LA RIVISTA DELLA WORLD SF ITALIA CRESCE

Da qualche mese la World SF Italia, l’associazione degli operatori della fantascienza e del fantastico, si è dotata di una propria rivista, ovviamente di fantascienza, giacché scopo primario di questa comunità di brillanti spiriti è diffondere questo tipo di letteratura, tra tutte la più degna di assurgere a maggior gloria, in quanto ingiustamente bistrattata dagli snobistici sostenitori del realismo mainstream.

Senza che quasi me ne rendessi conto siamo ormai giunti al numero 4 di questo “World SF Italia Magazine” (Edizioni Scudo, 2023) curata dal buon Luca Ortino, in collaborazione con gli editori Luca Oleastri e Giorgio Sangiorgi.

L’editoriale “E l’Italia?” è nientemeno che di Mike Ashley, che si interroga sul perché la science-fiction (si noti la definizione anglosassone) tenda ad essere associata alla letteratura americana e britannica, trascurando le produzioni di altri Paesi, soprattutto per la consueta asimmetria linguistica percui tutto si traduce dall’inglese e poco si traduce in tale lingua, rendendo difficile per gli anglosassoni capire e conoscere le produzioni per loro straniere.

Eppure uno degli antenati della fantascienza, Jules Verne, era francese. Quanto agli italiani, osserva Ashley, è ben difficile trovarne (di un tempo o recenti) tradotti in inglese.

Dopo l’editoriale, la rivista si apre con “Compagni di gioco” di Adalberto Cersosimo, dedicato a vari nomi della FS italiana (Bellomi, Malaguti, Naviglio, Vegetti, Viviani), racconto incentrato su una partita a carte con la bella figlia di un editore.

Segue il racconto di Paolo Secondini “Notturno” che ci porta nel 2137 in un mondo popolato da cyborg come Pugno di Ferro “riassestato in un piccolo laboratorio clandestino” dopo essere “stato crivellato di molti proiettili”.

Annarita Stella Petrino, che ha da poco vinto il Premio Vegetti nella sezione romanzi, firma il racconto “L’ospite”, narrazione incentra sul tema dei virus e di quando cessino di essere pericolosi o contagiosi, chiaro retaggio della recente epidemia di covid-19.

Marina Alberghini non poteva che parlarci di gatti, sua grande passione, “La notte di burmilla” in cui i gatti raccontano la storia dell’evoluzione delle specie feline ed emerge una nuova specie di gatti, i burmilla, capace di vedere i fantasmi.

Giorgio Sangiorgi invece ci parla di Giuseppe Festino, grande illustratore di fantascienza.

Il complesso articolo di Giovanni Mongini è invece un piccolo saggio dedicato alle trasposizioni cinematografiche delle opere di John Wyndham, con particolari approfondimenti per “Il villaggio dei dannati”, “La stirpe dei dannati” e “Il giorno dei trifidi”, opere che ogni appassionato dovrebbe conoscere. Interessanti le considerazioni sulle differenze tra cinema inglese e americano e la descrizione della lavorazione dei film.

Segue un dossier su Vittorio Curtoni, autore traduttore, con ricordi di Alessandro Fambrini, Giovanni Mongini e Sergio Giuffrida.

Davide Arecco esplora la fantascienza delle origini con un articolo su olaf Stapledon, autore degli anni ’30.

Con i Diari di Bruno De Filippis, si torna ai racconti, parlando di androidi domestici, usati anche a scopo sessuale.

Sempre ironici i racconti di Andrea Coco, che qui ci offre un “Manuale di conversazione” per il personale di bordo delle astronavi.

Segue quindi il mio racconto distopico “Mecca e IGM”, appena apparso anche nel nuovo volume “Quel che resta di Firenze” (Carlo Menzinger di Preussenthal per Tabula fati, maggio 2023). In un mondo in cui chi non è né un Individuo Geneticamente Modificato né un Meccatronico (cyborg o Mecca) non può lavorare, un ragazzo “normale” si ingegna per cambiare il proprio destino di miseria.

Dedicato a un altro grande della FS, Clifford Donald Simak, è l’articolo di Piero Giorgi.

Filippo Radogna ci parla della caduta di un meteorite a Matera.

Il curatore della rivista Luca Ortino, intervista Alessandro Scarsella, anche lui curatore di riviste, essendo ora subentrato a Carlo Bordoni alla guida di “IF – Insolito & Fantastico”, bel periodico prima pubblicato da Tabula fati e ora da Odoya.

Segue l’elenco dei finalisti del Premio Vegetti, tra cui sono citato anche io con Massimo Acciai Baggiani per il romanzo “Psicosfera” e Chiara Sardelli per il saggio “Suggestioni fiorentine nella narrativa di Carlo Menzinger”.

Chiudono la rivista il ricordo di Stefano Strada e un suo racconto costruito usando titoli di romanzi Urania.

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