“Werewolf” in inglese vuol dire “mannaro”. Questo è anche il titolo del bel romanzo gotico di Francesca Angelinelli (nota anche come Fra_Angel82), edito da Linee Infinite e il nome del coprotagonista.
Questa storia sui licantropi ha il respiro classico della grandi storie del XIX secolo, senza troppo indulgere alle recenti mode di rimodernizzazione della leggenda dei licantropi.
La stessa ambientazione è una delle più tradizionali: l’Inghilterra del XIX secolo, in un vecchio castello cupo e cadente, con una servitù pronta a nascondere i misteri del suo padrone.
Mentre si legge, ci si dimentica dunque di avere a che fare con una giovane autrice italiana. Del resto la scrittura è elegante, precisa e raggiunge con precisione gli scopi narrativi che si prefige senza sbavature o eccessi.
Il lettore comprende da subito, come nella vecchia letteratura gotica, il mistero che la protagonista stenta ad accettare. Del resto con un simile titolo non possono esserci dubbi sulla vera natura dell’ultimo erede della casata dei Werewolf! Ma questo non è un difetto e non disturba. Nella letteratura di genere funziona così. L’autrice è abile nel mostrarci la lenta scoperta della verità da parte della malcapitata Kateleen e ci basta questo per lasciarci cullare da queste piacevoli pagine.
Questo è un romanzo essenziale, che ci parla dell’amore nella sua forma più forte ed antica: l’amore della Bella per la Bestia. In fondo, il senso di ogni storia d’amore dovrebbe essere questo. Forse è questa una delle ragioni delle storie sui licantropi, e, dovrebbe esserlo, di questo “Werewolf”.
La Bella s’innamora della Bestia e l’allontana dal suo essere selvaggio. L’uomo non è forse così: abitante delle selve, delle foreste, e dunque selvaggio? E compito della donna non è forse di addomesticarlo, di renderlo adatto alla vita di casa, alla domus, alla vita urbana e civile?
Il fascino femminile addomestica la bestia selvaggia che è in ogni uomo e che anela a vivere nei boschi e nella natura. Per amore il maschio si lascia incatenare e finisce per accettare come sua questa vita domestica.
Sarà questo un bene per l’Uomo e per l’Umanità? Questo forse potrebbe essere uno dei grandi interrogativi di questo Terzo Millennio: la civiltà domestica in cui viviamo sarà il modello anche per le generazioni venture?
Questo, io credo, può essere uno dei grandi quesiti che sono dietro una storia di licantropia. La risposta, nel passato, è sempre stata quella che la Bella vince sulla Bestia. Il romanzo gotico nasce infatti da un’epoca di industrializzazione e forte urbanizzazione. Questo genere di storie servivano a incanalare pulsioni che portavano l’uomo a rifiutare il nuovo status. E oggi? Forse oggi queste stesse storie portano nella direzione opposta. Spesso è la Bella che accetta di diventare Bestia, come la principessa di Sheck o la protagonista di Twilight, che mira a diventare vampiro, più che a “redimere” il suo mostruoso amato.
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Posted by Menzinger on 4 maggio 2010 at 21:45
Qui un'intervista a Francesca Angelinelli http://www.mmushroom.splinder.com/post/21526047/intervista-a-francesca-angelinelli
Posted by Tutti i libri del 2010 « La legenda di Carlo Menzinger on 30 dicembre 2011 at 20:45
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