
Carlo Menzinger – Il Colombo divergente
degli anni ’90, riflettendo sul concetto che un semplice gesto possa avere conseguenze che si dilatano nel tempo (non pensavo alla famosa teoria della farfalla il cui battito d’ali può generare un terremoto, ma il concetto era simile), mi chiesi quali eventi avessero davvero avuto una rilevanza determinante nella Storia dell’umanità e quanto poco sarebbe bastato per mutarli.
Scelsi così uno di questi momenti fondamentali del nostro passato e decisi di scriverci su un romanzo. Pensai alla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo.
Fu così che, tra il 1993 e il 1996, scrissi “Il Colombo Divergente”.
Nel 2000 volli ripetere la cosa, prendendo un altro personaggio di rilievo. Questa volta non ero tanto determinato ad analizzare le conseguenze storiche di una divergenza ucronica, quanto a raccontare una vicenda usando un punto di vista particolare, sviluppando quanto già fatto con “Il Colombo Divergente”. Scelsi così di scrivere di nuovo un romanzo in seconda persona, facendo narrare la vita di Giovanna D’Arco a lei stessa da un essere ignaro della propria natura, forse un angelo.
Fu mentre scrivevo “Giovanna e l’angelo” che un lettore, complimentandosi con me per “Il Colombo Divergente” (che avevo pubblicato nel 2001 con l’editore genovese Liberodiscrivere), mi disse “fammi sapere quando pubblicherai una nuova ucronia”.

Carlo Menzinger – Giovanna e l’angelo
Fino a quel momento, confesso di aver ignorato l’esistenza di questo genere letterario. Scoprii, così, di non essere il solo a scriverne. Eravamo, credo, nel 2002 e il termine era ancora assai poco conosciuto e diffuso. Anche i romanzi ucronici non erano poi molti.
Trovare informazioni in merito non era semplicissimo.
Decisi così di cominciare a leggere altre ucronie e di capire meglio i limiti e le regole dell’allostoria e, se possibile, di individuare quali fossero le opere più significative scritte.
Mi resi conto delle enormi potenzialità narrative di questo genere. Ogni momento storico poteva essere reinventato!
Decisi di fare il possibile per diffondere la conoscenza di questa forma letteraria.
Ne parlai in rete e attivai un Forum sul sito del mio editore Liberodiscrivere (all’epoca aveva una Community di scrittori piuttosto attiva) e misi assieme un gruppo di diciotto autori, chiedendo a ognuno di scrivere una o più storie, cercando di coprire la maggior parte dei periodi storici, in modo da avere alcuni racconti ambientati nell’antichità, altri nel medioevo e altri ancora in epoca moderna.
Realizzammo così l’antologia “Ucronie per il terzo millennio”, sottotitolo “Allostoria dell’umanità da Adamo e Berlusconi”.
Il volume fu pubblicato da Liberodiscrivere nel 2007 e potemmo così presentarlo in varie città, contribuendo, nel nostro piccolo, a far conoscere meglio la storia alternativa.
Quando un giorno mia figlia, che aveva otto anni, mi chiese (era dunque il 2005), di scrivere un libro che potesse leggere anche lei, cominciai la stesura di “Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale”. Non era un vero romanzo ucronico, ma piuttosto un’avventura di fantascienza in cui ho inserito alcuni elementi allostorici.

Il Dott. Menzinger e gli Ucronici – Ucronie per il Terzo Millennio
Il protagonista, un bambino di nove anni, accompagna il nonno, un Guardiano dell’Ucronia, in una recente preistoria, attraverso una Porta del Tempo costruita da una razza, discendente dai velociraptor, che, in un universo divergente ha sviluppato una civiltà evoluta e la capacità di spostarsi da una realtà alternativa a un’altra, perché, in ucronia, il tempo non è una retta ma un frattale.
L’anno successivo ho scritto il secondo volume di questa serie (I Guardiani dell’Ucronia): “Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati”.
Nel 2010 ho pubblicato con Liberodiscrivere “Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale” e nel 2012 ho sottoposto a web-editing il secondo volume (Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati), per il quale sto ancora cercando illustratori e che spero di pubblicare nel 2013.
Leggi anche:
– I principali romanzi ucronici
– Alterazioni temporali e ucronie al cinema
– Ucronie per il terzo millennio
– Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale
– Jacopo Flammer nella Terra dei Suricati
– romanzi con una divergenza preistorica
– Darwinia
– Lost
– Il Vangelo secondo Gesù Cristo
– L’Ultima Tentazione di Cristo
– Finzioni
– L’inattesa piega degli eventi
Posted by TUTTE LE UCRONIE DI CARLO MENZINGER « La legenda di Carlo Menzinger on 3 febbraio 2013 at 17:07
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Posted by LA REALTÀ EVANESCENTE DI DICK « La legenda di Carlo Menzinger on 19 febbraio 2013 at 22:24
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Posted by Basarab on 24 dicembre 2014 at 14:04
Cosa sarebbe accaduto alla Francia e all’Europa se Giovanna d’Arco non fosse morta sul rogo nel 1431? Lo scopriamo in questa «fantasia divergente», attraverso la voce narrante dell’angelo custode della pulzella d’Orleans.
Fin da quando era una bambina, dapprima sussurrando al suo orecchio, poi mostrandosi fuggevolmente, l’angelo cercava un modo per comunicare con Jeanne. Spesso le parlava in sogno delle angherie degli inglesi e della necessità dei francesi di ribellarsi, tanto che già a tredici anni la fanciulla non pensava ad altro che alla guerra. Nel 1428 Jeanne d’Arc ottenne udienza presso il Delfino di Francia, Charles di Valois, e iniziò la parabola che la portò a liberare Orleans e Reims, fino alla prigionia e alla condanna al rogo.
Ma l’angelo non poteva guardarla morire tra le fiamme e la salvò in un vortice di fumo. Rimessasi in sesto, la pulzella partì per una marcia solitaria, seguita da una folla adorante che diventò il suo esercito. Parigi e Rouen furono liberate, ma qualcosa era cambiato: mentre l’angelo si trasformava in femmina, Jeanne aveva assunto la fisionomia di un uomo, diventando di fatto Jean d’Arc. Dopo varie schiaccianti vittorie, arrivò l’accordo con gli inglesi e nel 1435 Jean si recò a Londra, ottenendo la simpatia del tredicenne Henry VI e l’appoggio per una crociata. Partito alla guida di un esercito per liberare la Terra Santa, Jean combatté con coraggio, ma l’angelo dovette intervenire ancora una volta per salvargli la vita: in Inghilterra Henry divenne Henrietta e Jean rientrò a Parigi per sposarla. Alla morte di Charles e dell’erede, pur contrastato da potenti nemici, divenne Re di Francia e Inghilterra, finché non ripartì per Gerusalemme, dove incontrò il suo destino.
La storia è raccontata in un’insolita seconda persona, attraverso la voce dell’angelo. Ed è un curioso narrare, carico di emozioni, di dubbi sulla presenza divina e sul poco definito ruolo angelico. A emergere dalle pagine sono proprio sensazioni e considerazioni dello spirito alato, che spiega il suo amore per Jeanne e la sua esistenza votata unicamente a lei, in una «remotissima vicinanza»: senza chiedere nulla, la accompagna per tutta la vita, non visto e non udito, ma sempre presente.
Posted by Carlo Menzinger on 24 dicembre 2014 at 22:14
Grazie per la lettura e la recensione di “Giovanna e l’angelo”.
Vorrebbe essere non solo un romanzo ucronico, ma anche una storia sull’incertezza del reale, sul labile confine tra realtà e sogno, sul mutamento che, anche quando è sconvolgente come il cambio di sesso di Jeanne, dell’angelo e del re, a volte avviene nella totale indifferenza di chi è intorno. La Storia muta. Le persone mutano eppure nessuno pare farvi caso. Una realtà pare valere l’altra. Nel flusso dal passato al futuro, viviamo quel breve attimo che è il presente dimentichi di ciò che è stato e inconsapevoli di quello che sarà.
E Dio in tutto ciò dov’è? Persino un angelo può interrogarlo e ricercarlo invano.
Posted by I CLONI DISTOPICI DI ISHIGURO | La legenda di Carlo Menzinger on 15 febbraio 2018 at 21:34
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