Archive for aprile 2011

IL PRIMO VAMPIRO ITALIANO

Il Vampiro - Franco Mistrali - Antonio Daniele Grazie al mio incontro con Antonio Daniele sulle pagine del numero di IF dedicato ai Vampiri, cui abbiamo collaborato entrambi, ho avuto modo, dialogando nel web, di scoprire il raro libello curato dal medesimo Daniele e scritto da Franco Mistrali Il Vampiro – Storia vera”.
Come si legge in quarta di copertina, questo volume, edito ora da Keres, anticipa di un trentennio il Dracula di Bram Stoker e di tre anni La Carmilla di Le Fanu, essendo stato pubblicato per la prima volta nel 1869. Rappresenta dunque uno dei primissimi romanzi di vampiri della letteratura italiana ed è uno trai primi in assoluto, seguendo solo di pochi decenni “Il vampiro” di John Polidori e quello di Lord Byron, entrambi del 1816.

Il Barone Franco Mistrali (1833-1880) fu un personaggio eclettico e interessante. Scrittore,  garibaldino, anticlericale, pubblicò vari romanzi – spesso storici – diresse e fondò riviste, fu oggetto di scandali e incarcerato.
Il Vampiro” è opera romantica ma che ancora fortemente risente degli influssi neo-classici, come si può notare dalle abbondantissime citazioni letterarie presenti. L’autore Franco Mistrali stesso (pag. 67) arriva così a scusarsi dal “nuovo stile”:
I narratori classici grideranno al barocchismo, ma li lasceremo gridare: le grammatiche sono una gran bella cosa, ma vi è qualche cosa che sta sopra tutti i codici  a tutte le regole: la musica di Rossini quando comparve fu dichiarato che violava i regolamenti: non ci è che dire: i pedanti trovavano le violazioni sulla partitura e le segnavano con tanto di croce: il pubblico applaudiva: Shakespeare anche cotesto è un gran violatore di regole: Voltaire che pure avea talento, lo chiamavano barbaro saltimbanco: ma i drammi del barbaro seppelliranno tutte le tragedie del classico: a me basta che nelle evoluzioni che andrò facendo in questa curiosa storia, non mi manchi l’indulgenza del lettore: chi mi ama mi segua.
Da buon autore di romanzi storici Mistrali ci offre un’ambientazione precisa e alcuni personaggi storici compaiono da protagonisti, in primis il Principe di Monaco, che con il narratore e l’ispettore Ledru al suo servizio, indaga sulle misteriose vicende narrate, ma anche lo Zar di Russia, causa di tutte le vicende narrate.
Si tratta, infatti, di un indagine su strani fatti, che al narratore fanno subito pensare a vicende di vampiri, e che coinvolgono la nascita di figli illegittimi del medesimo Zar.  vampiroDietro al mistero ci sono storie di vendette e su tutto il racconto si muove un misterioso personaggio, dall’aspetto vampiresco, che muta più volte nome e identità.
Compare, infine, una setta di vampiri. Ci sono esperimenti di alchimia e l’esperimento sul sangue (pag. 224) porta a conclusioni che ricordano, seppur romanticamente, quelle della moderna clonazione.
La vita vive nel sangue ed ogni gocciola del fluido rubicondo trae seco un atomo vitale. Se noi potessimo avere conservato del sangue di Sesostri o di Faraone, noi avremmo in esso un atomo vivo della loro vita, una fibra dell’anima loro, un’eco degli affetti e delle passioni che li dominavano”.
Più che alle teorie sul vampirismo, il romanzo sembra far riferimento a quelle pitagoriche sulla reincarnazione e di vampiri, in realtà, in queste pagine non se ne incontrano mai, salvo quelli della Setta, che tali non sembrano veramente. Di loro però si parla. Una particolarità delle creature della notte immaginate da Mistrali è che non mordono le loro vittime sul collo, ma sul petto, vicino al cuore.
Si tratta, però, più che altro di un giallo con tinte gotiche, con un mistero da risolvere e  svelare, e in cui non mancano riferimenti alla vita del tempo e piccole osservazioni o critiche sociali come la seguente (pag. 25): “la civiltà invece dovrebbe realizzare l’ideale della libertà anche nelle tasse, e pertanto gli inglesi sostengono che in fatto d’imposte l’ideale è la generalizzazione del tributo indiretto: fuma chi vuole, beve chi vuole, consuma chi vuole oggetti di lusso: ma non mangia chi vuole.
Lo stile narrativo è decisamente ottocentesco e così pure la grammatica dove, ad esempio, le prime persone dell’imperfetto finiscono sempre in “a” (“io aveva paura”) e si eccede nell’uso dei doppi punti, sebbene il curatore abbia parzialmente provveduto a modernizzare la punteggiatura originaria.
Romanzo dunque imperdibile per chi voglia conoscere e approfondire la storia del romanzo gotico, piacevole souvenir per chi ami esplorare la letteratura del XIX secolo, curioso libello per chi cerchi una testimonianza della storia europea e, cosa quanto mai rara, leggere una storia che sia ambientata nel ristretto Principato di Monaco.
Completano il volume la pregevole  introduzione del curatore Antonio Daniele e le interessanti note sull’autore. 
 vampiro

Leggi anche:

Il vampiro di John W. Polidori
Tutti i post su Il Settimo Plenilunio
Karpat Infinite Love di Karinee Price
Vampiri – N. 5 di IF – Insolito & Fantastico
Oltretomba – N. 2 di IF – Insolito & Fantastico
Il Settimo Plenilunio

Buona Pasqua

BUONA PASQUA
 

A
 

TUTTI!Buona Pasqua 

E se avete un po' di tempo tra un uovo e un abbacchio, vi segnalo la nuova intervista fattami da Teresa Di Gaetano su Due di cuori e su Creativity Station  

LA MIA COLLABORAZIONE CON NICCOLÓ PIZZORNO

 La lupa assassina vista da NiccolòPizzornoQuando il 19 marzo 2007 mettemmo la parola fine alla stesura del romanzo “IL SETTIMO PLENILUNIO” scritto assieme a Simonetta Bumbi e Sergio Calamandrei, mi venne in mente che, trattandosi di un libro per ragazzi, popolato da vampiri e licantropi e con un’ambientazione fantascientifica, potesse essere molto adatto a essere illustrato.
Ci rivolgemmo allora al vasto e profondo web alla ricerca di qualcuno disponibile a darci una mano, dato che nessuno di noi era ed è un esperto disegnatore.
Già frequentavamo tutti e tre la community Splinder e fu lì che incontrai il blog di  Esharhamat. Illustrazione di Niccolò Pizzorno per IL STTIMO PLENILUNIONiccolò Pizzorno http://chinaccia.splinder.comed ebbi modo di apprezzare i suoi disegni.
Lo invitai così a collaborare al nostro progetto. Più o meno in quegli stessi giorni era maturata l’idea di trasformare il romanzo in una “gallery novel”. Volevamo cioè trovare vari artisti che contribuissero con la propria opera d’interpretazione grafica alla descrizione della storia della rossa licantropa Esharhamat, trasformandola in una sorta di galleria di illustrazioni, in un romanzo iperillustrato, ovvero in quello che qualche tempo dopo avrei definito, appunto, “gallery novel”, parafrasando il più comune “graphic novel”.
Niccolò Pizzorno aderì entusiasticamente, contribuendo con oltre cinquanta immagini, tra le più vivaci e le meglio rispondenti al testo. Assieme a lui il progetto ha visto riuniti, oltre ai tre autori, diciassette artisti molto diversi: pittori, illustratori e persino fotografi. Il volume, con quaranta pagine a colori, è stato felicemente pubblicato da Liberodiscrivere all’inizio del 2010.
 Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale - copertina Pizzorno 
Nel frattempo avevo in corso l’illustrazione del romanzo di fantascienza “JACOPO FLAMMER IL POPOLO DELLE AMIGDALE  ”. Essendo destinato a un pubblico ideale dagli otto anni in su, ritenevo, infatti, necessario presentarlo all’editore corredato da un certo numero di disegni. Collaborava già con me il bravo Ludwig Brunetti, ma vista la sua abilità, la sua velocità e il suo grande rispetto del testo illustrato, chiesi a Niccolò Pizzorno di affiancarlo nel lavoro.
Hanno prodotto così entrambi numerose tavole, diverse per stile, ma coerenti tra loro e con la storia narrata, rendendo il volume particolarmente ricco e piacevole.
Liberodiscrivere è stato così ben lieto di pubblicare anche questo libro alla fine del 2010 (anche la copertina è di Pizzorno).
 
Nel frattempo una delle migliori autrici di quella folta schiera di scrittori “poco noti” che gravitano attorno agli editori minori pur producendo opere degne della vetta delle classifiche letterarie, Erasmo Forntini - Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale - Niccolò Pizzorno Laura Costantini, mi chiese se conoscessi un illustratore per il suo romanzo “La lunga guerra”. Le suggerii Pizzorno, che apprezzò subito, adottandolo per il suo libro, con risultati, davvero invidiabili, che sono stati via via presentati su Facebook.
 
Ora Pizzorno è alle prese con il sequel del mio romanzo sui Guardiani dell’Ucronia: “JACOPO FLAMMER NELLA TERRA DEI SURICATI” e sono certo che il risultato sarà ancora migliore, perché questo ragazzo, nato nel 1983, continua a migliorare e a stupirmi 

Leggi anche:

§    Jacopo Flammer sta arrivando!

§ Jacopo Flammer: una nuova frontiera per la fantascienza.

§ Il Settimo Plenilunio è cominciato!

§ La mia collaborazione con Simonetta Bumbi 

§ La mia collaborazone con Sergio Calamandrei

§ La mia collaborazione con Andrea Didato
  autoritratto Niccolò Pizzorno 

 

Come uscire dall'eterna adolescenza

 Adolescenza - DoltoIl volume di Françoise Dolto Adolescenza” (letto in Oscar Mondadori Saggi) non è un libro recentissimo, dato che la prima edizione francese credo risalga al 1988 e questo un po’ si sente, perché ogni generazione di giovani è diversa da quella successiva e venti anni non sono pochi in tal senso. Diversi sono i linguaggi, diversi i miti e i passatempi.
Inoltre il volume fa riferimento alle realtà di vari Paesi, ma la Francia vi ha un ruolo centrale e questo si sente soprattutto quando si parla delle leggi e del sistema scolastico, che può essere interessante conoscere anche se non si è francesi, per puro interesse culturale, ma che perdono di interesse se si cercano riferimenti concreti.
Premesso ciò, dato che l’adolescente ha certe caratteristiche che permangono a distanza di secoli, buona parte del volume rimane attuale e degno di lettura.
Si parte, infatti, addirittura con un secondo capitolo dedicato ai Miti, seguiti da un terzo e quarto capitolo con interessanti riferimenti storici, che potrebbero essere letti anche tra altri cent’anni.
Vi sono poi parti che parlano del rapporto tra adulti e figli adolescenti e non, che può essere utile anche a chi svolge il difficile mestiere del genitore.
L’analisi sociologica finale, ancorché incentrata sul vissuto francese, mi è parsa particolarmente stimolante, facendo riferimento al fatto che il modello scuola-famiglia non sembra essere la soluzione ottimale per educare un ragazzo.
La Dolto fa notare come spesso si confonda educazione con istruzione e come la scuola   F. Dolto(nel caso francese soprattutto quella pubblica, da noi non vedrei differenze) stia divenendo sempre più luogo deputato alla seconda funzione, mentre la prima viene sempre più trascurata.
Mi ha incuriosito anche l’osservazione che i giovani che vogliono allontanarsi da una famiglia in cui si sentono oppressi o in cui comunque vivono male non abbiano altri spazi in cui rifugiarsi, non offrendone la scuola e non essendo ammesso il lavoro minorile, cosa apprezzabile per altri aspetti ma che priva il giovane dell’autonomia economica e quindi della libertà di scelta. Questo mi ha incuriosito, avendo letto di recente alcuni testi sulla vita a Sparta, dove i ragazzi a sette anni venivano staccati dalla famiglia per avviare una vita comunitaria di formazione e crescita.
La Dolto già in questo volume lamentava, infatti, il fatto che i giovani spesso non abbiano modo di vivere veramente assieme ad altri coetanei (oggi che le famiglie sono ancor più piccole, il fenomeno si va accentuando). Il modello spartano, di cui serbiamo un vago ricordo scolastico come di qualcosa di negativo, forse potrebbe invece offrire qualche suggerimento per migliorare il modo in cui i giovani possono essere educati in un mondo in cui le famiglie sono ambiti sempre più ristretti e i vicini perfetti sconosciuti con cui non c’è relazione.
 
 AdolescentiIl volume, prima delle appendici, si chiude con una proposta di riforma della legislazione francese volta a sostituire il limite d’età per l’obbligo scolastico a sedici anni con un obbligo a imparare a leggere e a scrivere e un’autorizzazione  a studiare senza limiti d’età (studiare come diritto e non come dovere), la possibilità di stage retribuiti in azienda a partire da 15 anni, per rendere presto i giovani economicamente indipendenti dalle famiglie, valorizzare il mestiere d’insegnate, riequilibrando anche il rapporto trai sessi, possibilità di lavorare da 14 anni per chi lascia la scuola, maggiore età abbassata a sedici anni per i ragazzi e quindici per le ragazze, abolizione del carcere per i minori, depenalizzazione ma non legalizzazione delle droghe leggere, soppressione del tribunale d’Assise per i minori, possibilità di abitare a scuola, parificazione delle scuole nell’Unione Europea con introduzione di due ore di attività manuali, dagli undici anni un trimestre in altro Paese UE, da sedici anni volontariato in Africa.
 
Offrire ai ragazzi la possibilità di crearsi una vita autonoma quanto prima è forse ciò  adolescentiche serve al nostro Paese (e non solo) per uscire da quest’assurda situazione di un’adolescenza prolungata all’infinito, con “ragazzi” di trenta e più anni che ancora vivono con i genitori e che non si assumono la responsabilità di creare una famiglia.
Rimandare sempre più il momento della paternità e della maternità porta a una società con sempre meno bambini, che non si rinnova e in cui il distacco generazionale tra genitori e figli si allarga in modo preoccupante.
Senza necessariamente seguire tutti i suggerimenti della Dolto, alcuni dei quali opinabili, però forse solo una seria riforma della struttura sociale, partendo dal modello della scuola, della famiglia e del lavoro e ridisegnandoli in modo da creare nuove intersezioni e nuovi ambiti per ciascuno, potrebbe consentire di rinnovare l’Italia e l’Occidente, dandoci nuovo fiato per affrontare le sfide del futuro. 

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