Archive for dicembre 2020

CHI STA UCCIDENDO I TASSISTI DI FIRENZE?

Fabrizio De Sanctis
Fabrizio De Sanctis (uno degli autori del GSF – Gruppo Scrittori Firenze)

Uno dopo l’altro i tassisti di Firenze vengono uccisi. Stessa arma, una Calibro 22, stesso giorno della settimana, il venerdì. A volte, però, il serial killer si prende delle libertà e ammazza anche una prostituta e un travestito e colpisce in altri giorni. La polizia indaga. Questa, in sintesi, la trama del romanzo di Fabrizio De SanctisUna vendetta quasi perfetta” (Libromania, 2017).

Perché l’ho letto? Perché in molti mi avevano detto quanto De Sanctis scriva bene e ne avevo avuto piena conferma leggendo dei suoi racconti. Solo che Fabrizio De Sanctis scrive soprattutto gialli e di dimensioni notevoli (questo con le sue oltre 300 pagine è uno dei più brevi) e io non amo i gialli! Se uno scrive bene, però, i suoi libri vanno letti lo stesso, anche se il genere non ci convince.

In effetti, “Una vendetta quasi perfetta” scorre proprio alla grande e si legge con piacere, grazie a uno

Una vendetta quasi perfetta di Fabrizio De Sanctis | Libri | DeA Planeta  Libri

sviluppo dell’indagine che rivela poco per volta, prima pare andare in una direzione per poi scoprire altre possibilità. Inoltre, il colpevole non appare solo all’ultimo, senza una ragione, come in opere meno riuscite di altri, e i personaggi hanno il loro spessore e il loro perché. Insomma, un bel libro, intenso, con dialoghi efficaci e realistici.

Considerate che se c’è una cosa che mi piace poco leggere, oltre ai gialli in genere, sono le detective story con poliziotti o carabinieri e qui. ci sono entrambi, eppure la buona scrittura di Fabrizio De Sanctis mi fa passare sopra questa mia allergia. Sarà, perché pur inserendo la storia in una precisa ambientazione fiorentina (di cui ritrovo luoghi e atmosfere), non indulge a creare macchiette o a toni strapaesani. Buon segno, no?

LA BOMBA ATOMICA A CASERTA

Se leggendo “L’ombra del Duce” di Michele Rocchetta lo avevo definito una spy-story ucronica, il suo seguito

Michele Rocchetta
Michele Rocchetta (1967)

Extrema-ratio”, cambia registro e pur restando un’ucronia a tutti gli effetti, perde la connotazione di spy-story, per connotarsi come romanzo di guerra.

Lo sviluppo storico preconnizzato nel primo volume, con un’Italia uscita dalla Seconda Guerra Mondiale (finjita anzitempo) divisa tra una Repubblica dell’Alta Italia (presidente Sandro Pertini) e un Regno del Sud Italia in mano a Umberto II di Savoia, procede, con il ritorno al potere del Duce, che sembrava morto ma non lo era, affiancato da un tribuno di nome Giorgio Almirante, qui assai più squadrista e violento che nella realtà.

Dietro le quinte compaiono i nomi di Nixon, Kissinger, Togliatti e si preconizza un’abdicazione di Umberto II a favore del figlio Vittorio Emanuele.

Pare strano vedere i Savoia, piemontesi, guidare l’Italia del sud, ma la Storia, si sa può prendere strade imprevedibili.

In “Extrema ratio” il conflitto tra nord e sud Italia si trasforma in vera guerra e la bomba atomica, qui mai lanciata sul Giappone, diviene un’arma nelle mani dei repubblicani del nord (che hanno la capitale a Reggio Emilia) e sono pronti a farla esplodere a Caserta.

Anche gli equilibri internazionali in questo universo divergente sono mutati: gli americani appoggiano i

Extrema ratio

fascisti, mentre francesi e russi sostengono la repubblica del nord.

Le ucronie sono sempre affascinanti nell’insegnarci come gli scenari storici che diamo per ovvi e certi, in realtà potrebbero essere stati assai diversi.

La grande fantasia di Michele Rocchetta ci regala così questo affascinante scenario, tutto da scoprire e mi chiedo se non ci sarà presto un seguito che magari dagli anni ’50 ci possa traghettare fino al terzo millennio ucronico.

GLI ALIENI CI SALVERANNO?

Why Octavia Butler's Novels Are So Relevant Today
Octavia Estelle Butler, meglio conosciuta come Octavia E. Butler (Pasadena22 giugno 1947 – Washington24 febbraio 2006), è stata un’autrice di fantascienza statunitense.
Ha vinto sia il Premio Hugo che il Premio Nebula e nel 1995 è diventata la prima (e fino al 2003 unica) scrittrice di fantascienza a ricevere il Premio MacArthur.

Ultima genesi” (1987) di Octavia E. Butler è un romanzo di fantascienza che descrive uno scenario post-apocalittico e l’arrivo degli alieni ma, a differenza di tante altre storie in cui troviamo abbinati questi due scenari, la devastazione della Terra non è stata provocata dagli extra-terrestri, avendo cause del tutto antropiche, e gli alieni non invadono veramente la Terra ma aiutano gli umani a ripopolarla.

Il primo alieno che compare nel romanzo ha aspetto antropomorfo, al punto che la protagonista, prima di vederlo bene, pensa sia un uomo. Si scopre poi che la diversità rispetto a noi è molto grande, ma non solo: questi alieni hanno capacità camaleontiche di adattarsi, generazione dopo generazione, in modo da essere più simili e accettabili per le razze con cui vogliono entrare in contatto.

Gli Oankali trattano un po’ gli umani come una specie in via di estinzione da reintegrare nel proprio habitat, da noi stessi distrutto durante una guerra nucleare. Per farlo, però, ritengono necessario modificarci geneticamente. La loro razza viaggia da milioni di anni di pianeta in pianeta mescolando il proprio DNA con quello delle nuove razze prescelte, in un processo di crescita evolutiva indotta assai suggestivo. Il concetto che solo mescolando geneticamente le razze si migliora veramente pare quasi una metafora dell’idea che solo la contaminazione tra culture diverse permette di crescere.

Pregevole diviene quindi la descrizione della civiltà degli Oankali, delle loro origini, della loro struttura sociale e sessuale (tre sessi come in “Neanche gli dei” di Isaac Asimov, del 1972).

Coinvolgente anche l’incipit calustrofobico del romanzo, con la protagonista Lilith Iyapo reclusa che cerca di capire chi siano i suoi carcerieri. Apprezzabile la costruzione dei rapporti all’interno del gruppo di umani destinato a ripopolare la Terra sotto la guida di Lilith.

Insomma, un romanzo tutt’altro che scontato, ben lontano da quelle storie con alieni antropomorfi alla Star Trek che tanto mi intristiscono o da altri stereotipi sugli alieni malvagi o troppo buoni (gli Oankali aiutano l’umanità anche per motivi utilitaristici finalizzati al loro stesso sviluppo). Un romanzo avvincente, che stimola e incuriosisce in ogni passaggio. Non è nuovissimo, essendo del 1987, ma mantiene ancora una forte originalità per chi legge. Una conferma di quanto la fantascienza abbia ancora da offrire.

È il primo capitolo della trilogia della Xenogenesi.

LA VITA DEI ROBOT

Maurizio J. Bruno, 'Ralf' e la musica - Associazione World SF Italia
Maurizio J. Bruno

Dopo aver letto il suggestivo “Eden” (2016) di Maurizio J. Bruno (Pinerolo, 1964), faccio un salto indietro nel tempo per leggere anche la sua opera prima “Ralf” che ho visto definita come giallo tecnologico ma penso si possa anche dire spy-story fantascientifica. Come ho più volte scritto, mentre amo la fantascienza mi piace assai meno il giallo, eppure ho adorato un autore come Isaac Asimov che ha spesso usato i canoni della detective-story per le sue affascinanti storie fantascientifiche, si pensi al Ciclo dei Robot. Ebbene, credo che il fascino di questo libro sia proprio dovuto al fatto che Maurizio J. Bruno si riallacci a questo tipo di romanzi, non per nulla “Ralf” è proprio il nome di un piccolo, innovativo robot, anche se nel volume i termini “intelligenza artificiale” ricorrono assai più spesso di “robot”. E si parla, persino di sistemi esperti, argomento ora assai meno in voga ma che non può non colpirmi, essendo stato l’oggetto della mia tesi di laurea

Ralf

nell’ormai lontano 1990.

Ebbene, “Ralf” è un romanzo che ci parla di un furto di dati relativi a innovativi progressi nel campo dell’intelligenza artificiale, che potrebbero giungere a far definire “vivi” gli automi e allontanare la possibilità di usarli per motivi bellici. Di nuovo non posso non pensare alle Leggi della Robotica di asimoviana memoria, che impedisco alle macchine di nuocere all’uomo, anche se qui non vi si accenna.

Attorno ai dati scomparsi si muovono associazioni segrete e terroristi, con colpi di scena da tipica spy-story.

Ralf”, dopo essere stato pubblicato da Taurus Editore nel 1999 è poi uscito per UNI Service nel 2008 e con il logo Tabula Fati nel 2020, segno della longevità e dell’interesse dei lettori (e degli editori) per questa storia ricca di avventure, di rivolgimenti e con personaggi che sanno farsi amare, oltre a un messaggio di speranza per un utilizzo solo pacifico delle tecnologie.

I MIGLIORI RACCONTI DI FANTASCIENZA DEL 2019

Lodevole il lavoro realizzato da Carmine Treanni con il volume da lui curato “Mondi paralleli” (Delos Digital, 2020), che contiene, come recita il sottotitolo. “Il meglio della fantascienza italiana indipendente 2019”, frutto della lettura e selezione di 14 racconti tra 206 pubblicati dalle principali case editrici “minori” specializzate nella fantascienza.

Giustamente scrive che la “science fiction è un potente agente di cambiamento: è una fonte di visioni alternative della società e può essere d’ispirazione per immaginarne una più giusta o all’opposto, nella sua versione più pessimistica e apocalittica, ci offre anche visioni di futuri da evitare”. Se mai si potesse individuare una forma di letteratura “utile” per lo sviluppo della scienza, della tecnologia e della società, questa sarebbe la fantascienza, dunque, ben vengano opere meritorie come questa che aiutano a selezionare possibili letture tra le tante proposte dalle case editrici nostrane.

Mondi paralleli” comincia con il curioso “Cornucopia” (estratto da “Robot 86” – Delos Digital)  di Linda De Santi (autrice pluripremiata proprio per i suoi racconti), una storia che pare un fantasy, finché si scopre che quelli che vengono chiamati fate, gnomi, unicorni e simili non sono affatto le figure mitologiche tipiche di questo genere narrativo e si vira così pian piano nella fantascienza scoprendo un’umanità crudele e insensibile, pronta a cibarsi di creature antropomorfe emerse dalle viscere della Terra attraverso una misteriosa Frattura. Creature aliene ma provenienti dal cuore stesso del pianeta, ma forse non solo questo. Forse sono qualcosa d’altro ancora.

Claudio Chillemi, autore vincitore del Premio Italia e che ha pubblicato su riviste internazionali, con “Il grande errore” (estratto da “Quel che resta della Kronos” – Delos Digital) prospetta la possibilità che la

formula della vita eterna sia trovata casualmente da uno studioso durante l’analisi di germicidi per la pulizia delle toilette! Vivere in eterno! Quanto muterebbe la nostra società se fosse possibile. Non necessariamente in bene.

Assai singolare è l’oggetto volante che si staglia nel cielo di Marte, ultimo rifugio di un’umanità disperata, nel racconto surreale di Luigi MusolinoIl corpo” (estratto da “La prima frontiera” – Kipple Officina Letteraria), metaforizzazione di tutti i morti o forse “cadavere di Dio”, che, come si sa, è morto, forse “Morte di ciò che siamo stati” “noi, cellule del decesso dell’umanità”, cadavere che si decompone e cade a pezzi distruggendo il fragile habitat marziano. La morte causa di se stessa.

Massimo Citi con “Un rifugio a Baba Yaga” (tratto da “Isole nella corrente”, CS Libri) ci porta in un futuro in cui si combattono diverse federazioni di pianeti, con astronavi dai curiosi nomi di opere letterarie, con animali mutati geneticamente in una sorta di storia di spionaggio interplanetario in cui l’identità della protagonista rivela una sorpresa.

Mi prenderò ogni cosa” (un racconto dell’antologia “Futuri criminali”, curata da Gian Filippo Pizzo per La

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Ponga Edizioni) di Monica Serra è una detective story fantascientifica con un delitto in ambienti alieni che ci parla di amori mancati, un personaggio che prima perde la moglie, annegata, e poi la madre, avvelenata.  C’è un collegamento?

Segue “Collasso domotico” del sottoscritto Carlo Menzinger di Preussenthal, il racconto finale dell’antologia “Apocalissi Fiorentine” edita da Tabula Fati, volume che descrive momenti della storia della città dalle sue origini al futuro, in cui è andata, potrebbe o sarebbe potuta andare in crisi. Un modo sia per fare fantascienza e ucronia di ambientazione italiana, sia per mettere in allarme sulle fragilità ambientali. “Collasso domotico” ci porta in un futuro dove tutto è automatizzato e mostra una madre e una figlia del tutto incapaci di fare qualsiasi cosa senza l’aiuto di una macchina, quando tutte queste, all’improvviso smettono di funzionare.

Con “Gran Vintage BazarAlessandro Napolitano ha vinto il Premio Short Kipple 2019. Si tratta di un’angosciante ghost story su un incidente d’auto, una morte, dei sensi di colpa, un personaggio mefistofelico, omicidi e qualche follia.

Assai grazioso è la FS-fantasy di Nicola CatellaniIl vecchio Blaterone” (tratto da “Leucosya e altri racconti”, l’antologia nata dal Trofeo RILL 2019) che racconta di un lontano pianeta in cui sono sopravvissuti solo i bambini, provenienti dalla Terra, e sono cresciuti avendo come maestro una sorta di futuristico televisore-videoregistratore, dallo schermo guasto, che ripete all’infinito le stesse storie: le Cronache di Hogwarth, di Fantàsia, di Narnia e di Oz, ovvero alcune storie fantasy, che gli abitanti di Aurora interpretano come la vera storia del loro pianeta d’origine.

Avevo già apprezzato in “Fantaetruria” (Carmignani Editrice), la bella antologia curata da Ginafilippo Pizzo e Luca Ortino, il racconto “Incantesimo di fuoco” di Serena Maria Barbacetto, ambientato nei sotterranei di Firenze, dove l’incontro con il cadavere mummificato di un nazista, armato con un pugnale onorifico donatogli da Himmler in persona, si trasforma in una storia horror.

Paolo Aresi (autore pluripremiato e che ha pubblicato con Mursia, Nord, Mondadori, Delos) con “La scomparsa di Matteo Sanniti” (tratto da “Fanta-Scienza”, antologia curata da Marco Passarello per Delos Digital) ci parla dello studio al computer di chimica e biologia molecolare. “La medicina genetica (…) è molto importante, decisiva per il genere umano”, scrive giustamente. Tutto ruota attorno all’indagine sulla scomparsa di un ricercatore, Matteo Sanniti, uno scienziato che compie esperimenti su se stesso come una sorta di novello dottor Jeckyll.

Il toscano Andrea Viscusi con “Hype” (da “L’esatta percezione” – RILL, Quality Games) ci parla di un futuro che somiglia al nostro presente in cui tutti sono sempre ipereccitati, sempre pronti a esaltarsi per qualcosa o attaccare quel che non piace, con l’improvvisa scoperta che si può vivere bene anche senza “emozionarsi per tutto”: “Il fatto è che lui non si sente infelice”, “ha imparato a stare bene con se stesso senza bisogno di continui stimoli”.

Massimiliano Prandini è autore che ho già letto spesso (“Il serpente di fuoco”, “Bestiario stravagante”, “Finisterra – Le sorgenti del Dumrak”). Il suo “Zoogler & Softer” è apparso sulla rivista “Dimensione Cosmica” edita da Tabula Fati e diretta da Adriano Monti Buzzetti e Gianfranco De Turris. Con questa storia, Prandini porta all’estremo il conflitto tra appassionati di microsoft e apple, immaginando un mondo in cui, causa il proliferare di impianti prodotti da due case concorrenti, Zoogle e Appsoft, si è creata quasi una divisione in caste, dove gli utenti-fan dell’una non dialogano più con quelli dell’altra. La suggestiva ambientazione, surreale ma forse futuribile, fa da sfondo al divertente incontro-amore tra due inconciliabili opposti: un softer e una zoogler, moderni Romeo e Giulietta.

Anche M. Caterina Mortillaro, con “Emancipazione” (da “Diver-Gender”, Delos Digital) porta agli estremi, rendendola futuribile, la divisione di generi, immaginando un tempo venturo in cui vi sia una totale prevalenza delle donne, con gli uomini che cercano di imitarle per emanciparsi, un po’ come avviene nella mia saga “Via da Sparta”. Anche qui, come nei miei romanzi, il mondo universitario è frequentato quasi solo da donne (“i maschi iscritti all’università erano solo il 9%”) e i ragazzi, per affermare i propri diritti, aderiscono al Fronte di Riappropriazione Maschile.

Chiude il volume Luca Ortino con “Le sette mogli di Ilarius Pantemous” (da “Mogli pericolose” antologia curata da Roberto Chiavini e Gian Filippo Pizzo per Watson Edizioni), che tratta, umoristicamente, ancora il tema dei rapporti tra i sessi ma in modo del tutto diverso. Immagina, infatti, una civiltà in cui i maschi “piantano” le mogli nel terreno e aspettano che “germoglino”. Di solito ne piantano sette, perché statisticamente solo una arriva a maturazione. Ilarius Pantemous, contro ogni previsione, al termine del raccolto si trova nell’imbarazzante situazione di avere sette mogli! Per legge deve tenersele tutte. Per fortuna c’è il mercato nero!

Insomma, una carrellata di racconti che trattano la fantascienza con toni che a volte si spostano verso il fantasy, il surreale e l’umoristico, ma tutti capaci di descrivere le debolezze e le contraddizioni di tutti noi e della società in cui viviamo. Una bella e piacevole scelta di storie, da leggere una dietro l’altra.

Ancora complimenti a Carmine Treanni per il lavoro svolto e grazie a Delos Digital per aver dato questo spazio ad autori che non è facile trovare sugli scaffali delle librerie. Aspettiamo ora di vedere la selezione di racconti del 2020.

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L’ITALIA DIVISA

Storia, memoria e ucronie: intervista a Michele Rocchetta | Tropismi
Michele Rocchetta (1967)

Con l’ucronia “L’ombra del Duce” (Edizioni Epoke, 2016) Michele Rocchetta immagina un’Italia uscita divisa dalla Seconda Guerra Mondiale tra una Repubblica dell’Alta Italia e un Regno del Sud Italia in mano ai Savoia. Una guerra conclusasi prima del tempo con la morte di Hitler e che non ha visto ancora le bombe atomiche, minaccia che però ora incombe sul mondo pacificato. Il Duce è ancora vivo, ma per poco, perché il nostro protagonista lo uccide nelle prime pagine, eppure la sua “ombra” continua ad allungarsi. In questa spy story ucronica l’alleanza tra Francia e Repubblica dell’Alta Italia è minata da un misterioso complotto e gli agenti dei servizi segreti delle due repubbliche stanno facendo delle brutte fini. L’Europa non ha tentato di unirsi con la CEE e le altre comunità e una nuova guerra sembra alle porte in un continente quanto mai diviso.

Nella vicenda compaiono personaggi allostorici come un John Kennedy militare che collabora con l’intelligence, un alternativo Salvatore Giuliano, un Mitterand a capo dei servizi segreti, Kissinger che si dà da fare nella gestione dei rapporti internazionali.

Come nel celeberrimo “La svastica sul sole” di Dick, Michele Rocchetta immagina un romanzo che descriva un mondo in cui la Seconda Guerra Mondiale abbia avuto un altro esito e a scriverlo mette nientemeno che il re della fantascienza: Isaac Asimov.

L’idea di un diverso svolgimento della Seconda Guerra Mondiale credo sia la più sfruttata dalla fantascienza sia internazionale che nazionale, con “Fatherland” di Harris, “Il complotto contro l’America” di Roth, il film “Iron Sky” di Vuorensola, l’immaginifica saga fantascientifica “Invasione” di Turtledove e il suo sequel “Colonizzazione”, i nostri “Nero italiano” di Stocco, “L’inattesa piega degli eventi” di Brizzi, “Il 9 maggio” di

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Prosperi, ma ogni autore immagina diversi sviluppi e nuove trame, perché, come l’ucronia insegna, la Storia non è una sola, le strade che avrebbe potuto imboccare sono infinite e molte quelle che potrà prendere in futuro. Il destino non esiste. Se anche non possiamo più mutare il passato, tocca a ciascuno di noi contribuire a costruire il futuro nel modo migliore possibile.

Anche “L’ombra del Duce” porta implicitamente con sé questi insegnamenti, ma va letto soprattutto come una bell’avventura di spionaggio in uno stimolante mondo alternativo, che avrebbe anche potuto essere il nostro.

LA GENIALE INNOVAZIONE CINESE DELLA FANTASCIENZA

Credo che la prima cosa da dire de “Il problema dei tre corpi” (2008) di Cixin Liu (Yangquan, 1963) è che si tratta di un libro di eccezionale valore e che non ci si può permettere di non leggere.

Si tratta di un’opera di grandissima densità narrativa, che riprende e innova, con moderno spirito cinese, la fantascienza classica, quella dei grandi nomi degli anni del sogno americano, quella che costruiva avventure partendo dallo sviluppo di ipotesi scientifiche alternative, che esplorava gli orizzonti del possibile, delineando utopisticamente un futuro di continuo sviluppo tecnologico, che sembrava c’avrebbe portato sulle stelle agli albori del duemila.

To Reach the Pure Realm of the Imaginary:” A Conversation with Cixin Liu |  JSTOR Daily
Cixin Liu

Ebbene, quello che fa il cinese Cixin Liu è ricominciare dallo stesso spirito di indagine scientifica, prendendo spunto dalla più fondamentale delle scienze, la fisica, reinventandola.

Rispetto a chi scriveva alla metà del XX secolo, Cixin Liu tiene conto del progresso intercorso e va avanti, scrivendo di multidimensioni e della possibilità di costruire intelligenze artificiali subatomiche mediante il dispiegamento di un protone multidimensionale su due dimensioni e il suo successivo “reimpacchettamento”, scrivendo dell’accelerazione di questi protoni “intelligenti” (detti sofoni) per trasmettere informazioni (e non solo) alla velocità della luce.

Cixin Liu non affronta qui solo la fisica della materia, ma anche l’astronomia, l’informatica, la biologia, le scienze sociali, la storia.

Centrale ne “Il problema dei tre corpi” è la descrizione del mondo alieno (che cominciamo a conoscere non direttamente, ma attraverso un videogioco di addestramento). Il pianeta che l’autore descrive ha la peculiarità di trovarsi in un sistema con tre soli, che poi scopriremo essere il sistema di Alpha Centauri, le

Il problema dei tre corpi - Liu Cixin - copertina

stelle a noi più vicine, a “soli” 4,365 anni luce, un sistema composto da una nana gialla, una nana arancione e una nana rossa. Nel 2012 (successivamente alla pubblicazione del romanzo) è stato scoperto un pianeta terrestre orbitante attorno a uno di queste stelle.

L’autore immagina che il pianeta sia abitato ma che per il complicato sistema trisolare, la vita sulla superficie alterni fasi di gelo e arsura apparentemente del tutto irregolari, a seconda dell’avvicinarsi o ad allontanarsi rispetto a una o più stelle.

Gioca con la biologia, immaginando delle specie in grado di disidratarsi e reidratarsi, tornando in vita, per affrontare i momenti climatici avversi.

Gioca con le scienze sociali, immaginando il complesso sistema che regola i rapporti in questa civiltà costretta a morire e rinascere in continuazione.

Gioca tre volte con l’informatica, la prima presentandoci questo mondo per la prima volta tramite un complesso videogioco, la seconda, mostrandoci, all’interno di questo una civiltà che realizza un computer vivente senza l’elettronica, ma grazie a un esercito sconfinato, la terza immaginando la realizzazione di un computer all’interno di un singolo protone.

La scena si svolge in tre ambienti principali, la Terra, l’interno del videogioco e Trisolaris, il pianeta dai tre soli.

In questo Cixin Liu si dimostra un narratore di altissimo livello, capace di creare mondi alternativi immaginari con maestria e ricchezza di particolari, non fini a se stessi (come in certi fantasy), ma con un logica scientifica forse non ineccepibile ma molto stimolante.

Come se non bastasse l’ambientazione terrestre è storica e rappresenta un’assai interessante rappresentazione dei difficili anni della Rivoluzione Culturale cinese e di come la Cina da allora sia grandemente evoluta, arrivando a divenire il Paese moderno che è adesso e che si pone ormai come una delle guide scientifiche e tecnologiche del mondo.

Inoltre, Cixin Liu fa un interessante riflessione su quali eventi possono portare a variazioni dello sviluppo di una civiltà e, tra queste, evidenzia come l’evento più imprevedibile e con maggiori ripercussioni, in positivo o in negativo, sulla crescita tecnologica sia il contatto con un’altra civiltà terrestre, motivo per il quale, nel romanzo, durante la Rivoluzione Culturale cinese è avviata la ricerca di altre forme di vita intelligente nel cosmo.

Aggiungiamo poi il mistero dei suicidi degli scienziati, quello delle strane allucinazioni del protagonista e il difficile enigma da risolvere nel videogioco, che trovano spiegazione nella trama successiva, l’allarme per le problematiche ambientali, la ricchezza e profondità dei personaggi e capirete come questo libro non solo sia un caposaldo della nuova fantascienza, ma anche un’opera che la letteratura mondiale non dovrebbe trascurare.

Il romanzo, che nel 2015 ha vinto il Premio Hugo, è dunque un’opera intellettualmente assai stimolante e narrativamente affascinate, di sicuro una delle mie migliori letture degli ultimi anni.

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