L’antologia di recente pubblicazione (novembre 2018) “Nessun altro”, curata da Massimo Acciai Baggiani, rappresenta per quest’autore una sorta di doppia prova, come curatore e come commediografo.
Acciai, peraltro, non è nuovo nel ruolo di curatore, basti pensare che “Nessun altro”, pubblicato con il marchio L’Erudita dall’editore Giulio Perrone, è la terza antologia della rivista Segreti di Pulcinella da lui curata.
La silloge celebra i quindici anni della rivista fondata da Acciai assieme a Francesco Felici e da Acciai tuttora diretta.
La prima antologia della rivista è del 2005 e la seconda del 2010.
Il tema questa volta è l’Altro, in tutte le sue accezioni.
Tali antologie rappresentano una scelta di brani di alcuni degli autori che negli anni hanno collaborato alla rivista, tra cui, di recente, mi sono aggiunto anche io, che ho quindi partecipato alla raccolta con il mio racconto post-apocalittico “Nessun altro” (titolo copiato dall’editore per denominare il volume e da questo trasformato in “Io è un altro. Nessun altro”).
Apre il volume una commedia scritta dallo stesso Acciai, intitolata “Krob”, nome del suo protagonista, uno strano extra-comunitario che parla solo esperanto (lingua di cui, come sappiamo, Massimo Acciai è grande cultore). Una storia a tratti surreale, a tratti grottesca se non comica, che ci fa riflettere con garbo sui pregiudizi verso gli stranieri.
Segue un intenso saggio del greco Apostolos Apostolou (“L’altro”) sull’alterità nella cultura antropologica, sull’altro tra moderno, post-moderno e alter-moderno e, infine, sull’altro nel teatro.
Roberto Balò nel racconto “L’altro mondo” ci mostra un incontro di un “miscredente” con Dio, ai limiti del surreale. Il protagonista prende subito coscienza della situazione con un’affermazione esplicita “sono fregato, Dio esiste”, ma questo è un Dio particolare che dichiara subito “esisto ma non esisto” e spiega poi “è come se non esistessi perché non ho alcun contatto con voi”, inoltre “cosa volete che m’importi di cosa mangiate e quando, dei frigoriferi e stoviglie diversificati, del pesce il venerdì…”.
Andrea Cantucci ci offre invece “Una strana giornata di normale razzismo” in cui il protagonista Mario Bianchi s’interroga su chi siano gli altri, su cosa li renda “strani” e diversi da lui, andando sempre più restringendo la propria definizione di “noi”, in un impeto di razzismo che si mescola al campanilismo più bieco e ristretto, a voler significare che non vi sono limiti all’ottusità del razzismo.
L’altro esplorato da Rosanna d’Angelo nel thriller “L’artiglio” ha i toni del sovrannaturale.
Per la rumena Lucia Dragonescu, ne “La famiglia dagli occhi azzurri” l’altro è l’altro uomo in una storia di coppia.

Massimo Acciai e Carlo Menzinger – Aprile 2018
I contributi delle sorelle Ferrari sono riflessioni. Alessandra Ferrari in “Lettera all’altro” ci parla del “viaggio inteso come scoperta, conoscenza e approfondimento di altro”.
Emanuela Ferrari, ne “I colori e il sorriso… nell’altro”, ci parla dell’importanza del sorriso e della comunicazione visiva nella comunicazione e nell’approccio con gli altri.
Nel racconto di Erika Gherardotti “Benvenuto” assistiamo alla strana convivenza in un appartamento tra due persone molto diverse con sviluppo a sorpresa.
Francesco Guglielmino (“Chi è l’altro?”) tenta una veloce definizione di “altro” esaminandone la percezione sociale, l’altro come nemico, come copia di noi e come variante ucronica del sé in universi paralleli. Le sue parole conclusive sono riportate nella quarta di copertina:
“Altra persona
Libera di pensare e
Trovare la vita, amare e
Riposare
Ove più l’allieta”.
Salvatore Gurrado (“L’Essere per l’Altro”) ed Emanuele Martinuzzi (“L’alterità dell’io”) ci presentano altre due riflessioni filosofiche sul tema. Se per Gurrado l’Altro “visto come corpo” appare centrale, la riflessione di Martinuzzi pur avvicinandosi in questo alla precedente (“Detto questo si commetterebbe sicuramente un errore nel ritenere l’Io concreto e corporeo disgiunto dall’Io pensante e astratto, rispetto alla prospettiva straniante dell’altro”), offre altre visioni attorno al “concetto di alterità”, partendo dall’idea che “comunemente con l’altro si può intendere il vicino di casa, come lo straniero, il nemico, quand’anche uno sconosciuto che si sfiora per strada o con cui ci si trova a gareggiare sportivamente.” In fondo, “l’altro è ciò che sfugge”, “l’altro non è il prossimo che approssimato a ciò che è, tende a conformarsi alla natura dell’essere”, “l’altro è quella diversità che pone in crisi ciò che invece si presuma stia, immutabile, così com’è. Il contrario del diverso è l’Io”, “l’Io che si apre drammaticamente al non-Io”. “L’oscuro profilo dell’altro non può che atterrirci col suo silenzio ineffabile, smisurato e temibile”. “Una volta denudato l’Io dai suoi rigidi confini si aprono spiragli, brecce e varchi di senso per accogliere ciò che era estromesso, considerato straniero, diverso, inaccettabile”.
Segue il mio racconto “Io è un altro. Nessun altro”, in cui immagino come tutte le pulsioni di paura, curiosità, attesa, speranza, sospetto che abbiamo verso l’altro si concentrino nel mio protagonista, l’ultimo uomo sulla terra dopo una devastante apocalisse.
Francesco Panizzo dedica il suo intervento (“Blue Sky – Blu Klein”) allo scomparso amico Alessandro Rizzo, uno dei tre nomi di collaboratori della rivista, assieme a Paolo Filippi e Massimiliano Chiamenti, recentemente scomparsi, cui Massimo Acciai ha dedicato l’antologia, personaggio eclettico, Rizzo, grande stimolatore d’altri artisti, assiduo recensore.
Chiude il volume la riflessione/racconto di Fabio Strinati “A te che sei l’altra parte di me”, che esordisce con le parole “Rivedo in me, l’altro che è in te come in me” e poi aggiunge “mi vedo in te che sei l’altra parte della mia anima assetata e vulnerabile”, portando a conclusione ideale della raccolta il concetto che in fondo l’altro siamo noi o almeno che l’altro è una parte di noi.
Ho partecipato, con Massimo e altri autori, alla presentazione del volume sabato 17 novembre 2018 presso il ristorante “I tarocchi” e il giorno dopo presso “Il Nabucco”.
Con questa e le altre antologie della rivista “I Segreti di Pulcinella” e con la rivista stessa Massimo Acciai Baggiani si rivela figura capace di attirare e attrarre a sé tanti autori e tante figure di pensatori del tipo più vario. Scopriamo qui un Massimo Acciai che non solo è scrittore (nello specifico commediografo) ma anche e soprattutto un creatore e gestore di reti umane, in quest’era di reti virtuali, capace di tenere assieme persone di diverse professionalità, nazionalità e visioni del mondo, di ancorarle a dei progetti e di guidarle sino alla loro conclusione.

La forma dell’acqua
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