Dopo aver letto i romanzi “fuori ciclo” di Isaac Asimov “La Fine dell’Eternità”, “Tutti i miei Robot” (che racchiude “Io Robot”, “Il Secondo Libro dei Robot” e racconti vari) e “Nemesis” ho proseguito la mia rilettura in ordine cronologico degli eventi narrati nei romanzi dei tre cicli concatenati di questo autore, iniziando il primo vero ciclo quello dei robot che comprende:
*Abissi d’Acciaio (1953),
*Il Sole Nudo (1957),
*I Robot dell’Alba (1983),
*(Immagine Speculare – racconto in “Il meglio di Asimov”)
*I Robot e l’Impero (1985).
“Abissi d’Acciaio” è ambientato un migliaio d’anni dopo l’inizio della colonizzazione dei Mondi Esterni. Siamo dunque in un futuro piuttosto lontano rispetto a quello prossimo di “Tutti i miei Robot”.
Sorprende un po’ vedere che, in fondo, persino la robotica in mille anni, nella visione asimoviana, non sembra aver fatto poi grandissimi progressi, se il protagonista A. Danieel Olivaw è ancora un prototipo di automa perfettamente umanoide. Progresso tecnologico che sembrava ormai prossimo nella raccolta di racconti.
Anche in questo romanzo del 1953 lo scrittore russo-americano non ha saputo immaginare gli sviluppi recenti della telefonia e manda il protagonista Elijah Baley a chiamare da un telefono pubblico.
Si può dire che questa è una distopia, dato che immagina una Terra sovrappopolata e condizioni di vita non ottimali, ma l’ottimismo asimoviano e la sua costante fiducia nel futuro, ne fanno una distopia troppo “felice” per essere raffrontata con altre ben più cupe. Basti pensare all’efficienza delle strade mobili, all’attenzione e serenità di Astropoli. Ci fa sorridere persino la “catastrofica” previsione di una Terra popolata da otto miliardi di abitanti (ma bisogna comunque dire che sono già stati colonizzati decine di Mondi Esterni). Magari tra mille anni potessimo essere solo otto miliardi!
Per Asimov una simile pressione demografica (quanto ci siamo vicini, purtroppo!) rende indispensabile la colonizzazione di nuovi mondi, processo che la Terra aveva da tempo interrotto, delegandolo ai Mondi Esterni.
Se c’è qualcosa che mi ha sempre emozionato e che ho sempre condiviso nelle mie letture giovanili di questo autore è questo suo messaggio: il futuro dell’Uomo è nella colonizzazione dello Spazio. L’umanità, se non troverà nuove frontiere sarà condannata a una vita distopica da polli in batteria, con alimentazione artificiale e case ridotte all’essenziale. Asimov immagina, per esempio, il ritorno ai bagni pubblici (i Diurni).
Il romanzo si snoda come un vero giallo con i due protagonisti, l’umano e l’automa, che investigano assieme, mettendo in comune le proprie diverse capacità, a dimostrazione che solo nell’unione di uomo e robot ci sarà un futuro per noi, nonostante le prevedibili opposizioni che potranno derivarne, come gli intrighi dei medievalisti, qui descritte.
Anche i personaggi più scettici (forse anche alcuni lettori) verranno infine, convertiti all’ottimistico credo asimoviano: Conquista dello Spazio e Robotica.
Fiumalbo, 22/08/2012
Posted by L’AURORA DELL’ESPLORAZIONE SPAZIALE | La legenda di Carlo Menzinger on 8 giugno 2013 at 17:04
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Posted by ASIMOV, IL CREATORE DI MONDI | La legenda di Carlo Menzinger on 14 settembre 2013 at 14:17
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Posted by LE CHIACCHIERE DI DUE ROBOT PER SALVARE LA TERRA | La legenda di Carlo Menzinger on 30 settembre 2013 at 10:36
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Posted by LA NASCITA DELLA PSICOSTORIA | La legenda di Carlo Menzinger on 16 Maggio 2016 at 15:22
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Posted by LE INDAGINI SPAZIALI DI ISAAC ASIMOV | La legenda di Carlo Menzinger (www.menzinger.it) on 15 gennaio 2022 at 14:37
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