Archive for dicembre 2007

Buone feste

BUONE FESTE!

                                                 

Ma Babbo Natale esiste?

CHIEDILO AGLI ELFI BALLERINI

Scrivere con Andrea Didato

Ho conosciuto Andrea Didato per caso su internet verso la fine del 2001 o forse l’inizio del 2002, su un sito che si chiamava Scrittura Fresca. Era un sito dove ognuno poteva pubblicare quel che voleva, racconti e poesie, ed essere contattato dai lettori che dicevano, sempre scrivendo nel sito, la loro su quanto avevano letto (ma sapete tutti come funziona un sito di scrittura, no?).
Fu così che Andrea lesse qualcosa di mio ed io qualcosa di suo. All’inizio mi divertii a riscrivere un paio di suoi racconti e a farglieli leggere (ricordo, in particolare il racconto di un tragico volo). Poi ci venne l’idea di scrivere assieme e decidemmo di fare un racconto. Voleva essere una storia breve, di un paio di pagine, ma il gioco ci prese la mano e divenne quasi un romanzo. Lo abbiamo chiamato “Se sarà maschio lo chiameremo Aida”. Si trattava di una storia surreale di due ragazzi che si innamorano e che, amando la musica lirica decidono di costruire un teatro. L’aspetto surreale della storia è l’ambientazione: un paese del sud Italia, in cima ad una montagna altissima e perennemente innevata. Ed un po’ surreali o allucinati sono alcuni personaggi.
Ognuno scriveva qualcosa e poi lo spediva all’altro evidenziando le parti variate. L’altro rileggeva e approvava (o meno) le variazioni ed aggiungeva parti nuove. Dunque, nella storia ci possono essere personaggi o brevi descrizioni che sono più creature di Andrea o più mie, ma questo lavoro di continua sovrapposizione delle nostre “mani”, ha portato il libro ad essere particolarmente omogeneo, ed io stesso stenterei a ritrovare delle parti di cui assumere la paternità assoluta. La differenza di contributo, però, era, direi, soprattutto nel fatto che Andrea amava molto descrivere la vita di paese, dettagliare i personaggi. Io preferivo le trovate surreali e le invenzioni fantasiose. Fui, ad esempio, io a portare in montagna Calalto (ma il nome credo fosse soprattutto opera sua), io a inventarmi l’idea del teatro o a trasformare la partita a pallone in una sorta di avventura epica. Sue, però, mi pare, furono l’idea dell’avvelenamento o quella della biblioteca e delle lezioni scolastiche per adulti.
 
Una volta completato il romanzo, decidemmo di farlo leggere ad altri. Avendo io pubblicato “Il Colombo divergente” con Liberodiscrivere, mi ero spostato sul sito di questa casa editrice. Fu così che lo facemmo uscire a puntate prima su Scrittura Fresca e poi su www.liberodiscrivere.it. Eravamo nel 2002.
Poi il tempo passò e i vari impegni familiari e professionali mi allontanarono dal web e mi parve lo stesso fosse avvenuto ad Andrea.
Un giorno, anni dopo, ho ripensato a questo romanzo che ancora “fluttuava” senza pace in internet, senza aver potuto riposare sulla carta. Ripensai anche ad altri scritti fatti a quattro mani, come il “Cybernetic Love”, scritto con Simonetta Bumbi e anch’esso pubblicato on line su Liberodiscrivere e “Lei si sveglierà”, scritto con Sergio Calamandrei, e mi resi conto dello scorrere inesorabile del tempo. Mi prese allora la “paura” di non poter più riuscire a dare alle stampe questi lavori. Temevo di perdere i contatti con Simonetta e Andrea, che da tempo non sentivo più.
Decisi allora di raccogliere questi testi in un volumetto e di ricercare i miei compagni d’avventura. Volevo anche scrivere un breve racconto tutti assieme, per chiudere l’opera.
Ebbi qualche difficoltà momentanea a ritrovare Simonetta, che in rete si muoveva spesso silenziosa, nascosta dietro imprevedibili nicknames, ma poi, con grande gioia, la ritrovai.
Sergio è un amico del mondo reale per cui non fu difficile contattarlo.
Mancava, però, all’appello Andrea. Gli scrissi il 27 febbraio 2006, ma alla sua vecchia e-mail Didato non rispondeva. Pensai l’avesse cambiata. Cercai altri riferimenti in rete, ma la sola e-mail che i vari siti su cui lui scriveva segnalavano era quella a me nota. Trovai allora un numero telefonico. Mai c’eravamo visti e mai neppure parlati per telefono (lo stesso è stato con Simonetta). I nostri lavori erano stati integralmente realizzati solo per scambio di e-mail! Non sapevo se fosse davvero il suo numero. Il nome e la città, però, corrispondevano. Dopo una decina di giorni di ricerche, alfine, decisi di rompere la tacita regola che aveva limitato i nostri rapporti al solo contatto via e-mail.
Il numero era giusto, anche se capii subito dalla voce di chi mi rispondeva che c’era qualcosa che non andava. Forse avevo sbagliato a “comparire” nel mondo reale, io che per lui ero solo stato un “fantasma virtuale”? Al telefono c’era una donna, sua moglie, che, purtroppo, mi spiegò che non potevo più parlare con Andrea, perché Andrea aveva davvero lasciato il mondo reale. Per sempre. Avevamo scritto un romanzo assieme ed ero quasi certo che prima o poi ci saremmo incontrati, invece questo non avverrà mai, perché Andrea non c’è più.
Sua moglie e sua figlia mi hanno spiegato che era stato malato. Di questo Andrea non mi aveva mai parlato. Del resto parlavamo quasi solo dei nostri scritti. Pare abbia vissuto fino all’ultimo come se la malattia non ci fosse, lui che, medico, ben sapeva cosa questa fosse.
Ho avuto la sensazione quasi di essermelo aspettato, quando mi prese la premura di mettere assieme queste pagine.
Assieme ai suoi parenti decidemmo quindi pubblicare comunque questo nostro lungo racconto (o romanzo breve, come preferite). Mi pareva ormai quasi un dovere, per ricordare questo mio lontano “amico di rete”, che non meritava di andarsene così presto.
L’ho così inserito nel volumetto “Parole nel web” che Antonello Cassan, l’editore di Liberodiscrivere, è stato ben felice di poter pubblicare.

Chi era Andrea Didato?

Così scriveva di sé Andrea Didato, poco prima di lasciarci per sempre nel 2004: “57 anni (tutto sommato portati bene). Medico di famiglia. Vivo e lavoro a Palermo. Sposato. 3 figli e 1 cane.
Come scrittore ho avuto sempre un andamento ciclico, alternando fasi di febbrile produzione a lunghe pause di riflessione. Ho collaborato e collaboro con alcuni periodici a diffusione locale o regionale (CB Sicilia, Il Castello, Il nuovo Ciclope, Palermo Sport) e partecipato a qualche Concorso Letterario, ottenendo:
·        una segnalazione al "Premio Amicizia di Castelbuono 1998"con la poesia "Nulla di più che un uomo";
·        una segnalazione al "Premio letterario di Caltanissetta 2001" per la Sezione "Poesia in vernacolo" con la poesia "U ponti";
·        un secondo premio al Concorso "Cosseria Misteriosa 2000" con il racconto "Martina".
Edizioni Anteprima mi ha pubblicato un libro, un romanzo dal titolo "Garibaldi ha dormito qui" che ha ottenuto un discreto successo (è stato anche adottato in una Scuola Media di Palermo) nonostante la ridotta distribuzione.
Da alcuni anni ho scoperto Internet e la possibilità di pubblicare in rete e di collaborare con siti amatoriali e fantine inviando recensioni letterarie e articoli: Horror-World e Horror.it; tra i tanti, di 2 sono particolarmente orgoglioso e ne consiglio la lettura: Le macchine anatomiche e Le Stimmate.
Insieme a Carlo Menzinger (uno scrittore di Firenze, conosciuto per caso in web e con il quale non ci siamo mai incontrati) ho scritto un breve romanzo a quattro mani, utilizzando esclusivamente l’email. Il romanzo con il titolo "Se sarà maschio lo chiameremo Aida" l’abbiamo pubblicato a puntate su Liberodiscrivere.”.
Il romanzo breve “Se sarà maschio lo chiameremo Aida” è, poi, stato pubblicato integralmente nella raccolta “Parole nel web”.
Nel rileggere queste note, che compaiono anche come biografia nel volume Parole nel web, mi sono accorto che il breve saggio del mio scomparso amico virtuale trattava, coincidenze della vita, proprio di un mio antenato: Raimondo di Sangro!

Garibaldi ha dormito qui

Andrea Didato è il medico siciliano con la passione per la letteratura, con cui ho scritto a quattro mani il romanzo breve
Se sarà maschio lo chiameremo Aida”, pubblicato prima a puntate su Scrittura Fresca e su Liberodiscrivere e poi, dopo la sua morte, stampato da Liberodiscrivere nel volume Parole nel web che riunisce tre mie lavori realizzati assieme ad altrettanti autori.
Oltre ad aver scritto vari racconti pubblicati in antologie e nel web, Didato ha pubblicato con le Edizioni Anteprima il romanzo:
Quando lo seppi me ne feci subito mandare una copia. Stavo leggendo dell’altro (sto sempre leggendo altri libri ed ne ho sempre una lista esagerata che vorrei leggere), pensai quindi di mettere il libro in mezzo a quelli che prima o poi avrei letto.
La curiosità, però, mi vinse e ne lessi un paio di pagine. Fui subito catturato dalla lettura. Sprofondai tra le 122 pagine di questo racconto. In “Garibaldi ha dormito qui” non c’è una vera suspence (non essendo né un giallo, né un thriller), ma Didato riesce sempre a tenere viva l’attenzione e ti spinge, pagina dopo pagina, ad andare avanti fino alla fine.
Lo stile di Didato è senz’altro diverso dal mio. Quello che mi fece sentire particolarmente vicino a lui era il suo amore per la ricostruzione storica.
Ama molto il dettaglio, Didato, e la vita della gente comune. Nel romanzo si alternano scene di battaglia del periodo garibaldino con una vita di paese (il paese è Calatafimi) che “profuma” di Storia ed ha riflessi di provincia.
Nulla vorrei scrivere qui della trama per lasciare il piacere della scoperta al lettore, dirò solo che si narra di una disputa che affonda le radici nel tempo, ma si dispiega in un passato recente, tra le vie e le case di Calatafimi. Sullo sfondo la Sicilia e l’Italia.
La Casa editrice Anteprima Srl ha sede a Palermo, in via Castellana, 108, l’e-mail è: anteserv@tin.it.

L'amico scrittore

NON ACCADE SPESSO DI INCONTRARE QUALCUNO CHE SIA INSIEME UN VERO AMICO E UN BUONO SCRITTORE.

E.B.White  – New York 1921 (La Tela di Carlotta)

     

 Guarda il video del vecchio cartone animato: La Tela di Carlotta

Ucronie per il terzo millennio – il nuovo libro

 
Ucronie per il terzo millennio” è una raccolta di allostorie, ovvero di racconti in cui si descrivono i “se” della Storia.
 
Cos’è un’ucronia? Una malattia inguaribile? A quanto pare sono in pochi a sapere cosa sia un’ucronia o un’allostoria e questo non ci stupisce, perché i termini non si possono certo dire dei più usati, eppure il genere letterario che rappresentano è ricco di possibilità creative.
Con quest’antologia gli autori hanno cercato di fare un po’ di chiarezza su questi misteriosi vocaboli, ma anche di far amare questo genere letterario, che meriterebbe ben altri spazi.
 
Come sarebbe il mondo se Dio non avesse creato Adamo? E se a comandare fossero le donne? E se Hitler avesse fatto il pittore o Berlusconi il cantante?
 

Questa curiosa antologia di racconti ucronici, curati (ma non guariti) da Carlo Menzinger, offre una scoppiettante carrellata di allostorie, nelle quali i 18 autori si divertono a raccontarci che il mondo potrebbe anche essere diverso da come è oggi, che Nerone avrebbe potuto fare il gladiatore e Miller l’agente segreto, Washington ritirarsi in campagna, Freud studiare le pecore, Garibaldi consegnare l’Italia al papa e Madre Teresa andare a fare shopping a Beverly Hills.
L’invito è a vivere in questo strano mondo, né migliore né peggiore del nostro, ma certo diverso, ricordandoci sempre che il nostro futuro non è immutabile e spetta a noi disegnarlo, perché
ciascuno di noi può modificare la Storia.
Almeno in un racconto.
 
L’ucronia è la Storia sognata da noi.
 
 
 
Curatore: Carlo Menzinger
Autori: Vera Bianchni, Sergio Calamandrei, Gianna Campanella, Lorella De Bon, Francesco De Francesco, Riccardo Farina, Fabrizio Graziani, Luigi Guidi, Maria Iorillo, Pasquale Martino, Carlo Menzinger, Cristina Nardo, Alberto Pestelli, Giuseppe Pompò, Marco Porcaro, Angela Rosati, Rossano Segalerba, Pietro Suardi.
Editore: Liberodiscrivere.
Pagine: 290
Prezzo di copertina: € 15,00.
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Altri blog e siti che parlano di questo libro:

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Dalla prossima settimana, potrete anche ordinare la nuova antologia
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 Ucronie per il terzo millennio
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BUON NATALE!
 

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Pioggia di novembre

 

Ho letto, in un testo con dedica, “Pioggia di Novembre” di Olivia Balzar, edito da Libro Italiano. È un esile volumetto che si lascia leggere con piacevole rapidità. Poche poesie che sono un unico canto. Il canto di un’anima giovane che si interroga su se stessa, sulla vita e sul futuro. Pagine in cui la delusione appare sempre superata dalla speranza. Pagine che hanno come principale protagonista l’anima dell’autrice, che in questi versi si specchia, ma dietro le cui righe s’intravedono, sullo sfondo, Milano e l’Italia e il nostro tempo contemporaneo con la sua TV, i suoi spettacoli, i suoi tempi e i suoi spazi. Questo ne fa opera pienamente contemporanea, di un’autrice che vive nella sua epoca, che ne sa cogliere gli aspetti più moderni, come dimostra muovendosi con disinvoltura nel mondo di internet e dei blog.

Potete leggere della presentazione del volume della nostra amica splinderiana su http://mychemicalolivia.splinder.com.

 

300: ERESIA STORICA O FILM CHE FARA’ STORIA?

300 è un film del 2007 diretto da Zack Snyder, adattamento cinematografico della graphic-novel 300 di Frank Miller, ispirata a sua volta ad un altro film, The 300 Spartans, un racconto semi-storico della battaglia delle Termopili svoltasi nel 480 a.C.. Il film è stato diretto da Zack Snyder con il supporto di Frank Miller, ed è stato montato con la tecnica del chroma key per riprodurre le immagini dell’originale fumetto. Il film è uscito nelle sale negli USA il 9 marzo 2007, mentre nelle sale in Italia il 23 marzo 2007. Il film è stato presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino 2007, nella categoria fuori concorso. 300 era candidato come miglior film agli MTV Movie Awards 2007, e ha vinto il premio come migliore combattimento (Leonida, interpretato da Gerard Butler, contro il mostruoso immortale).”
Così si legge su wikipedia.

Immagini del film 300

Sicuramente è un film che non può lasciare indifferenti. Chi da un film storico si aspetta il rigore della ricostruzione storiografica, potrebbe restarne deluso. Ma che dico? Potrebbe? Vorrei vedere quanti storici non guarderebbero con orrore verso un simile film. Forse, qualcuno, con maggior intelligenza, alzerebbe le spalle e si limiterebbe a dire “non è cosa che mi riguardi”. Probabilmente farebbe bene. Siamo, infatti, assai più dalle parti del fumetto (e da un fumetto, è stato ispirato). Se la Disney descrive un evento storico facendo interpretare i personaggi da Topolino e Pippo, il risultato, in apparenza, non sarebbe diverso (e nessuno se ne curerebbe). Farebbe davvero bene ad alzare le spalle il nostro storico? Forse no. C’è, infatti, in questo film un messaggio sulla storia attuale che non va sottovalutato. Ed anche lo storico del cinema dovrebbe, quantomeno, vedere questo film e rifletterci.
Qui non siamo in territorio Disney. Se non altro per la crudezza delle immagini, per la gran quantità di sangue che scorre, per la sovrabbondanza di mostri.
Sembra, in realtà di vedere un episodio della saga del Signore degli Anelli. Siamo dalle parti della lotta tra il Bene ed il Male, dove il male ha la forma del mostruoso e del deforme. Persino, uno dei due traditori spartani, appare deforme, assai più del più orrendo gobbo di Notredame.
Il mio quesito è: c’è senso storico nel descrivere gli Spartani di Leonida come dei supereroi e i Persiani, guidati da Serse, come un’orda di mostri infernali?
La risposta più scontata parrebbe: no. Ma è la più giusta? Lo è, se consideriamo la storia come qualcosa di oggettivo. La storia (o meglio la sua descrizione), però, purtroppo, non è MAI oggettiva. È sempre soggettiva. È sempre la descrizione dei vincitori. Certo, anche i vinti narrano la loro storia, ma la loro voce si perde nel nulla.

Di questo il regista pare essere consapevole, se fa dire a Serse (un gigantesco negro effeminato), minacciando Leonida, il re spartano, che cancellerà per sempre la storia di Sparta dalla terra, che delle loro gesta non si serberà più memoria. Questa è una minaccia atroce, per Leonida. Contro la quale invia uno dei suoi uomini migliori a Sparta. Gli affida una sola missione: ricordare le loro gesta a Sparta e al mondo intero. Leonida non teme di morire, teme di essere dimenticato!
Se, dunque, la storia è soggettiva e questa è storia narrata dagli spartani, allora ci stupiamo che appaiano come supereroi? Ci stupiamo che i loro avversari siano dei mostri? Nei grandi conflitti è sempre così. Maggiore è lo sforzo bellico, maggiore sarà l’orrore con cui si guarderà al nemico, sia esso Gengis Khan, Attila, Hitler o Serse.
C’è, però, qualcosa che non quadra. Questo film non è stato fatto dagli spartani. È stato fatto da un regista statunitense (già arrivato al successo con un film horror come L’alba dei morti viventi). È, dunque, un film americano.
Certo l’occidente si è sempre identificato nella Grecia, che è stata la culla della sua cultura, dunque potremmo capire l’identificarsi dell’America (o di una sua parte) con questa città-Stato. Però, di solito, gli occidentali si sono sempre sentiti “ateniesi”, mai “spartani”. Questo (come si diceva prima), forse, perché tra le due città ha vinto Atene e, certamente, perché i valori di democrazia e filosofia portati avanti da Atene sono quelli in cui ci riconosciamo, non certo la violenza e la bellicosità degli spartani.
E i Persiani? Chi sono oggi i Persiani? Geograficamente sono l’Iran. Uno degli “stati canaglia”, come dicono in America. Ma non solo. Forse, nella visione di questo film, i Persiani sono tutti i nemici dell’America, tutti gli “stati canaglia”. Eppure, in quest’identificazione mi pare di vedere un autogol mostruoso degli Stati Uniti. Sembrerebbe quasi un film di propaganda militare anti-iraniana. Se solo non fosse che esagera. Esagera spudoratamente.
Certo, so bene che l’America non è un regime e che questo non è un film di propaganda politica, ma solo puro divertimento commerciale. Però, mi suona così strano immaginare la massima superpotenza mondiale identificarsi in un drappello di trecento guerrieri che combatte contro un esercito sconfinato. In realtà la superpotenza dell’epoca erano i Persiani. Quelli aggrediti ed invasi i Greci. L’America s’identifica, dunque, meglio con la Persia. Se l’America è la Persia (con tutta la sua depravazione e i suoi mostri!), allora chi sono gli spartani? Sono forse i talibani afgani che resistono tra le montagne? Sono forse gli iracheni? Saranno gli iraniani?
Se questo film lancia un messaggio (lo fa?), è un messaggio antiamericano. Appare, insomma, quasi come un’involontaria (?) spietata autocritica. Quella che descrive è un’America spaventosa. Sia che essa possa identificarsi negli Spartani (per i quali la guerra è il solo senso della vita), sia che possa identificarsi nei Persiani (vero regno del Male).
Questo film allora è storico? O è piuttosto uno strumento per manipolare la storia, quella presente, forse più che quella passata? Se lo fa, fallisce totalmente (volendo descrivere la lotta della “Buona America” contro i “Cattivi Mussulmani”) o il suo obiettivo era proprio quello di screditare gli USA?
Dunque, a meno di non voler ridurre il tutto solo a un fumetto (cosa che forse sarebbe quella migliore da fare), questo sembrerebbe un approccio nuovo alla storia (ripreso dal fumetto, ma inserito in una dimensione nuova). Questo film rappresenta una sfacciata volontà di deformare la storia, di caricaturizzarla, ma non con una volontà ironica o satirica (ed esempi simili ne abbiamo visti moltissimi, basti pensare a Mel Brooks o ai Monty Pythons), con un intento apparente di “intrattenimento” simile a quello dell’horror movie o del fantasy, ma, forse, con dietro un senso di sconcerto della civiltà americana, che tramite esso si esprime. Di una civiltà che comincia ad avere orrore di se stessa, che non capisce più dove siano il Bene ed il Male. Di una civiltà che ancora crede che il Bene stia da una parte ed il Male dall’altra. Di una civiltà che sta vivendo, finalmente, la propria crisi adolescenziale, per rendersi conto che il mondo non è tutto o Bianco o Nero.
Per questo, credo, dovremo ricordarci di questo film, quando un giorno, si tireranno le fila della storia di questi nostri giorni. Come di un segnale, di un sintomo, di un mondo in cambiamento. O, almeno, di un nuovo modo di fare cinema.

P.S.: Notevoli sono comunque gli effetti speciali (anche se non ce ne stupiamo più dopo aver visto Matrix, Il Signore degli Anelli o Star Wars) e, soprattutto, la sapiente colorazione delle scene, con tinte che ricordano ora il fumetto, ora vecchi horror movie, con l’alternarsi di scene ora grigie, ora dorate, ora rosse.
La violenza di quasi tutte le scene non ne fa comunque  un film “per tutti”.

Video pubblicato da Cavalierbastard


Video pubblicato da Giorgio23

P.P.S.: Due quesiti: a quando “1.000” sulla spedizione Garibaldina, contro i “demoniaci” Borboni?
O “780” sulla battaglia di Little Big Horn, contro gli “stregoni” indiani?
E, magari, “500”, sulla titanica lotta tra le utilitarie e i mastodontici SUV?

Fiat 500

IL COLOMBO DIVERGENTE – Seconda edizione

 

Il Colombo divergente” è la prima ucronia (in cui cioè si narrano vicende immaginarie di personaggi reali in ambienti reali) scritta da me.
Come saremmo oggi se Cristoforo Colombo non avesse fatto ritorno vincitore dal suo viaggio alla ricerca delle Indie? Come sarebbe stata la storia del navigatore ligure, se si fosse scontrato con gli Aztechi? Questo romanzo ucronico offre una risposta a queste domande e a molte altre: chi era veramente Colombo? Da dove veniva? Cercava veramente le Indie? Chi c’era dietro di lui? I banchieri ebrei? I Cavalieri di Cristo?
Ne esce fuori un ritratto inedito di Colombo. Il ritratto di un uomo ostinato e caparbio anche nella sconfitta. Il ritratto di un uomo dalle molte donne ma da un solo amore: il mare. Il ritratto di un uomo pronto a sacrificare tutto per un progetto.
Il romanzo, ricco di giochi verbali, può essere letto come un libro di viaggio e avventura ma anche come riflessione sulla vita e sul destino o come esplorazione di civiltà lontane, ucronicamente ravvicinate in un mondo anticipatamente globalizzato in cui Spagnoli, Aztechi e Berberi si muovono uno accanto all’altro.
È appena uscita una nuova edizione riveduta, corretta e aggiornata con varie note.
 
Per leggere degli estratti digitare:
Per acquistarlo andare alla pagina:
 
Autore: Carlo Menzinger
Editore: Liberodiscrivere.
Pagine: 320
Prezzo di copertina: € 14,00.
 
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