Sicuramente è un film che non può lasciare indifferenti. Chi da un film storico si aspetta il rigore della ricostruzione storiografica, potrebbe restarne deluso. Ma che dico? Potrebbe? Vorrei vedere quanti storici non guarderebbero con orrore verso un simile film. Forse, qualcuno, con maggior intelligenza, alzerebbe le spalle e si limiterebbe a dire “non è cosa che mi riguardi”. Probabilmente farebbe bene. Siamo, infatti, assai più dalle parti del fumetto (e da un fumetto, è stato ispirato). Se la Disney descrive un evento storico facendo interpretare i personaggi da Topolino e Pippo, il risultato, in apparenza, non sarebbe diverso (e nessuno se ne curerebbe). Farebbe davvero bene ad alzare le spalle il nostro storico? Forse no. C’è, infatti, in questo film un messaggio sulla storia attuale che non va sottovalutato. Ed anche lo storico del cinema dovrebbe, quantomeno, vedere questo film e rifletterci.
Qui non siamo in territorio Disney. Se non altro per la crudezza delle immagini, per la gran quantità di sangue che scorre, per la sovrabbondanza di mostri.
Sembra, in realtà di vedere un episodio della saga del Signore degli Anelli. Siamo dalle parti della lotta tra il Bene ed il Male, dove il male ha la forma del mostruoso e del deforme. Persino, uno dei due traditori spartani, appare deforme, assai più del più orrendo gobbo di Notredame.
Il mio quesito è: c’è senso storico nel descrivere gli Spartani di Leonida come dei supereroi e i Persiani, guidati da Serse, come un’orda di mostri infernali?
La risposta più scontata parrebbe: no. Ma è la più giusta? Lo è, se consideriamo la storia come qualcosa di oggettivo. La storia (o meglio la sua descrizione), però, purtroppo, non è MAI oggettiva. È sempre soggettiva. È sempre la descrizione dei vincitori. Certo, anche i vinti narrano la loro storia, ma la loro voce si perde nel nulla.

Di questo il regista pare essere consapevole, se fa dire a Serse (un gigantesco negro effeminato), minacciando Leonida, il re spartano, che cancellerà per sempre la storia di Sparta dalla terra, che delle loro gesta non si serberà più memoria. Questa è una minaccia atroce, per Leonida. Contro la quale invia uno dei suoi uomini migliori a Sparta. Gli affida una sola missione: ricordare le loro gesta a Sparta e al mondo intero. Leonida non teme di morire, teme di essere dimenticato!
Se, dunque, la storia è soggettiva e questa è storia narrata dagli spartani, allora ci stupiamo che appaiano come supereroi? Ci stupiamo che i loro avversari siano dei mostri? Nei grandi conflitti è sempre così. Maggiore è lo sforzo bellico, maggiore sarà l’orrore con cui si guarderà al nemico, sia esso Gengis Khan, Attila, Hitler o Serse.
C’è, però, qualcosa che non quadra. Questo film non è stato fatto dagli spartani. È stato fatto da un regista statunitense (già arrivato al successo con un film horror come
L’alba dei morti viventi). È, dunque, un film americano.
Certo l’occidente si è sempre identificato nella Grecia, che è stata la culla della sua cultura, dunque potremmo capire l’identificarsi dell’America (o di una sua parte) con questa città-Stato. Però, di solito, gli occidentali si sono sempre sentiti “ateniesi”, mai “spartani”. Questo (come si diceva prima), forse, perché tra le due città ha vinto Atene e, certamente, perché i valori di democrazia e filosofia portati avanti da Atene sono quelli in cui ci riconosciamo, non certo la violenza e la bellicosità degli spartani.
E i Persiani? Chi sono oggi i Persiani? Geograficamente sono l’Iran. Uno degli “stati canaglia”, come dicono in America. Ma non solo. Forse, nella visione di questo film, i Persiani sono tutti i nemici dell’America, tutti gli “stati canaglia”. Eppure, in quest’identificazione mi pare di vedere un autogol mostruoso degli Stati Uniti. Sembrerebbe quasi un film di propaganda militare anti-iraniana. Se solo non fosse che esagera. Esagera spudoratamente.
Certo, so bene che l’America non è un regime e che questo non è un film di propaganda politica, ma solo puro divertimento commerciale. Però, mi suona così strano immaginare la massima superpotenza mondiale identificarsi in un drappello di trecento guerrieri che combatte contro un esercito sconfinato. In realtà la superpotenza dell’epoca erano i Persiani. Quelli aggrediti ed invasi i Greci. L’America s’identifica, dunque, meglio con la Persia. Se l’America è la Persia (con tutta la sua depravazione e i suoi mostri!), allora chi sono gli spartani? Sono forse i talibani afgani che resistono tra le montagne? Sono forse gli iracheni? Saranno gli iraniani?
Se questo film lancia un messaggio (lo fa?), è un messaggio antiamericano. Appare, insomma, quasi come un’involontaria (?) spietata autocritica. Quella che descrive è un’America spaventosa. Sia che essa possa identificarsi negli Spartani (per i quali la guerra è il solo senso della vita), sia che possa identificarsi nei Persiani (vero regno del Male).
Questo film allora è storico? O è piuttosto uno strumento per manipolare la storia, quella presente, forse più che quella passata? Se lo fa, fallisce totalmente (volendo descrivere la lotta della “Buona America” contro i “Cattivi Mussulmani”) o il suo obiettivo era proprio quello di screditare gli USA?
Dunque, a meno di non voler ridurre il tutto solo a un fumetto (cosa che forse sarebbe quella migliore da fare), questo sembrerebbe un approccio nuovo alla storia (ripreso dal fumetto, ma inserito in una dimensione nuova). Questo film rappresenta una sfacciata volontà di deformare la storia, di caricaturizzarla, ma non con una volontà ironica o satirica (ed esempi simili ne abbiamo visti moltissimi, basti pensare a Mel Brooks o ai Monty Pythons), con un intento apparente di “intrattenimento” simile a quello dell’horror movie o del fantasy, ma, forse, con dietro un senso di sconcerto della civiltà americana, che tramite esso si esprime. Di una civiltà che comincia ad avere orrore di se stessa, che non capisce più dove siano il Bene ed il Male. Di una civiltà che ancora crede che il Bene stia da una parte ed il Male dall’altra. Di una civiltà che sta vivendo, finalmente, la propria crisi adolescenziale, per rendersi conto che il mondo non è tutto o Bianco o Nero.
Per questo, credo, dovremo ricordarci di questo film, quando un giorno, si tireranno le fila della storia di questi nostri giorni. Come di un segnale, di un sintomo, di un mondo in cambiamento. O, almeno, di un nuovo modo di fare cinema.
P.S.: Notevoli sono comunque gli effetti speciali (anche se non ce ne stupiamo più dopo aver visto Matrix, Il Signore degli Anelli o Star Wars) e, soprattutto, la sapiente colorazione delle scene, con tinte che ricordano ora il fumetto, ora vecchi horror movie, con l’alternarsi di scene ora grigie, ora dorate, ora rosse.
La violenza di quasi tutte le scene non ne fa comunque un film “per tutti”.

Video pubblicato da Cavalierbastard

Video pubblicato da Giorgio23
P.P.S.: Due quesiti: a quando “1.000” sulla spedizione Garibaldina, contro i “demoniaci” Borboni?
O “780” sulla battaglia di Little Big Horn, contro gli “stregoni” indiani?
E, magari, “500”, sulla titanica lotta tra le utilitarie e i mastodontici SUV?
