpo per procurarsi il sostentamento, a volte con successo, e riversano i prodotti di rifiuto, o tossine, nella corrente sanguigna. Il virus fa di più. Esso vive dentro la cellula, utilizzando il meccanismo cellulare ai propri scopi. Lei già sa tutto questo, signora Smollett, e forse anche suo marito.

«Continui» disse Drake.

«Facciamo dunque un altro passo avanti. Immaginiamo un parassita che viva non solo dentro la cellula, ma dentro i cromosomi della cellula. In altre parole, un parassita che si mescoli ai geni, qualcosa che potremmo chiamare uno pseudo-gene. Esso interverrebbe nella creazione degli enzimi, che è la funzione primaria dei geni, e in tal modo influenzerebbe indirettamente anche la biochimica dell’organismo terrestre.»

«Perché particolarmente quella terrestre?» disse Rosa.

«Non avete ancora capito che lo pseudo-gene di cui parlo è originario della Terra? Gli esseri terrestri hanno vissuto con lui fin dal principio, si sono adattati a lui, fino a essere inconsapevoli della sua presenza. I batteri si nutrono di cibo normale, i virus di cellule; gli pseudo-geni vivono sull’economia dell’intera macrostruttura cellulare attraverso il controllo della biochimica dell’organismo: Ecco perché le specie più evolute tra gli animali terrestri, incluso l’uomo, non crescono più dopo aver raggiunto la maturità e muoiono di morte chiamata naturale. È la fine inevitabile di questa universale infezione parassitica.»

Si tratta di un raro esempio di alieno immaginato da Asimov, la cui galassia fantascientifica vede spesso come sole intelligenti esseri umani. Fanno eccezione soprattutto le ottime prove di “Neanche gli Dei” e “Nemesis”.

In “Sally” la fantasia di riesce a immaginare l’automazione dei veicoli oltre i notevoli livelli ora già raggiunti, con automobili dotate di una propria coscienza e volontà.

In “Crumiro”, sul pianeta Altrovia, rigidamente diviso in caste, nessuno accetta di sostituire l’addetto alla spazzatura in sciopero, mestiere troppo disonorevole.

Ne “La macchina che vinse la guerra” troviamo uno dei principali protagonisti di questa raccolta, l’immenso computer Multivac. A quei tempi si credeva che la potenza dei calcolatori fosse legata alle loro dimensioni! L’ironia asimoviana vuole però che le decisioni di Multivac siano in questo caso assunte in modo assai particolare.

In “Occhi non soltanto per vedere” esseri di pura energia, per arte, manipolano la materia, creando l’uomo.

Ne “Le acque di Saturno” Asimov affronta assieme il grande problema del futuro (quanto mai prossimo), la scarsità d’acqua, e nel contempo immagina brillanti soluzioni per i viaggi spaziali.

In “Diritto di voto” ritroviamo il colossale Multivac, incaricato di selezionare un uomo che sarà il solo a votare ed eleggere il Presidente della Repubblica. Una sempre attuale riflessione sulla democrazia nell’era informatica.

Ne “L’ultima domanda” Multivac deve scoprire come sopravvivere quando anche l’ultima stella si sarà spenta: lo farà in modo… divino.

Come riesce la Signora Lardner a creare così belle “Lucisculture”? E perché non vuol far riparare il suo robot?

In “Nove volte sette”, l’errata convinzione che computer molto potenti debbano essere anche molto grandi, porta ad abbandonarli per tornare al calcolo umano.

La grande lezione dell’ucronia è che piccole differenze possono avere enormi impatti sulla storia, così cambiare una sola lettera di un cognome può mutare la vita di un uomo in “S come Zebatinsky”.

Assai toccante l’incontro con il bambino di Neanderthal, prelevato dal passato per un esperimento scientifico in “L’ultimo nato”.

Giocare con l’anti-gravità può rivelarsi molto pericoloso, anche se si usa solo “La palla da biliardo”.

Utilizzare un computer per trovare un “Vero amore” oggi pare normale, grazie agli algoritmi dei molteplici siti web di incontri. Quando il racconto fu scritto, il programmatore si doveva muovere di nascosto.

Morire e incontrare una sorta di essere ultraterreno onnisciente e onnipotente non necessariamente vuol dire incontrare Dio, come si vede ne “L’ultima risposta” e anche un mortale può esser d’aiuto per una simile creatura.

Diventare più intelligenti, per un uomo comune, può rivelarsi un pessimo affare: il mondo non ama i geni, come si legge in “Una questione di memoria”.

Insomma, una variegata rassegna di storie intelligenti e che fanno riflettere, mostrandoci il futuro alla maniera del grande Asimov, spesso piuttosto utopistico.

100 anni dalla nascita di Isaac Asimov, uno dei padri della fantascienza |  Wired Italia

CRUISE THRILLER AVVENTUROSO

Una crociera pericolosa - Milena Beltrandi - copertina

Milena Beltrandi l’ho conosciuta e apprezzata per la prima volta leggendo un suo racconto presente nell’antologia “Toscani per sempre” (Edizioni della Sera, 2019), curata da Paolo Mugnai, con prefazione di Eugenio Giani e postfazione di Alessandro Benvenuti. L’abbiamo quindi accolta con un suo contributo nel volume “Gente di Dante” (Tabula Fati, 2021), che ho curato con Caterina Perrone, e quindi nelle fila del GSF – Gruppo Scrittori Firenze.

Leggo ora per la prima volta un suo romanzo, “Una crociera pericolosa” (Europa Edizioni 2020) restandone favorevolmente colpito per la vivacità narrativa e la ricchezza di dettagli.

Si tratta di un thriller di spionaggio-poliziesco, la lotta di due agenti speciali contro una cosca malavitosa legata alle case da gioco illegali e alla prostituzione, con un Console da salvare da un oscuro ricatto e un difficile tentativo di infiltrazione.  Terza figura di rilievo è l’amica-collega del protagonista, che questo cerca di mettere in salvo per essere poi aiutato da lei stessa.

Va detto che la copertina, con un paesaggio marittimo, pur mosso, non rende pienamente l’idea del

ILMIOLIBRO - AZZURRO COME GLI OCCHI DI LORETTA - Libro di Milena Beltrandi
Milena Beltrandi (Fidenza, 25 Giungo 1954)

romanzo, che si rivela un’autentica avventura, ricca di colpi di scena. Non mi aspettavo poi l’accuratezza con cui Milena Beltrandi descrive alcuni passaggi, come, uno per tutti, l’intervento chirurgico subito da Milo. Non so se questi particolari siano sempre corretti, ma appaiono sempre verosimili. Frasi come “le lenti ad alta definizione con trattamento multistrato” aiutano, poi, a dare una percezione di conoscenze tecniche alla narrazione.

Una buona prova per quest’autrice di cui leggerò presto altro.

L’ANTICO POPOLO DELLO SPAZIO PROFONDO

Miti di Cthulhu: Benioff e Weiss alla regia dell'adattamento del fumetto  'Lovecraft' - Il Cineocchio

Ho letto una raccolta di scritti di H.P. Lovecraft (Providence, 20 agosto 1890 – Providence, 15 marzo 1937), intitolata “Ciclo di Cthulhu”. Il file si presenta quanto mai esteso e articolato e riunisce racconti e romanzi del solitario di Providence più o meno collegati al mito di Chtulu. In alcuni casi mi è quasi venuto da chiedermi perché fossero inseriti in una simile raccolta, dato che il mito quasi non vi compare.

In molti però troviamo le medesime idee e raffigurazioni, dalla lettura di antichissimi libri proibiti (come il celeberrimo pseudobiblion “Necronomicon”); alla presenza di antiche religioni basate sul culto degli Antichi; all’idea di un’antichissima e spaventosa razza, precedente persino ai dinosauri, proveniente dallo spazio profondo, con tappa su Plutone, per andare a popolare soprattutto gli abissi oceanici e i ghiacci del polo, a volte capace di insinuarsi attraverso il tempo nelle menti di altre razze, compresa la nostra; alla trasformazione in pietra di uomini, animali e mostri; ad antichi ritrovamenti di manufatti alieni, antichi testi, mostri spaziali, mummie stregate.

Su tutto pare dominare l’influsso di un passato segreto della Terra, influenzato da oscure e terribili culture

aliene, antecedenti all’evoluzione, ma non mancano episodi di realismo contemporaneo e di stupito orrore di fronte al fantastico.

La raccolta comprende, nell’ordine, i seguenti testi, che fatico a distinguere tra racconti e romanzi. Per rendere l’idea delle dimensioni, indico le parti in cui ciascuno è, eventualmente diviso.

Questo elenco è lo stesso che ritrovo anche su wikipedia, come parti del ciclo, con indicazione dell’anno di pubblicazione, che aggiungo di seguito.

1 – Dagon (1917)

2 – La città senza nome (1921)

3 – Il cane (1922 – in 2 parti)

4 – La ricorrenza (1923)

5 – Il richiamo di Cthulhu (1926 – in 3 parti)

6 – Il caso di Charles Dexter Ward (1927 – romanzo in 5 parti)

7 – Il colore venuto dallo spazio (1927)

8 – Storia del Necronomicon (1927)

9 – La maledizione di Yig (1928)

10 – L’orrore di Dunwich (1929 – romanzo in 10 parti)

11 – K’n-yan (Il tumulo) (1928 – romanzo in 7 parti)

12 – Colui che sussurrava nelle tenebre (1930 – romanzo in 8 parti)

13 – L’abbraccio di Medusa (1930 – romanzo in 6 parti)

14 – Le montagne della follia (1931 – romanzo in 12 parti)

15 – La maschera di Innsmouth (1931 romanzo in 5 parti)

16 – I sogni nella casa delle streghe (1932)

17 – L’uomo di pietra (1932)

18 – L’orrore nel museo (1932 – in 2 parti)

19 – Dagli eoni (1933 – in 5 parti)

20 – La cosa sulla soglia (1933 – in 7 parti)

21 – L’ombra calata dal tempo (1934-35 – in 8 parti)

22 – Il diario di Alonzo Typer (1935)

23 – L’abitatore del buio (1935).

Sono dunque storie scritte in un arco di tempo di quasi vent’anni dal 1917 al 1935.

Alcuni di questi testi li avevo già letti. Riporto di sopra il link ai miei precedenti commenti, ove disponibili.

Rileggendoli noto come mi fossi ancora ben poco calato nello spirito di questo autore, che, in effetti, non è dei più facilmente digeribili, anche per lettori abituati al fantastico, alla fantascienza e all’horror. Di sicuro una lettura estesa come quella di questo Ciclo aiuta a calarsi meglio nella possente fantasia creatrice di questo scrittore che è proprio alle basi di questi tre generi letterari, ponendone i presupposti narrativi e creando un universo immaginario di grande ricchezza, che ben spiega il culto di cui Lovecraft è ancora oggi oggetto, a circa un secolo dai suoi primi scritti, con antologie e festival a lui dedicati.

Una grandezza e ricchezza narrativa, dunque, da scoprire e amare solo lettura dopo lettura, come per un buon vecchio liquore. Un liquore che spesso troviamo mescolato ad altre sostanze nei cocktail letterari degli autori successivi.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: