Archive for novembre 2007

Virgula veneranda

Mi riallaccio al post odierno di Sergio Calamandrei, nel quale giustamente segnala una certa confusione in merito all’applicazione delle regole grammaticali. Se come segnalo nel mio precedente post, l’italiano è ormai una lingua a rischio d’estinzione o almeno di profonda trasformazione, non dobbiamo, però, dimenticarci che dispone di regole, il cui rispetto consente una miglior comprensione reciproca e una più agevole lettura. Tra queste regole, alcune fra le più bistrattate e, forse, meno note sono quelle che concernono i segni d’interpunzione e, in particolare, la virgola.
La virgola, come recita wikipedia (enciclopedia web priva di alcuna autorià ufficiale, ma talmente consultata da potersi considerare ormai uno dei punti fermi – per i qualche secondo! – della nostra cultura globalizzata) è un segno d’interpunzione, il cui nome viene dal latino virgula, ae, che significa "bastoncino, piccola verga": la denominazione rimanda chiaramente alla forma che essa possiede anche nei testi attuali. Essendo il più breve segno di pausa, essa corrisponde nella lettura ad un minutissimo intervallo della voce.
 
Nella lingua italiana le norme per regolare l’uso della virgola sono piuttosto complesse, ma possono essere riassunte in alcuni punti:
  • La virgola deve essere usata per dividere i singoli elementi paralleli di una lista o di un elenco: Per fare il pane occorrono: la farina, il lievito, l’acqua, un pizzico di sale.
  • La virgola è usata per separare la proposizione dipendente (o secondaria) della preposizione reggente da cui dipende (cioè la principale). Questo può avvenire in tre casi diversi:
1.Quando la secondaria precede la principale: Se fossi ricco, mi comprerei un’isola
2.Quando la secondaria segue la principale: Nel deserto vivono pochi animali, perché le condizioni ambientali sono proibitive
3.Quando la secondaria è inserita all’interno della principale: Il mio migliore amico, che è un grande tennista, ha vinto molti tornei
 
Invece, è opportuno non usare la virgola quando la proposizione secondaria è strettamente connessa alla proposizione principale: Non devi guardare il sole se non vuoi ferirti la vista.
 
(Da capirsi quando questa connessione stretta si realizzi, dico io).
 
  • La virgola è usata per separare proposizioni tra di loro indipendenti: La bambina corre nel prato, vede un fiore, si ferma, lo guarda e poi lo coglie
  • Viene usata anche dopo le espressioni e No: Sì, sono stato io a chiamarti; No, non mi interessa.
  • Viene usata dopo le frasi introduttive: Visto che è tardi, me ne andrò a dormire; Se i miei calcoli non sono errati, dovresti farcela.
  • La virgola va usata anche dopo le interiezioni (Ehi, dico a te!), dopo le esortazioni (Ti prego, scrivimi ogni tanto) e dopo i vocativi (Andrea, ricordati le chiavi di casa!).
  • La virgola si usa anche per separare le frasi incidentali (Mario rispose, senza alcun dubbio, che era pronto per l’incarico) e le apposizioni(Giacomo Leopardi, famoso poeta italiano, è nato a Recanati).
 
Fin qui wikipedia. Ho trovato, però, anche altre regolette.
 
La virgola va anche usata:
      dopo le· congiunzioni infatti, in effetti, di fatto:
”Laura ha l’influenza. Infatti, non uscirà.”
      prima delle· congiunzioni ma, tuttavia, però, anzi:
     ”Mi piace la musica moderna, ma preferisco quella classica.”
     – anche se, benché, per quanto, sebbene:
     ”Mi siederò a tavola con voi, sebbene non abbia appetito.”
     – mentre, quando: ”Laura entrava, mentre Carlo usciva.”
giacché, poiché: ”Era a conoscenza della verità, poiché lo avevano informato.”
      dopo un· avverbio, un’espressione avverbiale, un’interiezione:
”Certamente, so tutto quel che c’è da conoscere.”
”Benissimo, ci vedremo questa sera.”
”In modo particolare, m’interesso d’antiquariato.”
      nelle· date di uno scritto, dopo il nome del luogo da cui si scrive:
”Modena, 23 aprile 2000”
      nelle frasi coordinate per· asindeto:
”Si presentò a cena, mangiò, se ne andò.”
     con tutti i· complementi la cui presenza non influisce sul contesto:
”Per me, puoi andare dove ti pare.”
      per indicare che si è tralasciato un termine o un gruppo· di termini:
”Sei di questi libri sono miei, tre [di questi libri sono] di Laura, due [di questi libri sono] di Carlo.”
      per evitare ambiguità:·
       ”Per Maria, Antonietta è una cara amica.”
        Senza la virgola, si parlerebbe della regina Maria Antonietta.
 
Rimane una questione spinosa: l’uso della virgola davanti al “ma”.
L’affermazione precedente “la virgola va usata prima della congiunzione ma” mi soddisfa solo parzialmente. Penso possa essere considerata come una regola generale, al cui interno, però, c’è, direi, una sottoregola.
Qualcuno (w00dy) ha scritto “La virgola è consentita prima delle congiunzioni. Considerala come una pausa tra le note; se sai suonare uno strumento, saprai cosa intendo.” Da un punto di vista logico, l’affermazione mi pare assai sensata e mi piace molto.
Andrebbe, però, visto se lo sia altrettanto da un punto di vista grammaticale.
Nel mio lavoro di correzione delle bozze per l’antologia UCRONIE PER IL TERZO MILLENNIO, vedendo che ogni autore si comportava diversamente, ho cercato di approfondire la cosa e mi è parso che se “ma” fa da congiunzione (collega due frasi principali) allora la virgola non va messa, se invece “ma” precede una frase che si oppone alla prima, allora va messa la virgola.
La stessa cosa può anche essere detta così: “ma” è congiunzione, ma quando unisce due proposizioni, una principale e l’altra subordinata o avversativa, deve essere preceduta dalla virgola.
Questa, purtroppo, è una di quelle regole assai chiare come enunciato, ma assai meno come applicazione. Dove ci troviamo in un caso e dove nell’altro?
Inoltre, non mi convince troppo: se uso la virgola per separare principale e subordinata, a maggior ragione, secondo me, dovremmo usarla per separare due principali, che tra loro sono più indipendenti! Non vi pare?
 
Ai blogger l’ardua sentenza!
 
Se in passato tendevo, dunque, a evitare l’uso della virgola con il ma, considerando questo una congiunzione e ritenendo che la medesima funzione fosse assolta dalla virgola e che, quindi, il loro abbinamento costituisse un’inutile ripetizione. Ora, invece, tendo ad abbinarle quasi sempre.
La questione, però, per me non è chiusa. Sono pronto ad accogliere nuove versioni e spiegazioni.
 
Vorrei, poi, sollevare qualche altra questione:
                    se inizio una frase con un “poi”, questo deve essere seguito dalla virgola?
                    Se è vero che infatti, in effetti, tuttavia e però devono sempre essere seguite da una virgola, quando sono inserite all’interno di una frase vanno considerate incidentali e devono quindi anche essere precedute dalla virgola?
                    Lo stesso vale per dunque, comunque e pertanto?
 
 
E per concludere, una (falsa) ode alla virgola:
 
Virgo prudentissima, ora pro illa.
Virgo veneranda, ora pro illa.
Virgo praedicanda, ora pro illa.
Virgo potens, ora pro illa.
Virgo clemens, ora pro illa.
Virgo fidelis, ora pro illa.

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Altri post su:

L'italiano sta morendo!

Girando per i blog di splinder ho trovato questa campagna per la salvaguardia della lingua italiana promossa da http://lostslade.splinder.com/.

 

Il problema della nostra lingua, purtroppo, non è solo nella sua scarsa conoscenza e nell’uso delle forme abbreviate da SMS. La lingua, in realtà, sta subendo una contaminazione profondissima da parte di altre lingue straniere, in primis l’inglese, ma non mancano gli effetti del giapponese e, presto, vedremo quelli del cinese e dell’indiano.

Questo è un problema? Le contaminazioni, se contribuiscono ad arricchire la lingua, possono anche essere un bene. In alcune professioni, però, ci ritroviamo a fare un uso esagerato dell’inglese, anche laddove potremmo utilizzare agevolmente termini nostrani.

Come "denuncia" del fenomeno, qualche tempo fa scrissi assieme a Simonetta Bumbi una storia in versi  che, riprendendo celebri brani di autori antichi (e non solo), li riscriveva utiliozzando termini anglofoni e tipici del linguaggio informatico. La storia, che con un neologismo abbiamo definito un’e-tragicommedia d’amore, narra di un triangolo nato in una chat. L’abbiamo intitolata "Cybernetic Love" ed è una delle tre storie che compongono il volume "Parole nel web".

In questo racconto in versi, l’uso esagerato dell’inglese è, dunque, parodistico, sebbene, credo, la narrazione raggiunga comunque anche disctreti effetti "poetici".

Le fiabe di Gramos

Il 15 novembre, è stato pubblicato il libro Le fiabe di Gramos.

Gramos è un bambino kosovaro di 12 anni, affetto da una grave malattia, la tirosinemia, che comporta cure molto costose.
Per questo negli ultimi mesi si è creato, grazie a
Sabrina Campolongo e a Morgan Palmas, un movimento sul web finalizzato a raccogliere fondi da devolvere alla sua causa.
Fra le varie iniziative proposte, una delle più interessanti e originali è partita proprio da
Sabrina: scrivere un libro di fiabe, per devolverne i proventi all’Associazione S.o.S. Infanzia nel Mondo Onlus.
Al concorso hanno partecipato 80 scrittori (o aspiranti tali), blogger, giornalisti, inviando le loro favole: 23 di queste sono state raccolte nel libro che da oggi potete acquistare.

L'ultima ucronia di Cristo

                                   L'ultima tentazione di Cristo

Ho rivisto in DVD “L’ultima tentazione di Cristo”, il grande film realizzato nel 1988 da Martin Scorsese, con Willem Dafoe, Harvey Keitel e Barbara Hershey (per gli amanti della musica si segnalano una comparsata di David Bowie e la bella colonna sonora di Peter Gabriel).

In realtà, avrei voluto leggere il romanzo di Nikos Kazantzakis, ma ancora non sono riuscito a trovarlo. Spero di poterlo fare presto.
 
Volevo rivedere questo film per avere conferma del mio ricordo della storia, che mi portava a classificarlo come un tipico esempio di ucronia. La visione del disco me ne ha dato pienamente conferma.
Sebbene la parte allostorica occupi non più di un terzo della durata del film (dico per sensazione, non avendo cronometrato nulla), non c’è dubbio che, quando il falso angelo invita Gesù a scendere dalla croce e a vivere un’esistenza normale, amando Maddalena prima e Maria poi, avendo dei figli ed invecchiando, siamo in pieno L'ultima tentazione di Cristoterreno ucronico. Certo, alla fine Cristo scopre che l’angelo è il diavolo e quella vita è la sua ultima tentazione e, quindi, chiede a Dio (ed ottiene) di tornare indietro nel tempo e di morire sulla croce. Il fatto che alla fine il filo della Storia come tutti la conosciamo ricucia la spaccatura ucronica, non toglie che la divergenza ci sia stata.

È anche vero che tutta la narrazione è incentrata sul succedersi delle tentazioni di Cristo e che, quindi, quella sorta di sogno finale ne è la continuazione, ma questo è quello che succede quando siamo di fronte a degli artisti che sanno svincolarsi dai modelli (siano essi il Vangelo o il genere ucronico). Oltretutto è presumibile che né Kazantzakis, né Scorsese sapessero di stare realizzando un’ucronia. Il racconto ci restituisce, poi, un Cristo umanizzato, incerto sul proprio destino, dovere e natura.
 
Se questa storia è un’ucronia (ed io credo lo sia), mi chiedo come questo genere letterario possa essere considerato un sotto-genere della fantascienza! Direi, piuttosto, che l’ucronia è un genere letterario del tutto autonomo, che si colloca tra fantascienza e romanzo storico, ma da entrambi separato, avendo caratteristiche sue proprie.
 
Lascio ad altri di approfondire (come è già stato fatto) l’analisi critica e filosofica dell’opera. Vorrei, invece, riferire qui alcune mie considerazioni sulle similitudini con un’altra opera ucronica: “Giovanna e l’angelo”.
 
Avevo già visto questo straordinario ed intensissimo film anni fa e ne serbavo memoria, eppure posso di

Giovanna e l'angelo - Carlo Menzinger

re di non averlo mai preso in considerazione (nel senso che mi ero dimenticato della sua esistenza) nello scrivere il mio romanzo ucronico “Giovanna e l’angelo”, per il quale, se dei modelli avevo in mente, erano piuttosto il mio stesso “Il Colombo divergente”, da cui avevo mutuato la struttura narrativa, e il romanzo “Orlando” di Virginia Wolf, da cui avevo cercato di riprendere il cambiamento di sesso del/della protagonista e, parzialmente, l’indifferenza con cui queste erano accolte da lui/lei stessa e dal mondo circostante.

Nel rivedere ora questo film, ho notato alcuni parallelismi tra queste due storie, di cui ancora non mi ero accorto. Innanzitutto, il protagonista è una figura sacra, Cristo da una parte, la Santa Giovanna d’Arco dall’altra ed entrambi sono latori di un messaggio divino. L’ucronia, poi, si realizza in tutti e due i casi un attimo prima della morte, sulla croce per uno, sul rogo per l’altra. Per entrambi la nuova vita è onirica, con la forma di un sogno avente la consistenza della realtà. Simile è la solitudine dei protagonisti, pur circondati da tanti compagni. Una solitudine che nasce dalla loro stessa natura eccezionale. E ad attivare l’ucronia abbiamo sempre un angelo. Un “falso angelo” in entrambi casi: demone per uno e ateo per l’altra.

Se, infine, “L’Ultima tentazione” si conclude circolarmente con un ritorno alla croce, anche “Giovanna e l’angelo” si chiude circolarmente, con l’angelo che inizia la narrazione della vita dell’eroina dalla sua nascita, così come era iniziato il romanzo.

Per il resto, ovviamente, i lavori sono assai diversi e diversi sono i tormenti ed i dubbi dei protagonisti. Diversi sono l’ambientazione e lo stile narrativo. Diversissimi sono il ruolo e l’importanza della figura angelica. Diversa la funzione e la presenza delle tentazioni, che non mancano neppure nel mio romanzo. Pur essendo, quindi, così tante le somiglianze, in realtà le differenze sono ancora maggiori, al punto che io stesso, per vari anni (“Giovanna e l’angelo” l’ho scritto soprattutto tra il 2000 e il 2003), non mi sono reso conto che ci fossero.

Grazie Sergio

http://calablog.splinder.com/ 

Blogger: scriverecala

Ringrazio Sergio Calamandrei  per i suoi preziosi consigli,

grazie ai quali sono riuscito a personalizzare un po’ questo blog.

Intervista a Lorella De Bon

Su Progetto Babele potete leggere un’intervista a Lorella De Bon sul suo rapporto con la poesia. Lorella, però, non è solo una brava poetessa, ma anche un’abile scrittrice di narrativa, come ho potuto constatare avendola tra gli autori dell’antologia UCRONIE PER IL TERZO MILLENNIO da me curata e di prossima uscita (Edizioni Liberodiscrivere – www.liberodiscrivere.it).

Ecco il link per leggere l’intervista (in fondo, ci sono anche alcune sue poesie):

 http://www.progettobabele.it/autori/LORELLADEBON.PHP

Parlare di ucronie

Su Calablog http://calablog.splinder.com/ 

Blogger: scriverecala

si parla di ucronie. Chi volesse contribuire al dibattito può intervenire su http://calablog.splinder.com/post/14845837/L’ucronia+di+Leoni.

 

Un libro in omaggio

Open Day&Night e un libro in omaggio

a tutti coloro che acquisteranno un libro nella libreria virtuale di www.liberodiscrivere.it

il primo dicembre 2007, giorno dell’Open Day&Night di Liberodiscrivere.

a tutti gli iscritti a www.Liberodiscrivere.it, non residenti in provincia
di Genova e che interverranno alla festa di Liberodiscrivere.

Un consiglio? Acquistatate IL COLOMBO DIVERGENTE.

Vedi

Open Day del libro a Genova

Riporto di seguito, tutto intero, un messaggio che ho appena ricevuto dal mio editore.

Con Liberodiscrivere c’ero sin dagli inizi e mio era uno dei primi cinque libri pubblicati, così come miei sono quattro di quelli pubblicati nel 2007 e curata da me sarà l’antologia UCRONIE PER IL TERZO MILLENNIO, che spero possa uscire prima di Natale.

E ora il messaggio:

sabato 1 dicembre a Genova
Liberodiscrivere Open Day&Night
®, i suoi obiettivi, la sua scelta controcorrente e l’esplosione di un progetto editoriale che è diventato serbatoio di talenti. Un progetto nato da un’intuizione di Antonello Cassan che, dopo averlo lanciato in maniera viscerale, e via via modificato, ne agguanta il respiro forte fino a riportarlo all’assunto iniziale pensato nel ‘97.
 
sabato 1 dicembre
alla Biblioteca Berio e al BerioCafé

Liberodiscrivere
® edizioni – via G.T. Invrea 38 rosso 16129 Genova tel 010 540.464, fax 010 863.24.11 info@liberodiscrivere.it dell’editore Antonello Cassan (http://www.Liberodiscrivere.it <http://www.Liberodiscrivere.it> ), in collaborazione con la Biblioteca Berio e BerioCafé (Via del Seminario 16 http://www.beriocafe.it tel. 010 570.54.16), annuncia un evento dedicato a Genova e ai genovesi.
Per le fotografie in alta risoluzione e altre info chiedere a: acassan@liberodiscrivere.it
http://www.liberodiscrivere.it/easyNews/NewsLeggi.asp?IDnews=399

Liberodiscrivere si muove, quindi, essenzialmente con la volontà di cogliere l’essenza di un artista e di portarla alla luce.
Oggi http://www.liberodiscrivere.it è il primo e il più visitato sito di letteratura inedita e presenta la nuova veste editoriale per il 2008.
Liberodiscrivere® edizioni è riservato alle opere scelte e finanziate dall’editore. Per pubblicare è necessario iscriversi al “Laboratorio di scrittura” virtuale, inviare i manoscritti secondo i criteri indicati sul sito alle voci Selezioni Autori e attendere di essere contattati dall’editore.
Dettaglio significativo
: l’autore con Liberodiscrivere® edizioni pubblica gratis e non ha obbligo di acquistare copie del suo libro.
 
Programma OpenDay&Night: http://www.liberodiscrivere.it/easyNews/NewsLeggi.asp?IDnews=398
Una giornata intera rivolta agli autori genovesi, a sottolineare la genovesità della casa editrice che alza il sipario su mostre, libri, musiche, danze, interventi di persone eccezionali per un appuntamento di scambio, di conoscenza e festa; e con un Premio che è riconoscimento ai genovesi che si sono distinti nel 2007.
Ore 10  inaugurazione delle mostre
, partenza per un tour nelle Chiese di Genova e alle ore 10,30,  al BerioCafé, conferenza stampa su attività e prospettive di Liberodiscrivere. Poi l’intervallo del Pranzo del pugile e ripresa nel pomeriggio con mostra di Lambrette e Vespe; Laboratorio-festa per i bambini; presentazioni di libri; tango e fisica; aperitivo-cabaret; cena medievale; consegna del Premio e festa di Liberodiscrivere aperta al pubblico, seguita da serata conviviale con gli artisti, gli autori e gli amici, a cantare, ridere, ballare, chiacchierare, parlare di poesia, letteratura, musica e sport. (In allegato Programma completo).

Storia
Antonello Cassan, classe ’50, è figlio d’arte: padre nato a Ponte in Valtellina (Sondrio), chimico, esperto e restauratore di maioliche antiche, studioso di terre, colori e smalti; mamma artista, pittrice su ceramica e restauratrice. Cassan si forma qui. Personaggio eclettico, dopo un periodo all’accademia di Belle Arti di Genova, fa il pittore e allestisce mostre in giro per l’Italia.
Nel ‘75 si laurea in architettura, dal ‘71 al ‘79 insegna fotografia e uso dei materiali fotosensibili all’istituto di radiologia dell’Università di Genova. Nel ‘79 decide di fare il fotografo pubblicitario e industriale, pubblica due libri per Idea Book e Mondadori. Nell’86 insieme ad Alfredo Fratelli (Publifoto-Mi) e Giò Rossi introduce in Italia i primi sistemi di computer grafica e avvia
un’attività di business presentation.
 
Nel ‘97 cresce la passione per il progetto di scrittura:
“Incontro Francesco Pirella che aveva firmato con Gillo Dorfles, Edoardo Sanguineti e Mario Persico il Manifesto dell’Antilibro -ricorda Cassan- Lo sottoscrivo: c’era l’intento di divulgare libri di qualità che tentavano strade alternative da proporre al pubblico”. Ma solo l’anno dopo il distacco dall’Antilibro, nasce il desiderio di creare un nuovo progetto.

Cassan osserva internet, riflette sulle sue possibilità e scopre che
: I grandi editori vedono la rete come un’infinita libreria e pensa, invece, che potrebbe diventare un immenso laboratorio di scrittura.

Nel ‘99 dopo due anni di studio
predispone il progetto Liberodiscrivere e lo presenta nel 2000 nell’ambito del Festival Internazionale di Poesia di Genova.
 
Nel 2001 il battesimo alla Fiera Internazionale del Libro di Torino
: “Il progetto decolla e il motto Libera i libri dalla rete diventa il tormentone di quell’edizione. Internet poteva essere lo spazio per i manoscritti rimasti nel cassetto, che sarebbero arrivati a pubblicazione cartacea solo se validi”.
 
Nel 2002 la pubblicazione dei primi libri in un difficile lavoro di qualificazione dei 230.000 brani per 7.000 autori e 18.000 lettori. Con 8.000 frequentazioni singole del sito, al giorno. La situazione sfugge di mano: troppi contatti e non proprio letterari, tanto materiale, costi elevati.
 
Nel 2003 un tentativo di arginare il fenomeno con il Manifesto Culturale di Liberodiscrivere.
 
“Nel 2004, permangono elevati i numeri di contatto. Allora limita le frequentazioni al sito, investe nella qualità delle pubblicazioni su carta e sulla linea editoriale”.
 
Un processo che si avvera lento prima di poter tornare all’idea originale.
 
Nel 2005 il progetto si amplia, le presentazioni dei libri
s’intrecciano a veri e propri spettacoli, lirica, musica d’autore, cabaret, rappresentazioni per bambini e convegni scientifici.
 
Nel 2006 il progetto decolla dal punto di vista economico e finalmente s’iniziano a vendere i libri, in particolare su internet, e nel 2007 “riprogetta lo spazio web dando valore editoriale anche alla rete e ai testi che non arrivano su carta. Riesce finalmente, con una nuova metodologia e costi contenuti, a selezionare l’inedito di qualità pubblicato in rete”.

“Posso dire che finalmente, oggi, Liberodiscrivere edizioni corrisponde esattamente al mio obiettivo originario e ha tutte le carte in regola per occupare uno spazio significativo nel mondo dell’editoria”.
 
I numeri
12 collane, 129 titoli a catalogo, 40 titoli in uscita nel prossimo anno, 117 presentazioni, concerti, convegni e fiere organizzate in un anno
 
Vende principalmente su internet, in fiere e mostre. Un numero consistente di librerie fiduciarie in Italia. Distributore regionale in Liguria il Libro, Sardegna Manca e Nazionale NDA
Partecipa alle più importanti manifestazioni riguardanti l’editoria: Fiera Internazionale del libro di Torino, Belgioioso a Pavia, Pisa book Festival, Fiera della Microeditoria Chiari Brescia, Inchiostro – Fiera dei Libri a Verona Più Libri più Liberi a Roma e tante altre.
 
Attualmente 8.000 iscritti al sito con una frequentazione giornaliera di 1.200 singoli utenti
 
Informazioni : Antonello Cassan acassan@liberodiscrivere.it – tel 335.690.02.25
http://www.liberodiscrivere.it
oppure  Liberodiscrivere® edizioni – Via G.T. Invrea 38 rosso 16129 Genova
telefono 010 540.464 fax 010 863.24.11 info@liberodiscrivere.it
 

Evento che diventa un pretesto per raccontare otto anni di Liberodicrivere

Il programma dell’Open Day&Night è soggetto a variazioni.
Prenotazioni per pranzo e cena al n° 010 570.54.16 BerioCafé.

arch. Antonello Cassan


Liberodiscrivere® edizioni
è un marchio registrato di STUDIO64 s.r.l.
Via G.T. Invrea 38 rosso 16129 Genova
Telefono 010.540464    Fax 010.8632411
E-mail: acassan@liberodiscrivere.it

http://www.Liberodiscrivere.it

Come è nato Parole nel web

La tecnologia influenza la scrittura? Voglio vedere se qualcuno ha il coraggio di dire di no.
Senza un PC ed un bel programmino di videoscrittura con tutti i suoi “taglia ed incolla” scrivere un romanzo era una bell’impresa. Complimenti a chi c’è riuscito!
E poi è arrivato anche internet: informazioni ed informazioni gratis o almeno a buon mercato. Il segreto per essere sempre aggiornati su ogni argomento. La ricchezza delle fonti diventa ricchezza di scrittura.
Ma il web non è solo questo. Internet è un formidabile luogo d’incontro.
E’ lì, nella benedetta rete, che ho trovato Andrea Didato prima e Simonetta Bumbi (http://iostoconletartarughe.splinder.com/) poi. E’ lì che ci siamo conosciuti e riconosciuti come possibili compagni di piccole avventure letterarie.
E la distanza non esisteva più. Poco importava che Andrea vivesse in Sicilia, Simonetta a Roma ed io a Firenze! Avevamo comunque un luogo comune per incontrarci. Con le e-mail comunicavamo alla velocità della luce (!!!) e nel web abbiamo trovato i nostri primi lettori.
E così siamo riusciti a scrivere il breve romanzo e lo strano racconto in versi che trovate nel volume "Parole nel web" senza mai vederci e senza neppure telefonarci.
E in rete queste due storie hanno avuto il loro battesimo pubblicate a puntate. "Se sarà maschio lo chiameremo Aida" Andrea Didato ed io lo pubblicammo prima su Scrittura Fresca e poi sul sito di Liberodiscrivere. "Cybernetic love", invece, Simonetta Bumbi ed io l’avevamo pubblicato su Liberodiscrivere.
Se il romanzo scritto con Andrea parlava di un mondo immaginario, di un paese del sud Italia ma arroccato su montagne più alte delle alpi e della musica lirica, "Cyberneti love", invece, oltre ad essere nato in internet, parla proprio della rete. Narra, infatti, di un triangolo amoroso nato in una chat . Per scriverlo abbiamo utilizzato termini informatici, inserendoli sopra a citazioni dei classici della letteratura.
Sergio Calamadrei (http://calablog.splinder.com/), invece, l’ho conosciuto nel mondo reale, ma anche la breve esperienza della scrittura comune di un racconto l’abbiamo vissuta a distanza, tramite e-mail. Il racconto che abbiamo scritto assieme narra di un amore rubato ed è visto dalla parte del "cattivo", che forse, non lo è neanche troppo, ma solo un giovane che si lascia trascinare dalla passione e dagli eventi.
Nel frattempo Andrea c’ha lasciato per sempre, portato via da una brutta malattia.
Tutto ciò è avvenuto tra il 2002 e il 2005. Avevo in mano queste tre storie, con in comune il fatto di essere state scritte in coppia via e-mail. Ognuna aveva già avuto la sua storia, ma mi dispiaceva non vederle su carta.
Cercai, allora, di ricontattare questi amici. Andrea, però, non rispondeva all’appello e, così, alla fine, decisi di infrangere la regola mai dichiarata di non sentirci altro che per e-mail. Lo cercai a casa e scoprii la triste notizia. La famiglia accettò, però, volentieri di dare alle stampe questo nostro lavoro, che vuole dunque anche essere un ricordo della sua fantasia e della sua amicizia. Il risultato è PAROLE NEL WEB (http://menzinger.splinder.com/post/14832618/Parole+nel+Web+-+il+nuovo+libr).
Sergio, Simonetta ed io abbiamo successivamente scritto un romanzo a sei mani, tutto rigorosamente via internet “Il Settimo Plenilunio”. Un giorno, forse pubblicheremo anche quello. Nelle mie intenzioni doveva essere il quarto racconto, scritto da tutti e quattro gli autori, ma poi è cresciuto a dismisura e abbiamo deciso di tenerlo separato.
Ma le mie collaborazioni via internet non sono finite. A breve uscirà l’antologia "Ucronie per il terzo millennio", che ho curato io, riunendo diciotto autori, tra cui il sottoscitto e il citato Sergio Calamandrei (www.calamandrei.it).
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