Archive for aprile 2009

IL SETTIMO PLENILUNIO – Capitolo 17

Un nuovo artista ha aderito al progetto "Il Settimo Plenilunio". Si tratta di Luca Oleastri che ha realizzato i disegni qui sotto.

Scontro tra vampiri e licantropi. Illustrazione di Luca Oleastri - www.innovari.it

Vampira. Illustrazione di Luca oleastri - www.innovari.it

 

Vampira. Illustrazione di Luca Oleastri - www.innovari.it

Licantropo. Illustrazione di Luca Oleastri - www.innovari.it

 

La poliziotta Sonia nel sintosogno. Illustrazione di Luca Oleastri - www.innovari.it

Le divinità Ecatron e Saravhan - Illustrazione di Luca Oleastri - www.innovari.it

Il Dio Ecatron. Illustrazione di luca Oleastri - www.innovari.it

La Dea Saravhan. Illustrazione di Luca Oleastri - www.innovari.it

Vampira. Illustrazione di Luca Oleastri- www.innovari.it

 Belli, vero?

Del resto Luca Oleastri è un vero professionista del disegno!

Anche gli altri illustratori però sono tutti molto bravi e Il Settimo Plenilunio sta proprio diventando un gran bel libro!

"Il Settimo Plenilunio" è il titolo della "gallery novel" che ho scritto assieme a Simonetta Bumbi, con la collaborazione di Sergio Calamandrei.

Siamo arrivati al diciasettesimo capitolo del romanzo. Aspettiamo la vostra interpretazione GRAFICA della storia.

Come forse già sapete (se ci avete seguito sin qua) l’idea è di raccogliere in un libro i disegni di diversi illustratori.

Per ora hanno aderito al progetto (in ordine di arrivo) Niccolò PizzornoSilvia Perosino, Massimo BernaAngelo Condello, Laura Fazio, Fraitz, Arturo di Grazia, Marco Ferrara, Lexi, Pino Santoro, Alessandro GiovagnoliGuido De Marchi, Alessandro Fantini Giuseppe Iannolo, Elena Masia e con Luca Oleastri siamo a sedici illustratori!

Aspettiamo ancora altri disegnatori ma presto chiuderemo le adesioni e i capitoli finali saranno illustrati solo da chi ha già aderito.

Le immagini raccolte sono, infatti, già tante. Ora comincia la "caccia ad un editore" interessato a questo libro davvero speciale che potrà essere anche il catalogo di una o più mostre da farsi con i bellissimi quadri, disegni e fotografie che ci avete inviato.

Forza! Affrettatevi a mandarci la vostra interpretazione, ormai il tempo stringe davvero. Non pensiamo di pubblicare on-line ancora molti altri capitoli.

Mandateci i vostri disegni scrivendo a menzin@virgilio.it

Questo è l’inizio del diciassettesimo capitolo (il seguito lo potete trovare su www.liberodiscrivere.it.

L’ATTIMO

Era pomeriggio inoltrato, Chew ed Esharhamat si lasciavano guidare dall’idrobike, che li allontanava sempre di più dai centri abitati.
Si erano ricomposti e la giovane si stava riaggiustando il trucco. Lui la baciò sul collo, accarezzandole le cosce seriche.
– Non ne hai avuto abbastanza, eh? – gli sorrise Esha – piazzandogli maliziosa una mano in mezzo alle gambe.
La strada di campagna si inerpicava sinuosa sul fianco di una collina. Alla velocità cui la vettura schizzava in avanti, le curve li facevano sballottolare come sulle montagne russe. Esha ogni volta rideva e anche Chew si lasciò trascinare dalla sua allegria. Si sentiva un altro, adesso.
– Forse è il caso di rallentare un po’ – suggerì Chew.

(CONTINUA QUI)

Leggi anche gli altri capitoli:

I disegni ricevuti sinora sono tutti su PLENILUNIO7.

Non tutti, però, saranno pubblicati su carta, perché sarà necessario farne una selezione, certo non facile, vista la qualità di molte immagini!

Cliccando qui potete vedere tutti i post sul Settimo Plenilunio.

ILLUSTRAZIONI

Di seguito potete trovare le immagini colegate a questo capitolo.

Quella che segue è stata realizzata da Guido De Marchi.

Illustrazione di Guido De Marchi.

 

Illustrazione di Niccolò Pizzorno

 

Esha alla guida. Illustrazione di Niccolò Pizzorno.

Tre romanzi da non perdere

LA MANCATA UCRONIA DI BASTASI
 
La fossa comune  di Alessandro BastasiTra gli autori più segnalati in rete, su aNobii, ho trovato Alessandro Bastasi. Incuriosito da tanto apprezzamento, ho voluto conoscerlo, leggendo qualcosa di suo e ho avuto piena conferma del suo talento.
La fossa comune è un bel romanzo scritto da Alessandro Bastasi ed edito da 0111 Edizioni.
Si tratta di una storia intensa e ricca, che descrive le vicissitudini di un italiano nella Russia di Eltsin. Attenta è la ricostruzione storico, politica, culturale dell’ex URSS, uscita dalla Perestroika gorbachoviana.
Il protagonista nutre un odio profondo verso il nuovo leader russo e giunge al punto di programmarne l’uccisione. Se Bastasi l’avesse lasciato fare, saremmo entrati in un’interessante ucronia, che certo meriterebbe d’esser scritta. L’autore invece, all’ultimo, ferma la mano del protagonista e ne nasce un altro genere di racconto. A Bastasi non intereAlessandro Bastasissa descrivere i “se della Storia”. A quest’autore interessa di più mostrarci che due dei personaggi, Gorbachov ed Eltsin, che spesso in Occidente, sono visti come i salvatori della Russia, invece, hanno contribuito ad affossare quel Paese. Visione che forse non tutti potranno condividere, ma leggendo queste pagine, difficilmente si potrebbe non porsi il dubbio se quegli anni siano davvero stati un bene per la grande nazione euroasiatica o piuttosto solo un tentativo, non brillante, di reagire alla perdita della Guerra Fredda.
Il romanzo di Bastasi è dunque una storia che si muove, con disinvoltura e precisione, dentro la Storia (quella con la “S” maiuscola”) ma è anche la vicenda di un uomo, il protagonista, Vittorio Ronca, disegnato con profondità e intensità. Vittorio è un uomo che vorrebbe poter fare qualcosa di grande, di importante, e che mal si adatta ai lavori che di volta in intraprende, seppur all’inBoris Eltsinizio con successo. Questo suo desiderio lo porta persino a bruciare le proprie relazioni sentimentali, a lasciar andare in malora la propria carriera. Sarà soprattutto per questo desiderio che accetterà di uccidere Eltsin, pur essendo consapevole che un simile omicidio avrebbe cambiato ben poco e che altri simili a Eltisn ne avrebbero preso il posto. Pur vedendo la Storia come un processo immodificabile, sente il forte desiderio di prendervi parte.
E sarà questo desiderio, in un impulso poco ragionato, a portarlo alla “fossa comune”.
Questo è, dunque, un romanzo importante, interessante, ragionato, ben costruito e ben scritto.
Un appunto lo farei solo alla casa editrice: la sovracopertina è ingestibile (si stacca dal libro) e sotto abbiamo solo una copertina completamente bianca. Anche l’attaccatura dei fogli non è delle migliori. Bastasi meriterebbe un’edizione migliore!
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IL CANTO DI DUE POETI

Beatrice di Paolo CiampiLeggere “Beatrice” di Paolo Ciampi (Edizioni Polistampa) è scoprire in un colpo solo due poeti: la poetessa estemporanea Beatrice Bugelli di Pian degli Ontani e l’autore Paolo Ciampi, che di lei ci parla.

In questo libro Paolo Ciampi fa narrare alla stessa Beatrice la propria vita, ed è storia vera, non inventata, come reale fu Beatrice, questa poetessa analfabeta la cui vita ha attraversato tutto il XIX secolo e i cui versi, creati all’impronta, hanno raggiunto una fama che ha varcato i confini nazionali.

È grazie a poeti come lei che la Poesia è nata, nei tempi antichi, quando non era ancora materia da letterati ma semplice “canto”, quando la poesia serviva a liberare l’animo dai suoi pesi, a dare voce alla meraviglia per le bellezze del creato, a narrare gesta di Dei e eroi. La poesia di Beatrice è quella dei cantastorie che, sino ai tempi di Omero, erano i soli portatori di quest’arte, i cui versi ripetevano generazione dopo generazione, sempre mutandoli, ora di più, ora di meno.

Beatrice era una di quei poeti che mettevano nell’arte una maggior dose di sé che non altri, era una poetessa che metteva la vita e la gioia nei suoi canti.

Paolo è un poeta che, esprimendosi in una narrativa appassionata, ci restituisce quella poesia Paolo Ciampischietta e sincera, onesta e vera, come la bocca da cui sgorgava.

Quella che ci narra è una bella storia di vita di montagna, che si snoda su monti che anch’io ho imparato ad amare, il bell’appennino pistoiese, Pian di Novello, Pian degli Ontani, il Libro Aperto. Il Libro Aperto (nome che in realtà pare essere una deformazione popolare di “Libero et Patri”, ovvero il Monte di Bacco e Giove) sulle cui pagine di pietra solamente sono scritte, con lettere d’aria, le poesie dei “poeti-pastori” dell’Appennino. Un Libro

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Libro Aperto

Aperto che tutti i versi accoglie e nessuno trattiene.

Ma Beatrice fu scoperta da alcuni studiosi di poesia popolare e alcuni dei suoi versi non si sono persi e sono giunti fino a noi, mentre lei stessa ha avuto l’onore di scendere in città e di rivolgere la parola persino al re. Ultimo in ordine di tempo, ma non certo in abilità e passione, a parlarci di lei è Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, che in questo libro, che non è una biografia ma un romanzo, meglio che con qualsiasi trattato, ha saputo renderci, io credo, lo spirito vivace di questa poetessa montana.

Un libro delicato e pieno, da leggere e conservare.

Un autore, anzi due, da scoprire.

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IL ROMANCE DI BARBARA RISOLI
 

Risultati immagini per il veleno del cuore Barbara RisoliConfesso che i romanzi sentimentali, seppur d’ambientazione storica, non rientrano abitualmente tra le mie letture, per cui mi trovo un po’ in difficoltà nel valutare il bel romanzo di Barbara RisoliIl veleno del cuore” (0111 Edizioni). Il volume è collocato in una collana che si chiama “Gli inediti – Sentimentale” e questo già lo identifica in qualche modo. Mi era già capitato di sentir parlare di romance e mi sono dunque, innanzitutto, chiesto se la definizione potesse corrispondere a questa storia. Leggo su Wikipedia che “se in italiano, il termine romanzo si riferisce a qualunque narrazione lunga in prosa, in
inglese romance sta ad indicare le forme narrative di carattere eroico-mitiche tendenti all’allegoria e in cui si presentano elementi di fantastico, mentre le narrazioni in cui la rappresentazione della vita e la cornice sociale sono realistiche vengono indicate con il termine novel.” Dunque dovrei dire che questo libro è una “novel” e non un “romance”, almeno secondo il modo di definirlo inglese. In italiano però mi pare sia più comune dire che “il romance ha per definizione una storia d’amore in primo piano”, che “si sviluppa in un contesto storico, un’ambientazione precisa, ricchissima di particolari sulla vita nei secoli che ci hanno preceduti”.
In tal senso allora “Il veleno del cuore” sarebbe proprio un romance. Devo dire però di non esser riuscito a trovare una definizione “ufficiale” del genere letterario (suggeritemene una).
La trama, piuttosto ben costruita, narra la difficoltà di un amore che stenta a nascere, tra due personaggi apparentemente distanti e diversi ma intimamente vicini e simili: la figlia di un Conte e un ladro che diverrà anche un assassino.
La maggior difficoltà di questo amore deriva, nella prima parte, dall’incomprensione reciproca e dall’orgoglio dei due, che stentano a avvicinarsi e, nella seconda parte, da eventi esterni ma non del tutto esogeni, in quanto generati proprio dal comportamento passionale e piuttosto irresponsabile dei protagonisti.
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Barbara Risoli

Accanto a loro si muovono soprattutto altri due personaggi, che ne fanno da contraltare: una serva e il padre di lei, che della serva si innamorerà.

Una struttura, dunque, precisa e lineare, delineata in un mondo che vede sullo sfondo l’imminente inizio della Rivoluzione Francese.
Direi che questo però è assai più romanzo sentimentale che non storico, perché gli eventi storici sono solo una cornice sottile che potrebbe essere mutata agevolmente, senza danneggiare il quadro all’interno. Lo stesso si potrebbe dire dell’ambientazione geografica, dato che della Bretagna l’autrice nulla ci dice oltre i nomi di due o tre località (Saint- Malò, in particolare). Eppure sia il periodo storico che gli splendidi paesaggi non vengono approfonditi, perché in realtà tutto quello che sembrerebbe interessare all’autrice sembra sia più che altro avere a disposizione un’epoca di forti differenze sociali, un po’ violenta e, soprattutto, un periodo che abbia in sé un certo romanticismo.
In questo romanzo quello che conta è il sottile gioco delle parti tra la gelida Eufrasia e il Barbara RIsolifurfantesco Venanzio, i loro trucchi, le loro trasformazioni e camuffamenti, il loro diventare e fingersi rispettivamente La Vedova Zoraide e il Duca Rues, le loro emozioni e tentennamenti, il loro difficile cammino verso l’amore e, infine, verso un impossibile matrimonio.
Chi ama le storie sentimentali può certo leggere “Il veleno del cuore” ed appassionarsi alla vitalità dei suoi protagonisti, alle pulsazioni dei loro cuori. Il libro è, infatti, piacevole e ben scritto.
Per quanto riguarda l’editore, 0111 Edizioni è lo stesso editore di Bastasi, di cui ho parlato poco sopra, per il quale già avevo notato la poco pratica copertina mobile e l’impaginazione con incollatura troppo stretta che rende difficile l’apertura del volume, caratteristiche che ritrovo anche qui. Noto, inoltre, che questo, come la maggior parte dei piccoli editori, non dedica risorse all’editing dei libri e il risultato è la presenza di una buona quantità di refusi, che avrebbero potuto essere facilmente evitati.

 

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