VERSI DI VITA, LETTURE E PASSIONE

Chiara Sardelli è un’autrice fiorentina che, da sempre grande lettrice, si è approcciata alla scrittura solo negli ultimi anni, pubblicando opere di saggistica, come il volume “Suggestioni fiorentine” (finalista al Premio Vegetti), di narrativa e di poesia. Partecipa inoltre alla giuria del Premio letterario La Città sul Ponte del Gruppo Scrittori Firenze, di cui è socia attiva.

Maggio 2024 – Chiara Sardelli presenta Psicomondo al Torrino Santa Rosa (Firenze)

Da poco una sua intervista rilasciata a Filippo Radogna è apparsa nel volume “Conversando tra le stelle 2” (Edizioni Scudo), così come recente è la sua prefazione all’antologia collettiva “Psicomondo”, cui ha partecipato anche con il racconto “Oberon ingaggia Astrifiammante, Regina della Notte”.

Tra le opere di narrativa segnalerei il racconto su Irene Adler nell’antologia “Le immaginate” (Edizioni Il Foglio, 2023). In ambito poetico avevo già letto e commentato il suo volume “Sudate carte”.

Leggo ora, appena uscito, “Il volo di Icaro” (Tabula fati, 2024) che si apre con una citazione di Alda Merini.

I primi versi sono dedicati a Billy, l’amato cocker, che è entrato a riempire la sua vita in questi anni di recente vedovanza.

Il volume prosegue con versi ricchi di riferimenti letterari. Nomi come Stige, Ade, Ulisse, Achille, Chironte, Giove, Eolo, Cupido, Aginulfo, Erinni, Merlino compaiono senza insistenza, come interpunzioni, a segnare le nostre comuni radici culturali.

Prevalgono però in queste pagine i rapporti umani, soprattutto familiari, le figure materna e paterna,

quella del fantasma di un figlio assente (“per lungo tempo non ti ho cercato / anche ho rifuggito all’idea di te”; “Fortuna chiamasti il fantolino / che un giorno venne a trovarti”), le sensazioni legate al volgere del tempo e delle stagioni ma anche all’incedere inarrestabile degli anni (“di bianco striati i miei capelli”), la potenza della memoria che riemerge nel quotidiano, sentimenti vari, dall’Amore (talora con la maiuscola), alla spossatezza, alla speranza (“speme”), alla felicità, alla fragilità, nonché il rapporto con una natura amata.

A volte, come in “Devo sapere” le liriche assumono quasi un tono narrativo.

La citazione shakesperiana di “Fantasie” “Tu che sei fatta della materia dei sogni” non può che rimandarmi a “Psicomondo”, che da tale verso si dipana.

Sempre forte è l’emozione della poetessa (“vorresti / calmare il respiro che batte nel tuo petto, / non sempre ci riesci”; “Hai paura del vuoto delle ore / che scorrono lente”; “Tremore e paura / Il mio anelito rifugge, lungi da me”).

Versi vibranti e sentiti, questi che ci regala Chiara Sardelli, fatti di vita, letture e passione.

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