Di rado, per me, scrivere un libro è cosa veloce. Innanzitutto, perché scrivere non è il mio mestiere e viene dopo molte altre cose. Troppo poco è il tempo che posso dedicargli.
Sta finalmente per uscire “Psicosfera”, il romanzo scritto a quattro mani con Massimo Acciai Baggiani. Ne iniziai il cammino con una certa ritrosia, quando Massimo me lo propose. Ho sempre troppe cose in mente da voler scrivere, per avviare altri progetti, ma pensavo sarebbe stato semplice e rapido. Avevo conosciuto Massimo il 28/09/2017 (alla presentazione de “Il sogno del ragno” presso l’Hotel Excelsior) e me lo propose, credo verso aprile 2018. Sono dunque trascorsi 4 anni tra il mio coinvolgimento e la pubblicazione.
Massimo mi presentò una bozza di romanzo scritto da lui nel 2016, da completare assieme. Lo aveva chiamato “Il tenebroso ignoto cuore” e parlava di una Terra cava all’interno, di telepati e teletrasporto. Ne discutemmo un po’ e immaginai di lavorarci qualche mese. Massimo, che conosce molto bene tutta la mia produzione avendo persino scritto la mia biografia letteraria “Il sognatore divergente”, avrebbe voluto inserirci il mio Jacopo Flammer, un personaggio dei romanzi della saga che lo vede protagonista, che, tra le altre cose, ha doti telepatiche, ma non mi convinse. Dovendo prendere qualche mio personaggio (questa era la sua idea), preferii attingere a “La bambina dei sogni” e ne rubammo la piccola Elena Dati, che diventò Yelena Adamov, e Oberon, che mantenne il nome. I due personaggi conservano alcune delle caratteristiche del mio romanzo, ma sono diventati altro.
Massimo aveva immaginato una Terra completamente vuota all’interno e aveva in mente soprattutto “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne. Ci si chiese chi potesse popolare questo mondo. Pensando a Jacopo Flammer avrebbe anche avuto senso immaginare dei dinosauri evoluti, come gli intelliraptor della mia saga. Pensammo anche un mondo sotterraneo popolato di vampiri, magari riprendendo qualche personaggio da “Il Settimo Plenilunio”, che avevo scritto con Simonetta Bumbi. Un pianeta cavo mi pareva però troppo irrealistico. È nata così l’idea delle creature magmatiche. Da tempo pensavo che la fantascienza mostra poca fantasia nel generare alieni. Troppo antropomorfi e comunque troppo spesso sono animali. In alcuni racconti ne ho immaginati di vegetali. In un racconto, “Le pietre di Marte” (pubblicato su Dimensione Cosmica nel 2020, ma scritto vari anni prima), avevo immaginato degli alieni “di pietra”. Sviluppammo l’idea abbinandola al concetto di telepatia.
Due grandi romanzi ci hanno ispirato in particolar modo: “Solaris” di Lem e “2001 Odissea nello spazio” di Clarke. Dal primo abbiamo preso l’idea di un pianeta capace di creare persone dai sogni degli astronauti, dal secondo l’idea di un’evoluzione eterodiretta. A parte ciò “Psicosfera” ha ben poco dei due romanzi, a parte alcune citazioni-omaggio ma questi sono due elementi importanti.
Il romanzo è cresciuto soprattutto attorno ai personaggi inventati da Massimo Acciai, i cosmonauti russi, l’astronauta marziano, il ragazzo italiano capace di teletrasportarsi, la madre telepate del cosmonauta e la ragazza che l’aiuta. Rispetto alla bozza originale è cambiata però sia l’ambientazione che la trama, che l’intera impostazione dell’opera.
Abbiamo fatto leggere il romanzo a mia sorella Silvia che ci diede i primi suggerimenti, poi a un lettore esperto che ci fece una scheda di commento in base alla quale cambiammo molte cose. Lo presentammo quindi alla casa editrice Tabula Fati che ci affidò all’editor Silva Ganzitto che prima ci diede dei consigli generali sulla cui base rivedemmo ogni cosa. Le consegnammo quindi questa nuova versione del romanzo e lei entrò nei dettagli a correggere e modificare. Ci pareva di aver finalmente concluso. Il romanzo scorreva e aveva un senso, ma l’editor ci suggerì di passarlo a dei Beta-reader. Lo lessero quindi Sergio Calamandrei e Chiara Sardelli. Io credo che non esista un modo perfetto e unico per scrivere un romanzo, perché ogni “lettore critico” ha sempre qualcosa da suggerire. Accogliemmo i loro consigli, quanto mai sensati, stravolgendo ancora una volta l’impianto. L’editor non si aspettava un lavoro simile e rimase perplessa, avviando così un’ulteriore revisione! Ogni volta avevamo in mano un romanzo che era sempre lo stesso eppure diverso dal precedente! Migliorava? Credo di sì. Credo sia migliorato ogni volta anche se la prima versione che demmo in lettura penso che avrebbe potuto comunque funzionare. L’attuale “Psicosfera” è dunque un romanzo perfetto? Mi piacerebbe poter dire di sì, ma ovviamente non sarebbe vero. Chiunque potrebbe ancora darci consigli differenti per riscriverlo. È questa un’esperienza che feci già, molto più estesa, con “La bambina dei sogni”, che sottoposi alla lettura di una cinquantina di lettori prima di pubblicarlo: ognuno diede dei consigli diversi. Alcuni li misi in pratica. Lo pubblicai poi in self-publishing, continuando a sollecitare critiche e correzioni dai lettori. Ne ricevevo e continuavo a cambiarlo. Facendone decine di edizioni successive. Questo è uno dei vantaggi del self-publishing. Un editore mi avrebbe mandato al diavolo molto presto!
Del resto quasi tutti i miei romanzo sono stati oggetto di radicali riscritture, anche senza l’apporto di lettori esterni. Penso per esempio a “Il Colombo divergente”, scritto da diversi punti di vista e con diversi tempi.
Che cos’è diventato alla fine “Psicosfera”?
Un romanzo di fantascienza ESP che innova il concetto di alieni, che fornisce una spiegazione, fantasiosa, a divinità, apparizioni, visioni, sogni ma anche dà un senso all’evoluzione e alla propagazione della vita. È anche un romanzo che utilizza in modo diverso i poteri psionici ben noti a tanta letteratura. È una storia che non manca di lanciare il suo allarme per la devastazione del pianeta su cui viviamo, ma che nel denunciare i danni della perdita di biodiversità, desertificazione, inquinamento, sovrappopolazione e altro, lascia uno spazio all’ottimismo, seppur su basi del tutto fantasiose.
È anche una bella avventura, ricca di colpi di scena e sorprese che spero vi potrà avvincere e trascinare in una lettura che spero non sia fine a se stessa e possa lasciare qualcosa, un’occasione per una riflessione su chi siamo e dove stiamo andando.
Il volume sarà presentato il 20 e 21 maggio 2022 al Salone del Libro di Torino.
