I MIGLIORI RACCONTI DI FANTASCIENZA DEL 2019

Lodevole il lavoro realizzato da Carmine Treanni con il volume da lui curato “Mondi paralleli” (Delos Digital, 2020), che contiene, come recita il sottotitolo. “Il meglio della fantascienza italiana indipendente 2019”, frutto della lettura e selezione di 14 racconti tra 206 pubblicati dalle principali case editrici “minori” specializzate nella fantascienza.

Giustamente scrive che la “science fiction è un potente agente di cambiamento: è una fonte di visioni alternative della società e può essere d’ispirazione per immaginarne una più giusta o all’opposto, nella sua versione più pessimistica e apocalittica, ci offre anche visioni di futuri da evitare”. Se mai si potesse individuare una forma di letteratura “utile” per lo sviluppo della scienza, della tecnologia e della società, questa sarebbe la fantascienza, dunque, ben vengano opere meritorie come questa che aiutano a selezionare possibili letture tra le tante proposte dalle case editrici nostrane.

Mondi paralleli” comincia con il curioso “Cornucopia” (estratto da “Robot 86” – Delos Digital)  di Linda De Santi (autrice pluripremiata proprio per i suoi racconti), una storia che pare un fantasy, finché si scopre che quelli che vengono chiamati fate, gnomi, unicorni e simili non sono affatto le figure mitologiche tipiche di questo genere narrativo e si vira così pian piano nella fantascienza scoprendo un’umanità crudele e insensibile, pronta a cibarsi di creature antropomorfe emerse dalle viscere della Terra attraverso una misteriosa Frattura. Creature aliene ma provenienti dal cuore stesso del pianeta, ma forse non solo questo. Forse sono qualcosa d’altro ancora.

Claudio Chillemi, autore vincitore del Premio Italia e che ha pubblicato su riviste internazionali, con “Il grande errore” (estratto da “Quel che resta della Kronos” – Delos Digital) prospetta la possibilità che la

formula della vita eterna sia trovata casualmente da uno studioso durante l’analisi di germicidi per la pulizia delle toilette! Vivere in eterno! Quanto muterebbe la nostra società se fosse possibile. Non necessariamente in bene.

Assai singolare è l’oggetto volante che si staglia nel cielo di Marte, ultimo rifugio di un’umanità disperata, nel racconto surreale di Luigi MusolinoIl corpo” (estratto da “La prima frontiera” – Kipple Officina Letteraria), metaforizzazione di tutti i morti o forse “cadavere di Dio”, che, come si sa, è morto, forse “Morte di ciò che siamo stati” “noi, cellule del decesso dell’umanità”, cadavere che si decompone e cade a pezzi distruggendo il fragile habitat marziano. La morte causa di se stessa.

Massimo Citi con “Un rifugio a Baba Yaga” (tratto da “Isole nella corrente”, CS Libri) ci porta in un futuro in cui si combattono diverse federazioni di pianeti, con astronavi dai curiosi nomi di opere letterarie, con animali mutati geneticamente in una sorta di storia di spionaggio interplanetario in cui l’identità della protagonista rivela una sorpresa.

Mi prenderò ogni cosa” (un racconto dell’antologia “Futuri criminali”, curata da Gian Filippo Pizzo per La

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Ponga Edizioni) di Monica Serra è una detective story fantascientifica con un delitto in ambienti alieni che ci parla di amori mancati, un personaggio che prima perde la moglie, annegata, e poi la madre, avvelenata.  C’è un collegamento?

Segue “Collasso domotico” del sottoscritto Carlo Menzinger di Preussenthal, il racconto finale dell’antologia “Apocalissi Fiorentine” edita da Tabula Fati, volume che descrive momenti della storia della città dalle sue origini al futuro, in cui è andata, potrebbe o sarebbe potuta andare in crisi. Un modo sia per fare fantascienza e ucronia di ambientazione italiana, sia per mettere in allarme sulle fragilità ambientali. “Collasso domotico” ci porta in un futuro dove tutto è automatizzato e mostra una madre e una figlia del tutto incapaci di fare qualsiasi cosa senza l’aiuto di una macchina, quando tutte queste, all’improvviso smettono di funzionare.

Con “Gran Vintage BazarAlessandro Napolitano ha vinto il Premio Short Kipple 2019. Si tratta di un’angosciante ghost story su un incidente d’auto, una morte, dei sensi di colpa, un personaggio mefistofelico, omicidi e qualche follia.

Assai grazioso è la FS-fantasy di Nicola CatellaniIl vecchio Blaterone” (tratto da “Leucosya e altri racconti”, l’antologia nata dal Trofeo RILL 2019) che racconta di un lontano pianeta in cui sono sopravvissuti solo i bambini, provenienti dalla Terra, e sono cresciuti avendo come maestro una sorta di futuristico televisore-videoregistratore, dallo schermo guasto, che ripete all’infinito le stesse storie: le Cronache di Hogwarth, di Fantàsia, di Narnia e di Oz, ovvero alcune storie fantasy, che gli abitanti di Aurora interpretano come la vera storia del loro pianeta d’origine.

Avevo già apprezzato in “Fantaetruria” (Carmignani Editrice), la bella antologia curata da Ginafilippo Pizzo e Luca Ortino, il racconto “Incantesimo di fuoco” di Serena Maria Barbacetto, ambientato nei sotterranei di Firenze, dove l’incontro con il cadavere mummificato di un nazista, armato con un pugnale onorifico donatogli da Himmler in persona, si trasforma in una storia horror.

Paolo Aresi (autore pluripremiato e che ha pubblicato con Mursia, Nord, Mondadori, Delos) con “La scomparsa di Matteo Sanniti” (tratto da “Fanta-Scienza”, antologia curata da Marco Passarello per Delos Digital) ci parla dello studio al computer di chimica e biologia molecolare. “La medicina genetica (…) è molto importante, decisiva per il genere umano”, scrive giustamente. Tutto ruota attorno all’indagine sulla scomparsa di un ricercatore, Matteo Sanniti, uno scienziato che compie esperimenti su se stesso come una sorta di novello dottor Jeckyll.

Il toscano Andrea Viscusi con “Hype” (da “L’esatta percezione” – RILL, Quality Games) ci parla di un futuro che somiglia al nostro presente in cui tutti sono sempre ipereccitati, sempre pronti a esaltarsi per qualcosa o attaccare quel che non piace, con l’improvvisa scoperta che si può vivere bene anche senza “emozionarsi per tutto”: “Il fatto è che lui non si sente infelice”, “ha imparato a stare bene con se stesso senza bisogno di continui stimoli”.

Massimiliano Prandini è autore che ho già letto spesso (“Il serpente di fuoco”, “Bestiario stravagante”, “Finisterra – Le sorgenti del Dumrak”). Il suo “Zoogler & Softer” è apparso sulla rivista “Dimensione Cosmica” edita da Tabula Fati e diretta da Adriano Monti Buzzetti e Gianfranco De Turris. Con questa storia, Prandini porta all’estremo il conflitto tra appassionati di microsoft e apple, immaginando un mondo in cui, causa il proliferare di impianti prodotti da due case concorrenti, Zoogle e Appsoft, si è creata quasi una divisione in caste, dove gli utenti-fan dell’una non dialogano più con quelli dell’altra. La suggestiva ambientazione, surreale ma forse futuribile, fa da sfondo al divertente incontro-amore tra due inconciliabili opposti: un softer e una zoogler, moderni Romeo e Giulietta.

Anche M. Caterina Mortillaro, con “Emancipazione” (da “Diver-Gender”, Delos Digital) porta agli estremi, rendendola futuribile, la divisione di generi, immaginando un tempo venturo in cui vi sia una totale prevalenza delle donne, con gli uomini che cercano di imitarle per emanciparsi, un po’ come avviene nella mia saga “Via da Sparta”. Anche qui, come nei miei romanzi, il mondo universitario è frequentato quasi solo da donne (“i maschi iscritti all’università erano solo il 9%”) e i ragazzi, per affermare i propri diritti, aderiscono al Fronte di Riappropriazione Maschile.

Chiude il volume Luca Ortino con “Le sette mogli di Ilarius Pantemous” (da “Mogli pericolose” antologia curata da Roberto Chiavini e Gian Filippo Pizzo per Watson Edizioni), che tratta, umoristicamente, ancora il tema dei rapporti tra i sessi ma in modo del tutto diverso. Immagina, infatti, una civiltà in cui i maschi “piantano” le mogli nel terreno e aspettano che “germoglino”. Di solito ne piantano sette, perché statisticamente solo una arriva a maturazione. Ilarius Pantemous, contro ogni previsione, al termine del raccolto si trova nell’imbarazzante situazione di avere sette mogli! Per legge deve tenersele tutte. Per fortuna c’è il mercato nero!

Insomma, una carrellata di racconti che trattano la fantascienza con toni che a volte si spostano verso il fantasy, il surreale e l’umoristico, ma tutti capaci di descrivere le debolezze e le contraddizioni di tutti noi e della società in cui viviamo. Una bella e piacevole scelta di storie, da leggere una dietro l’altra.

Ancora complimenti a Carmine Treanni per il lavoro svolto e grazie a Delos Digital per aver dato questo spazio ad autori che non è facile trovare sugli scaffali delle librerie. Aspettiamo ora di vedere la selezione di racconti del 2020.

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Mondi paralleli su Delos Digital

5 responses to this post.

  1. Posted by http://www.serenamariabarbacetto.wordpress.com on 11 dicembre 2020 at 20:52

    L’ha ripubblicato su Through the Wormhole.

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  2. […] Mondi paralleli – Il meglio della fantascienza indipendente italiana 2019 – racconti fantascientifici – italiano – cartaceo […]

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  3. […] scelta: “Mondi paralleli” a cura di Carmine Treanni (Delos Digital, […]

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  4. […] fiorentine” (Tabula Fati, 2019) era stato selezionato nel 2020 per l’antologia “Mondi paralleli – il meglio della fantascienza indipendente italiana 2019” (a cura di Carmine Treanni, Delos […]

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