Archive for luglio 2009

IL CACCIATORE DI QUALITA'

Il commento che segue l’ho scritto il 7/5/2008. E’ passato più di un anno e pur ripromettendomi sempre di pubblicarlo non ho mai trovato lo spazio per farlo, con post sempre più "urgenti". Ho deciso che se avessi aspettato ancora, sarebbe diventato roba da museo, così eccolo qui. Vi ricordate ancora de Il cacciatore di aquiloni? E’ di questo libro che vi vorrei parlare.
Il cacciatore di aquiloniIl cacciatore di aquiloni è il primo romanzo dello scrittore americano di origine afghana Khaled Hosseini, pubblicato in Italia dalle Edizioni Piemme nel 2004. Il titolo originale dell’opera è The Kite Runner; la traduzione in italiano è opera di Isabella Vaj. Si tratta di uno straordinario caso letterario pubblicato in 12 paesi. L’ho letto dopo averne sentito parlare e letto, in particolare su aNobii, molto bene. Sono gIà usciti nelle sale il film che ne è stato tratto e in libreria un nuovo libro di questo stesso autore. I pareri che ho raccolto sono molto favorevoli sia per i romanzi, sia per il film.
Il libro mi è piaciuto molto e l’ho trovato “emozionante”, ovvero ricco di emozioni e sensazioni forti. Sicuramente un buon libro. Non conosco i numeri delle vendite ma credo che possa essere certo considerato un best-seller. Vorrei, dunque, fare un’analisi del suo successo analogamente a quanto fatto per i romanzi del ciclo di Harry Potter e per la Setta degli Assassini di Licia Troisi. Si tratta indubbiamente di libri assai diversi ma accomunati dal successo. Vorrei dunque, anche qui, esaminare “gli ingredienti” usati dall’autore.
Direi, innanzitutto, che si tratta di un romanzo sull’amicizia. L’amicizia tra il protagonista-narratore e il suo Khaled Hosseiniservo – fratellastro – cacciatore d’aquiloni. È anche un romanzo sui rapporti irrisolti tra padre e figlio. Il rapporto è duplice, verso il padre del protagonista e verso il bambino che il protagonista adotterà. È un romanzo d’iniziazione, nel senso che descrive la vita del protagonista, le sue paure e debolezze ed il loro superamento, attraverso una serie di prove, inizialmente fallite.
È una storia d’ambientazione (molti, credo, devono averlo letto soprattutto come tale), in cui è descritto un Afghanistan di cui tanto i giornali c’hanno parlato ma che rimane per noi occidentali una sorta di mondo immaginario. L’ambientazione, per quanto realistica, appare così lontana da non parere tale. Eppure, non è un romanzo politico. Non è un romanzo di denuncia o difesa di questo Paese, che viene descritto soprattutto come sfondo. Quello più naturale per questa storia, dato che è da lì che viene l’autore.
Dico che pare un mondo immaginario, eppure, nel leggerlo l’ho sentito come molto più vero del nostro. È un mondo che somiglia assai più di quanto si voglia ammettere, all’Italia di qualche decennio fa. E questi afgani somigliano anche troppo ai nostri nonni. Questa non è una forzatura. Questo è, invece, credo, il segreto e la forza di questo libro: descrivere un mondo così alieno da essere il mondo di tutti, il mondo antico da cui tutti proveniamo, il mondo in cui ogni giorno si rischiava la vita, in cui nutrirsi era un problema, in cui la violenza era un problema vero, in cui la prevaricazione era una costante. Un mondo di cui serbiamo solo un ricordo ma che è, comunque, parte di noi. È per questo, secondo me, che “Il cacciatore d’aquiloni” è un bestseller e parla a tutti noi.
 
Detto ciò, vorrei approfondire l’analisi, prendendo la lista che avevo redatto per i libri della Rowlings (mi si perdoni l’accostamento tra autori tanto diversi, ma credo che li accomuni la capacità di raggiungere il cuore della gente):
 
aquilone1.       trama: è abbastanza articolata, si snoda lungo tutta la vita di un uomo e si snoda in numerosi episodi;
2.       struttura: il romanzo ha una struttura semplice e lineare, dal passato al futuro, ma avanzando nel tempo si scoprono elementi importanti del passato. Il risultato è estremamente leggibile;
3.       ambientazione: sicuramente aver scelto un Paese come l’Afghanistan aumenta la curiosità, l’averlo trattato solo come sfondo, rende il romanzo “universale”;
4.       ripetitività e ritualità: non è questo il caso, del resto qui si parla di un singolo romanzo e non di un ciclo;
5.       magia come estraneamento dalla realtà: in Harry Potter c’era veramente magia, qui c’è, per noi europei, un mondo alieno, l’effetto è, in un certo senso, simile;
6.       mondo parallelo, specchio della nostra schizofrenia: pur non essendo l’Afghanistan un mondo parallelo, i movimenti del protagonista al di fuori e dentro questo Paese hanno meccaniche simili a quelli di chi entri ed esca da mondi immaginari, lo straniamento èconfrontabile;
7.       amicizia: ho già detto che qui è centrale;
8.       lotta tra Bene e Male senza manicheismo assoluto: qui il protagonista si scontra con ragazzi cattivi, prima, e con uno di loro divenuto talibano, poi, ma è lui stesso, con la sua mancanza di coraggio a sentirsi colpevole per la sorte del suo amico;
9.       tanti nemici, grandi e piccoli / competizione: qui i nemici sono di meno che nel ciclo di Harry Potter e meno approfonditi, inoltre non c’è un Nemico assoluto, ma la competizione è importante e evidente;
10.    un personaggio che si sente debole ma che scopre di essere forte e speciale: il protagonista si vergogna della propria vigliaccheria e alla fine riesce a superarla;
11.    spettacolarità: certo inferiore rispetto a storie fantasy ma non del tutto assente;
12.    mistero e suspance: non c’è mistero da svelare ma non mancano le sorprese e la storia induce a proseguire la lettura;
13.    paura: il protagonista prova paura ma non certo il lettore e questo non è previsto ne necessario in questo contesto;
14.    avventura: ce ne è in giusta dose;
15.    iniziazione e crescita verso l’età adulta: come detto, è il secondo elemento portante di questa storia;
16.    morte: ha il suo ruolo e compare più volte.
17.    rapporti familiari complessi: sono la chiave che aziona la storia.
18.    amore: non manca la storia d’amore, anche se non è centrale rispetto alla trama.
 
Cosa concludere? Direi, innanzitutto, con la conferma che due romanzi, per quanto così diversi come il ciclo di Harry Potter e Il cacciatore d’aquiloni, quando raggiungono un grande successo di pubblico è perché hanno degli elementi in comune, perché toccano delle corde particolari, dei sentimenti e delle emozioni che ci riguardano da vicino: amicizia, amore, morte, rapporti familiari, conflittualità, paura, avventura, crescita, mistero. È anche importante che ci siano trama, struttura, ambientazione e spettacolarità ben congegnate.
 
Mi parrebbe, dunque, di aver fatto un piccolo passo avanti nella comprensione dei meccanismi che animano un best-seller. Da una parte riescono a suscitare varie emozioni, dall’altro lo fanno utilizzando degli strumenti generali costanti. Può sembrare banale dire che in un romanzo ci debbano essere trama, struttura, ambientazione, eppure, se leggiamo alcuni lavori di minor successo questi tre elementi così “ovvi” mancano e, per uno scrittore, non è affatto così semplice costruirli, dato che i libri possono nascere in tanti modi diversi e, solo raramente, con un preciso progetto a tavolino, in cui si decide da subito questi aspetti e quali corde emotive andremo a toccare scrivendo.
Essere consapevoli però dell’esistenza di questi, dovrebbe poterci aiutare, almeno in rilettura, ad interrogarci sulla qualità di quanto da noi scritto.

Tempo di web-traslocare

L’altro giorno ho ricevuto un messaggio che stavo qusi per scambiare per uno dei soliti tanti spam che bombardano il mio indirizzo di posta pubblico:

Yahoo! GoogleDear Yahoo! GeoCities customer,

We’re writing to let you know that Yahoo! GeoCities, our free web site building service and community, is closing on October 26, 2009.

On October 26, 2009, your GeoCities site will no longer appear on the Web, and you will no longer be able to access your GeoCities account and files.

Insomma mi annunciavano che il mio sito sta per morire dopo tanti anni di onorato servizio (mi pare di averlo attivato nel 2001 o al massimo nel 2002).
Tralasciando i consigli di Yahoo! GeoCities di passare a versioni a pagamento, ho deciso di aprire un nuovo sito.
Per fortuna quello vecchio lo gestivo con il redirect www.scrivo.too.it, che potrò utilizzare reindirzzandolo sul nuovo.
Google SitesCosì ieri ho cominciato a scrivere il nuovo sito utilizzando gli applicativi di Google.
Google Search
Se avete suggerimenti, saranno ben graditi.

IL GIOCO DELLE PARTI del politico, dello storico e del poeta

L'antiico centro della città da secolare squallore a vita nuova restituitoÈ raro assistere alla presentazione di un libro in una piazza gremita di gente. Mi è capitato ieri sera e la piazza non era quella di qualche località di villeggiatura ma Piazza della Repubblica a Firenze, il cuore sabaudo del capoluogo toscano, « L’ANTICO CENTRO DELLA CITTÀ, DA SECOLARE SQUALLORE A VITA NUOVA RESTITUITO ».
Anche il pubblico non era dei più comuni, dato che dal palco sono stati salutate e ringraziate per la loro presenza varie personalità del mondo culturale e politico fiorentino, tra cui il neo-sindaco della città Matteo Renzi, del quale era atteso un intervento, che, però, non c’è stato.
Il libro capace di catalizzare tanta attenzione si chiama “L’imperfetto assoluto” ed Matteo Renzi, sindaco di Firenzeè edito da “Mauro Pagliai Editore”, la casa editrice fiorentina nata, con grandi propositi, dalla costola di Polistampa.
La serata, organizzata con la collaborazione della prospiciente libreria Edison, ha potuto disporre di simili spazi e di simile pubblico, perché l’autore, sebbene non trai più noti in campo letterario è invece una personalità di spicco nel panorama politico fiorentino essendo il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Riccardo Nencini, nonché Segretario del Partito Socialista.
Riccardo Nencini, autore de L?imperfetto assolutoIntroduceva poi uno dei più celebri e autorevoli storici non solo di Firenze, ma d’Italia, Franco Cardini, autore, tra le altre cose di un bel saggio su Giovanna D’Arco, che è stato una fonte importante per la stesura del mio romanzo “Giovanna e l’angelo” (Edizioni Liberodiscrivere).
Era poi presente come coautore del libro l’ex-enfant prodige Federico Berlincioni, che a tredici anni già pubblicò una raccolta di poesie. A lui si devono quindici sonetti inseriti all’interno del romanzo di Nencini.
La singolarità della serata è stata nella curiosa inversione delle parti che hanno giocato questi personaggi.
Il Professor Cardini, infatti, ha fatto un intervento, pur dotto e ricco di riferimenti storici e letterari, ma che ricordava molto un discorso politico, con riferimenti all’amministrazione della città e l’esaltazione del nuovo sindaco Matteo Renzi, la cui elezione ci ha presentato come un evento storico, per le qualità della persona, immagino, più che per i suoi meriti effettivi, essendo il mandato appena iniziato. Affermazione che in cuor mio sento come possibile e che mi auguro si realizzi, ma di cui non vedrei i presupposti “storici”.
Quando poi è intervenuto il politico Nencini, nel presentare il suo libro, che è un romanzo storico, ha Franco Cardini, storicosoprattutto parlato della geografia di Firenze nel 1300, delle sue famiglie e dei giochi di potere di quel secolo, delle ragioni dell’affermarsi di Firenze nel panorama internazionale.
Un po’ perplessi ci ha lasciati l’affermazione che ogni re (o sindaco) ha bisogno di qualcuno che, come il Musciatto protagonista del romanzo, faccia il lavoro “sporco” per lui, che sarà anche vero, ma suona davvero male, soprattutto detto da un politico, anche se in quel momento indossava la casacca dello storico ancor più che la camicia dello scrittore!
Federico Berlincioni, poetaHa poi passato la parola al ventiduenne Berlincioni che ci ha spiegato d’aver impiegato ben 5 anni a scrivere i 15 sonetti del volume, dunque, iniziando a 17 anni, età alla quale era già sufficientemente “celebre” da esser scelto da Nencini come coautore. Il “giovin poeta” si è, dunque, dilettato, per completare il gioco delle parti, a mutarsi in professore e critico letterario spiegando al pubblico cosa siano i sonetti e quale grande poeta sia Dante (quasi che a Firenze pensasse ci possa esser qualcuno che l’ignori) e spiegando quanto sia difficile cercare di scrivere nel XXI secolo come se si fosse Dante (ciò che lui ha cercato di fare, non ho ben capito con quale esito, perché il contesto di piazza e la lunghezza del suo intervento non mi hanno consentito di apprezzare e valutare appieno la sua opera poetica un po’ “retrò”, se così si potesse dire).
Intervento il suo, a detta di molti presenti, alcuni dei quali si sono defilati mentre parlava, che ha purtroppo abbassato l’alto livello e l’interesse che erano riusciti a raggiungere Cardini e Nencini con significativi contributi culturali.
A tal punto, ci aspettavamo l’intervento del Sindaco, che non c’è stato. Forse, visto il gioco delle parti degli altri oratori, si sarà detto "e ora io cosa dovrei fare, visto che ognuno copre ruoli diversi dai propri? Presentarmi da poeta o magari da cantante?" e alla fine deve aver rinunciato a parlare (se mi permettete la battuta).
 
Quanto al romanzo, per come è stato presentato, parrebbe di notevole interesse storico, dato che, pur strutturato come un metaromanzo con al centro un testo che parrebbe uno pseudL'imperfetto assoluto di Riccardo Nenciniobiblion (come ci fa notare Cardini, pur senza citare tali termini), tratta invece di un realissimo testo storico (come afferma l’autore), su cui Nencini ha costruito la sua narrazione.
Protagonista sarebbe un tal Musciatto Franzesi, che inizia la propria carriera come garzone in una banca e quindi diviene mercante e banchiere tra i più grandi e compare persino in una novella del Decameron, prima di essere vituperato e sepolto dai Guelfi neri vincitori. Con un simile nome ho subito pensato si trattasse di personaggio inventato, ma non è così. Pare sia personaggio storico.
Musciatto diviene Cavaliere del re di Francia, Filippo il Bello, e consigliere di suo fratello Carlo, tra il 1301 e il 1306, e incrocia i propri passi con eventi che segneranno la storia: l’esilio di Dante, lo schiaffo di Anagni e i tradimenti di Bonifacio VIII, la nascita dello stato nazionale in Francia e l’avvio dell’attacco ai Templari, la guerra civile che insanguinò Firenze all’arrivo del Valois e con il rientro di Corso Donati, la supremazia del fiorino in tutta la Cristianità e l’ingegno travolgente di Giotto, di Arnolfo, del Sommo Poeta (come si legge nella scheda dell’editore).
Chi avesse voglia di sentire altre presentazioni può consultare il sito dell’editore, che ne elenca varie altre.
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