FANTASY MA NON SOLO

Ho avuto l’onore di partecipare all’antologia “Incantesimi e guerrieri” curata da Fabio Calabrese per le Edizioni Scudo con il mio racconto “Risveglio”.

Il volume si apre con una prefazione del curatore nella quale ricorda come questa raccolta sia il sesto volume da lui curato per questo editore. Ne ricorda i criteri e i precedenti, cita gli autori che vi hanno preso parte e nel farlo (lo ringrazio) dedica ampio spazio alla mia biografia letteraria, in quanto autore nuovo per questa serie di pubblicazioni che si aggiunge a un gruppo ormai collaudato di penne illustri del fantastico.

La copertina è di Davide Frisoni, mentre le illustrazioni che corredano ogni storia sono di Giorgio Sangiorgi.

I racconti si succedono in ordine (più o meno) alfabetico d’autore.

Apre dunque le danze lo stesso curatore Fabio Calabrese con “Colle Amaro” in cui una comitiva di turisti fa una deviazione a Colle Amaro dove un tempo esisteva un villaggio medievale, trovandosi trasportata tragicamente nel passato.

Sempre suo il secondo racconto “I gatti di Beruthiel”, un frammento apocrifo de “Il Signore degli anelli” di chiara ispirazione tolkeniana.

Sempre riferite alle opere tolkeniane sono le freddure seguenti.

Si resta in famiglia con l’incontro demoniaco de “Il funerale del grand’uomo” di Massimo Calabrese, fratello del curatore.

È quindi la volta del decano del fantastico italiano Adalberto Cersosimo con “L’Armonia delle Sfere” in cui gli abitanti di un pianeta lontano ricordano di provenire da un paradiso con una sola Luna (mentre loro ne hanno cinque) su cui l’umanità viveva in un’epoca lontana. Un mago crede che l’allineamento delle cinque lune possa riportarli su quel pianeta perduto. Mi viene in mente l’allineamento dei tre soli nel ciclo de “Il problema dei tre corpi” di Cixin Liu, sebbene gli effetti siano assai diversi.

Se questo e altri dei racconti precedenti mescolano fantasy e fantascienza, “Il dio normanno” di Alberto Henriet ha toni più marcatamente fantasy con divinità, castelli svettanti, vergini da sacrificare, foreste oscure e una nazione da liberare.

“La quercia bianca vive” di Francesco Manetti pare faccia parte di un ciclo di racconti. Vi assistiamo al risveglio di alcuni demoni, a falò di carni umane putride, attraversiamo città in rovina, visioni di sogno di una foresta di querce bianche dove si trova un minerale magico con cui sono forgiate armi potenti.

Giovanni Mongini, parlandoci di un’umanità proveniente dalle stelle e guidata da intelligenze aliene, con “Arrivarono dalle stelle” si sposta decisamente verso la fantascienza, immaginando l’arrivo di un disco volante con quattro passeggeri identici a noi e un segreto sconvolgente: la Terra millenni fa era una prigione interstellare.

“Risveglio” del sottoscritto Carlo Menzinger di Preussenthal era stato in origine da me intitolato “Risveglio gotico”, essendo ambientato al tempo dei Goti e avendo per protagonista un vampiro, seppur di epoche precedenti a quelli del romanzo gotico. L’aggettivo giocava sul doppio significato, ma il curatore ha preferito toglierlo. L’ambientazione è storica, ai tempi della battaglia di Adrianopoli (9 agosto 378 d.C.) tra Impero Romano d’Oriente e Visigoti. Si narra della notte in cui il protagonista, un condottiero dei goti, si scopre trasformato in vampiro. Novità per il genere riterrei sia il coinvolgimento di Empusa, la figlia di Ecate.

Ne “La bara di vetro” di Luca Nisi ci sono una fanciulla che, come Biancaneve, giace in una bara di vetro, una fantasma in una torre e un mago grazie a una pozione magica riesce a superare il cerchio magico e a raggiungere la ragazza nella bara di vetro, spinto dal desiderio di possederla e non sembra volersi accontentare di un semplice bacio, solo che la fanciulla non è Biancaneve ma una feroce lamia.

Ne “Il conclave” di Antonio Piras, rinverdendo il mito di Giovanni VIII, viene eletta una papessa.

Ironico è “L’emerodromo smemorato” di Paolo Secondini, che inizia con una sorta di partita a scacchi divina durante la battaglia di Maratona tra greci e persiani e continua con la corsa di Filippide per annunciare la vittoria, il quale prima si maledice per non aver preso un cavallo, poi, esausto, dimentica che cosa deve dire e viene rimandato indietro.

“Il cavaliere” di Luigi Valerio, dopo aver deciso di appendere le armi al chiodo, si lascia coinvolgere in una nuova avventura per salvare una principessa stregata da una malvagia fattucchiera.

Torna Luigi Valerio anche nel racconto successivo, “Il maniero”, in cui uno scrittore in crisi trova in un maniero lo spunto per una storia anche se la fantasia sembra mescolarsi con la realtà.

Chiudono il volume due storie dell’editore e illustratore Giorgio Sangiorgi. Nella prima, “Il flusso”, un mago mostra a un viaggiatore nel tempo il flusso della sua vita, facendogli scoprire che qualunque variazione lui provi ad attuare perderebbe qualcosa, in particolare la propria famiglia.

Nella seconda, “I custodi del tempio”, il potere di alcune uova di dare la conoscenza appare troppo gravoso da sopportare.

In conclusione, un appassionante volume di fantasy, sì ma in cui questo si mescola spesso con tematiche di altri generi, in particolare della fantascienza (pianeti lontani, viaggi nel tempo…) ma anche del gotico, con un buon numero di demoni, e del racconto storico, dando vita a un’antologia vivace e varia, con un ampio registro di toni e trovate. Attendiamo quindi la prossima.

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