Archive for febbraio 2010

Una rivista sull'Ucronia

IF - Insolito & Fantastico - Ucronia
Dopo aver letto l'affascinate secondo numero della rivista IF, attendo ora con triplicato interesse l'uscita del numero di marzo 2010, per i seguenti motivi:
1) considerata la buona qualità del numero dedicato all'Oltretomba, sono certo di poter leggere cose assai interessanti;
2) è assolutamente raro, se non impossibile, leggere dei saggi in italiano sull'ucronia;
3) ho l'onore di figurare tra gli autori di questa pregevole rivista letteraria.
 
Il terzo numero della rivista Insolito e Fantastico è, infatti, dedicato a un tema affascinante quanto attuale, l’ucronia.
 
Un’anticipazione? Il dibattito sulla letteratura ucronica tra Marc Angenot e Darko Suvin, i racconti di Giampietro Stocco, Pierfrancesco Prosperi, Donato Altomare, Renato Pestriniero, Michele Nigro, Gianandrea de Antonellis e altro ancora.
Tra gli altri i miei contributi (un racconto ucronico in cui si immagina che Hitler rinunci alla politica per dedicarsi alla pittura – tratto da "Ucronie per il terzo millennio" e un articolo sui romanzi ucronici).
 
  
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Si può richiedere una copia di “If” direttamente all’editore: rivistaif@yahoo.it
Questo è il blog dellla rivista.
 

IF — rivista dell’Insolito e del Fantastico, è un nuovo trimestrale varato  dall’editore Solfanelli, la cuiUcronie per il terzo millennio - un'antologia curata da Carlo Menzinger direzione è affidata al professor Carlo Bordoni, autore di saggi in materia e di romanzi ucronici.

 Il titolo della rivista è un doppio omaggio: da un lato richiama un vecchio poema di Rudyard Kipling, dall'altro una storica rivista americana di fantascienza, World of If.

Non si tratta di un prodotto accademico, anche se il taglio degli articoli, dei saggi e degli interventi sarà autorevole e accurato. La dichiarazione di intenti è quella di "realizzare una pubblicazione competente, ma anche gradevole, capace di segnare una valida e precisa linea d’interpretazione della letteratura non mimetica, delle creazioni visive, cinematografiche, grafiche e musicali legate alla fantasia, che si rivolga al pubblico degli appassionati, degli specialisti, ma soprattutto al lettore generico, incuriosito e desideroso di avvicinarsi al genere. Sicuramente lontano da un linguaggio da addetti ai lavori".

 

Modalità di abbonamento

Una copia Euro 8,00
Quattro numeri Euro 30,00
Per acquisti o abbonamenti:
versamento sul c.c. postale 68903921
oppure IBAN IT35 H076 0115 5000 0006 8903 921
intestati a Gruppo Editoriale Tabula Fati
66100 Chieti – Via A. Aceto n. 18

Diffusione e Abbonamenti: rivistaif@yahoo.it

Redazione e Direzione: direzioneif@tiscali.it

 

Leggi anche:

UNA NUOVA RIVISTA PER IL FANTASTICO

Ho avuto il piacere di leggere il secondo numero della rivista “Insolito & Fantastico”, curata da Carlo Bordoni, uscita a novembre 2009 ed edita da Tabula Fati.
Ha il formato di un libro e come tale si legge, senza saltarne una pagina, essendo tutte interessanti e coinvolgenti. Di fatto è un’antologia di saggi e racconti.
Ogni numero della rivista è monotematico. Il precedente numero era dedicato ai Robot e il prossimo sarà dedicato all’Ucronia (un numero che non mi voglio perdere e che ho prenotato abbonandomi subito). Questo è dedicato all’Oltretomba ovvero ai non-morti, ai morti viventi e agli zombie.
Il volume si divide in quattro parti più un editoriale.
La prima e più corposa è costituita da alcuni saggi, tra cui uno che mi ha molto incuriosito su “Le donne morenti di Edgar Allan Poe” di Antonino Fazio, che lega le sfortunate vicende biografiche dell’autore alla sua carriera letteraria.
L’articolo su “Pet Semantary” è quasi un piccolo romanzo,zombie-cat.jpg zombie cat image by 666-JUGGALO-666-JUGGALO-666 tanto dettagliatamente descrive il libro di King, che ho subito messo nella mia “lista dei desideri”.
La seconda parte è costituita da alcuni racconti di autori di spicco come Robert Bloch, Gianfranco De Turris e Giampietro Stocco (che già conoscevo come autore ucronico e che qui scopro con piacere in un altro genere narrativo).
La rivista si chiude poi con una parte detta “Rassegne”, tra cui spicca una recensione di “Io sono Helen Driscoll di Matheson (l’autore di “Io sono leggenda”), e la sezione “Visti & letti” con alcune recensioni veloci di romanzi fantastici non necessariamente legati al tema dell’Oltretomba.
Nel complesso, dunque una lettura piacevole e istruttiva, ricca di spunti per future letture.
 
Questo è il blog della testata.

LA SCIENCE CHRISTIAN FICTION DI MODENA

Il marchio di Caino- Elisabetta ModenaDopo aver letto il piacevole romanzo breve “A passo di danza” di Elisabetta Modena, di cui ho già parlato nel mio blog, sono tornato a leggere un nuovo romanzo di quest’autrice veneta, che dice di scrivere “christian fiction”, dei romanzi, cioè, d’ispirazione cristiana.

A passo di danza” è una storia d’amore volta ad esaltare il modello sociale della famiglia.

Il nuovo romanzo che ho letto si chiama “Il marchio di Caino” ed è un’opera più lunga, articolata e complessa dell’altra. Innanzitutto, oltre ad essere anch’esso un esempio di “christian fiction” è, prima ancora, facilmente identificabile come fantascienza, genere cui mi sento certo più vicino che non ai romanzi rosa. Sarà forse per questo, ma il giudizio già piuttosto positivo che avevo formulato nel valutare quest’autrice, è migliorato durante questa seconda lettura. Qui la vocazione cristiana di Elisabetta Modena appare ancor più marcata. L’ambientazione è alla fine di un XXI secolo in un’Europa multiculturale, sopraffatta dalle ondate migratorie. Tre sono le nazioni toccate, Italia, Francia e Inghilterra e in tutte e tre troneggiano dei luoghi sacri con nomi che si richiamano a vicenda: la Sacra di San Michele, Mont-Saint-Michel e Saint Michael.

CecitàLa vicenda è quella di un olocausto imminente per il temuto dilagare di un nuovo potentissimo virus (da ignorante in materia, mi è parso assai ben curata la descrizione del virus, del suo studio e dei suoi effetti) diffuso dalla tecnocrazia dominante al fine di risolvere i problemi di sovrappopolazione.

La trovata originale della storia è quella di immaginare che il protagonista, un medico che studia il vaccino, venga colto da una strana malattia, una cecità selettiva che lo porta a vedere tutto tranne gli esseri umani, in una sorta, penso, di metafora della scienza, che si preoccuperebbe delle cose e non delle persone/anime.

La trovata è suggestiva e inquietante e mi riporta alla memoria un romanzo letto nella collana Urania, inL'occhio del purgatorio - Jacques Spitz cui il protagonista si trovava a vedere le persone non come erano ma come sarebbero diventate in un futuro che, giorno per giorno, si allontanava sempre più dal presente. L’autore era il francese Jacques Spitz e la storia aveva un titolo, in effetti, un po’ da “christian fiction”: “L’occhio del purgatorio”.

Non saprei se Modena si sia ispirata a questa storia, ma in entrambi i romanzi la cecità selettiva è progressiva e sfocia verso la pazzia.

Il romanzo di Elisabetta, come dicevamo, ha un chiaro intento “evangelizzante”, in quanto la vera soluzione di ogni problema sembra essere in Dio, piuttosto che nella scienza, che qui viene vista come negativa, al punto che il mondo è dominato da una tecnocrazia spietata, mentre le piccole comunità sopravvissute di cristiani, tornati alla purezza di un tempo, paiono il modello cui tendere.

In tale contesto si sviluppa la vicenda del protagonista che, prigioniero, è tenuto lontano dalla moglie e dalla figlia appena nata. La famiglia tenta di ricongiungersi ma a rendere difficile la cosa non saranno solo le difficoltà esterne, ma quelle che nascono all’interno della coppia, dato che da lì che nasce o muore la vera unione. Ovviamente a guidarli sono due religiosi, oltrettutto entrambi ex-medici (quasi a dimostrare che il cammino di crescita parte dalla scienza, per approdare alla Fede). Personalmente mi sono riconosciuto poco in questa sfiducia verso la scienza, che, evidentemente, serve a esaltare la Fede in Dio.

Nell’affrontare la malattia il protagonista deve anche imparare a convivere con la sua nuova natura di Elisabetta Modena“semi-cieco”, ad accettarsi per quello che è.

Nel complesso è un romanzo strutturato e ricco di spunti di riflessione.

Forse un po’ superflui sono, però, alcuni intermezzi di preghiere, salmi o altri brani liturgici, che, oltretutto, non sempre trovano nel contenuto una precisa rispondenza con la trama. Ho letto il volume in una stampa credo realizzata su www.lulu.com e pertanto, mi auguro che quando potrà uscire in un’edizione ufficiale, questi piccoli difetti possano essere limati. Noto peraltro che anche l’editing, nonostante la mancanza di un vero editore, appare sufficientemente curato.

Concludo,dunque, augurando a Elisabetta di trovare presto l’editore che sappia valorizzare il suo lavoro che è certo di qualità.

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