Scrive di sé Simonetta Bumbi nella sua biografia in fondo al volume “iostoconletartarughe” (Edizioni Smasher):

“non ama le maiuscole, fanno la differenza fra tutto, specialmente tra le persone, ma le usa quando scrive di Lui, e di pochissime altre cose (diciamo che si violenta per farlo), per rispetto, poi verso chi, ancora non lo ha capito, forse la grammatica, anche se è romana de core e de fatti.”
Per leggere questo volume occorre dunque innanzitutto svuotare il cervello dalle convenzioni grammaticali e sapere che si sta per aprire uno scrigno che cela un’anima che si offre nuda alla vista dei lettori, priva persino di ogni orpello grammaticale, siano questi le maiuscole o anche le virgole e i punti, che Simonetta, pardon simonetta, distribuisce come un contadino che semini un campo.
Per dare un’idea del suo concetto di punteggiatura, riporterò un altro brano, in cui lei stessa ci parla del suo rapporto con la virgola (di cui avevo scritto
qui):
“(…) mi va, bene tutto.
Ecco, per esempio, ho scritto: mi va bene tutto, però ci ho messo una virgola, dopo il mi va, ed è questo, che fa la differenza. io ce l’ho messa, ma mica perché avevo intenzione di evidenziare qualcosa, no, l’ho fatto, così, d’istinto. È dopo, che rifletto, e sorrido.”
Qualcuno potrebbe pensare che Simonetta (scusami, simy, la

maiuscola, ma proprio non riesco a farne a meno!) non sappia usare la punteggiatura, ma non è così e io posso dirlo, perché abbiamo scritto assieme oltre alla storia in versi “
Cybernetic Love”, pubblicata nel volume “
Parole nel web" (Edizioni Liberodiscrivere), anche il romanzo “
Il Settimo Plenilunio” e di virgole e punti abbiamo discusso a lungo. Allora, qualcun’altro dirà, lo fa “per posa”. Io non credo che neanche questa sia la risposta, perché Simonetta è veramente naturale e spontanea e se scrive così è perché le importa di dire le cose ma non come vengano dette.
Si può allora immaginare che questo volume sia piatto e scialbo, ma ci si sbaglierebbe di nuovo, perché oltre alla ricchezza di sentimenti, che sono la sua vera anima, questo libro non è privo di immagini suggestive, di accostamenti arditi e fantasiosi (eppure che sono – o appaiono – spontanei).
Penso a frasi come “ho un rospo in gola e non basterà baciarlo per trasformarlo in un principe azzurro” o “le porte non hanno più l’impianto pneumatico che funzioni (… omissis…) all’improvviso mi manca l’aria, ma non sono pneumatica: è solo un attacco di panico” o “sorrido, a quell’eppure che mi pigia, e lascio che i miei fianchi, siano uva”.
E non mancano momenti delicati come “il contrasto che si crea con l’interno del mio corpo, è piacevole, è come il filo d’erba ricoperto di brina, se lo tocchi si spezza, inturgidito dal gelo, ma se lo lasci al destino, il primo raggio di sole compirà il suo quotidiano miracolo. e sarà più forte e verde di prima”.
Ovviamente la punteggiatura è proprio così!
Ma cos’è questo libro? Non è né un romanzo, né una raccolta di racconti, né una silloge di poesie. È, invece, qualcosa di nuovo e moderno: un diario. Nuovo? Cosa ci sarà di moderno in un diario?
C’è di nuovo che nasce da un blog. Per i pochi che ancora non lo sanno il blog, almeno nella sua concezione originaria, dovrebbe essere un “diario su internet”. Simonetta Bumbi ha dunque scritto il suo diario, le sue riflessioni, i suoi dolori, le sue rabbie, i suoi vuoti e la sua vita sulle pagine di
http://iostoconletartarughe.splinder.com e poi, un giorno, ha trovato un editore che queste pagine on-line ha deciso di stamparle su carta, facendone il diario della sua battaglia con la vita. Un libro intenso, in cui osserviamo una donna donarsi con la sua consueta generosità ai lettori che vogliano scoprirla.
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