Insolita serata quella di ieri. Serata in cui l’emergere del reale dal virtuale ha dato più volte prova di sé. Serata che si è svolta nella bella cornice dell’Hotel Relais Certosa, accanto all’evocativa dimora certosina di Firenze. Momento particolare che mi ha permesso di incontrare finalmente dal vivo una persona con cui ho avuto contatti virtuali, via e-mail, blog e altri spazi web, per circa dieci anni, una persona con cui ho firmato ben due libri, “Parole nel web” e “Il Settimo Plenilunio”, appena uscito.
Sto parlando della poetessa e scrittrice Simonetta Bumbi. “Parole nel web” è un volume che raccoglie tre miei scritti a quattro mani, uno dei quali “Cybernetic love”, l’ho scritto con Simonetta. “Cybernetic love” è uno strano divertissement che ha preso la forma di una storia in versi scritta in cinque atti. È la storia di un tragicomico triangolo amoroso nato da una chat e scritto, come una sorta di collage di citazioni di autori classici, riscritte modernamente in un ironico linguaggio informatico. “Il Settimo Plenilunio” è un romanzo scritto a sei mani con Simonetta e con il giallista fiorentino Sergio Calamandrei (autore, tra l’altro di un romanzo sul mistero che si cela nella Biblioteca Nazionale Fiorentina “L’Unico Peccato”) e illustrato da ben diciassette artisti. Una storia di vampiri e licantropi che ci parla di un mondo multiculturale e consumistico.
L’occasione di quest’incontro “reale” con la verissima e umanissima Simonetta Bumbi è stato la presentazione del suo libro “iostoconletartarughe”, una sorta di dialogo-diario-blog cartaceo con cui Simonetta ci racconta, a cuore aperto, la sua lotta contro il dolore del mondo, che sembra aggredirla da ogni parte.
La presentazione è stata molto ben organizzata e divisa in tre parti. In una prima parte due attori si alternavano tra loro nel leggere brani del libro, lasciando spazio a una relatrice che ci parlava del significato e della simbologia della tartaruga nella mitologia di numerose culturale del mondo.
Nella seconda, un’altra relatrice, con l’ausilio di un proiettore, ha accostato le parole dense di sensibilità di Simonetta a immagini e musica.
Nella terza è stato dato spazio a Simonetta per rispondere alle domande di un pubblico numeroso e molto interessato ed è stato annunciato che dal volume sarà tratto uno spettacolo teatrale che avrà le sue prime rappresentazioni a Pistoia.Il momento più emozionante è stato però l’incontro con l’immediatezza, l’umanità e la schietta amicizia di Simonetta Bumbi. A completare l’evento c’era la presenza con noi anche del citato Sergio Calamandrei, realizzando così per la prima volta un incontro tra i tre autori de “Il Settimo Plenilunio”. Ovviamente abbiamo approfittato dell’occasione per immortalare lo “storico evento” con alcune foto.
Il libro di Simonetta è, esso stesso testimonianza del prendere corpo di qualcosa nato nel web. Se i testi dai nostri scritti assieme nascono da uno scambi di e-mail e prima di apparire su carta sono stati rodati sul Laboratorio di Scrittura dell’Editore Liberodiscrivere o sul blog http://menzinger.splinder.com, “iostoconletartarughe” nasce proprio come un blog. Un blog divenuto libro e ora, presto, spettacolo teatrale, dunque sempre più concreto e reale.
Dunque il web vive, è vero. Dal web emergono idee, progetti, libri e, persino, persone. A volte persone vere come Simonetta Bumbi.
La presentazione del volume era inserita in una serata articolata in vari interventi di relatori diversi, che hanno toccato temi assai interessanti e vari, dalla semantica, alla filosofia, alla funzione della musica nei riti, all’ermetismo, tema, quest’ultimo che mi ha felicemente riportato alla mente alla simbologia nascosta del mio romanzo “Il Colombo divergente”.
L’intervento finale, poi, mi ha personalmente colpito, dato che trattava del più misterioso dei miei antenati, l’alchimista, studioso e inventore Raimondo Di Sangro, la cui affascinante cappella San Severo a Napoli, guarda caso, mi era capitato di visitare di recente proprio con il citato Sergio Calamandrei e le nostre famiglie. Il Principe Di Sangro, di cui è ricorso il 30 gennaio il trecentennale della nascita, era all’epoca considerato una sorta di stregone per i suoi studi di chimica e, addirittura un vampiro (come i personggi de Il Settimo Plenilunio!), per i suoi studi sulla circolazione sanguigna.
Archive for marzo 2010
25 Mar
EMERGENDO DAL VIRTUALE
22 Mar
ZAFON COLPISCE ANCORA
Come mai i sequel sono spesso più lunghi dell’originale?
A volte perché l’autore ha finalmente raggiunto la fama e può permettersi di scrivere tranquillamente, senza eccessive distrazioni e, soprattutto l’editore è disposto a pubblicare un volume più corposo e i lettori a leggerlo.
Non saprei se questo sia il caso di due libri di Carlos Ruiz Zafòn (autore che la fama ha certo già raggiunto, meritatamente, con opere tradotte in quaranta lingue e milioni di lettori). Sto parlando, ovviamente delle 439 pagine in paperback de “L’ombra del vento” (di cui dico qui) e delle 676 pagine in copertina rigida de “Il gioco dell’angelo”.
Non saprei se questo sia il caso, perché, in realtà “Il gioco dell’angelo” non è affatto un sequel, ma piuttosto un nuovo libro ambientato negli stessi luoghi (una Barcellona barocca e fumosa come una Londra ottocentesca degna di Jack lo Squartatore) e con alcuni personaggi in comune (i librai Sempere, padre e figlio).
Anche nelle atmosfere e nei personaggi ci sono delle somiglianze, dato che dietro a tutto (ne “Il gioco dell’angelo” maggiormente) c’è, oltre al mistero, un tocco di magia soprannaturale e dato che si parla sempre di scrittori e di libri.
Le due storie sono però perfettamente autonome e si può scegliere di cominciare la lettura da quella che si preferisce. Non appare neanche poi così scontato capire quale delle due sia stata scritta prima, anche se “Il gioco dell’angelo” è comunque ambientato in un arco temporale successivo a “L’ombra del vento”.
Leggendo il primo avevo avuto la sensazione che Zafòn fosse particolarmente innamorato della scrittura e che questa fosse un momento centrale della sua vita, al punto dal farne il cuore di un romanzo e questo mi aveva (erroneamente) fatto pensare si trattasse di una di quelle opere prime con cui un autore racconta le proprie tribolazioni sulla via del successo letterario.
Questo libro trasmette la medesima sensazione (ma ormai l’inganno non è più possibile!), anche se forse si vede una maggior maturazione non dico dell’autore (già maturo ed efficace ne “l’Ombra del vento”) ma della struttura dell’opera che ricalca quella della precedente, consentendo quindi all’autore di dilungarsi su aspetti che nel precedente non aveva sviluppato. Ed ecco che l’atmosfera di Barcellona sembra farsi ancor più cupa e barocca, ecco che la magia assume sempre maggior sostanza e si sente il respiro della letteratura sudamericana che emerge dalle stratificazioni culturali europee, ecco che il linguaggio si arricchisce di fantasiose creazioni stilistiche e di riflessioni lasciate lì, en passant, pronte per trasformarsi in citazioni.
Ne vorrei riportare alcune, tanto per rendere l’idea:
“Un ragazzo è il soldato perfetto. Possiede un grande potenziale di aggressività e una scarsa o nulla capacità critica per analizzarlo e decidere come incanalarlo”.
“La maggior parte delle grandi religioni ha tratto origine, o ha raggiunto il proprio punto critico di espansione e influenza, nei momenti storici in cui le società che le adottavano avevano una base demografica più giovane e impoverita”.
“A mano a mano che la vita avanza e che bisogna rinunciare alle illusioni, ai sogni e ai desideri della gioventù, aumenta la sensazione di essere vittime del mondo e degli altri”.
“Ogni religione organizzata, con scarse eccezioni, ha come pilastro fondamentale il soggiogamento, la repressione e l’annullamento della donna nel gruppo”.
“Gli esseri umani imparano e assorbono idee e concetti attraverso narrazioni, storie, non attraverso lezioni magistrali o discorsi teorici”.
“Voglio che impari la grammatica, non la morale della favola”.
Un bel libro, comunque, che si legge bene, velocemente, con interesse e piacere, nonostante le dimensioni quasi da volume enciclopedico.
19 Mar
Tre autori poco noti
PRENDIMI E LEGGIMI
Argeta Brozi è una presenza che aleggia negli spazi web con una ricorrenza e costanza invidiabile e i suoi libri riscuotono trai lettori della rete un certo successo, mi sono così persuaso a leggere la sua raccolta di racconti dal titolo “Prendimi l’anima” (Edizioni Il Filo).



2 Mar
IL SETTIMO PLENILUNIO E' COMINCIATO
